domenica 30 novembre 2014

Latina Con la distribuzione dei bollettini per il pagamento della Tari i dubbi sugli importi e i disagi Ufficio tributi nel caos

Cartelle «esagerate», sportello preso d’assalto in questi giorni dai contribuenti
LO SPORTELLO
DI PIAZZA DEL POPOLO
È INADEGUATO
PER LA MOLE
DI RICHIESTE
In questi giorni è stato
letteralmente preso
d’assalto lo sportello
comunale dell’ufficio tributi.
Con la distribuzione dei
bollettini per il pagamento
della Tari, la tariffa sui rifiuti,
molti contribuenti sono
rimasti a bocca aperta perché
gli importi chiesti dal
Comune in alcuni casi risultano
sballati. Ma per chi
decide di verderci chiaro,
ha inizio una vera e propria
odissea.
L’anticamera dell’ufficio tributi,
al secondo piano dell’ex
albergo Italia di piazza del
Popolo, mai come in questi
casi risulta angusta e inadeguata.
Sin dal momento
dell’apertura infatti si affolla
di gente che chiede un chiarimento
e una verifica più approfondita
dei valori utilizzati
per effettuare il conteggio dei
tributi.
Una vera e propria corsa contro
il tempo perché solo chi
riesce a presentarsi di buonora
riesce a spuntare un colloquio
con i tecnici. Ieri mattina ad
esempio, nonostante l’antica -
mera fosse stracolma di gente,
lo sportello ha concesso solo
trentotto numeri, soddisfacendo
solo una piccola parte della
fila. Anche perché i numeri
vengono distribuiti solo in una
determinata fascia di orario e
chi si presenta troppo tardi non
ha possibilità di essere ricevuto.
Una corsa contro il tempo
anche perché le operazioni di
compilazione dei bollettini sono
state più complesse del
previsto, con una serie di errori
che, in molti casi, hanno obbligato
i tecnici a dover ripetere
le operazioni di conteggio.
Nei giorni scorsi si sono anche
sfiorati momenti di tensione,
con i pochi funzionari
chiamati a gestire una situazione
caotica.
In tanti tra i contribuenti si
chiedono quindi per quale motivo
il Comune non riesca ad
attrezzare uno spazio più adeguato
per lo sportello dell’uf -
ficio tributi e soprattutto perché
l’ente municipale non riesca
a garantire un numero
maggiore di addetti per i periodi
più caotici come questo.
IL QUOTIDIANO - Venerdì 28 Novembre 2014

Latina 5

Opere urgenti, assegnati i primi 1394 milioni dello Sblocca Italia

http://www.edilportale.com/news/2014/11/normativa/opere-urgenti-assegnati-i-primi-1394-milioni-dello-sblocca-italia_42801_15.html

Tra gli interventi che potranno ripartire Passante ferroviario di Torino, Metro C di Roma e metropolitana di Napoli

28/11/2014 - Assegnati i primi 1394 milioni di euro previsti dal Decreto Sblocca Italia per il completamento di una serie di opere urgenti. Con il Decreto Interministeriale dei Ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia, firmato nei giorni scorsi, è stato dato il via libera alla prima tranche di risorse sul totale dei 3,9 miliardi previsti per la velocizzazione dei cantieri.
Si tratta, lo ricordiamo, di finanziamenti che verranno revocati se non saranno rispettate le scadenze di cantierabilità e appaltabilità previste dallo Sblocca Italia (Legge 164/2014).
 
In particolare, dovranno essere cantierabili entro il 31 dicembre 2014, il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino; il completamento del sistema idrico Basento – Bradano, Settore G; l’asse autostradale Trieste – Venezia; gli interventi di soppressione e automazione di passaggi a livello sulla rete ferroviaria, individuati, con priorità per la tratta terminale pugliese del corridoio ferroviario adriatico da Bologna a Lecce; la tratta Colosseo – Piazza Venezia della Linea C di Roma. A questo gruppo di interventi sono stati assegnati 335 milioni di euro.
 
