lunedì 30 giugno 2014

Assorinnovabili: ‘sul DL Spalma-Incentivi intervenga l’Europa’ energie naturali e rinnovabili

L’Associazione avverte i Comuni e i proprietari terrieri: ‘a rischio convenzioni, tributi e affitti’ http://www.edilportale.com/news/2014/06/risparmio-energetico/assorinnovabili-sul-dl-spalma-incentivi-intervenga-l-europa_40260_27.html

30/06/2014 - Dopo le campagne di informazione, le proteste e l’appello a Napolitano,assoRinnovabili ha deciso di rivolgersi al Commissario Europeo per l’Energia, Günther Oettinger, per chiedergli di invitare il Governo italiano a riconsiderare la questione DL Spalma-Incentivi.
Si tratta del Decreto Legge 91/2014 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 2014 ed entrato in vigore il giorno dopo, che taglia gli incentivi che i titolari di impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW stanno percependo in forza delle norme sul Conto Energia.
 
Il DL mette sul piatto due opzioni: rimodulazione e allungamento da 20 a 24 anni del periodo di erogazione oppure riduzione dell’8% degli incentivi (leggi tutti i dettagli).
 
La posizione dell’Associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili sulla norma che riduce retroattivamente gli incentivi agli impianti fotovoltaici - si legge nella lettera - è “perfettamente in linea con quanto dichiarato dallo stesso Oettinger”.
 
Il Commissario Europeo per l’Energia - prosegue assoRinnovabili - “in un intervento dell’agosto scorso, ha condannato con fermezza l’introduzione di tagli retroattivi agli incentivi per le rinnovabili perché minano la fiducia degli investitori, ricordando che ‘tutti coloro che hanno installato pannelli solari, centrali a biogas o parchi eolici debbono ricevere il livello di incentivazione garantito al momento dell’installazione’”.
 
“Constatiamo con amarezza - commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili - che, nonostante il parere sull’incostituzionalità della norma fornito dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, la nostra richiesta al Presidente della Repubblica di rinviare il decreto legge al Governo per eliminare lo spalma incentivi non è stata accolta. Confidiamo pertanto che l’Europa possa valutare la possibilità di indirizzare al Governo e al Parlamento Italiano un invito a riconsiderare la questione”.

Nella sua battaglia per impedire la conversione in legge del DL Spalma-Incentivi, Assorinnovabili chiede aiuto anche all’Associazione Nazionali Comuni Italiani (ANCI), aColdiretti, a Confagricoltura e a Federfondiaria. “Oltre a minare la salute della green economy made in Italy - spiega l’Associazione -, il DL Spalma-Incentivi, che interessa ben 11 mila MW dei 18 mila MW di potenza fotovoltaica installata, rappresenta un grave pericolo anche per tutti i Comuni che ospitano impianti fotovoltaici e per iproprietari dei terreni su cui sono installati”.
 
“Aggiungendosi a una serie di provvedimenti di natura normativa, fiscale e regolatoria che nell’ultimo anno e mezzo hanno già eroso in modo considerevole i ricavi dei produttori di energia da fonte fotovoltaica - ricorda il presidente Re Rebaudengo -, la norma, qualora fosse convertita in legge, renderebbe molto probabile il rischio di numerosi default aziendali, con le imprese che si vedranno costrette a ridurre drasticamente i corrispettivi relativi alle obbligazioni assunte nei confronti dei Comuni (convenzioni e tributi comunali) e dei soggetti che hanno ceduto il diritto di superficie (canoni di affitto)”.

LATINA, NUOVO BLITZ NELL'UFFICIO TECNICO Variante Malvaso, il Nipaf torna in Comune e sequestra tutti gli atti relativi alla mega costruzione di Borgo Piave

Dalle tavole del Prg al permesso a costruire, dalle delibere alla convenzione: ecco tutti i documenti in originale fatti acquisire dalla Procura

