lunedì 31 luglio 2017

Precipita dall'impalcatura, operaio di Cisterna trasportato in eliambulanza all'ospedale Santa Maria Goretti

di Claudia Paoletti
Un operaio, vittima di un infortunio sul lavoro, è stato trasportato d’urgenza con l’eliambulanza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. L’uomo, mentre stava lavorando in un cantiere edile di Cisterna, è precipitato da un’impalcatura.  L’eliambulanza è atterrata in via Machiavelli ed è decollata alle 14.10 verso il nosocomio pontino. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di polizia di Cisterna, coordinati dal vice questore Lucia Dipierro. Dal primo intervento dei sanitari sembrerebbe che l’uomo non sia in pericolo di vita. 
Lunedì 31 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 14:38

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sabato 29 luglio 2017

Autovelox di Monte San Biagio: elevate già mille multe e con la nuova cartellonistica è a prova di ricorso

di Barbara Savodini
 Poco segnalato, nascosto tra i cespugli o dietro il guardrail, finalizzato a rimpolpare le casse comunali: sin dalla sua attivazione ha ricevuto critiche di ogni sorta l’autovelox mobile di Monte San Biagio, da qualche giorno ufficialmente a prova di ricorso anche se la sua regolarità era già stata ribadita dalla Prefettura. Il locale comando di polizia Municipale ha infatti provveduto a istallare tutta la necessaria cartellonistica fissa che indica la presenza del rilevatore con largo preavviso. Chiunque si trova a transitare sull’Appia, insomma, non può non sapere che la velocità viene spesso monitorata, ora nell'uno ora nell'altro senso di marcia. Ma non solo, il macchinario è stato tarato a 65-67 chilometri orari, pur essendo il limite di 60, dando un ulteriore piccolo margine agli automobilisti indisciplinati.

«Ora – ha fatto sapere il comandante della Municipale della località collinare Aldo Filippi – a monte e a valle del territorio comunale sono presenti segnali fissi che annunciano il controllo elettronico della velocità, proprio come richiesto dall’ultima circolare del ministero dell’Interno, poi ci sarà naturalmente anche la segnaletica mobile». La realtà, secondo la Municipale, è che gli automobilisti cercano cavilli di ogni sorta per aggirare i limiti di velocità grazie ai quali gli incidenti stradali gravi si sono azzerati, cosa che non era mai accaduta.

Sono oltre mille le multe elevate dall'inizio dell'anno, da quando l’occhio elettronico ha cominciato a monitorare l’Appia all’altezza del cimitero comunale; scongiurato anche il pericolo delle moto, immortalate nei primi mesi di attività a velocità assurde. Moltissimi i ricorsi arrivati ma il risultato più importante, quello della sicurezza stradale, è stato centrato. Con questi nuovi cartelli spingere il piede sull’ acceleratore e farla franca dopo essere stati multati sarà sicuramente più complicato, se non impossibile.
Domenica 30 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 06:45

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martedì 25 luglio 2017

Lido di Latina Realizzazione della viabilità parallela al lungomare denominata Via Massaro - Adeguamento alle previsioni urbanistiche -


24/07/2017 - Realizzazione della viabilità parallela al lungomare denominata Via Massaro - Adeguamento alle previsioni urbanistiche - Scarica elaborati progettuali
Responsabile: Paola Pelone
Tipo: Verifica
Email: ppelone@regione.lazio.it
Telefono: 06 - 51689369
Proponente: COMUNE DI LATINA
Comune: Latina
Provincia: LT https://pontiniaecologia.blogspot.it/2017/07/lido-di-latina-realizzazione-della.html

lunedì 24 luglio 2017

Rottamazione cartelle esattoriali, il 31 luglio è l’ultimo giorno per la prima rata agevolata: tutto quello che c’è da sapere

