domenica 31 gennaio 2016

Professionisti antincendio: ecco i requisiti per rimanere nell’elenco

di Alessandra Marra http://www.edilportale.com/news/2016/02/professione/professionisti-antincendio-ecco-i-requisiti-per-rimanere-nell-elenco_50015_33.html

Obbligatorie 40 ore di aggiornamento, pena la sospensione e l’annullamento degli atti sottoscritti

01/02/2016 – Per rimanere nella lista dei professionisti antincendio è necessario aver conseguito 40 ore di aggiornamento obbligatorio, pena la sospensione dagli elenchi.
 
A chiarirlo il Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) in una circolare in cui esplicita i requisiti per rimanere nell’elenco dei professionisti antincendio, secondo quanto stabilito dal Ministero dell’Interno.
 

Antincendio: come rimanere nell’elenco dei professionisti

Il CNI ha ricordato che, come stabilito dal DM 5 agosto 2011 il 26 agosto 2016 terminerà il primo “quinquennio di riferimento” per coloro che erano già iscritti negli elenchi alla data di entrata in vigore del DM 5 agosto 2011.

Dopo tale scadenza, per gli iscritti agli elenchi che avranno maturato le 40 ore di aggiornamento obbligatorio decorrerà un nuovo quinquennio.
 
Viceversa gli iscritti che non avranno completato l’aggiornamento obbligatoriosaranno temporaneamente sospesi dagli elenchi del Ministero dell’Interno con l’interdizione all’esercizio delle prestazioni riservate ai professionisti antincendio, pena la segnalazione al consiglio di disciplina territoriale per esercizio abusivo della professione.
 
Gli Ingegneri specificano che gli atti emessi e sottoscritti da professionisti antincendio in regime di sospensione sono nulli. 
 
Il professionista sospeso però sarà reintegrato negli elenchi a seguito delcompletamento delle 40 ore di aggiornamento obbligatorio. Completato l’aggiornamento l’Ordine provinciale provvederà a ripristinare l’iscrizione del professionista negli elenchi e da quella data inizierà un nuovo quinquennio di riferimento, indipendentemente dalla durata del periodo di sospensione.
 

Antincendio: collaborazione tra CNI e Vigili del Fuoco

Il CNI ha fatto sapere che sta collaborando con la Direzione centrale dei Vigili del Fuoco per garantire prossimamente ai professionisti antincendio l’accessibilità diretta all’anagrafe dei crediti formativi tramite il portale Myinge non solo tramite le segreterie degli Ordini provinciali.
 
Gli Ingegneri inoltre hanno esortato gli Ordini a proseguire “in maniera incessante”nell’attività formativa valida per l’aggiornamento dei professionisti sulle norme antincendio.
 
© Riproduzione riservata

Sabaudia Borgo Vodice Migliara 54, il caso urbanistica degli scheletri il giallo dei terreni - Pontinia con l'auto nel canale Botte

Aprilia il pasticcio degli scarichi delle fognature, modifiche al regolamento contestate da maggioranza e opposizione. Carmen Porcelli stop al cemento servono le opere. Rifiuti e la raccolta differenziata porta a porta al rallentatore

inchiesta sull'urbanistica a Latina con i tempi biblici della giustizia, la prescrizione troppo breve per un processo che potrebbe iniziare già finito

inchiesta variante Malvaso a Borgo Piave scomparsa l'accusa di lottizzazione abusiva. Architetto Marco Fioravante le denunce contro l'amministrazione comunale guidata da Di Giorgi per favorire i costruttori

San Felice Circeo rischio riciclaggio con il mattone nel piano anticorruzione, secondo le relazioni della Dda pesanti infiltrazioni sul litorale pontino. Sabaudia intesa comune parco per tornare in Europa.


venerdì 29 gennaio 2016

Milleproroghe, chiesti tempi allineati con il nuovo Codice Appalti

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/milleproroghe-chiesti-tempi-allineati-con-il-nuovo-codice-appalti_49981_15.html

Commissione Ambiente Camera: la scadenza al 31 luglio 2016 per l’anticipazione del 20% del prezzo potrebbe creare vuoti normativi

29/01/2016 – Anticipazione del 20% del prezzo degli appalti e requisiti tecnici ed economici più leggeri per partecipare alle gare fino all’approvazione del nuovo Codice Appalti. Sono le richieste che la Commissione Ambiente della Camera ha avanzato durante l’esame del disegno di legge “Milleproroghe”.
 

