mercoledì 30 settembre 2015

Certificazione energetica degli edifici, in vigore le nuove regole

http://www.edilportale.com/news/2015/10/risparmio-energetico/certificazione-energetica-degli-edifici-in-vigore-le-nuove-regole_48029_27.html

Operativi da oggi i decreti relativi all’APE 2015 e alle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e requisiti minimi

01/10/2015 - Entrano in vigore oggi 1° ottobre i decreti del Ministero dello Sviluppo Economico che completano il quadro normativo in materia di prestazioni energetiche degli edifici.
 
Attestato di Prestazione Energetica - APE
Il decreto Linee guida per la certificazione energetica degli edifici contiene la nuova disciplina per l’Attestazione della Prestazione Energetica degli edifici (APE 2015). Il nuovo APE sarà uguale per tutto il territorio nazionale e offrirà al cittadino, alle Amministrazioni e agli operatori maggiori informazioni riguardo l’efficienza dell’edificio e degli impianti, consentendo un più facile confronto della qualità energetica di unità immobiliari differenti e orientando il mercato verso edifici con migliore qualità energetica.
 
Le classi energetiche passeranno da sette a dieci, dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore). Il certificatore incaricato di redigere l’APE dovrà effettuare almeno un sopralluogo presso l’edificio o l’unità immobiliare oggetto di attestazione.
 
L’APE dovrà indicare le proposte per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, distinguendo le ristrutturazioni importanti dagli interventi di riqualificazione energetica, e le informazioni su incentivi di carattere finanziario per realizzarli.
 
Infine, il decreto definisce uno schema di annuncio di vendita e locazione che uniforma le informazioni sulla qualità energetica degli edifici, e istituisce un database nazionale dei certificati energetici (SIAPE).
 
Metodologia di calcolo e requisiti minimi delle prestazioni energetiche
Il decreto Metodologie di calcolo delle prestazioni e requisiti minimi definisce le nuove modalità di calcolo della prestazione energetica e i nuovi requisiti minimi di efficienza per i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazione. Il decreto rafforza gli standard energetici minimi per gli edifici nuovi e per quelli ristrutturati, ottimizzando il rapporto costi/benefici degli interventi, per arrivare a realizzare gli Edifici a Energia Quasi Zero previsti dalla Direttiva 2010/31/UE.
 
Inoltre, il decreto punta ad una applicazione delle norme immediatamente operativa e omogenea in tutte le Regioni, per ovviare all’attuale frammentazione normativa dovuta all’ampia autonomia regionale nel recepire la precedente Direttiva 2002/91/UE.

Per gli edifici di nuova costruzione e per quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, il rispetto dei requisiti minimi andrà verificato confrontando l’edificio con un edificio di riferimento (identico per geometria, orientamento, ubicazione, destinazione d’uso). Per gli edifici interessati da semplici riqualificazioni energetiche, relative all’involucro edilizio e agli impianti tecnici, sono indicati i requisiti minimi. 
 
Schemi di relazione tecnica di progetto
È in vigore già dal 16 luglio 2015 il decreto Schemi per la relazione tecnica di progetto, che fornisce schemi e modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto ai fini dell’applicazione delle prescrizioni e dei requisiti minimi di prestazione energetica negli edifici. Gli schemi sono stati predisposti in funzione delle diverse tipologie di opere: nuove costruzioni, ristrutturazioni importanti, riqualificazioni energetiche.
 

Ecobonus 65% e detrazione 50%: in vista la proroga per il 2016

http://www.edilportale.com/news/2015/10/risparmio-energetico/ecobonus-65-e-detrazione-50-in-vista-la-proroga-per-il-2016_48041_27.html

Ancora per un anno i bonus su riqualificazione energetica e ristrutturazioni. Da Unicmi 8 richieste al Ministro Delrio

01/10/2015 - Diventa sempre più concreta l’ipotesi di proroga fino a dicembre 2016 dell’ecobonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e del bonus del 50% sulle ristrutturazioni, in scadenza al 31 dicembre 2015.
 
I Ministri dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e delle Infrastrutture e Trasporti,Graziano Delrio, convergono sull’allungamento di un altro anno delle due agevolazioni fiscali. Con molta probabilità, le due agevolazioni saranno prorogate con le stesse condizioni attualmente vigenti.
 