Sequestrata tutta la documentazione relativa alla cosiddetta variante Malvaso che ha consentito la triplicazione delle cubature all’ingresso del capoluogo pontino. Si stringe il cerchio della Procura della Repubblica attorno al permesso a costruire rilasciato alla società riconducibile al consigliere di maggioranza Vincenzo Malvaso. Permesso ritenuto illegittimo così come la variante al Piano particolareggiato di Borgo Piave, considerato non conforme al Prg. Una maxi inchiesta che vede quasi tutta la giunta e alcuni tecnici del Comune di Latina indagati per falso, abuso d’ufficio e abusivismo edilizio a fronte di due delibere di giunta: la 359 del 2012 avente ad oggetto la variante al Ppe di Borgo Piave e la 3 del 2013 di controdeduzioni alle osservazioni alla stessa variante.
GLI INDAGATI. Iscritti nel registro degli indagati: il sindaco Giovanni Di Giorgi, il suo vice Fabrizio Cirilli, gli asessori Orazio Campo, Rosario Cecere, Gianluca Di Cocco, Giuseppe Di Rubbo, Pasquale Maietta, Marco Picca e Marilena Sovrani, che approvarono le due delibere incriminate, il consigliere Vincenzo Malvaso, a cui è riconducibile la società titolare del permesso a costruire rilasciato a fronte della realizzazione di 24 appartamenti all'ingresso nord della città, l’ingegnere Antonio Petti direttore dei lavori del cantiere di via Piave, l’architetto Ventura Monti, responsabile del procedimento amministrativo che ha espresso parere favorevole circa la regolarità tecnica per entrambi gli atti di giunta, e i progettisti della variante al Ppe, l’architetto Marco Paccosi e il geometra Fabio De Marchi. 
IL BLITZ DEL NIPAF. Oggi gli agenti del Nucleo investigativo della forestale sono tornati in Comune, e precisamente nell'ufficio tecnico, per l’acquisizione dei documenti originali del vigente Prg, del Ppe di Borgo Piave, della varante al Ppe di Borgo Piave, del permesso a costruire rilasciato alla società Piave Costruzioni e tutti gli atti relativi alla convenzione. Documenti già acquisiti in copia che ora il Pm Gregorio Capasso, titolare dell’inchiesta, ha voluto in originale. Tanto per vedere le cose senza possibilità di equivoci, di tavole sdoppiate, di bella e brutta copia degli atti amministrativi. La Procura ha disposto una perizia di nautura urbanistica per valutare nel dettaglio l'intera operazione, mentre continuano gli accertamenti in diverse direzioni.  http://www.corrieredilatina.it/news/cronaca/7784/Variante-Malvaso--il-Nipaf-torna.html

domenica 29 giugno 2014

strutture e genio civile Sottoscrivere le asseverazioni, in carenza dei requisiti di legge, costituisce un falso ideologico

Le numerose richieste di chiarimento da parte di molti iscritti, in relazione alle “asseverazioni” introdotte dalla DGR 10/12: “Regolamento Regionale n. 2/12 - Snellimento delle procedure per l’esercizio delle funzioni in materia di prevenzione del rischio sismico”, anche a seguito di forzature interpretative poste in essere dai progettisti che, congiuntamente a noi sono, nei casi previsti, chiamati a sottoscrivere le asseverazioni,  hanno consigliato quest’Ordine ad emettere questa ulteriore nota chiarificatrice sull’argomento.
Ciò allo scopo di poter orientare i professionisti geologi ad un comportamento omogeneo e deontologicamente corretto e consentire una “lettura” univoca del dispositivo normativo, operando perciò con chiarezza e trasparenza nei riguardi sia della committenza che delle commissioni sismiche deputate ai controlli.
Occorre partire intanto dalla premessa che tra gli obiettivi del "regolamento" vi è anche quello di aumentare il livello delle progettazioni, incluse le consulenze di competenza geologica, in favore della sicurezza delle opere, della tutela dell’ambiente e della salvaguardia del bene collettivo.