Entro fine luglio se non si rispetta il pagamento, si dovrà dire addio allo sconto. Cosa succede a chi aveva già una rateizzazione in corso Rottamatori di cartelle esattoriali, è quasi giunta l’ora di pagareo rinunciare. Entro il 31 luglio, infatti, chi aveva presentato la richiesta di adesione alla definizione agevolata entro il 21 aprile e a giugno ha ricevuto il conto (scontato) dall’ex Equitalia, dovrà decidere se procedere con il saldo delle proprie pendenze con l’esattore. Ovvero, se approfittare del taglio di sanzioni, more e interessi o se gestire altrimenti il proprio debito, in mancanza della liquidità necessaria visto il numero limitato delle rate possibili, che sono al massimo cinque. Molto, infatti dipende dalla propria disponibilità economica.
Lo sanno anche alla ex Equitalia, oggi Agenzia delle Entrate-Riscossione, dove è stata prevista la possibilità, fino all’ultimo, di scegliere se rottamare tutte le proprie cartelle o approfittare dello sconto solo per alcune, dopo aver selezionato quelle più convenienti per una spesa alla propria portata. Ci si può appoggiare a un Caf o al proprio commercialista per fare i conteggi. Oppure è possibile recarsi presso uno sportello ex Equitalia, o accedere al servizio web ContiTu sul sito dell’ente. Inserendo qui i propri dati e gli estremi della domanda di adesione alla definizione agevolata si può scegliere, in base alle diverse combinazioni, cosa rottamare e cosa no, e scaricare i nuovi bollettini. In generale, comunque, gli sconti più interessanti si nascondono dietro agli arretrati più vecchi, quelli che tendenzialmente hanno maturato più interessi. Oppure ai mancati pagamenti che prevedono lesanzioni più alte.
In ogni caso il 31 luglio è l’ultima data utile per pagare le cartelle con lo sconto. L’Agenzia assicura che non ci saranno necessariamente code chilometriche di contribuenti che vogliono saldare il loro conto con lo Stato, perché i metodi di pagamento sono diversi. E il 31 non è l’unica data ma solo l’ultima: dal momento in cui è arrivata la lettera con il conto e i bollettini, si può procedere al pagamento. Che si può fare in diversi modi. Presso la propria banca, presentando allo sportello il bollettino Rav ricevuto dall’Agente della riscossione. Agli sportelli bancomat ATM degli istituti di credito che hanno aderito ai servizi di pagamento CBILL, e con il proprio internet banking inserendo il numero del bollettino e l’importo da pagare. È possibile procedere al pagamento anche negli uffici postali. Nei tabaccai convenzionati con Banca 5 e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica. In questi casi può pagare in contanti fino a mille euro, con il bancomat o con la carta di credito fino a 5mila euro presso i tabaccai e fino a 1.500 euro nei punti Sisal e Lottomatica.
E ancora si può saldare la rata sul portale dell’Agenzia con l’App Equiclick tramite la piattaforma PagoPa, il sistema elettronico per i pagamenti alla Pubblica amministrazione. Qui si può scegliere tra diversi operatori (banche, Poste e altri istituti di pagamento) che mettono a disposizione diverse modalità: bonifico, carte di credito, debito, prepagate, bollettino, addebito in conto. E, infine, si può saldare la prima rata direttamente agli sportelli ex Equitaliadove il contribuente non deve necessariamente presentare il bollettino ma può richiedere di pagare indicando anche solo il proprio codice fiscale. Allo sportello si può procedere via carta di credito o prepagata, bancomat e con titoli di credito, quali assegni circolari, assegni postali vidimati, vaglia cambiari emessi dalla Banca d’Italia e assegni di conto corrente bancario e postale, nel limite di 20mila euro, intestati all’ordine dell’Agenzia delle entrate-Riscossione. Chiaramente questi sistemi di pagamento vanno predisposti con il necessario anticipo, bisogna quindi chiedere alla propria banca quanto tempo occorre per averli in modo da non trovarsi scoperti all’ultimo momento.  C’è poi la possibilità di addebito diretto sul conto corrente, Banco Posta incluso, previa richiesta di attivazione almeno 20 giorni prima della scadenza della rata. Capitolo a parte meritano i contanti. In base alle norme antiriciclaggio, infatti, non si può pagare cash se non per una somma inferiore ai 3mila euro. Quando la rata supera tale importo bisogna quindi servirsi di altri metodi di pagamento.
Se non si procede con il saldo entro la dead line indicata si rincomincia da capo. Quindi il debito torna integralmente in capo al cittadino. Il quale, se aveva precedentemente attivato un piano di rateizzazione extra rottamazione, riceverà una comunicazione dalla ex Equitalia con la ripresa del piano di pagamento non agevolato, basato sul numero di rate già concordato con l’Agenzia. Nel momento in cui è stata fatta richiesta di rottamazione, infatti, le rate in sospeso con Equitalia successive al 31 dicembre 2016 sono state congelate.
Dall’Agenzia Entrate Riscossione garantiscono che non verranno scongelate tutte contemporaneamente. Ovvero: se il cittadino ha fatto richiesta ad aprile, ad esempio, le sue rate non agevolate sono state momentaneamente bloccate per dare vita al nuovo calcolo senza oneri. Nel momento in cui si decide di aderire totalmente alla rottamazione, il calcolo viene ovviamente azzerato. Se si accetta solo in parte lo sconto, l’Agenzia invierà il nuovo piano di rate scomputando la parte rottamata. Se, invece, l’utente ha fatto richiesta ma ha deciso di non pagare con la detrazione, la sua vecchia rateizzazione si scongela. Sarà l’Agenzia a inviare l’informativa.  di  | 25 luglio 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/25/rottamazione-cartelle-esattoriali-il-31-luglio-e-lultimo-giorno-per-la-prima-rata-agevolata-tutto-quello-che-ce-da-sapere/3747119/

venerdì 21 luglio 2017

Lazio, in vigore la nuova legge per la rigenerazione urbana

di Rossella Calabrese http://www.edilportale.com/news/2017/07/restauro/lazio-in-vigore-la-nuova-legge-per-la-rigenerazione-urbana_59249_21.html

Ecco tutte le novità su recupero edilizio, ampliamenti, cambi di destinazione d’uso, miglioramento sismico, efficientamento energetico

È stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del 18 luglio ed è entrata in vigore il 19 luglio la Legge per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio.
 

Gli obiettivi della legge

La legge si propone di promuovere, incentivare e realizzare la rigenerazione urbana intesa in senso ampio e integrato, incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, favorire il recupero delle periferie, delle aree urbane degradate, delle aree produttive e degli edifici dismessi o inutilizzati.
 