Dovranno essere appaltabili entro il 31 dicembre 2014cantierabili entro il 30 giugno 2015 l’ulteriore lotto costruttivo Asse AV/AC Verona Padova; il completamento dell’asse viario Lecco – Bergamo; la messa in sicurezza dell’asse ferroviario Cuneo – Ventimiglia; il completamento e l’ottimizzazione della Torino – Milano con la viabilità locale mediante l’interconnessione tra la SS 32 e la SP 299-Tangenziale di Novara-lotto 0 e lotto 1; il terzo Valico dei Giovi – AV Milano Genova; il Nuovo Tunnel del Brennero; il Quadrilatero Umbria – Marche; il completamento della Linea 1 della metropolitana di Napoli; il rifinanziamento dell’articolo 1, comma 70, della legge 27 dicembre 2013, n.147, relativo al superamento delle criticità sulle infrastrutture viarie concernenti ponti e gallerie; la messa in sicurezza dei principali svincoli della Strada Statale 131 in Sardegna. Queste opere potranno contare su 1059 milioni di euro.
 
Il Decreto interministeriale spiega nel dettaglio cosa si intende per cantierabile entro il 31 dicembre 2014.
 
Per non perdere i 335 milioni inerenti al primo gruppo di opere dovranno essere rispettati una serie di adempimenti:

- il Commissario per l’emergenza ed il traffico della Regione Friuli Venezia Giulia per la “Terza corsia dell’Asse autostradale Trieste – Venezia” deve presentare alla direzione competente del Ministero delle Infrastrutture un ulteriore stralcio del piano delle lavorazioni;
- per la “tratta Colosseo – Piazza Venezia della Linea C di Roma”il Comune deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
 
 - per il completamento della copertura del Passante ferroviario di Torino, il Comune deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
 
- per il completamento del sistema idrico Basento – Bradano, settore G, la Regione Basilicata deve trasmettere il progetto definitivo aggiornato alla struttura tecnica di missione;
 
- per quanto riguarda gli interventi di soppressione e automazione dei passaggi a livello sulla rete ferroviaria Bologna Lecce, la società Rete ferroviaria Italiana deve trasmettere alla struttura tecnica di missione il programma complessivo degli interventi.
 
Analogamente, il Decreto interministeriale spiega quando un’opera può essere considerata appaltabile entro il 31 dicembre 2014. Per evitare la revoca dei 1059 milioni relativi al secondo gruppo di opere, il decreto fissa un’altra serie di obblighi:
- per il completamento e l’ottimizzazione della Torino Milano con la viabilità locale, l’Anas deve inviare al Ministero delle infrastrutture il progetto definitivo perché possa essere aperta la conferenza di servizi. Entro 60 giorni dalla sua chiusura deve inoltre essere approvato il progetto definitivo e pubblicato il bando di gara;
 
- per il superamento delle criticità presenti su ponti e gallerie, l’Anas deve pubblicare bandi di gara per il 30% del valore assentito;
 
- per la messa in sicurezza degli svincoli sulla Ss 131, l’Anas deve inviare al Mit il progetto definitivo per l’apertura della conferenza di servizi. Entro 60 giorni dalla sua chiusura deve inoltre essere approvato il progetto definitivo e pubblicato il bando di gara;
 
- il Comune di Napoli deve trasmettere il progetto definitivo del completamento della linea 1 della metropolitana perché sia inviato al Cipe. La stessa procedura deve essere seguita dalle Province di Lecco e Bergamo per il completamento dell’asse viario Lecco – Bergamo;
 
- nell’ambito del quadrilatero Umbria Marche, la società Quadrilatero SpA deve inviare una relazione sull’andamento dei lavori dal quale emerga uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 90% inerente al maxilotto 1 e lo stralcio del progetto definitivo per il maxilotto 2;
- per l’Alta Velocità Verona Venezia Padova, RFI deve trasmettere alla struttura tecnica di missione l’accordo per la redazione dei progetti definitivi;
 
- per il Terzo valico dei Giovi sulla linea AV/AC Milano Genova, RFI deve inviare l’aggiornamento dei lotti costruttivi;
 
- per la messa in sicurezza dell’asse ferroviario Cuneo – Ventimiglia, la Regione Piemonte deve infine stipulare un protocollo di intesa con RFI.
 