Dalla lettura del “regolamento” emerge la possibilità di sottoscrivere due tipi di “asseverazioni”, riconducibili ad altrettanti casi:
  1. MODULO 102 - Atto di asseverazione (art. 2 – comma 2 e art. 4 - comma 3): Si assevera, secondo quanto previsto dal comma 2 dell’art. 4, che il progetto non sarà sottoposto a controllo (con un vantaggio sulla tempistica di rilascio dell’autorizzazione sismica ex art. 94 del DPR 380/01). L’asseverazione è sottoscritta congiuntamente dall’ingegnere e dal geologo, ciascuno per le proprie competenze, e il geologo può sottoscriverla qualora attesti la sussistenza delle condizioni elencate all'art. 4 - comma 2 (per far questo è necessaria una preliminare analisi dettagliata e responsabile). Più in particolare, il geologo attesta che sussistono contemporaneamente alcune condizioni geomorfologiche e geologiche tra cui che non si tratti dizone suscettibili di amplificazione sismica o suscettibili di instabilità definite da studi validati dall’ex Ufficio Geologico e Sismico Regionale…omissis…”. Non sussistono dubbi per i Comuni che hanno avuto validato lo studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 (MS1): se quest’ultimo ha evidenziato terreni suscettibili di amplificazione o instabilità, il modulo 102 non può essere sottoscritto e l’eventuale asseverazione costituisce un falso ideologico. Per i Comuni che non hanno ancora avuto validato dall’ex Ufficio Geologico e Sismico Regionale lo studio di MS1, si suggerisce di sottoscriverla solo dopo aver eseguito indagini che consentano di classificare il sito come non suscettibile di amplificazione o instabilità.
  2. MODULO 103 - Atto di asseverazione congiunto del progettista e del geologo (art. 4-comma 4): Si assevera l’omissione della relazione geologica per gli interventi di cui dalla lettera "e" alla lettera "r" del comma 1 dell'art. 4.
Richiamando di nuovo il comma 2 del medesimo art. 4: “I progetti delle opere di cui al comma 1 non sono sottoposti al controllo purché soddisfino contemporaneamente anche le seguenti caratteristiche … omissis… , ovvero che i progetti devono soddisfare alcuni requisiti, si fa presente che nella stragrande maggioranza dei casi è impossibile sottoscrivere tale asseverazione, in quanto si è in zona suscettibile di amplificazione sismica o di instabilità per le condizioni geoogiche che caratterizzano la nostra Regione.
Si precisa infine che la sottoscrizione delle due asseverazioni, in assenza delle condizioni riportate nel Regolamento, costituisce un falso ideologico, nel quale il geologo farebbe incorrere anche il progettista, che spesso non è in grado di cogliere la sfumatura normativa che ci riguarda.
La corretta applicazione della norma, invece, concorrerà ad incrementare la sicurezza dell’opera e tutelerà, oltre la committenza (ruolo di terzietà dell’Ordine), anche il collega che avrà operato scrupolosamente e nel rispetto del regolamento.http://geologilazio.it/ordine/001439/Sottoscrivere-le-asseverazioni-in-carenza-dei-requisiti-di-legge-costituisce-un-falso-ideologico

sabato 28 giugno 2014

POS professionisti, Cgia Mestre: 'costerà in media 1200 euro annui'

Da lunedì 30 giugno si dovranno accettare i pagamenti con moneta elettronica, ma non ci saranno multe per chi non si dota subito del Pos

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2014/06/professione/pos-professionisti-cgia-mestre-coster%C3%A0-in-media-1200-euro-annui_40242_33.html
27/06/2014 - Scatta da lunedì 30 giugno l’obbligo per i professionisti di accettare i pagamenti con moneta elettronica. I professionisti e le imprese, che dovranno quindi dotarsi del POS per consentire ai clienti che ne facciano richiesta di pagare con bancomat o carta di credito, dovranno fronteggiare costi fino a 1200 euro annui.
Nonostante sia stato chiarito che chi non si dota del POS non subirà sanzioni, l’onere, introdotto per disincentivare il sommerso e scoraggiare la circolazione del contante, ha suscitato il coro di proteste del mondo delle professioni, che lo considera una vessazione ed un ingiustificato aumento dei costi.
 
Da più parti, infatti, i professionisti hanno fatto notare che il POS non è l’unico metodo in grado di combattere l’evasione fiscale, perché basta che nel contratto col cliente siano specificate modalità chiare e tracciabili di pagamento, come ad esempio bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario e assegno.
 
Perché i professionisti devono dotarsi del POS
L’obbligo del Pos è stato previsto dal DL 179/2012(Sviluppo bis), convertito nella Legge 221/2012, ed è stato in seguito disciplinato dal DM 24 gennaio 2014
 
Il decreto prevede che l’obbligo di accettare la moneta elettronica si applica ai pagamenti per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro, e vale per tutti i professionisti e le imprese, a prescindere dal fatturato.

Quanto costa l’uso del POS
Secondo una stima della Cgia Mestre, tra canone mensile, canone annuale e percentuale di commissione sull’incasso, un professionista o un’impresa con un ricavo annuo pari a 100 mila euro dovrebbe sostenere una spesa di circa 1200 euro all’anno.
 