E ancora, di qualificare la città esistente, limitare il consumo di suolo, aumentare la sicurezza sismica dei manufatti esistenti, migliorare la qualità ambientale e architettonica dello spazio insediato, promuovere e tutelare l’attività agricola, il paesaggio e l’ambiente e promuovere lo sviluppo del verde urbano.
 

Programmi di rigenerazione urbana

Nelle aree urbanizzate, esclusi i centri storici, per riqualificare contesti urbani degradati e per recuperare complessi edilizi ed edifici dismessi, i Comuni potranno attuare ‘programmi di rigenerazione urbana’, anche su proposta  di privati o associazioni consortili di recupero urbano.
 
Tali programmi potranno prevedere premialità per il rinnovo del patrimonio edilizio, per le opere pubbliche e per le cessioni di aree aggiuntive, fino al 35% della superficie lorda esistente (fino al 40% nel caso in cui la superficie esistente sia ridotta almeno del 15% a favore della superficie permeabile).
 
Per promuovere la qualità urbanistica, edilizia ed architettonica dei programmi di rigenerazione urbana, le premialità aumentano del 5%nel caso in cui gli interventi siano realizzati mediante concorso di progettazione.
 
Per le finalità di sostenibilità ambientale si applicano le norme regionali in materia di architettura sostenibile e di bioedilizia (Lr 6 del 27 maggio 2008) e il Protocollo ITACA Regione Lazio. Inoltre, nei programmi di rigenerazione urbana si deve prevedere, nella misura minima del 30% l’utilizzo di materiali di recupero derivanti dalle demolizioni di opere e manufatti di edilizia civile.
 

Ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio

I Comuni individueranno, anche su proposta dei privati, ambiti territoriali urbani nei quali consentire interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica o di demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, con un bonus volumetrico o di superficie lorda fino al 30%.
 
È consentito il cambio della destinazione d’uso degli edifici, a patto che la nuova sia prevista dallo strumento urbanistico generale vigente o sia compatibile o complementare tra le categorie funzionali (residenziale, turistico ricettivo, direzionale, servizi e commerciale limitatamente agli esercizi di vicinato; produttivo, direzionale, servizi e commerciale limitatamente alle medie e grandi strutture di vendita).
 
È vietato il mutamento delle destinazioni d’uso finalizzato all’apertura delle medie e grandi strutture di vendita. Anche in questo caso, le premialità sono aumentate del 5% nel caso in cui sia bandito un concorso di progettazione.
 

Cambi di destinazione d’uso degli edifici

I Comuni - con delibera di consiglio - possono consentire interventi di ristrutturazione edilizia, compresa la demolizione e ricostruzione, di singoli edifici con superficie fino a 10.000 mq, con mutamento della destinazione d’uso tra le categorie funzionali ex art. 23-ter del Dpr 380/2001 (residenziale, turistico-ricettiva, produttiva e direzionale, commerciale, rurale) esclusa quella rurale. Anche in questo caso è vietata l’apertura di medie e grandi strutture di vendita. I Comuni possono limitare questi interventi nei centri storici e nelle zone omogenee D.
 
Nelle more dell’approvazione della suddetta delibera di consiglio, e comunque non oltre 12 mesi dall’entrata in vigore della legge, le norme relative ai cambi di destinazione d’uso si applicano agli edifici esistenti legittimi o legittimati, purché non ricadenti nei consorzi industriali e nei PIP e nelle zone omogenee D. Per gli edifici situati nei centri storici è necessaria l’autorizzazione della giunta comunale.
 

Ampliamenti per miglioramento sismico ed efficientamento energetico

Per incentivare il miglioramento sismico e l’efficientamento energetico degli edifici esistenti, i Comuni possono consentire interventi di ampliamento del 20% della volumetria o della superficie degli edifici residenziali, per un incremento massimo di 70 mq di superficie.
 
Gli ampliamenti sono consentiti anche con aumento delle unità immobiliari. Tali interventi si applicano agli edifici legittimi o legittimati per i quali sia stato rilasciato il titolo edilizio in sanatoria, anche se ricadenti nelle zone omogenee E.
 
Gli ampliamenti possono realizzarsi in adiacenza o in aderenza rispetto al corpo di fabbrica, anche utilizzando parti esistenti dell’edificio; ove ciò non si possibile o comprometta l’estetica del fabbricato, si può realizzare un corpo edilizio separato (nel cratere sismico, anche in altro lotto).
 
Gli ampliamenti devono essere realizzati nel rispetto della normativa statale e regionale in materia di sostenibilità energetico-ambientale e di bioedilizia e, in particolare, dal Dlgs 192/2005, dalla Lr 6/2008, dai DPR 74/2013 e 75/2013 e dal DM 26 giugno 2009. Sono esclusi i centri storici.
 

Interventi diretti con bonus volumetrico e di superficie

Sono sempre consentiti interventi di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione con incremento fino al 20% della volumetria o della superficie lorda esistente, ad eccezione degli edifici produttivi per i quali l’incremento massimo consentito è del 10% della superficie coperta.
 
Oltre al mantenimento della destinazione d’uso in essere, sono consentiti i cambi di destinazione d’uso nel rispetto delle destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici generali vigenti e i cambi all’interno della stessa categoria funzionale.
 