Milleproroghe e nuovo Codice Appalti

Il ddl Milleproroghe estende la durata di queste misure più favorevoli dal 31 dicembre 2015 al 31 luglio 2016, mentre secondo le intenzioni del Governo, il nuovo Codice Appalti dovrebbe arrivare ad aprile 2016.
 
Se verranno rispettati i termini non si porrà nessun problema perché ad aprile le nuove regole soppianteranno il vecchio sistema. Prendendo in considerazione il rischio di un ritardo nell’approvazione del Codice Appalti, si creerebbe invece un vuoto normativoche potrebbe destabilizzare professionisti, imprese e Stazioni Appaltanti, generando incertezza nel mercato.
 
Ma vediamo, fino ad eventuali modifiche, cosa prevede il decreto Milleproroghe.
 

I contenuti del Milleproroghe 

Fino al 31 luglio 2016 le imprese che si aggiudicano un appalto pubblico potranno ricevere subito dalla Stazione Appaltante il 20% del prezzo pattuito. In questo modo sarà più facile far partire il cantiere quanto prima.
 
Fino al 31 luglio 2016, inoltre, per dimostrare i requisiti tecnico-professionali ed economico-finanziari si potranno utilizzare i migliori tre anni del quinquennio precedente e i migliori cinque anni del decennio precedente alla pubblicazione del bando.
 
Fino al 1° gennaio 2017 sarà obbligatorio pubblicare i bandi di gara sui quotidiani cartacei nazionali e locali. Dopo si passerà alla pubblicazione solo telematica.
 
Per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, viene posticipato al 30 aprile 2016il termine, previsto dalla Legge “La Buona Scuola” (L. 107/2015), per trasmettere al Ministero dell’Istruzione (MIUR) l’aggiudicazione provvisoria degli interventi. Ci sarà tempo fino al 29 febbraio 2016 per l’aggiudicazione provvisoria degli interventi di edilizia scolastica finanziati con 905 milioni di euro dalla Banca europea degli investimenti (BEI) attraverso il Decreto Mutui (DM 23 gennaio 2015 attuativo dellaLegge 128/2013 – “L’Istruzione riparte”).
Le scuole dovranno inoltre adeguarsi alla normativa antincendio entro il 31 dicembre 2016.
 
Gli impianti alimentati a fonti rinnovabili realizzati nei fabbricati, ubicati nelle zone colpite dal sisma dell’Emilia Romagna del 20 maggio 2012, distrutti o inagibili, potranno accedere agli incentivi a condizione di entrare in esercizio entro il 30 settembre 2016.
 
Slitta al 1° gennaio 2017 l’entrata in vigore del sistema Sistri per la tracciabilità dei rifiuti, con norme specifiche per quelli pericolosi.
 
 
© Riproduzione riservata

comune di Latina urbanistica il 2 febbraio ore 10 istruttoria pubblica per la redazione del nuovo regolamento edilizio


giovedì 28 gennaio 2016

Dall’Inail 665 milioni di euro alle scuole

di Rossella Calabrese http://www.edilportale.com/news/2016/01/lavori-pubblici/dall-inail-665-milioni-di-euro-alle-scuole_49977_11.html

In via di pubblicazione il decreto che stanzia 1 miliardo e 800 milioni alle opere ad elevata utilità sociale

29/01/2016 - Oltre 665 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole e la costruzione di nuovi istituti, su un totale di oltre 1 miliardo e 800 milioni. A tanto ammontano le richieste inviate dagli Enti pubblici all’Inail, in risposta al Bando per iniziative immobiliari ad elevata utilità sociale.
 