Chi non si dota del POS non paga nessuna multa
Nonostante i professionisti abbiano l’obbligo di accettare i pagamenti con moneta elettronica, chi non si dota del POS entro lunedì non sarà soggetto a nessuna sanzione.
 
La spiegazione è arrivata dal sottosegretario di Stato all’Economia e alle finanze, Enrico Zanetti, che ha chiarito come le norme sul POS non creino un obbligo giuridico, ma piuttosto un onere, che pesa sul professionista solo se il cliente chiede di pagare il servizio con moneta elettronica. In altre parole, il decreto non crea un obbligo per il professionista, ma dà al cliente una scelta in più sulla forma di pagamento da utilizzare.


Il POS non è un obbligo ma una possibilità per il cliente
In linea con quanto affermato dal sottosegretario Zanetti, il Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI) con la circolare 382/2014 ha affermato che il professionista deve dotarsi del POS solo se è il cliente a chiederlo espressamente.
 
Per evitare questi inconvenienti, professionista e cliente possono concordare preventivamente e per iscritto le modalità di pagamento.
 
Si pone sulla stessa lunghezza d’onda anche il parere legale inviato il mese scorso dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC) a tutti i consigli provinciali.
 
A detta del Cnappc, dato che le norme in vigore non prevedono nessuna sanzione, l’unica azione possibile contro il professionista sarebbe una denuncia alla Guardia di Finanza, che si risolverebbe però dimostrando che è stato adottato un altro sistema di pagamento tracciabile.
 
La battaglia legale dei professionisti
Ricordiamo che nei mesi scorsi i professionisti hanno intrapreso diverse azioni contro l’obbligo del POS. A marzo il Cnappc ha presentato un ricorso al Tar, che è stato però respinto.
 
Nello stesso mese il Cni aveva annunciato di voler ricorrere all’Antitrust contro una norma definita “ennesimo regalo alle banche”.
 
I pareri legali e i chiarimenti arrivati dagli esponenti del Governo hanno ridimensionato la situazione, ma come rilevato dalla Cgia Mestre, l’obbligo di accettare la moneta elettronica continua ad essere vissuto come un fastidio.

venerdì 27 giugno 2014

Rischio sismico, stanziati 195,6 milioni di euro per la prevenzione

In Gazzetta l’annualità 2013 per microzonazione e miglioramento sismico degli edifici http://www.edilportale.com/news/2014/06/normativa/rischio-sismico-stanziati-1956-milioni-di-euro-per-la-prevenzione_40236_15.html

27/06/2014 - È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’Opcm 171/2014 della Protezione Civile che stanzia 195,6 milioni di euro per il 2013 per interventi di prevenzione del rischio sismico.
Il provvedimento assegna le risorse relative al 2013 del “Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico”, avviato con la Legge 77/2009 dopo il terremoto in Abruzzo del 2009, che prevede lo stanziamento di 965 milioni di euro in 7 anni per realizzare interventi di mitigazione del rischio sismico sul territorio nazionale.
 
La nuova Ordinanza segue le precedenti (Ordinanza52/2013 per il 2012, Opcm 4007/2012 per il 2011,Opcm 3907/2010 per il 2010) e regola le modalità di finanziamento degli interventi: studi di microzonazione sismica, interventi sull’edilizia privata, sulle strutture e infrastrutture cittadine di particolare importanza per i piani di protezione civile, limitando gli interventi alle zone a più elevata pericolosità sismica e alle strutture più vulnerabili.

I 195,6 milioni di euro stanziati per il 2013 sono ripartiti tra le Regioni, in modo proporzionale al rischio sismico dell’ambito territoriale, per:

a) studi di microzonazione sismica (16 milioni di euro);
b) interventi di rafforzamento locale o miglioramento sismico o, eventualmente, demolizione e ricostruzione di edifici ed opere pubbliche d’interesse strategico per finalità di protezione civile (170 milioni di euro);
c) interventi strutturali di rafforzamento locale o miglioramento sismico o di demolizione e ricostruzione di edifici privati;
d) altri interventi urgenti e indifferibili per la mitigazione del rischio simico, con particolare riferimento a situazioni di elevata vulnerabilità ed esposizione (8,3 milioni di euro).

I restanti 1,3 milioni di euro sono destinati al Dipartimento della Protezione civile per l’esecuzione delle attività.
 
