martedì 22 novembre 2016

Referendum costituzionale, ecco cosa potrebbe cambiare dopo il 4 dicembre

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/11/normativa/referendum-costituzionale-ecco-cosa-potrebbe-cambiare-dopo-il-4-dicembre_55137_15.html

Urbanistica, opere strategiche e professioni diventerebbero di competenza esclusiva dello Stato

Governo del territorio, ordinamento delle professioni, infrastrutture strategiche e Protezione Civile potrebbero passare sotto la competenza esclusiva dello Stato. Lo prevede la Legge di riforma Costituzionale, ma l’ultima parola spetta ai cittadini, chiamati il 4 dicembre a esprimersi con un “sì” o un “no” con il referendum confermativo in cui si deciderà anche la fine del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni e la soppressione del Cnel.
 

Riforma Costituzionale: urbanistica, professioni e infrastrutture

Al momento in molte materie vige la competenza legislativa concorrente tra Stato e Regioni. Lo Stato detta i princìpi generali e le Regioni legiferano sulla base delle specificità territoriali. Questo meccanismo da una parte permette alle Regioni di varare norme adatte alle proprie realà, ma nella pratica ha portato ad una serie di sovrapposizioni e conflitti.
 
Con la riforma diventerebbero di esclusiva competenza statale:
-  le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio, il sistema nazionale e il coordinamento della protezione civile;
- l’ordinamento delle professioni e della comunicazione;
- le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza;
- la tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, l’ambiente e l’ecosistema, l’ordinamento sportivo, le disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo;
- la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia;
- i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale.
 
Spetterebbe invece alle Regioni la potestà legislativa esclusiva in materia di
- pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno;
- dotazione infrastrutturale;
- organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e della formazione professionale;
 - attività culturali di interesse regionale, promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici;
- valorizzazione e organizzazione regionale del turismo.
 

Riforma Costituzionale, leggi approvate più velocemente

Abolendo il bicameralismo paritario, le leggi saranno approvate solo dalla Camera dei Deputati. I testi saranno trasmessi al Senato che entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, potrà deliberare di esaminarlo e, nei trenta giorni successivi, potrà proporre delle modifiche o formulare osservazioni. L’ultima parola spetterà comunque alla Camera.
 
Il Senato continuerà ad essere coinvolto nel procedimento legislativo solo per l’approvazione delle leggi in materia di revisione della Costituzione, referendum popolari, ordinamento, legislazione elettorale, organi di governo, funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane, politiche dell'Unione europea, casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di senatore.
 

Riforma Costituzionale, perché è necessario il referendum

Anche se la legge di riforma costituzionale è in vigore, è comunque necessario il referendum. Le modifiche alla Costituzione, infatti, possono avvenire solo con un largo consenso parlamentare. In caso contrario si deve chiedere il parere popolare. Per intervenire sulla Costituzione è necessario che la legge di modifica sia approvata due volte (a distanza di almeno tre mesi) e che la seconda volta i voti favorevoli siano pari ad una maggioranza qualificata dei due terzi. Se la soglia non viene raggiunta, entro tre mesi dalla pubblicazione un quinto dei membri di una camera, 500mila elettori o cinque Consigli regionali possono chiedere un referendum popolare confermativo.
 
La legge costituzionale è stata approvata in via definitiva dalla Camera con 361 voti favorevoli e 7 contrari, mentre i deputati dell’opposizione non hanno partecipato al voto. Dato che il numero totale dei deputati è di 630, la soglia prescritta non è stata raggiunta ed è stato richiesto il referendum confermativo.
 
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