Incentivi per cinema, centri culturali e teatri

Per tutelare le sale cinematografiche e i centri culturali polifunzionali, agevolare la di quelli chiusi o dismessi e realizzarne di nuovi, è consentita la ristrutturazione edilizia o la demolizione e ricostruzione con un incremento della volumetria o della superficie fino al 20%.
 
Nei teatri, sale cinematografiche e centri culturali esistenti, sono consentiti, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ai regolamenti comunali, cambi di destinazione d’uso fino al 30% delle superfici esistenti per l’apertura di attività commerciali, artigianali e servizi. Con le stesse modalità sono consentiti interventi di adeguamento delle strutture ricettive all’aria aperta. Queste norme non si applicano invece ad edifici siti nei centri storici.
 

Recupero dei sottotetti

La legge per il recupero dei sottotetti (LR 13/2009) è applicabile a quelli ultimati al 1° giugno 2017. Il limite precedente era al 31 dicembre 2013.
 
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In vigore da oggi la nuova Valutazione di Impatto Ambientale VIA

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2017/07/ambiente/in-vigore-la-nuova-valutazione-di-impatto-ambientale_59185_52.html

Le novità: dibattito pubblico, valutazioni preliminari e possibilità di richiedere un procedimento unico

Entra in vigore oggi la nuova Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), introdotta con il D.lgs. 104/2017.
 
Il testo, che modifica il d.lgs.152/2006 per consentire il corretto recepimento della Direttiva 2014/52/UE per la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, prevede un’applicazione retroattiva, ai procedimenti avviati dal 16 maggio 2017 in poi. La data del 16 maggio 2017 è infatti il termine ultimo fissato dalla Direttiva 2014/52/UE per l'adeguamento delle normative interne. Per la piena operatività delle nuove regole bisognerà aspettare i sei o più decreti ministeriali attuativi, da adottare entro il 19 settembre, cioè sessanta giorni dall’entrata in vigore del D.lgs. 104.
 
Queste le principali novità
 

Progetti assoggettati a VIA

I progetti assoggettati a Via obbligatoria sono indicati nell’Allegato II. Tra questi rientrano, per fare degli esempi, gli impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 150 MW, la realizzazione di autostrade e strade extraurbane principali, gli impianti eolici per la produzione di energia elettrica sulla terraferma con potenza complessiva superiore a 30 MW.
 
L’Allegato II-bis contiene invece i progetti da sottoporre a verifica di assoggettabilità a Via. Tra questi ci sono gli impianti termici per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda con potenza termica complessiva superiore a 50 MW, realizzazione di strade extraurbane secondarie di interesse nazionale, porti turistici di dimensioni limitate. In questi casi, la Commissione Via decide se poi sottoporre il progetto al procedimento di Valutazione di impatto ambientale.
 

Iter più agile per la presentazione dei progetti

Diventa possibile presentare elaborati progettuali con un livello informativo e di dettaglio equivalente a quello del progetto di fattibilità o comunque a un livello tale da consentire la compiuta valutazione degli impatti. Proponente e Amministrazioni dialogheranno per decidere eventuali integrazioni.
 
Il proponente non ha l’obbligo di presentare gli elaborati progettuali nella fase di verifica di assoggettabilità a Via. È sufficiente uno studio preliminare ambientale, come previsto dalla normativa europea.
 
In caso di modifiche o estensioni di opere esistenti, si può richiedere una valutazione preliminare del progetto per individuare l’eventuale procedura da avviare.
 

Smart regulation e dibattito pubblico

La Valutazione di impatto ambientale deve tenere conto di tutti gli elementi coinvolti, tra cui matrici ambientali, altri progetti collegati sulla stessa area e possibili conseguenze sanitarie, o sul patrimonio culturale e paesaggistico, prodotte con l’esercizio degli impianti o delle infrastrutture da realizzare.
 
Per coinvolgere e informare le popolazioni interessate dalla realizzazione di un’infrastruttura o un impianto, è potenziato lo strumento del dibattito pubblico, come previsto dal Codice Appalti (d.lgs. 50/2016).
 
Per i progetti di competenza statale, il proponente può chiedere, in alternativa al procedimento di Via ordinario, il rilascio di un “provvedimento unico ambientale”, che coordini e sostituisca tutti i titoli abilitativi o autorizzativi riconducibili ai fattori ambientali. Accanto a questo, è previsto un procedimento unico di competenza regionale.
 
Le regole per il procedimento di Via saranno omogenee su tutto il territorio nazionale. Le procedure verranno digitalizzate e si potrà anche eliminare l’obbligo di pubblicazione sui quotidiani.
 