Perché le risorse economiche non vengano revocate, quindi, è sufficiente che le opere risultino cantierabili. Ciò significa che dovranno esserci le condizioni perché i cantieri partano, ma non che i cantieri siano necessariamente aperti entro la fine dell’anno.

Nei permessi edilizi non esiste il diritto alla riservatezza

http://www.edilportale.com/news/2014/11/normativa/nei-permessi-edilizi-non-esiste-il-diritto-alla-riservatezza_42797_15.html

Tar Marche: le autorizzazioni e gli elaborati progettuali devono essere visionabili da tutti gli interessati

28/11/2014 - In materia di permessi edilizi non esiste il diritto alla riservatezza. Lo sostiene il Tar Marche che, con la sentenza 923/2014, ha spiegato che per questi atti vige un regime di pubblicità più esteso.
Il Tar ha chiarito che gli atti amministrativi di autorizzazione e gli elaborati progettuali vengono pubblicati sull’Albo pretorio. Di conseguenza l’accesso è garantito a tutti i soggetti interessati e il Comune non può negare di visionare la documentazione giustificando il diniego con la tutela della riservatezza.
 
Nel caso esaminato dal Tar, il proprietario di un terreno interessato da una lottizzazione aveva chiesto al Comune di visionare gli atti di autorizzazione, ma l’Amministrazione non glielo aveva concesso perché in questo modo avrebbe violato il diritto alla riservatezza.
 
I giudici amministrativi hanno invece puntualizzato che sui permessi edilizi non può essere fatto valere il diritto alla riservatezza. Chi li richiede, infatti, deve verificare che non ci siano abusi edilizi e che gli interventi non comportino un danno alle sue proprietà.
 Per questi motivi, ha concluso il Tar, il Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) ha previsto l’obbligo, a carico della Pubblica Amministrazione, di pubblicare le autorizzazioni sull’albo pretorio in modo da creare un controllo diffuso sull’attività edilizia.

Piano Juncker: 315 miliardi di euro da investire in UE

http://www.edilportale.com/news/2014/11/lavori-pubblici/piano-juncker-315-miliardi-di-euro-da-investire-in-ue_42791_11.html

Le priorità: energia, trasporti e scuola. Si parte entro giugno 2015

28/11/2014 - Scuola, trasporti efficienti e sostenibili, energia pulita; questi i settori maggiormente interessati dal piano d’investimenti da 315 miliardi di euro che Jean Claude Juncker, Presidente della commissione europea, vuole far partire entro giugno 2015.
Le ambizioni di Juncker sono elevate, come si capisce dalle parole che ha pronunciato nel discorso al Parlamento europeo il 26 novembre; il presidente parla di scuole funzionali e tecnologiche, ospedali con attrezzature efficienti e all’avanguardia e reti di trasporti moderne, con infrastrutture in grado di ridurre i congestionamenti e migliorare i collegamenti commerciali.
 
“Ho una visione di un pendolare francese in grado di ricaricare la sua auto elettrica, lungo l'autostrada allo stesso modo in cui fa il pieno di benzina oggi”, spiega Juncker durante il suo intervento,“il nostro settore energetico ha bisogno di interconnettere reti e mercati, integrare le fonti di energie rinnovabili e diversificare le nostre fonti di approvvigionamento; il nostro ambiente ha bisogno di un sistema migliore per i rifiuti, per riciclaggio e per il trattamento delle acque”.
La commissione europea fa sapere che il piano si baserà su tre pilastri
1) la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) da 315 milioni di euro;
2) la realizzazione di una "riserva di progetti", accompagnata da un programma di assistenza, per incanalare gli investimenti dove sono maggiormente necessari;
3) una tabella di marcia ben scandita.
 
Il fondo concentrerà gli investimenti nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, ma anche nelle infrastrutture dei trasporti e negli agglomerati industriali. Particolare interesse si avrà anche per l’istruzione, la ricerca e l’innovazione.
 Aspetto cruciale per tutta la commissione il settore delle energie rinnovabili; infatti nel corso del dibattito tenuto dopo il discorso del presidente, Philippe Lamberts (BE), parlando in nome del gruppo Verdi/ALE, ha dichiarato che il pacchetto di investimenti è "ben progettato" sottolineando la necessità di passare a fondi di energia più verde dell'UE. "Non dovremmo dare a Putin e al suo sistema energetico un miliardo di euro al giorno", ha concluso.
 