Nei giorni scorsi sono circolate voci riguardanti l’intenzione del Governo di estendere i bonus all’edilizia pubblica, con particolare attenzione alla riqualificazione energetica dell’housing sociale, e di allargare il bonus mobili agli inquilini che abitano in affitto, in particolare alle giovani coppie.
 
In ogni caso le nuove regole saranno definite nella Legge di Stabilità 2016, ancora in fase di prima stesura presso i Ministeri.
 
Apprezzando l’impegno per la conferma delle detrazioni, UNICMI, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, in unalettera indirizzata al Ministro Delrio, avanza otto richieste provenienti dalle filiere industriali del serramento, delle schermature solari e dei pannelli grecati:
 
1. Prevedere premialità alla riqualificazione energetica complessiva delle unità immobiliari rispetto ai singoli interventi di sostituzione di componenti.
2. Dare la possibilità di scelta delle annualità di detrazione degli incentivi, fra 5 e 10 anni.
3.Considerare la trasmissione luminosa degli infissi, che comporta un risparmio energetico in termini di minore utilizzo di energia elettrica per illuminazione.
4. Estendere le detrazioni agli aumenti di volumetria realizzati con componenti in grado di migliorare il bilancio termico dell’unità immobiliare.
5. Estendere le detrazioni ai beni non strumentali.
6. Estendere le detrazioni all’installazione di pannelli metallici coibentati sui capannoni industriali.
7. Confermare le detrazioni per le schermature solari e le chiusure oscuranti.
8. Prevedere maggiore premialità e Iva agevolata forfettaria per gli interventi che prevedono produzione e installazione di prodotti di aziende italiane.

Restauro, risanamento e ristrutturazione, dal CdS guida alle differenze, sentenza del consiglio di stato

http://www.edilportale.com/news/2015/10/normativa/restauro-risanamento-e-ristrutturazione-dal-cds-guida-alle-differenze_48025_15.html

Se l’intervento non altera volumetria, sagoma e destinazione d’uso dell’edificio può essere realizzato anche in area vincolata

01/10/2015 – Quali sono le differenza tra restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione? Lo spiega il Consiglio di Stato, che con la sentenza 3505/2015 ha chiarito quali interventi è possibile effettuare nelle aree vincolate.
 
Nel caso esaminato, un privato aveva acquistato un immobile su cui in precedenza erano state realizzate delle opere per le quali era stato richiesto il condono edilizio.
 
Il nuovo proprietario aveva poi affittato l’immobile ad una società che aveva presentato la Dia per effettuare sui manufatti condonati degli interventi di risanamento conservativo che non implicavano modifiche della destinazione d’uso, della sagoma, dell’altezza e della volumetria.
 
La Soprintendenza aveva messo in dubbio la legittimità del condono sostenendo che l’immobile si trovava in zona a vincolo archeologico e che l’intervento sui manufatti abusivi era una ristrutturazione edilizia consistente nella demolizione, ricostruzione e frazionamento degli elementi.
 
Il Comune, che aveva dato il via libera solo agli interventi di restauro e risanamento conservativo, a condizione che la Soprintendenza li approvasse, aveva quindi negato l’approvazione.
 
Dopo una serie di ricorsi, il Consiglio di Stato ha dato ragione al proprietario e torto all’Amministrazione spiegando che i manufatti da restaurare erano stati condonati nel 2000. Nel periodo in cui erano stati realizzati i manufatti, non era ancora stato apposto nessun vincolo. Non esistevano quindi condizioni per poter annullare i condoni.
 
Partendo dal nuovo presupposto che i manufatti dovevano essere considerati legittimi, i giudici hanno spiegato che nelle aree vincolate sono consentiti gli interventi di restauro e risanamento conservativo, che consistono nella sostituzione di parti degradate e adeguamento dei servizi senza modifiche di volumetria, sagoma e destinazione d’uso. Si tratta, ha spiegato il CdS, di un’attività rivolta a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali. ne consentano destinazioni d'uso compatibili. Rientrano in questo ambito il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione di elementi o estranei o deteriorati.
 
Al contrario, hanno spiegato i giudici, la ristrutturazione consiste nel rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio e nell'alterazione dell'originaria fisionomia e consistenza fisica dell'immobile.
 
La differenza sta nella conservazione formale e funzionale dell'organismo edilizio.
 