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martedì 18 luglio 2017

Terremoto Centro Italia, cinque indagati per i crolli delle case popolari di Amatrice: “Pilastri molto sottili”

Nel registro degli indagati sono finiti i responsabili della ditta di costruzioni e dell’Ater di Rieti. "Per come erano state realizzate sarebbero crollate con qualsiasi sisma", ha detto il pm di Rieti Rocco Maruotti. L'indagine, come svelato dal Tg1, è stata chiusa
“Tutti i pilastri risultavano molto sottili, con spessore prevalente pari a 20 cm, e la loro armatura era esigua”. È quanto scrivono i pm della Procura di Rieti nell’atto che dispone la conclusione delle indagini preliminari nell’inchiesta sui crolli delle palazzine ex Iacp di piazza Sagnotti ad Amatrice dopo il terremoto della scorsa estate. Crolli che causarono la morte di 22 persone. Sono cinque gli indagati dalla procura di Rieti, come ha riportato il Tg1, per il crollo delle case popolari dell’Ater. Nel registro degli indagati sono finiti i responsabili della ditta di costruzioni e dell’Ater di Rieti. “Per come erano state realizzate sarebbero crollate con qualsiasi sisma”, ha detto il pm di Rieti Rocco Maruotti.
Le case popolari risalivano agli anni anni ’70 e in esse si è verificato secondo il telegiornale della Rai il maggior numero di morti del sisma nella cittadina reatina. Disastro e omicidio colposi e lesioni le accuse contestate nell’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Saieva e condotta anche dal pm Rocco Maruotti, a Ottaviano Boni, direttore tecnico della Sogeap srl che costruì le palazzine; Luigi Serafini, amministratore unico della stessa società, Franco Aleandri, presidente pro-tempore dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Rieti, Maurizio Scacchi, geometra dipendente del Genio Civile di Rieti, Corrado Tilesi, ex assessore del Comune di Amatrice.
Materiali scadenti, pilastri sbriciolati, travi inesistenti: nell’avviso di conclusioni indagini – ha spiegato in esclusiva il Tg1- vengono elencati i difetti strutturali delle palazzine gemelle ma la storia delle case dell’Ater è in una sfilza di autorizzazioni, che, come scrivono i magistrati, ‘non dovevano essere neppure presentate per le troppe irregolarità’”. “Finite nel 1977 – prosegue il telegiornale – le palazzine ricevono l’approvazione del progetto, peraltro non conforme alla normativa antisismica, ben 7 anni dopo, quando non solo le case erano già state edificate e collaudate ma ci vivevano anche le persone dentro. Per la Procura dunque le palazzine erano abusive, non potevano e non dovevano essere costruite in quel modo”. Altre quattro persone non sono più perseguibili perché nel frattempo sono morte. Si tratta di due dirigenti del Genio civile all’epoca della costruzione delle palazzine (1971), di un ingegnere e di un architetto che si occuparono anche del collaudo delle opere.
“Le palazzine sono state costruite molto male – ha detto il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva -, e questo non si è verificato per altre palazzine costruite nella stessa piazza dalla stessa impresa. Sono andati a risparmio, un problema di costi e di profitti. Il fatto che si tratti di un edificio costruito dallo Stato ci addolora – aggiunge -, bisognerebbe fare di più, laddove c’è una responsabilità pubblica le cose appaiono sicuramente di una gravità maggiore”. La svolta nell’indagine arriva a quasi undici mesi dal terremoto devastante che ha raso al suolo gran parte della cittadina reatina.
Intanto saranno consegnate domani le prime case Sae (Soluzioni abitative di emergenza) destinate alle famiglie di Accumoli (Rieti) sfollate dal sisma. La consegna delle chiavi riguarderà i cittadini di Accumoli capoluogo e precisamente i lotti I, II e III per complessivi 71 alloggi. Alla consegna, ha annunciato il Comune di Amatrice, saranno presenti, insieme al sindaco Stefano Petrucci, anche il Commissario straordinario alla ricostruzione, Vasco Errani, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “La consegna delle Sae – dichiara il sindaco Petrucci – è il primo e fondamentale passo per la ricostruzione, perché il nostro territorio è fatto di persone e da loro dobbiamo ricominciare per tornare a vivere come comunità“. di  | 18 luglio 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/18/terremoto-centro-italia-cinque-indagati-per-i-crolli-delle-case-popolari-pilastri-molto-sottili/3738250/