La scelta dei progetti sarà affidata a "esperti" con lo scopo finale, afferma Juncker, di "drenare denaro verso i paesi che più hanno sofferto per la crisi".  Quest’importante programma di assistenza tecnica sarà avviato dalla Commissione e dalla BEI non solo per individuare i progetti ma anche per contribuire a renderli più attraenti per gli investitori privati.
 
Gli Stati membri stanno già fornendo alla task force congiunta Commissione-BEI, istituita nel settembre 2014, elenchi di progetti selezionati sulla base di tre criteri fondamentali: valore aggiunto europeo (progetti a sostegno degli obiettivi dell’UE); redditività e valore economici, dando priorità ai progetti a elevato rendimento socioeconomico; progetti che possano essere avviati al più tardi entro i prossimi tre anni, ossia entro un orizzonte temporale ragionevole per la spesa in conto capitale nel periodo 2015‑2017.
 La task force congiunta Commissione-BEI dovrebbe fornire un primo elenco di possibili progetti di investimento nel corso del mese di dicembre, in modo da avviare la creazione di una riserva europea trasparente di progetti.

Positivo il giudizio del Ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: “Il piano di investimenti presentato da Jean Claude Juncker è quanto mai opportuno perché c'è un rischio serio di movimento verso la stagnazione". 
 
"Il governo italiano - continua - ha costituito una task force per identificare i progetti.Ne abbiamo individuati per un ammontare complessivo di 40 miliardi. Sono stati inviati alla Bei. Si farà uno scrutinio complessivo e già ci sono progetti che potrebbero essere finanziati da subito, perché ci sono risorse già disponibili in attesa che il meccanismo Juncker sia pienamente operativo".

L’Italia infatti aveva presentato progetti per 87 milioni di euro ma quelli finanziabili da subito ammontavano a 40 miliardi per 2200 progetti totali. Tra questi i più importanti: le autostrade Ragusa-Calabria e Salerno-Reggio Calabria, le linee ferroviarie Napoli-Bari e la Tav Torino-Lione ma anche progetti contro il dissesto idrogeologico e per la banda larga.

giovedì 27 novembre 2014

UnaBuonaRegione Il Nuovo Piano Casa del Lazio (dalle ore 17:00 alle ore 20:00 - 04/dic/2014)

Invito, pervenuto dalla Regione Lazio, Politiche del Territorio, Mobilità e Rifiuti, indirizzato al Presidente del Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Latina, dott. geom. Sandro Mascitti, al fine di intervenire alla giornata informativa UnaBuonaRegione "Il Nuovo Piano Casa della Regione Lazio", su disposizione del Presidente si estede l'invito a tutti gli iscritti all'Albo professionale.
Tale evento si terrà il giorno giovedì 04 dicembre p.v. dalle ore 17:00 alle ore 20:00 presso il Liceo Scientifico Statale G. B. Grassi, via S. Agostino n. 8 -  Latina.

mercoledì 26 novembre 2014

I tecnici al Governo: riportare a 30mila euro la tassazione forfetaria

http://www.edilportale.com/news/2014/11/normativa/i-tecnici-al-governo-riportare-a-30mila-euro-la-tassazione-forfetaria_42752_15.html

Le altre richieste dei professionisti: eliminare l’obbligo di POS e consentire la deduzione al 100% delle spese per la formazione continua

26/11/2014 - Soglia di reddito per l’applicazione del regime fiscale agevolato, obbligo di POS e deducibilità delle spese per la formazione.
Sono state queste le questioni che Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche(RPT), ha posto al Sottosegretario all’Economia e Finanze,Enrico Zanetti, in un recente incontro.
 
La prima questione è quella relativa all’abbassamento da 30mila a 15mila euro della soglia di reddito entro la quale applicare il regime forfetario per i professionisti, previsto dall’art. 9 della Legge di Stabilità 2015, attualmente in discussione alla Camera.
 