Se dagli elementi non è chiaro se l’intervento implica dei cambiamenti, non possono quindi essere tratte deduzioni che possono risultare imprecise.

martedì 29 settembre 2015

Sonnino, Del Monte e Bernardini chiedono l’annullamento delle riattivazioni del condono edilizio

I consiglieri di opposizione Giulio Del Monte e Antonio Bernardini hanno presentato una mozione in vista del prossimo consiglio comunale per chiedere l’annullamento in autotutela delle lettere di riattivazione del condono edilizio, notificate in questi giorni a circa 250 sonninesi. In una nota con cui commentano la scelta, è Giulio Del Monte a specificare: “Chiediamo che vengano annullate tutte le lettere che il Comune ha inviato ai cittadini interessati, palesemente viziate nella forma, in quanto sottoscritte dai tecnici esterni nella qualità di Responsabile del Procedimento, ossia da soggetti non incardinati nella pubblica amministrazione”. Dopo aver evidenziato il vizio di forma, Del Monte scende nei contenuti: “E’ giusto e opportuno ricondurre nel corretto alveo della legalità il procedimento amministrativo, allo scopo di evitare probabili contenziosi amministrativi con conseguenti risvolti economico/finanziari che potrebbero veder soccombere l’Ente già in fase di esame preliminare di legittimità di fronte alla giustizia amministrativa, con gravi ripercussioni di tempo e finanziarie sia per il Comune di Sonnino sia per coloro che seppur resi coscienti della situazione abbiano persistito con responsabilità nell’azione temeraria”. http://www.mondoreale.it/2015/09/sonnino-del-monte-e-bernardini-chiedono-lannullamento-delle-riattivazioni-del-condono-edilizio/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

REGOLAMENTO EDILIZIO, CITTADINANZA A DIALOGO CON IL COMUNE. BARBATO: VIGE LA TRASPARENZA

29 settembre 2015 • PoliticaPrimo Piano
di Eleonora Spagnolo – “Il principio è la trasparenza”, così Giacomo Barbato ha spiegato il senso dell’istruttoria pubblica che si è tenuta oggi per scrivere il nuovo regolamento edilizio (quello attuale risale agli anni ’30). In una sala consiliare chiusa praticamente dal 4 di giugno, giorno in cui fu sfiduciato Giovanni Di Giorgi, è il Commissario Prefettizio seduto sullo scranno del Presidente del Consiglio ad aprire i lavori e a salutare professionisti, privati ed esponenti di ordini e associazioni presenti per fare le loro proposte e dare il loro contributo. Il senso dell’incontro Barbato lo spiega così: “Riteniamo che ci debba essere collaborazione tra gli organi di governo, tra chi amministra e la città stessa. Sappiate che la casa comunale è a disposizione”. Lentamente, Barbato scandisce (e ripete) la parola “trasparenza”: “Lo sillabo per sottolinearlo – dice – considerando che quello che leggiamo sui giornali e quello che vediamo tutti i giorni dalle carte ci hanno indotto a qualche riflessione. Si intende dare un contributo alla trasparenza”.
Michele Albertini, Pasquale Incarnato, Paolo Canaparo
Michele Albertini, Pasquale Incarnato, Paolo Canaparo
Accanto a lui ci sono i subcommissari Albertini e Canaparo, e il nuovo segretario generale Pasquale Incarnato. Lasciano in fretta l’aula per altri impegni istituzionali e a moderare i lavori ci pensa il dirigente all’Urbanistica Giovanni Della Penna.Di volta in volta prendono la parola esponenti degli ordini dei Geometri, degli Architetti, Ance, e poi Rinascita Civile, Latina Trasparente, Progresso e Libertà e il Gigante Buono. Si fanno vedere anche gli ex consiglieri comunali. Maurizio Patarini siede tra gli oratori per presentare le proposte di Prospettiva Latina, tra il pubblico si vedono Marco Fioravante, Fausto Furlanetto e Sandro Catani. A sorpresa c’è anche l’ex presidente della Provincia Paride Martella, in rappresentanza di ItalyLatinaHotels per il Consorzio Turistico Alberghiero.
Dal dibattito è emerso entusiasmo per lo strumento dell’istruttoria e qualche perplessità perché quando a livello nazionale saranno emanate nuove direttive per il regolamento edilizio, ecco che qualunque proposta presentata oggi rischia di essere vana. Lo dice per primo Gianni Borsa dell’Ordine degli Architetti,concordano gli esponenti dell’Ordine dei Geometri. Si parla anche di edilizia sostenibile con l’associazione Inbar (Istituto Nazionale di Bioarchitettura) rappresentata dagli architetti Francavilla e Izzo. Chiedono trasparenza e partecipazione quelli del Gigante Buono rappresentati da Pietro Leggio, e lo chiede anche l’avvocatoGiampiero di Pofi che auspica più strumenti a disposizione sul sito del Comune per tracciare l’evoluzione urbanistica della città di Latina. Non manca Giorgio Libralato a illustrare la necessità di provvedimenti urbanistici che tutelino i residenti di Via Monfalcone, nei pressi della discarica di Borgo Montello.
È Giovanni Della Penna a chiudere gli interventi chiarendo dubbi e perplessità emerse e garantendo che l’istruttoria di oggi è servita per acquisire elementi per un documento finale. A breve si faranno altri incontri più tecnici. In nome della trasparenza e della partecipazione. http://www.latinaquotidiano.it/regolamento-edilizio-cittadinanza-a-dialogo-con-il-comune-barbato-vige-la-trasparenza/#!prettyPhoto