Bonifica Amianto: sempre meno discariche Sono solo 21 in tutto il Paese

Bonifica amianto e prevenzione primaria, secondaria e terziaria…queste le parole chiave per l’Osservatorio Nazionale Amianto.
Secondo gli ultimi dati diffusi, questa sostanza continuerà a mietere vittime per altri 130 anni e le necessarie bonifiche non termineranno prima del 2102. Come siamo arrivati a questi numeri se l’amianto è stato messo al bando ormai 25 anni fa?
A spiegarlo è la testata greenreport.it dove vengono riportati i dati Ispra, che al tema dedica un focus specificogiunto alla sua XVI Edizione sui rifiuti speciali.
«Di amianto si continua e purtroppo si continuerà a morire per i prossimi 130 anni – dichiara amaramente l’Avv. Ezio Bonanni, presidente Ona – considerando che, anche con le più rosee aspettative, le bonifiche non finiranno prima di 85 anni. Ecco perché occorre bonificare al più presto le 3.748.550 tonnellate di amianto grezzo che sono disseminate nell’intero nostro territorio nazionale».
Come ricorda infatti l’Ona durante la conferenza Italia: la Repubblica dell’amianto, le quantità di amianto e di materiali contenenti amianto sono pari a circa 40 milioni di tonnellate (32 secondo le stime CNR-Inail), di cui 34 milioni a matrice compatta e circa 6 milioni in matrice friabile, con circa 50mila siti e 1 milione di micrositi: più di 3milioni sono stati i lavoratori esposti all’amianto nel corso dei decenni ed ancora oggi ci sono centinaia di migliaia di cittadini esposti e quindi il rischio di contrarre patologie asbesto-correlate non può dirsi circoscritto.
Il risultato è che, oggi, solo in Italia sono più di 6.000 coloro che perdono la vita ogni anno per malattie amianto correlate (mesotelioma pleurico, alla tunica vaginale del testicolo, al pericardio e al peritoneo; cancro ai polmoni, alla faringe, alla laringe, allo stomaco, al fegato, all’esofago, al colon e al retto, alle ovaie, etc., e per patologie fibrotiche, tra le quali asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e loro complicanze cardiocircolatorie), cui si aggiungono decine di migliaia di nuovi malati.
I ritmi di questa «non eliminazione» sono più che blandi. Ad oggi, le stime sulla presenza di amianto nel Paese oscillano tra le 32 e le 40 milioni di tonnellate, ma le bonifiche scarseggiano. «I rifiuti contenenti amianto prodotti in Italia nell’anno 2015, sono pari a 369 mila tonnellate», dettaglia l’Ispra, mentre quelli effettivamente smaltiti nell’anno sono ancora meno,  pari«a 227 mila tonnellate», il 54,2% delle quali «viene smaltito al Nord, il 29,5% al Centro e 16,3% al Sud».
Dal 2014 al 2015 un timido segnale di miglioramento è avvenuto: la quota smaltita di rifiuti contenenti amianto è aumentata del 16,9%, con Lombardia e Toscana a rappresentare le regioni più virtuose: entrambe con circa 60mila tonnellate smaltite nel 2015 (sebbene, a confronto con il 2014, in Lombardia la quantità smaltita è aumentata del 47,3%, mentre in Toscana è diminuita del 19,6%). Per sommo paradosso, però, a fronte di un piccolo passo avanti ne è stato segnato uno all’indietro su un fronte già critico, ovvero la cronica mancanza degli impianti sul territorio necessari a smaltire in sicurezza l’amianto.
Sempre secondo quanto riportato dal sito greenreport.it adesso le discariche adatte a gestire la messa in sicurezza dell’amianto sono solo 21 per tutto il Paese (17 classificate come discariche per rifiuti non pericolosi e 4 per rifiuti pericolosi), 9 delle quali al Sud, 7 al Nord e 5 al Centro. Pochissimi impianti dunque, e ancor meno volumetrie libere: «In particolare, per 12 impianti su 21 il volume totale autorizzato per le sole celle dedicate/monodedicate all’amianto, risulta pari a circa 2,5 milioni di mc, mentre la capacità residua al 31/12/2015, disponibile per 9 impianti su 21, è pari a circa 740 mila mc». Non è un caso dunque se nel 2015 sono state esportate ben 145mila tonnellate di rifiuti contenti amianto italiano, dirette quasi tutte nella civilissima Germania, pronta ad accoglierle – profumatamente pagate – nelle proprie miniere dismesse.
A 25 anni dal bando, è imprescindibile capire che siamo di fronte a una scelta: bonificare e gestire in sicurezza l’amianto tramite risorse e impianti adeguati, oppure continuare pericolosamente a conviverci.
Un pericolo in cui siamo tutti coinvolti, come ricorda l’Ispra dettagliando alcuni settori e impieghi dove in passato «si è fatto largo utilizzo di questo minerale». Nell’industria, come isolante termico in cicli industriali (es. centrali termiche, industria chimica), come isolante termico in impianti (es. frigoriferi e di condizionamento); materiale di coibentazione di carrozze ferroviarie, autobus e navi. In edilizia, nelle coperture sottoforma di lastre piane o ondulate; in molti manufatti quali tubazioni, serbatoi, canne fumarie; nei pannelli per controsoffittature. Perfino dentro le nostre case, in alcuni elettrodomestici (es. forni, stufe, ferri da stiro); nei tessuti ignifughi per arredamento (es. tendaggi, tappezzerie); nei tessuti per abbigliamento (es. giacche, pantaloni, stivali).

Nota tecnica, informativa ed esplicativa di assistenza medica e legale dell’Associazione:

L’Osservatorio Nazionale Amianto assiste, rappresenta e difende i lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto, e i loro familiari.
Per maggiori informazioni, e per poter chiedere assistenza tecnica, medica e legale puoi accedere al sito istituzionale dell’Osservatorio Nazionale Amianto  al link https://osservatorioamianto.jimdo.com/.
Potrai così acquisire tutte le informazioni e i riferimenti delle sedi territoriali, e ti potrai rivolgere direttamente alla presidenza nazionale, anche per richiedere assistenza medica e legale, anche per permettere ai lavoratori esposti ad amianto di accedere al prepensionamento con l’accredito dei benefici contributivi ex art. 13, comma 7 e comma 8, della Legge 257/92 (per poter accedere a questo diritto è sufficiente consultare la relativa sezione del sito dell’Associazione al link  https://osservatorioamianto.jimdo.com/assistenza-legale/modalit%C3%A0-per-ottenere-i-benefici-contributivi-amianto-comma-7-e-comma-8-art-13-l-257-92-17/).
Per poter chiedere l’assistenza medica e legale è sufficiente inoltrare una richiesta all’indirizzo e-mail:
osservatorioamianto@gmail.com
Per maggiori informazioni, sul diritto al risarcimento dei danni e per un parere legale, il Presidente dell’Associazione, l’Avv. Ezio Bonanni, può essere contattato inoltrando una richiesta all’indirizzo e-mail:
avveziobonanni@gmail.com
L’Avvocato Ezio Bonanni, Presidente ONA,  vi risponderà e vi fornirà del tutto gratuitamente tutte le informazioni richieste.
Il Presidente, Avv. Ezio Bonanni,  può essere contattato anche telefonicamente al n. 0773/663593 e fornirà ogni ulteriore chiarimento si rendesse necessario. https://www.onanotiziarioamianto.it/wp/ona/bonifica-amianto-e-discariche/