Se venisse confermata la nuova soglia di 15mila euro, un numero consistente di professionisti verrebbe escluso dal regime di vantaggio - spiega la RPT - ridimensionando lo spirito stesso della norma che intendeva sostenere una platea ampia di lavoratori autonomi con capacità reddituale contenuta e con difficoltà di crescita nell’attuale fase di crisi.
La misura potrebbe rendere addirittura non conveniente tale regime agevolato rispetto a quello ordinario. Al di sotto dei 30mila euro infatti, la non deducibilità delle spese prevista dal regime forfetario, sostituita dall’applicazione di un coefficiente per il calcolo dell’imponibile, può generare un livello di tassazione maggiore rispetto a quello ordinario.
 
Il Sottosegretario Zanetti ha dichiarato di condividere totalmente le osservazioni della RPT e si è detto pronto ad impegnarsi per la modifica della norma in questione,innalzando la soglia entro la quale si applicherà il regime fiscale agevolato.

Il secondo tema è quello dell’obbligo, a carico dei professionisti, di dotarsi di POS per accettare pagamenti con carta di debito, assumendo i relativi oneri economici.Zanetti ha ribadito di essere contrario all’obbligatorietàper i professionisti ed in particolare per quelli tecnici che sono caratterizzati da una clientela composta prevalentemente da imprese e pubbliche amministrazioni. Il Sottosegretario ha auspicato che tale misura venga rivista e ha garantito il suo appoggio affinché la RPT sia ascoltata nel tavolo tecnico istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico.
 
Tavolo tecnico che, ricordiamo, sta valutando l’istituzione di un credito d’imposta per agevolare i professionisti soggetti all’obbligo, ma anche l’introduzione disanzioni o interdizioni in caso di inadempienza, come annunciato dallo stesso Zanetti alcuni giorni fa.
 
Infine, la terza iniziativa riguarda la proposta di innalzare al 100% la deducibilità delle spese relative alla formazione continua. Il Sottosegretario ha considerato in linea di principio condivisibile e fondata la richiesta della RPT, e convincente il ragionamento in base al quale la totale deducibilità di queste spese non comporterebbe per lo Stato oneri.
 Ma ha messo in risalto una difficoltà: attualmente tale norma viene ancora considerata dalla Ragioneria dello Stato onerosa, tale da necessitare coperture dell’ordine delle decine di milioni di euro. Pertanto, al momento, l’obiettivo della RPT non è raggiungibile.
 
“Siamo molto soddisfatti di questo incontro - ha dichiarato al termine della riunione Armando Zambrano. Ringrazio l’On. Zanetti che si è dimostrato persona assai competente e sensibile alle istanze provenienti dal mondo delle professioni. Ancora percepito, troppo spesso, come un mondo di privilegiati che può continuare ad essere ‘tosato’ tutte le volte che si rende necessario reperire risorse”.

Dall’innovazione in edilizia, 700mila nuovi posti di lavoro

http://www.edilportale.com/news/2014/11/ambiente/dall-innovazione-in-edilizia-700mila-nuovi-posti-di-lavoro_42763_52.html

Legambiente e sindacati edili presentano il terzo Rapporto ‘Costruire il futuro’

26/11/2014 - Il settore delle costruzioni si conferma tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi: in otto anni 700mila posti di lavoro in meno e centinaia di imprese costrette a chiudere. Ma attraverso la riqualificazione dell’enorme patrimonio edilizio italiano si potrebbero creare 700mila nuovi posti di lavoro a regime che possono arrivare a 1 milione considerando tutto l’indotto.
Questo in sintesi il risultato dell’indagine Costruire il futuro 2014, terzo rapporto a cura dell’Osservatorio Innovazione e Sostenibilità nel settore edilizio (Oise) di Legambiente, Fillea Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl, presentata ieri a Roma.
 
Secondo il rapporto le opportunità esistenti vanno sfruttate al meglio; ad esempio puntando ai 7 miliardi di europrevisti dai fondi strutturali per l’efficienza energetica. 
 
Inoltre le direttive europee sulle prestazioni energetiche, come la 2010/31/UE parlano di un’edilizia innovativa e sostenibile; basti pensare che dal 2021 le nuove costruzioni dovranno essere ad "energia quasi zero” favorendo non solo l’ambiente ma anche un risparmio in bolletta e un innalzamento della qualità della vita.
 