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha diffuso la bozza del Dpcm che assegna le risorse, appena registrato dalla Corte dei Conti e in attesa di essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
 
Gli interventi riguardano il completamento di nuovi edifici i cui lavori siano già in corso, ma anche progetti immediatamente cantierabili di nuove costruzioni, o lamessa a norma di edifici esistenti e saranno realizzati secondo la più moderna normativa per la sicurezza e criteri progettuali di alta qualità estetica e funzionale.
 
Le operazioni di edilizia scolastica saranno 105 sulle 201 domande presentate e riguarderanno 83 Amministrazioni tra Comuni, Province e la Città metropolitana di Roma. 
 
Inail, che acquisterà gli immobili oggetto di intervento, si farà carico dei costi dell’operazione richiedendo alle Amministrazioni di corrispondere un canone ad un tasso di interesse pari al 3% del costo complessivo dell’opera. Sono ammesse alla programmazione opere con un valore non inferiore a 3 milioni di euro.
 
“Si tratta di un progetto che mira alla riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico e a ridurre il numero di edifici privati adibiti a scuole per cui in molte regioni gli Enti locali pagano annualmente canoni di affitto, spesso elevati” ha dichiarato Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica di Palazzo Chigi.
 
“L’operazione - ha aggiunto Galimberti - non solo sancisce la fine dell’annosa consuetudine degli interventi tampone sulle scuole, operazioni inefficaci e inutilmente dispendiose, ma segna l’inizio di una nuova fase in cui la sicurezza per le scuole si fa attraverso un’attenta programmazione nazionale”. 
 
“La scuola rappresenta per l’Inail uno degli ambiti privilegiati per conferire al valore della prevenzione e del lavoro un pieno ‘diritto di cittadinanza’ tra le nuove generazioni” ha detto Massimo De Felice, Presidente dell’Inail.
 
“In tale contesto l’Istituto ha messo in atto una strategia di interventi articolata e ad ampio raggio nell’ambito della quale i fondi cospicui messi a disposizione per la messa in sicurezza e la costruzione di nuove scuole si qualificano come un contributo importante per la realizzazione di un nuovo modo di fare educazione e cultura e per garantire agli studenti ambienti educativi sicuri, belli e coinvolgenti” - ha conclusoDe Felice.
 
© Riproduzione riservata

Professionisti, gli studi di settore potrebbero scomparire

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/professionisti-gli-studi-di-settore-potrebbero-scomparire_49976_15.html

Ministro Padoan: per il contrasto all’evasione si useranno fatture elettroniche e trasmissione telematica delle operazioni soggette a Iva

29/01/2016 – I professionisti potrebbero liberarsi degli studi di settore. Per contrastare l’evasione fiscale in modo efficace si useranno maggiormente la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica delle operazioni soggette a Iva.
 
L’intento, contenuto negli obiettivi di politica fiscale 2016 – 2018 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stato confermato dal Ministro Pier Carlo Padoan, che mercoledì scorso ha risposto ad un question time alla Camera, e anche dal viceministro Luigi Casero.

Come spiegato dal direttore dell'agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, si parte in questi giorni con i nuovi modelli e il prossimo anno ci sarà il taglio, che dovrà essere regolato da una norma specifica.
 

Studi di settore, le intenzioni del Governo

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha manifestato l'intenzione di procedere ad una revisione degli studi di settore, nati per valutare la capacità di produrre reddito e scoprire eventuali evasioni, per renderli più efficaci ed attenibili. La semplificazione passerà anche attraverso la riduzione del loro numero.
 
Secondo le anticipazioni rilasciate, si dovrebbe scendere dagli attuali 204 modelli a 170, mentre i circa 2mila cluster, cioè i gruppi omogenei di ricavi e compensi, dovrebbero essere sostituiti dai “modelli organizzativi di business” (MOB).
 
Allo stesso tempo, si metteranno a disposizione dei contribuenti i servizi per la generazione, la trasmissione e la conservazione delle fatture elettroniche e la trasmissione telematica delle operazioni Iva.

Questo perchè, come sottolineato da Rossella Orlandi, anche senza studi di settore ci saranno sempre delle possibilità di controllo, che però verranno semplificate.
 