APE Certificazione energetica edifici, la Guida dei Notai

http://www.edilportale.com/news/2015/09/risparmio-energetico/certificazione-energetica-edifici-la-guida-dei-notai_47982_27.html

Dal Notariato le indicazioni per applicare correttamente i decreti che entreranno in vigore il 1° ottobre prossimo

29/09/2015 - Entreranno in vigore tra due giorni le nuove Linee guida nazionali per la certificazione energetica, le nuove metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e i requisiti minimi degli edifici. Le novità sono contenute nei due Decreti Ministeriali del 26 giugno 2015, pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 15 luglio scorso.
 
Per non arrivare impreparati all’entrata in vigore delle nuove regole, il Consiglio Nazionale del Notariato ha pubblicato la Guida “Certificazione energetica - Le novità in vigore dal 1° ottobre 2015” che illustra i contenuti dei due decreti citati, nonché del DM 26 giugno 2015 relativo agli schemi di relazione tecnica di progetto, in vigore dal 16 luglio scorso.
 
Il DM “Metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e requisiti minimi degli edifici” definisce le modalità di applicazione della metodologia di calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, ivi incluso l’utilizzo delle fonti rinnovabili, nonché le prescrizioni e i requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici e unità immobiliari, nel rispetto dei criteri generali di cui all’art. 4, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. I suddetti criteri generali si applicano agli edifici pubblici e privati, siano essi edifici di nuova costruzione o edifici esistenti sottoposti a ristrutturazione.
 
Il DM “Schemi di relazione tecnica di progetto” definisce gli schemi e le modalità di riferimento per la compilazione della relazione tecnica di progetto, in funzione delle diverse tipologie di lavori: nuove costruzioni, ristrutturazioni importanti, interventi di riqualificazione energetica.
 
Ma per le attività che coinvolgono i Notai, il decreto più rilevante è il DM Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici, che contiene:
- la nuova classificazione degli immobili in funzione della prestazione energetica;
- le informazioni che l’APE deve obbligatoriamente riportare e il nuovo format dell’APE;
- le formalità da rispettare e il nuovo format per gli annunci commerciali;
- la dichiarazione sostitutiva di atto notorio dell’APE e la sua trasmissione alla Regione;
- i casi di esclusione dall’obbligo di dotazione dell’APE.
 
Il decreto - spiegano i Notai - si pone la finalità di favorire l’applicazione omogenea e coordinata dell’attestazione della prestazione energetica degli edifici e delle unità immobiliari su tutto il territorio nazionale definendo quindi Linee guida nazionali per l’attestazione della prestazione energetica degli edifici; strumenti di raccordo, concertazione e cooperazione tra Stato e regioni; un sistema informativo per la gestione di un catasto nazionale degli APE e degli impianti termici.
 
Il Notariato segnala che la disciplina di dettaglio cui il commento si riferisce, si applica soltanto nelle Regioni e/o Provincie autonome che non abbiano ancora adottato specifiche disposizioni normative in materia di certificazione energetica e in quelle che, pur avendo legiferato in materia, abbiano recepito esclusivamente le prescrizioni della precedente direttiva 2002/91/CE e non si siano ancora conformate alla direttiva 2010/31/UE.
 