Il Rapporto Oise nasce proprio con l’obiettivo di aiutare losviluppo e la crescita del settore indicando strade concretamente percorribili attraverso l’innovazione e con il supporto di Governo e Regioni.
 
Nel rapporto si sottolinea il fatto che il settore delle riqualificazioni sia l’unico in crescita nel comparto edilizio; tuttavia esiste la necessità di un mercato trasparente e regolare che escluda le imprese irregolari, il lavoro nero, il ribasso estremo dei costi a favore di una maggior innovazione, investimenti mirati, personale più qualificato, maggior specializzazione professionale.
 
Viene evidenziato come di fondamentale importanza la creazione di una regia nazionale per l’efficienza energetica in edilizia (come già previsto dal Decreto Legislativo 102/2014) che coordini gli interventi necessari ad operare in maniera completa sul patrimonio edilizio esistente e di superare i problemi di accesso agli incentivi e al credito, semplificando gli interventi, di valorizzare le opportunità legate alla programmazione europea 2014-2020.
 
Infine si analizzano quattro questioni per la promozione dinuovi posti di lavoro nel settore edilizio italiano.
 
Per prima cosa la necessità di legare insieme incentivi, prestazioni raggiunte e controllo dei risultati finali. Per ogni tipo d’intervento di riqualificazione, pubblico,privato, energetico o per la messa in sicurezza sismica,vincolare l’accesso agli incentivi al raggiungimento di risultati concreti.
 
Secondo punto: dare certezze normative per un arco temporale maggiore, prevedendo ad esempio un ecobonus per un periodo di almeno 5 anni.
 
Tra le altre priorità per Legambiente: rendere operativo il fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto Legislativo 102/2014 e stabilire i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici, modificare l’accordo di partenariato con le Regioni, che vieta l’accesso alle risorse europee per gli interventi da parte di privati, escludere dal patto di stabilità gli interventi che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici.
 
Terzo aspetto: favorire la riqualificazione dei condomini semplificando gli interventi di retrofit energetico e permettendo alle famiglie a basso reddito di  superare le barriere di accesso.  
 
Ultimo aspetto: attivare controlli e sanzioni introducendo regole omogenee sul territorio nazionale e sanzioni reali per chi non rispetta le regole; premiando in tal modo le imprese e i progettisti onesti.  
 
Si è sottolineata anche la correlazione tra prestazioni energetiche e di sicurezza messa a punto attraverso lo strumento del libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti permettendo così di conoscere il grado effettivo di affidabilità e sicurezza degli edifici in termini di vulnerabilità sismica e rispetto ai rischi idrogeologici dell’area.

“Quel che manca realmente”, hanno dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ed i segretari generali Feneal Filca Fillea Vito Panzarella, Domenico Pesenti, Walter Schiavella, “è una spinta innovativa in grado di incrociare e tenere insieme le esigenze di miglior vivibilità e risparmio col tema della sostenibilità ambientale e diffusione delle fonti energetiche, col problema dell’accessibilità alla casa per le famiglie in difficoltà e la domanda di nuovi e più adeguati spazi col tema della sicurezza sismica e idrogeologica".

"Occorre una cabina di regia unica in grado di guidare il settore verso i nuovi obiettivi sfruttando tutte le opportunità offerte dall’Europa e dalle nuove tecnologie, per non rischiare di perdere, come già avvenuto precedentemente, anche i fondi strutturali 2014 – 2020. Occorre soprattutto fare chiarezza e semplificare le procedure per l’accesso alle detrazioni fiscali per i condomini, per esempio, e rivedere i meccanismi dell’ecobonus per gli interventi di efficienza energetica, che pur avendo garantito risultati positivi in termini di cantieri aperti, occupazione e diminuzione dei costi in bolletta, possono essere modificati in meglio” - hanno concluso.
 
L’evento di presentazione del rapporto ha visto la partecipazione anche del Vice ministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, del Presidente Regione Puglia Nichi Vendola, del Presidente Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, del  Presidente Commissione Attività Produttive Guglielmo Epifani, di Massimo Caleo ( Deputato PD), Chiara Braga (Responsabile Ambiente PD), Enrico Borghi (Commissione Ambiente della Camera), Raffaella Mariani (Deputato PD).