lunedì 17 luglio 2017

urbanistica Dopo anni la nuove legge sulla rigenerazione urbana della Regione Lazio

La Regione Lazio ha una nuova legge sulla rigenerazione urbana, una vera e propria ‘rivoluzione gentile’ che rilancia lo sviluppo. Si tratta di una delle più importanti riforme normative attuate negli ultimi anni nel Lazio.


Lo spirito della legge: una relazione virtuosa tra edilizia e paesaggio. La nuova legge mostra attenzione alla bioedilizia, alla staticità, all’antisisimicità, il tutto con l’obiettivo di non consumare ulteriore suolo. Un’idea di sviluppo basata sul rispetto del territorio, sulla capacità di produrre lavoro ed economie puntando su innovazione e sostenibilità.

Un nuovo protagonismo dei comuni per quanto riguarda la pianificazione, per favorire interventi che contribuiscano migliorare la qualità urbana e la vivibilità dei nostri quartieri mediante la realizzazione di nuove opere pubbliche e nuovi servizi per i cittadini.

Ecco quali sono i principali obiettivi della nuova legge:


Più qualità, con tanti interventi nelle zone più degradate. Come? Ecco qualche esempio: i comuni potranno individuare gli ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio e prevedere premialità per il rinnovo del patrimonio edilizio esistente, per le opere pubbliche e per le cessioni di aree aggiuntive.

Più sostenibilità. La tutela dell’ambiente e lo stop al consumo di suolo sono il cuore della legge. I comuni potranno inserire degli ampliamenti fino al 20% della volumetria o della superficie utile esistente degli edifici a destinazione residenziale. Tra le altre cose potranno accordare sconti sugli oneri di urbanizzazione per gli interventi che riguardano la prima casa.

Per le zone colpite dal terremoto: la legge prevede anche disposizioni per la riformulazione degli strumenti urbanistici nei comuni del cratere, oltre a una serie di misure per la prevenzione e la riduzione del rischio.


Fonte Regione Lazio

Sanità, infortuni sul lavoro: negli ultimi 8 anni la Asl ha aperto ben 876 incheste Latina - In media nel 40% dei casi è stata registrata l’inosservanza delle norme di sicurezza vigenti

Un fenomeno che rappresenta un pesante onere per l'azienda sanitaria, sia per l'entità dei costi economici, assicurativi e non, sia per i costi sociali e umani di disabilità e morti evitabili. Gli infortuni sul lavoro producono l'apertura di numerose inchieste in ambito Asl. Il trend dell'ultimo triennio sembra evidenziare una lieve diminuzione dei casi, ma i dati forniti dall'azienda sanitari restano davvero eclatanti. In particolare sono stati monitorati gli ultimi 8 anni. Si passa da un massimo di 192 inchieste per relativi infortuni concluse nel 2009 (192) ad un minimo di 81 (nel 2010). Nell'ultimo anno si è toccato quota 100, ma ciò che preoccupa sono i numeri in percentuale delle violazioni registrate alle norme di sicurezza e salute sul lavoro. Il picco è stato segnalato nel 2010 e nel 2012 (63%), per poi scendere fino al 35% del 2016. Con il termine "Inchiesta infortuni" si indica comunemente l'insieme di azioni che attraverso la raccolta e l'esame di rilievi obiettivi e di informazioni testimoniali mira a ricostruire la dinamica dell'evento e le circostanze in cui si è verificato, individuando le cause che lo hanno provocato e gli eventuali fattori concausali che vi hanno contribuito nonché le eventuali responsabilità dei soggetti destinatari dell'applicazione delle norme di prevenzione infortuni e igiene del lavoro. Ricordiamo che nell'Asl di Latina le inchieste infortuni sono condotte dai tecnici della prevenzione, prevalentemente su delega dell'autorità giudiziaria. Un'attività che assorbe molte delle risorse tecniche disponibili nel servizio e che quindi deve essere ben gestita e monitorata. L'Asl ha deciso di adottare un progetto per il miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza delle inchieste infortuni svolte in ambito aziendale. Per questo ha deciso di stanziare poco meno di 80.000 euro relativamente all'attuazione di questo progetto. http://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/54190/sanita_-infortuni-sul-lavoroa-negli-ultimi-8-anni-la-asl-ha-aperto-ben-876-incheste

La Redazione

Variante Piave, condannati Malvaso e Di Rubbo

di Elena Ganelli
Il giudice per le indagini preliminari ha condannato Vincenzo Malvaso e Giuseppe Di Rubbo per la variante Piave, piu' conosciuta come la Variante Malvaso. Gli altri imputati che non avevano chiesto il rito abbreviato sono stati rinviati a giudizio.