Non si applica invece - continuano i Notai - nelle Regioni e/o Provincie autonome che abbiano legiferato in materia, in maniera conforme alla direttiva 2010/31/UE (fermo restando che non sempre risulta agevole accertare se una determinata normativa regionale possa considerarsi o meno conforme alla suddetta direttiva comunitaria del 2010); è previsto, peraltro, a carico di questi ultimi enti, nell’ottica di una omogeneizzazione della disciplina a livello nazionale, l’onere di intraprendere misure atte a favorire, entro il 1° ottobre 2017, l’adeguamento dei propri strumenti regionali di attestazione della prestazione energetica degli edifici alle nuove Linee guida approvate con il DM 26 giugno 2015.

Edilizia scolastica, a breve il bando da 40 milioni per le indagini sui solai

http://www.edilportale.com/news/2015/09/lavori-pubblici/edilizia-scolastica-a-breve-il-bando-da-40-milioni-per-le-indagini-sui-solai_47975_11.html

Saranno erogati fino 9mila euro per i controlli sulle parti strutturali e fino a 6mila per quelle non strutturali

29/09/2015 – Stanno per essere erogate le risorse per le indagini diagnostiche sui solai degli edifici scolastici. Entro il 15 ottobre 2015 sarà emanato il bando nazionale e gli Enti locali interessati potranno fare domanda utilizzando la procedura online.
 
Sul piatto ci sono i 40 milioni di euro stanziati da La Buona Scuola (Legge 107/2015), da assegnare a Comuni e Province secondo i criteri previsti dal Decreto Ministeriale registrato alla Corte dei Conti giovedì 24 settembre. Secondo le stime del Ministero, le risorse renderanno possibili 7mila interventi per la verifica delle condizioni dei solai.
 

Indagini sui solai, chi può accedere alle risorse

Le domande degli Enti locali saranno vagliate sulla base di una serie di criteri dalla cui somma deve risultare un punteggio il più possibile vicino a 100:
 - vetustà degli immobili, con particolare riferimento agli edifici costruiti prima del 1970. Questa valutazione darà diritto ad un massimo di 35 punti;
- quota di cofinanziamento, cioè la disponibilità, da parte dell’Ente locale, di integrare il finanziamento statale, che sarà valutata al massimo 25 punti;
- indice di rischio sismico, che può dare diritto ad un massimo di 20 punti;
- assenza di finanziamento, negli ultimi 5 anni, per interventi strutturali o per indagini diagnostiche, cui saranno riconosciuti fino a 20 punti.
 

Tetto dei finanziamenti per le indagini sui solai

Le indagini possono riguardare sia le parti strutturali dei solai sia quelle non strutturali.
 
L’importo massimo di contributo per le indagini diagnostiche sugli elementi strutturali dei solai ammonta a 7mila euro per le scuole del primo ciclo e 9mila euro per quelle del secondo ciclo.
 
Il contributo massimo per le indagini relative agli elementi non strutturali è pari a 4mila euro per le scuole del primo ciclo e 6mila euro per quelle del secondo ciclo.
 
Gli enti locali beneficiari del finanziamento dovranno affidare le indagini entro il 31 dicembre 2015. In caso di ritardo le risorse verranno revocate e assegnate scorrendo la graduatoria.
 
Per comunicare l’avvenuto affidamento si dovrà utilizzare il sistema informativo di monitoraggio predisposto dal Miur. Per  l’erogazione del contributo il Responsabile unico del procedimento dovrà certificare l’esecuzione dell’indagine e redigere una relazione conclusiva sulla sua corretta esecuzione.
 