L’Ordinanza ricorda che il finanziamento di 16 milioni di euro è destinato agli studi di microzonazione sismica almeno di livello 1, da eseguirsi secondo gli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” approvati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 13 novembre 2008.

giovedì 26 giugno 2014

Impianti fotovoltaici, confermate le norme Spalma-Incentivi

Due le opzioni per gli impianti oltre i 200 kW: allungamento da 20 a 24 anni del periodo di erogazione o taglio dell’8% dell’incentivo http://www.edilportale.com/news/2014/06/normativa/impianti-fotovoltaici-confermate-le-norme-spalma-incentivi_40209_15.html

26/06/2014 - Rimodulazione e allungamento da 20 a 24 anni del periodo di erogazione oppure riduzione dell’8% degli incentivi agli impianti fotovoltaici. Tra queste due opzioni potrà scegliere chi ha installato un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW.
La novità è contenuta nel Decreto Legge 91/2014pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno 2014 ed entrato in vigore il giorno dopo.
 
Opzione 1
A decorrere dal 1° gennaio 2015 - si legge all’articolo 26 - la tariffa incentivante per l’energia prodotta dagli impianti oltre i 200 kW è rimodulata secondo la percentuale diriduzione indicata nell’allegato 2 al DL 91/2014 ed è erogata in 24 anni, decorrenti dall’entrata in esercizio degli impianti.
 
L’allegato 2 riporta una tabella che indica:
- 12 anni residui > riduzione incentivo pari al 25%
- 13 anni residui > riduzione incentivo pari al 24%
- 14 anni residui > riduzione incentivo pari al 22%
- 15 anni residui > riduzione incentivo pari al 21%
- 16 anni residui > riduzione incentivo pari al 20%
- 17 anni residui > riduzione incentivo pari al 19%
- 18 anni residui > riduzione incentivo pari al 18%
- oltre 19 anni residui > riduzione incentivo pari al 17%
 
Per le tariffe onnicomprensive erogate ai sensi del quinto Conto Energia (DM 5 luglio 2012), le suddette riduzioni si applicano alla sola componente incentivante (calcolata secondo l’art. 5, comma 2, del DM 5 luglio 2012).
 
Opzione 2
In alternativa allo scenario appena descritto, i titolari degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW potranno optare per una riduzione dell’8% dell’incentivo riconosciuto al 25 giugno 2014 (data di entrata in vigore del DL 91/2014), per la durata residua del periodo di incentivazione. Chi sceglie questa alternativa dovràcomunicarlo al GSE entro il 30 novembre 2014 e la riduzione dell’incentivo decorrerà dal 1° gennaio 2015.

L’obiettivo della misura, dichiarato nel comma 1 dell’articolo 26, è quello di “ottimizzare le gestione dei tempi di raccolta ed erogazione degli incentivi e favorire una migliore sostenibilità nella politica di supporto alle energie rinnovabili”.
 
Anche se il Ministero dello Sviluppo economico ha stimato che la misura riguarda circa 8.600 imprese, su un totale di 200.000, che percepiscono il 60% degli incentivi per il fotovoltaico, le associazioni imprenditoriali del settore fotovoltaico hanno duramente protestato contro il Decreto.
 
Assorinnovabili, associazione di produttori di energia da fonti rinnovabili che conta più di 500 iscritti, già la scorsa settimana ha denunciato che il provvedimento potrebbe portare al fallimento di un grande numero di imprese che hanno investito nelle rinnovabili, con un danno in termini di minori entrate per l’erario quantificabile tra 500 e 700 milioni di euro e il rischio di perdere oltre 10 mila posti di lavoro.
 
Ma il suo appello al presidente della Repubblica a non firmare il decreto, supportato dal parere di incostituzionalità del presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, è rimasto inascoltato.

 
Moduli unici per i piccoli impianti da fonti rinnovabili
Sempre in tema di impianti da fonti rinnovabili, il DL 91/2014 introduce un modello unico, valido su tutto il territorio nazionale, per i piccoli impianti, cioè quelli con una potenza fino a 1 Mw elettrico.
 
Dal 1° ottobre 2014, la comunicazione per la realizzazione, la connessione e l’esercizio degli impianti  di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per cui è prevista la procedura abilitativa semplificata (PAS) sarà effettuata utilizzando un modello unico.
 