Professionisti e studi di settore

In questo panorama, i professionisti potrebbero non dover più essere soggetti agli studi di settore. Si tratta di circa 800 mila contribuenti, sul totale degli oltre 3 milioni sottoposti agli studi di settore.
 
L’annuncio è stato accolto con favore dal mondo delle professioni, che più volte hanno lamentato l’inadeguatezza degli studi di settore, incapaci di fotografare la reale situazione dei professionisti alle prese con  la crisi, i ritardi nei pagamenti e le difficoltà contributive.

Proprio per cercare un allineamento con la situazione reale, lo scorso maggio il Ministero dell’Economia ha rivisto gli studi di settore adeguandosi alla diminuzione dei compensi e ai ritardi che i professionisti devono sopportare prima di incassare il pagamento. Nelle intenzioni dell’Esecutivo c’è però l’eliminazione di un buon numero di studi di settore, che saranno soppiantati da altri strumenti, come la fatturazione elettronica, in grado di ridurre maggiormente il rischio di evasione.
 
La soppressione degli studi di settore si affiancherà allo Statuto dei lavoratori autonomi, pensato per estendere anche ai professionisti le tutele finora riconosciute solo ai lavoratori dipendenti.

 
© Riproduzione riservata

Obbligo di POS: atteso per il 1° febbraio il decreto con le sanzioni

di Alessandra Marra http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/obbligo-di-pos-atteso-per-il-1%C2%B0-febbraio-il-decreto-con-le-sanzioni_49948_15.html

La norma definirà anche le commissioni interbancarie. I Geometri intanto consigliano gli iscritti su come tutelarsi

28/01/2016 – Entro il 1° febbraio 2016 il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) dovrà definire in un decreto le multe per chi non installa il POS nel proprio studio o negozio, i casi in cui sia giustificata l’impossibilità tecnica di installarlo e le commissioni sui pagamenti.

Obbligo di Pos: in attesa del decreto con le sanzioni

Per favorire la diffusione della cultura dei micropagamenti con carta di credito o di debito e aumentare la tracciabilità dei pagamenti, la Legge di Stabilità 2016 ha infatti prescritto che entro il 1° febbraio 2016 il Ministero dell’Economia e delle Finanze e quello dello Sviluppo Economico dovranno definire i tetti delle commissioni da applicare ai pagamenti elettronici”.

Le commissioni applicate dalle banche dovranno comunque essere effettivamentecommisurate ai costi del servizio erogato, senza scaricarsi sul professionista o sull’esercente che riceve il pagamento.

Spetterà al decreto del Mef definire anche l’importo delle multe e i casi di “oggettiva impossibilità tecnica” nei quali è possibile non rispettare tali adempimenti.

In attesa del decreto sulle modalità dei pagamenti in moneta digitale, di cui al momento non si conosce neanche la bozza, dal 1° gennaio 2016 è diventato obbligatorio per i professionisti accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo (anche sotto i cinque euro), come previsto dalla Legge di Stabilità 2016.

Fino al 2015 l’obbligo è stato applicato solo all’acquisto di prodotti o alla prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro. Dal 2016 invece i professionisti e gli esercenti commerciali dovranno accettare pagamenti elettronici di piccolo importo, anche sotto i cinque euro, sia con carte di debito che con carte di credito.

Attualmente però chi non rispetta l'obbligo di accettare pagamenti digitali non incorre in alcuna sanzione.

Pagamenti elettronici: le raccomandazioni dei Geometri

Il Consiglio Nazionale Geometri (CNGeGL), senza entrare nel merito della validità delle misure intraprese dal Governo, ha raccomandato ai propri iscritti, in attesa della pubblicazione del decreto del Mef, di “adottare comportamenti massimamente ispirati all’etica e alla trasparenza, al fine di tutelarsi da eventuali denunce della committenza, magari a fronte dell’interpretazione errata di norme entrate in vigore solo di recente”.

I Geometri inoltre ricordano che “le parcelle dei professionisti possono essere pagate anche con modalità alternative come contanti sino a 3 mila euro, assegno bancario e bonifico bancario.