Regione, si accettano progetti per riportare in vita i vecchi casali agricoli

Le aziende agricole possono già presentare progetti e proposte ai Comuni per dare un nuovo utilizzo dei manufatti esistenti: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici. Gli imprenditori agricoli potranno demolire, ricostruire e delocalizzare all’interno della loro azienda agricola senza aumentare la cubatura e con l’obbligo di mantenerne la destinazione agricola. La Regione introduce una novità storica, attesa da anni: da oggi gli imprenditori agricoli potranno demolire, ricostruire e delocalizzare all’interno della loro azienda agricola i manufatti esistenti. Il tutto a due condizioni: senza aumentare la cubatura e con l’obbligo di mantenerne la destinazione agricola. Una grande opportunità di sviluppo e lavoro, perché incentiviamo le attività economiche nel settore agricolo e dei servizi.
Le aziende agricole possono già presentare progetti e proposte ai Comuni per dare un nuovo utilizzo dei manufatti esistenti: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici, ristorazione e degustazione di prodotti tipici, attività didattiche, socio-culturali, ricreative e terapeutiche-riabilitative. Ecco cosa prevede il nuovo regolamento: la condizione per intervenire è che il 90% del proprio territorio aziendale sia destinato all’attività agricola e che i prodotti utilizzati siano per almeno il 50% provenienti dalla stessa azienda o da altre aziende agricole che operano nel territorio regionale. Già è possibile presentare progetti e proposte ai Comuni per l’utilizzo dei manufatti esistenti con nuove funzioni: turismo rurale, ricettività rurale, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli e tipici, ristorazione e la degustazione di prodotti tipici, le attività didattiche, socio-culturali, ricreative e terapeutiche-riabilitative.
Una leva importante di sviluppo sostenibile del sistema economico e territoriale. Il nuovo regolamento è uno strumento decisivo per il raggiungimento di una serie di obiettivi: mettere fine all’espansione edilizia in Agro Romano, tutelare il territorio agricolo potenziando l’agricoltura; gestire le aree naturali protette per valorizzarne gli aspetti ambientali, naturalistici ed economici, aumentare l’offerta di servizi ai cittadini, creare nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani, il tutto contrastando il fenomeno della frammentazione fondiaria e della dismissione dell’agricoltura e incentivando gli interventi volti alla ricomposizione e all’uso del territorio agricolo.
“Nelle nostre campagne ci sono tanti casali abbandonati, strutture agricole che non hanno più una funzione e spesso dopo essere andate in rovina vengono trasformate in obbrobri o solo in immobili residenziali, oppure vengono per anni abbandonate creando zone anche pericolose – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: grazie a questo nuovo regolamento questa fase si chiude. E’ una bella rivoluzione e il cuore della proposta è valorizzare l’agricoltura regionale e il paesaggio, e rendere la nostra regione più bella e più fruibile da parte dei turisti”- ha detto ancora Zingaretti. http://www.mondoreale.it/2015/09/regione-si-accettano-progetti-per-riportare-in-vita-i-vecchi-casali-agricoli/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

domenica 27 settembre 2015

Laurea per supergeometri, i dubbi dei Geomobilitati

http://www.edilportale.com/news/2015/09/professione/laurea-per-supergeometri-i-dubbi-dei-geomobilitati_47956_33.html

Le criticità spiegate al ministro dell’Istruzione: ‘inutile sovrapposizione di competenze e possibile istituzione di un corso abilitante di serie B’

28/09/2015 – Impossibilità di definire le reali competenze esclusive del geometra laureato, sovrapposizione con figure professionali già esistenti (architetti e ingegneri) e probabile istituzione di un corso di laurea di serie B.
 
Queste alcune criticità del ‘corso di laurea per supergeometri’ (proposta avanzata dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati), messe in evidenza dalla Federazione dei Geomobilitati in una lettera diretta al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
 

Laurea per supergeometri: le criticità

Per i Geomobilitati, il corso di laurea triennale direttamente abilitante alla professione di geometra nasconde diverse criticità: prima fra tutte l’impossibilità di definire in modo chiaro le reali competenze di questa nuova figura.
 
Infatti la Federazione mette in luce che “esiste una nebulosa interpretazione sulle competenze professionali, non solo dei diplomati geometri, ma anche di quelle degli iscritti alla sez B con quelli della sez A di ciascun albo dei laureati”. A ciò si aggiunge “l’infinita discussione tra ingegneri e geometri sulle competenze professionali nella progettazione edilizia che ha provocato pareri e sentenze della Magistratura tra loro discordanti”.
 
Inoltre i Geomobilitati fanno presente che “il corso di laurea di classe 7^ ( sezione in cui si dovrebbe inserire il nuovo percorso triennale per geometri) ha già programmi accademici in funzione delle esigenze dell’economia e del territorio. Di conseguenza non vi sarebbe alcuna necessità di un ulteriore corso di classe 7^ (che rischierebbe di diventare un corso di serie B) che fra l’altro darebbe accesso al solo Albo dei geometri”. 
 