Il nuovo modello sarà predisposto dal  Ministro dello sviluppo economico, sentita l'Autorità per l'energia elettrica e il gas ed il sistema idrico, e sostituirà quelli predisposti dai Comuni, dai gestori di rete e dal GSE.
 
Inoltre, diventa libera l’installazione di impianti solari fotovoltaici e termici sui tetti di edifici non vincolati, con la stessa inclinazione e orientamento di falda, realizzata per l’incremento dell’efficienza energetica e per la quale il Dlgs 115/2008 non richiede la DIA. In questi casi sarà quindi sufficiente il nuovo modello unico.

Infine, dal secondo semestre 2014, il GSE pagherà gli incentivi (per gli impianti fotovoltaici di qualsiasi dimensione) con rate mensili pari al 90% della producibilità media, per poi procedere ad unconguaglio entro il 30 giugno dell'anno successivo.

350 milioni di euro per l’efficienza energetica di scuole e Università

Nel Decreto Legge 91/2014 procedure più rapide contro il rischio idrogeologico e per le bonifiche http://www.edilportale.com/news/2014/06/normativa/350-milioni-di-euro-per-l-efficienza-energetica-di-scuole-e-universit%C3%A0_40215_15.html

26/06/2014 - La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge 91/2014conferma i finanziamenti agevolati per 350 milioni di euro per l’efficienza energetica di scuole e Università e lo snellimento delle procedure per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e per le bonifiche.
350 milioni di euro per l’efficienza energetica delle scuole
Per incrementare l’efficienza energetica degli edifici scolastici e universitari, saranno concessi finanziamenti a tasso agevolato per un importo complessivo di 350 milioni di euro, attraverso il fondo rotativo “Kyoto”. Ai finanziamenti si applica un tasso di interesse dello 0,25%, dimezzando così il tasso previsto dalla legge per i finanziamenti del fondo Kyoto, che è dello 0,50%.

Per ottenere i finanziamenti a tasso agevolato sarà necessario eseguire la diagnosi energetica dell'immobile e redigere lacertificazione energetica. Gli interventi devono portare risultati concreti nel miglioramento del parametro di efficienza energetica dell’immobile di almeno due classi energetiche in tre anni. Se questo obiettivo non viene raggiunto e certificato, il finanziamento viene revocato. I criteri e le modalità di erogazione dei finanziamenti arriveranno entro 90 giorni dall'entrata in vigore del decreto.

Un’ulteriore norma inserita nel decreto affida più poteri per utilizzare in tempo utile i fondi previsti dal Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) 2007-2013 per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza degliedifici pubblici.

La misura per le scuole si affianca al Dpcm, atteso a breve, che per il 2014 e il 2015 escluderà dal Patto di Stabilità le spese per la realizzazione degli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, e al piano da 7mila interventi di manutenzione straordinaria e ripristino degli impianti nelle scuole, che partiranno a luglio.
 
Procedure più veloci contro il dissesto idrogeologico e per le bonifiche

“Requisizione in uso” per gli impianti di gestione dei rifiuti 
Il decreto risolve alcune problematiche interpretative sull’applicazione dell’articolo 191 del Codice dell’Ambiente (Dlgs 152/2006) in merito ai poteri degli enti locali nella gestione di situazioni di crisi in tema di rifiuti. Gli strumenti eccezionali da utilizzare per porre rimedio alle situazioni di crisi vengono integrati con uno specifico potere di“requisizione in uso” degli impianti destinati alla gestione dei rifiuti. La norma di tutela viene estesa anche al caso di “grave e concreto” pericolo ancora allo stato potenziale.
 
Viene precisato, inoltre, che la combustione di materiale agricolo e forestale derivante da sfalci, potature o ripuliture in loco nel caso di combustione è consentita solo in piccoli cumuli e in quantità giornaliere non superiori a tre metri cubi per ettaro nelle aree, periodi e orari individuati da relativa ordinanza del sindaco. La combustione dei residui è sempre vietata nei periodi di massimo rischio-incendi, dichiarati dalle Regioni.
 