Per ovviare a qualsiasi problema il CNGeGL consiglia ai geometri di “indicare chiaramente, nell’atto del conferimento dell’incarico, la modalità di pagamentodella prestazione d’opera concordata con il committente”.

© Riproduzione riservata

mercoledì 27 gennaio 2016

Urbanistica e opere strategiche, se ne occuperà solo lo Stato

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/urbanistica-e-opere-strategiche-se-ne-occuper%C3%A0-solo-lo-stato_49971_15.html

Ddl Costituzionale: verrà cancellata la competenza concorrente anche per professioni, porti e aeroporti, tutela dell’ambiente

28/01/2016 – Regole certe e meno contenziosi. È questo l’obiettivo del disegno di legge per la Riforma della Costituzione, che riscriverà le competenze legislative dello Stato e delle Regioni.
 
Non ci saranno, in pratica, materie concorrenti, ma una suddivisione netta pensata per evitare sovrapposizioni normative, incertezze e ricorsi che possono rallentare la realizzazione delle opere e l’attività dei professionisti.
 
Tra le materie che saranno di esclusiva competenza dello Stato ci sono:
- le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio,
- le infrastrutture strategiche, le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale, i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale,
- l’ordinamento delle professioni,
- la tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, dell’ambiente e dell’ecosistema,
 -il sistema nazionale e coordinamento della protezione civile
- la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia,
- programmazione strategica della ricerca scientifica e tecnologica.
 
Le Regioni si occuperanno invece di pianificazione del territorio regionale, mobilità interna e dotazione infrastrutturale.
 
Su proposta del Governo, lo Stato potrà intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'interesse nazionale, dell'unità giuridica o economica.
 
Al momento, invece, Stato e Regioni hanno competenza concorrente in materia di professioni, protezione civile, governo del territorio, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione. Questo significa che spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato.
 
Tutto questo ha portato ad una situazione normativa frastagliata , diversa da regione a regione, e a conflitti di competenza tra Stato ed enti locali, che hanno portato alla dichiarazione di incostituzionalità di diverse disposizioni regionali.
 
La conseguenza pratica è stata lo scoraggiamento delle iniziative imprenditorialivote ad esempio alla realizzazione di infrastrutture. L’incertezza normativa spesso si ripercuote sui tempi e sui costi di realizzazione dell’opera. Ma non solo, perché l’eterogeneità delle leggi mette in difficoltà chi è interessato ad operare in più zone: si devono infatti fare i conti con disposizioni sempre diverse.
 
D’altro canto, però, le leggi regionali hanno sempre avuto l’obiettivo di creare regole maggiormente rispondenti alle specificità territoriali.
 
Il ddl costituzionale risponde comunque al bisogno di semplificazione e uniformitàdelle regole, chiesto da professionisti e imprese.
 
Si inseriscono in questa scia i modelli unici per l’ediliziaScia e permesso di costruireCIL e CILA e Superdia sono già stati unificati con l’emanazione di moduli standardizzati. Manca all’appello il Regolamento edilizio unico che metterà la parola fine all’intricato panorama normativo caratterizzato finora da sensibili differenze tra Comune e Comune.

 
© Riproduzione riservata

Sottotetti, per renderli abitabili è necessario il permesso del Comune

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/sottotetti-per-renderli-abitabili-%C3%A8-necessario-il-permesso-del-comune_49950_15.html

Cassazione: in mancanza di autorizzazioni o in presenza di variazioni essenziali al progetto approvato si commette un abuso edilizio

28/01/2016 – Cambiare la destinazione d’uso di un sottotetto, rendendolo abitabile, implica un aumento della superficie utile e della volumetria. Per effettuare questo tipo di intervento è necessario attenersi strettamente al permesso del Comune altrimenti si rischia di essere accusati per aver commesso un abuso edilizio.
 
Il chiarimento è arrivato dalla Corte di Cassazione con la sentenza 49583/2015.
 
Nel caso preso in esame, il Comune aveva accertato che il cambio di destinazione d’uso del sottotetto aveva determinato un aumento della superficie utile lorda e della volumetria maggiore del 5% rispetto a quella autorizzata con il permesso di costruire.
 