La Federazione dei Geomobilitati infatti riferisce: “Tutti i corsi universitari di classe 7^ portano i giovani ad un laurea che, per effetto del DPR 328/2001 dà diritto ad accedere a varie professioni che vengono scelte generalmente dopo il tirocinio previsto dal percorso accademico. La stessa possibilità di scelta della professione è riservata ai laureati delle classi 8^, 20^ e 24^; tutti possono accedere agli esami di Stato di ingegneri sez. B, architetti sez. B, agronomi e forestali sez. B, periti industriali, periti agrari, agrotecnici ed ovviamente possono accedere all’esame di abilitazione per l’accesso all’Albo dei geometri (motivo per cui il nome della categoria è Geometri e Geometri Laureati)”.
 
La Federazione smonta anche il principale vantaggio di tale corso ovvero avere “un percorso di laurea presso il proprio Istituto, a due passi da casa”; per i Geomobilitati "l’ipotesi di attivare corsi accademici presso gli Istituti Tecnologici creerebbe una strana ed inusitata commistione tra formazione universitaria e formazione tecnica di secondo livello, che le università potrebbero non gradire. Solo le Università telematiche avrebbero interesse a sottoscrivere percorsi formativi del genere".
 
"In più non sono stati ipotizzati i reali costi, a carico degli studenti e delle loro famiglie, del proposto corso di laurea, né sono stati valutati gli abbandoni scolasticiche già affliggono con numeri rilevanti i normali corsi universitari di classe 7^ soprattutto nei primi due anni di corso" riferiscono i Geomobilitati.
 
Infine, i Geomobilitati hanno messo in luce il fatto che l’abilitazione professionale conseguita con specifico esame di Stato non può essere sostituita dalla frequenza ad un corso universitario o dalla discussione di una tesi di laurea, in quanto l’esame di Stato (due prove scritte e una orale) si riferisce ad attività operative di lavoro e non al trattamento di un singolo tema come per la tesi di laurea. “L’esame di Stato é previsto da una norma costituzionale che ne sancisce la necessità per l’accesso ad una professione ordinistica tutelata. Sarebbe un grave errore rinunciarvi” scrivono i Geomobilitati.
 

Geometri, quale riforma attuare

Secondo la Federazione, invece che concentrare energie su questo progetto bisognerebbe rivedere l’appeal della professione del geometra modificando l’attuale regolamento (fermo al 1929) e il quadro contributivo troppo oneroso della categoria.
 
Per i Geomobilitati il “CNGeGL propone un corso non al passo con i tempi, basato sulla formazione e sulle conoscenza di trenta anni fa. La “nuova missione” comporta invece l’adozione di un diverso e rinnovato “Regolamento professionale”, annunciato e proposto in un Congresso Nazionale tenutosi a Rimini nel 2013”.
 
La Federazione riferisce: “In quell’occasione si parlò di tematiche attuali che il nuovo geometra doveva approfondire come: costruzioni semplici nel rispetto dell’ambiente, recupero e ristrutturazione dell’esistente, risparmio energetico, scelta di materiali a tutela della salute, sicurezza nel costruire e nell’abitare, rispetto e risparmio del suolo in edificato. Non si parlò più di topografia ma di raccolta, ordinamento e confronto di dati territoriali, di monitoraggio del territorio soggetto a dissesti idrogeologici, di qualità dell’acqua e dell’aria, di inquinamento e di gestione dei rifiuti, di evoluzione delsistema catastale e di aggiornamento dei dati tecnici e della cartografia catastale, di informatica e di rilevazione satellitare del territorio. Non si parlò più di estimo ma di raccolta, ordinamento ed archiviazione di dati tecnici ed economici del patrimonio immobiliare, qualità e certificazione delle valutazioni immobiliari a garanzia dell’economia globale, valutazione dei danni e dei rischi dovuti a calamità naturali sia in agricoltura sia in edilizia”.
 
Con l’invio al Miur della lettera con le problematiche del nuovo percorso formativo i Geomobilitati hanno anche chiesto di essere coinvolti nei processi decisionali per un percorso di riforma che parte dalla “base”.