Lunedì 17 Luglio 2017 - Ultimo aggiornamento: 14:33 
 http://www.ilmessaggero.it/latina/variante_piave_condannati_malvaso_e_di_rubbo-2567278.html
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domenica 16 luglio 2017

ITALIA SFREGIATA: L’ABUSO E' POTERE Il viaggioDai lidi in Sicilia, sequestrati dal commissario Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, alle scuole di Locri costruite dalle cosche passando per interi quartieri di Roma: così i “fuorilegge” ridisegnano il piano regolatore del Paese. Il Fatto denuncia e arrivano i sigilli

La battaglia di Cefalù Il figlio del giudice
ucciso dalla mafia ora indaga sui ristoranti
vista mare: “In 8 anni mai una demolizione LUOGH I
Il fenomeno
dell’abusivismo
è gigantesco
Queste
le tappe del
nostro viaggio
Calabria
Reggio
Calabria,
Bagnara, Locri
Dei 798
chilometri di
costa calabrese,
ben 523 sono
stati trasformati
da interventi
antropici legali e
abusivi
Puglia
San Vito
di Taranto,
Lago di Lesina
( Fogg ia)
Case
sequestra te
dalla procura
messe in affitto
su internet e
interi villaggi
venuti su
improvvisamente
sulla sabbia
Marche
Fano,
Va llugola
Dagli anfiteatri
in muratura sul
demanio ai porti
sconosciuti al
catasto
Sardegna
Quartu
Sant’E lena
È la capitale
dell’abusivismo
in Sardegna: un
milione di metri
cubi nei soli anni
‘90 Sicilia
Cefalù
12 lidi
sequestra ti
soltanto negli
ultimi due anni.
Adesso è il turno
dei ristoranti con
terrazza vista
mare
Roma
Periferia oltre
il Raccordo
anulare
Ben 71 nuclei
edilizi irregolari
per 58mila
abitanti: con una
decisione della
Giunta
Alemanno gli
abusivi possono
“d eliberare” per
ottenere i servizi
mancanti, dai
tram alle scuole


Lavori a Palazzo Caetani, un funzionario comunale e due tecnici indagati per appropriazione degli elaborati Cisterna Di Latina - Indagine chiusa: secondo l’accusa si sarebbero appropriati dei progetti della prima società vincitrice dell’appalto


Disegni tecnici ed elaborati progettuali su palazzo Caetani creati dalla Singeco ma usati in realtà dalla Tecnoteam senza titolo di concessione. 
E' quello che sta emergendo dall'avviso di conclusione delle indagini firmate dal pm Giuseppe Bontempo della Procura di Latina, in merito la ristrutturazione dello storico edificio con i fondi europei del Plus che vede Giuseppe Bondì (funzionario del Comune di Cisterna), Roberto De Gennaro e Ilaria Cuomo (rispettivamente responsabile dei lavori e architetto della Tecnoteam), indagati con l'accusa di appropriazione di documenti e rivelazione di segreto industriali-scientifici. 
I fatti contestati risalgono al giugno del 2013 quando la Singeco, vincitrice dell'appalto sul rifacimento di palazzo Caetani, presentò i progetti per la ristrutturazione dello storico edifico di piazza XIX marzo. La decadenza di aggiudicazione aveva estromesso la società vincitrice a favore della seconda classificata, la Tecnoteam che secondo le accuse avrebbe usato i progetti della precedente società grazie all'aiuto del dirigente del Comune di Cisterna. In Procura hanno ravvisato i margini per una incriminazione penale dopo la presentazione di un esposto da cui sono partite le indagini.
I tre professionisti sono indagati, a piede libero e in concorso tra loro. «Bondì - nella qualità di funzionario dell'ufficio tecnico del comune di Cisterna, avendo la disponibilità a seguito di incarico conferito dal comune stesso, della progettazione esecutiva della Singeco, in ordine dei lavori di manutenzione e completamento del palazzo Caetani, si appropriava di disegni tecnici ed elaborati progettuali realizzati dalla Singeco, utlizzandoli per la predisposizione degli elaborati tecnici a firma di Roberto De Gennaro e Ilaria Cuomo, dello studio associato di ingegneria Tecnoteam, al quale il Comune aveva affidato l'incarico a seguito della dichiarazione di decadenza dell'aggiudicazione definitiva dell'appalto della Singeco, con l'aggravante di aver commesso il fatto con abuso di prestazioni d'opera». Sono queste le accuse. 
Adesso i tre indagati hanno venti giorni di tempo (dalla data di notifica), per presentare le proprie memorie difensive oppure chiedere di essere interrogati dal pubblico ministero Giuseppe Bontempo, titolare del fascicolo. In un secondo momento il magistrato inquirente deciderà se archiviare il caso oppure chiedere il rinvio a giudizio. http://www.latinaoggi.eu/news/cronaca/54120/lavori-a-palazzo-caetani_-un-funzionario-comunale-e-due-tecnici-indagati-per-appropriazione-degli-elaborati

Gabriele Mancini