Il responsabile, punito con una multa, aveva presentato ricorso perché a suo avviso, durante lo svolgimento del giudizio, era stata approvata la legge Sblocca Italia (Legge 133/2014), in base alla quale sono consentiti i mutamenti di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria funzionale.
 
Anche se, dopo i lavori, l’immobile era rimasto in categoria residenziale, i giudici hanno sottolineato che dovevano essere prese in considerazione le violazioni al Testo unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) e al Regolamento edilizio comunale.
 
Ricordiamo che, in base al Testo unico dell’edilizia, sono ammesse variazioni entro il 2% delle misure progettuali. Quelle rilevate dal Comune erano invece del 5%.
 
Ma non solo, perché oltre all’accorpamento del sottotetto non accessibile alle altre camere, con un conseguente aumento della volumetria e della superficie utile, era stata incrementata l’altezza del colmo della falda in modo da rendere più alti i locali.
 
I giudici hanno stabilito quindi che si era in presenza di variazioni essenziali al permesso di costruire. Per questo hanno bocciato il ricorso e condannato il responsabile al pagamento della multa.
 
© Riproduzione riservata

Conto Termico 2.0, il Ministro Guidi ha firmato il decreto

http://www.edilportale.com/news/2016/01/risparmio-energetico/conto-termico-2.0-il-ministro-guidi-ha-firmato-il-decreto_49933_27.html

Soddisfatte ANIMA, Assoclima e Assotermica: ‘finalmente una misura stabile, più chiara e senza scadenza’

27/01/2016 - È stato firmato oggi dal Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, il nuovo Conto Termico, il decreto che rivede la disciplina per l’incentivazione dei piccoli interventi, per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili di cui al DM 28 dicembre 2012.
 
Lo fa sapere una nota del Ministero, che ricorda le principali novità introdotte rispetto al meccanismo finora adottato:
 
l’eliminazione dell’iscrizione ai registri per pompe di calore elettriche o a gas e caldaie a biomassa di potenza termica superiore a 500 kW che d’ora in avanti potranno quindi accedere direttamente all’incentivo;
- la predisposizione di un catalogo di prodotti di mercato idonei e prequalificati per l’accesso al meccanismo per i quali è prevista una procedura semi-automatica di riconoscimento (il catalogo è integrabile su richiesta degli operatori);
- una nuova modalità di pagamento per la Pubblica Amministrazione. Viene introdotta la possibilità di erogare un acconto e pagamenti per stato di avanzamento lavori, nonché il rilascio in un’unica rata per importi fino a 5000 euro;
l’aggiornamento del contratto tipo predisposto dall’AEEGSI (Autorità per l’Energia elettrica, il gas e il sistema idrico) con termini di pagamento ridotti a 60 giorni da fine lavori rispetto ai 180 vigenti;
l’introduzione di nuovi interventi agevolabili e l’innalzamento delle soglie di accesso per pompe di calore elettriche, a gas, caldaie a biomassa e impianti solari termici;
- la possibilità, per le sole pubbliche amministrazioni, di richiedere, prima della realizzazione degli interventi e al ricorrere di precise condizioni, la prenotazione degli incentivi con impegno all’erogazione delle risorse.
 

Soddisfatte le imprese del settore

“Il nuovo Conto Termico dovrebbe rilanciare questa forma di incentivo, fino ad oggi ampiamente inutilizzato, mettendo a disposizione 900 milioni di euro annui, di cui 700 per privati e imprese e 200 per le PA, le cooperative sociali e le società di patrimonio pubblico”. Lo dichiarano ANIMAAssoclima e Assotermica, aggiungendo di aver “lavorato costantemente con le Istituzioni per la pubblicazione ottimale della revisione e in modo particolare per risolvere la scarsa remunerabilità e la complessità dei processi legati al Conto Termico”.