Nuova composizione per la Commissione tecnica VIA
La Commissione tecnica per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) passa da 50 a 40 commissari, tra cui il presidente e il segretario, scelti tra i soggetti con laurea, non triennale, con esperienza professionale specifica di almeno cinque anni. Viene così garantita l’alta qualificazione dei commissari, risparmiando circa 1 milione di euro tra compensi e costi di gestione.
 

mercoledì 25 giugno 2014

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto legge Semplificazioni

Rimane l’incentivo del 2% alla progettazione interna alla PA, arrivano i moduli standard per la Scia e il permesso di costruire http://www.edilportale.com/news/2014/06/normativa/pubblicato-in-gazzetta-ufficiale-il-decreto-legge-semplificazioni_40203_15.html

25/06/2014 - Conferma dell’incentivo del 2% alla progettazione per i dipendenti pubblici, moduli standard in edilizia e soppressione dell’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici. È approdato in Gazzetta Ufficiale, dopo un’attesa durata più di una settimana, il DL 90/2014 per la semplificazione e la trasparenza amministrativa.
Il decreto pubblicato fa una parziale marcia indietro sull’eliminazione dell’incentivo del 2%. Secondo leindiscrezioni circolate dopo il Consiglio dei Ministri di venerdì 13 giugno, l’incentivo del 2%, riconosciuto ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione, doveva essere completamente abolito.
 
La versione definitiva del decreto, invece, spiega che l’incentivo non sarà più riconosciuto solo ai dipendenti pubblici con qualifica dirigenziale. Tutti gli altri progettisti interni continueranno ad usufruire del bonus.
 
Confermata anche l’adozione dei modelli standard, validi su tutto il territorio nazionale, per la presentazione della Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) e la richiesta del permesso di costruire. Governo e Conferenza Unificata hanno già raggiunto l’intesa che ha portato alla diffusione dei modelli standardizzati da usare in tutti i comuni d’Italia.

Scarica il modello standard per richiedere il Permesso di Costruire
Scarica il modello standard per presentare la SCIA

L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubbliciviene soppressa a partire da oggi 25 giugno e tutte le sue funzioni passano all’Autorità nazionale anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza (ANAC). All’ANAC dovranno essere trasmesse tutte le varianti in corso d’opera, insieme al progetto esecutivo, all’atto di validazione e ad una relazione del responsabile del procedimento, entro 30 giorni dall’approvazione da parte della Stazione Appaltante.
 
Via libera anche alla velocizzazione dei giudizi, i cui tempi finora hanno scoraggiato gli investimenti, con l’informatizzazione dei processi, l’invio telematico di comunicazioni e notifiche e il disincentivo delle liti temerarie, punite con un aumento delle spese di giudizio pari al 10% del valore della controversia.
 
Rispetto alla versione iniziale, salta invece la semplificazione dei controlli sui requisiti per la partecipazione alle gare d’appalto. Il testo entrato in CdM prevedeva che fossero prima effettuate le verifiche sulle offerte tecniche ed economiche, mentre quelle sui requisiti per la partecipazione alla gara avrebbero coinvolto solo il primo classificato.

Il testo definitivo non contiene nessun riferimento neanche all’eliminazione della responsabilità solidaledell’appaltatore e all’alleggerimento dei requisiti di fatturato e organico che i progettisti devono possedere per poter partecipare ad una gara d’appalto. Le misure potrebbero essere inglobate nella riforma degli appalti con cui saranno recepite le nuove direttive comunitarie.

I COMMENTI
Sul mancato alleggerimento dei requisiti di fatturato per i progettisti interviene il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori: “nonostante gli annunci e i testi entrati in CdM, le riforme annunciate sono scomparse nel DL 90: un settore fondamentale per l’economia del Pese come quello dell’edilizia, infatti, è stato tout court tagliato fuori”.
 
“Non aver reso maggiormente accessibile il mercato dei lavori pubblici, riducendo i requisiti richiesti ai professionisti per la partecipazione alle gare di progettazione - continua il CNAPPC -, santifica l’esistenza di quelle vecchie regole discriminatorie che hanno finora impedito alla pressoché totalità dei giovani architetti, oltre che alla grande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni, di partecipare alle gare per l’affidamento di servizi di architettura e di ingegneria. Ciò in violazione ai principi della libera concorrenza a cui si ispirano le più recenti direttive europee in materia di appalti.”
 
“Evidentemente manca il coraggio per fare riforme vere e si rimane ostaggio di quella burocrazia che sta affondando lentamente e inesorabilmente l’Italia. Non aver smontato il coacervo opaco di norme e di procedure defatiganti che ostacolano gli investimenti e la qualità dell’architettura condanna il Paese all’abusivismo e - come se non bastassero le recenti vicende Expo e Mose - alla corruzione e al malaffare” - concludono gli architetti.