“ANIMA e le sue Associazioni, impegnate fortemente sul tema dell’efficienza energetica, sono la vera casa delle migliori tecnologie - dichiara il Presidente di ANIMA Alberto Caprari -. Accogliamo con grande soddisfazione il nuovo Conto Termico, che diviene finalmente una misura senza scadenza e permanente. Non fluttuante pertanto come gli incentivi fiscali. Entrambi sono strumenti complementari e il Conto Termico revisionato è ottimo per compensare l’incertezza delle detrazioni. Si favorisce così una certa stabilità per gli utilizzatori e le industrie delle tecnologie italiane. Riteniamo urgente, pertanto, che una parte dei fondi a disposizione siano investiti anche nella comunicazione agli utenti finali, affinché presto ne possano trarre vantaggio”.
 
Alberto Montanini, Presidente Assotermica, afferma che Assotermica plaude al raggiungimento di un’intesa perché finalmente il Conto Termico può diventare uno strumento di supporto concreto al mercato. L’approvazione della sua revisione, da tempo richiesta da tutta l’industria, riconosce alle nostre tecnologie e al nostro settore un ruolo strategico per le politiche di efficienza e di sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese.
 
Tra le novità più importanti, a cui abbiamo lavorato assiduamente, segnaliamo l’assegnazione dell’incentivo ai pannelli solari termici in ragione della loro producibilità media (e quindi della loro resa) e l’attribuzione dello stesso anche agliapparecchi ibridi con caldaia a condensazione e pompa di calore. In quest’ultimo caso ci auguriamo che possa essere un contributo importante alla crescita di un segmento di mercato verso il quale tutte le nostre imprese pongono grande attenzione. Non da ultimo, segnaliamo la possibilità di ottenere il rilascio dell’importo spettante in un’unica rata per valori del beneficio non superiori ai 5.000 euro, rispetto ai 2 o 5 anni attuali. È evidente che ciò dovrebbe rendere ancora più appetibile l’investimento per i soggetti che potranno beneficiare del nuovo incentivo”. 
 
Assoclima, attraverso la voce del Presidente Alessandro Riello, dichiara che “questo provvedimento completa il quadro degli incentivi anche a supporto delle tecnologie più efficienti per la climatizzazione invernale degli edifici. Oltre a misure semplificative, che rendono più agevole l’accesso all’incentivo e più rapida la sua erogazione, sono stati introdotti l’ampliamento della tipologia di interventi agevolabili, l’adeguamento del livello di incentivazione e l’aggiornamento dei requisiti tecnici minimi di accesso.
 
Tra le misure di semplificazione il decreto prevede la predisposizione, a cura del GSE, diuna lista di prodotti idonei con potenza termica fino a 35 kW per i quali sarà possibile usufruire di una procedura semiautomatica per l’accesso agli incentivi. Per quanto riguarda in particolare le pompe di calore, è stata riconosciuta la precedente debolezza dell’incentivo, rispetto al costo di investimento sostenuto, e quindi prevista la revisione dei valori del coefficiente di valorizzazione dell’energia termica prodotta Ci. È stato previsto l’innalzamento della soglia di ammissibilità degli impianti dagli attuali 1000 kW a 2000 kW”.
 
© Riproduzione riservata

martedì 26 gennaio 2016

Opere strategiche e insediamenti produttivi, autorizzazioni in metà tempo

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/opere-strategiche-e-insediamenti-produttivi-autorizzazioni-in-met%C3%A0-tempo_49927_15.html

Riforma Madia: iter semplificato anche per i nulla osta delle Soprintendenze e poteri sostitutivi al premier

27/01/2016 – Diventerà più facile realizzare infrastrutture e insediamenti produttivi. Lo prevede la bozza di decreto sull’accelerazione dei procedimenti amministrativi, che dimezza i tempi per ottenere le autorizzazioni necessarie per la localizzazione, progettazione e realizzazione delle opere.
 
Il decreto, che attua la Riforma Madia (Legge 124/2015), dà inoltre al Presidente del Consiglio il potere di sostituirsi alle Amministrazioni che non rilasciano le autorizzazioni nei tempi stabiliti, adottando gli atti al loro posto.
 
tempi dimezzati e il potere sostitutivo del Presidente del Consiglio si applicheranno anche alle autorizzazioni rilasciate delle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, del patrimonio storico-artistico, alla tutela della salute e della pubblica incolumità.
 
Ma cosa si intende per tempi dimezzati? Il riferimento è l’articolo 2 della Legge 241/1990 in base al quale, se non è previsto diversamente da altre leggi, le Amministrazioni fissano per ogni procedimento il termine entro cui questo deve concludersi. Secondo la legge 241, il termine è invece di trenta giorni se le Amministrazioni non indicano nessuna scadenza. Questo significa che, con la Riforma Madia, le autorizzazioni potrebbero arrivare in quindici giorni.
 
Per beneficiare delle procedure più spedite, entro il 31 gennaio di ogni anno ciascun ente territoriale potrà individuare un elenco di progetti strategici riguardanti insediamenti produttivi, opere di interesse generale o l’avvio di attività imprenditoriali, corredato da specifica analisi di valutazione dell’impatto economico e sociale.
 
I progetti da segnalare devono essere già stati inseriti nel programma triennale dei lavori pubblici in cui, in base all’articolo 128 del Codice Appalti (D.lgs. 163/2006) rientrano lavori pubblici di importo superiore a 100 mila euro.
 
La lista degli interventi si potrà allungare perché, entro il 28 febbraio di ogni anno la Presidenza del Consiglio dei Ministri potrà inserire, su proposta di un soggetto proponente, progetti non inseriti nel piano triennale o in altro atto di programmazione.
 
La scelta definitiva sui progetti da realizzare sarà effettuata entro il 31 marzo di ogni anno con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
 
© Riproduzione riservata

lunedì 25 gennaio 2016

Costruzioni in zona sismica, nessuno ‘sconto’ sulle autorizzazioni

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/01/normativa/costruzioni-in-zona-sismica-nessuno-sconto-sulle-autorizzazioni_49907_15.html

Cassazione: anche se le strutture sono precarie e si usano materiali specifici bisogna rispettare tutte le procedure per la tutela dell’incolumità

26/01/2016 – In zona sismica anche le strutture precarie devono rispettare specifiche procedure di autorizzazione se possono avere ripercussioni sulla pubblica incolumità. Lo ha spiegato la Corte di Cassazione con la sentenza 48950/2015.
 
Nella valutazione sulla correttezza e completezza delle autorizzazioni richieste, hanno specificato i giudici, non hanno nessun peso la tipologia di struttura realizzata e imateriali impiegati.
 
Quando si costruisce in zona sismica, bisogna inviare un preavviso scritto allo Sportello Unico per l’edilizia, che trasmette una comunicazione all’Ufficio tecnico competente. La procedura va seguita sia per le nuove costruzioni sia per gli interventi sugli edificiesistenti, come ad esempio le sopraelevazioni o le riparazioni.
 
Nel caso preso in esame, in zona sismica era stata realizzata la chiusura di una veranda di 25 metri quadri con muri perimetrali fatti da mattoni forati dello spessore di 30 centimetri. Era stato poi costruito un muro di contenimento formato da massi di 7 metri di altezza. L’intervento aveva ottenuto il permesso di costruire in sanatoria, ma non era stato considerato in regola dal punto di vista antisismico.
 
Il responsabile dell’intervento per difendersi aveva citato la Legge Regionale 4/2003 della Sicilia, in base alla quale la chiusura di terrazze di collegamento, verande e balconi e la copertura di spazi interni con strutture precarie, cioè facilmente amovibili, non sono considerate ai fini degli aumenti di superficie e volume e non richiedono quindi autorizzazioni.
 
La Cassazione ha osservato però che la legge regionale privilegia il criterio strutturale, cioè dell’amovibilità, mentre tralascia quello funzionale, che dovrebbe accertare anche l’uso temporaneo della struttura.
 
Ma non solo, perché i giudici hanno sottolineato che la norma regionale si applica alla disciplina urbanistica e non a quella antisismica perché la sicurezza statica degli edifici rientra nella competenza esclusiva dello Stato.
 
I giudici hanno quindi respinto il ricorso del responsabile dell’intervento, condannandolo a rimuovere le opere perché non in regola con le norme in materia di sicurezza antisismica.
© Riproduzione riservata