martedì 30 dicembre 2014

Cessioni immobiliari, come capire quando sono soggette a Iva

http://www.edilportale.com/news/2014/12/normativa/cessioni-immobiliari-come-capire-quando-sono-soggette-a-iva_43069_15.html

I Notai spiegano cosa fare se la vendita avviene entro cinque anni dalla fine di lavori non facilmente classificabili ai fini fiscali

31/12/2014 - Come capire se la cessione di un immobile, su cui sono realizzati interventi non facilmente inquadrabili, che avviene entro cinque anni dalla fine dei lavori, è assoggettata ad Iva? Il Consiglio nazionale del notariato cerca di spiegarlo con lo studio 468-2014/T.
Se i lavori non sono chiaramente individuabili come manutenzione straordinaria, né come restauro o risanamento conservativo né come ristrutturazione edilizia, possono presentarsi alcune problematiche in merito al regime di imposizione fiscale da adottare.
 
Come sottolineato dal notariato, il Decreto Iva (Dpr 633/1972) non indica chiaramente i confini di questi interventi. La situazione appare poi complicata dall’introduzione della Scia e dalle norme regionali in materia di urbanistica.
 
Per individuare la categoria degli interventi effettuati si può tentare di capire la qualificazione dell’impresa che li ha eseguiti. Il notariato fa però notare che non è sempre semplice distinguere le imprese di costruzioni da quelle di ripristino. Un’impresa che realizza anche solo occasionalmente lavori di manutenzione e recupero può infatti essere considerata impresa di ripristino, a prescindere dall’attività svolta in via prevalente. In generale, però, l’impresa di ripristino deve essere titolare di un diritto reale sull’immobile su cui esegue i lavori.
 
Si possono inoltre consultare le informazioni contenute neltitolo abilitativo. Se gli interventi sull’immobile appartengono all’edilizia libera o se sono effettuati previa Comunicazione di inizio lavori (CIL), la cessione potrebbe essere esente se ha per oggetto un’abitazione o una sua pertinenza o imponibile su opzione se riguarda un bene strumentale. Se l’intervento ha invece richiesto il permesso di costruire, la cessione dovrebbe essere imponibile perché l’immobile avrà quasi sicuramente affrontato lavori di ristrutturazione edilizia, nuova costruzione o ristrutturazione urbanistica.
 
Qualche dubbio potrebbe sorgere quando il permesso di costruire è usato in alternativa alla Scia. In generale, però, sottolinea il notariato, è la Scia il titolo abilitativo più problematico, perché può essere usato sia per le manutenzioni straordinarie sia per il restauro e il risanamento conservativo.
 
Per ovviare a questi problemi può essere quindi utile l’uso congiunto dei dati catastali, della qualifica del cedente e la lettura delle informazioni ricavabili dai titoli abilitativi, ma anche il ricorso a perizie tecniche. Nel caso in cui i dubbi permangano, si può infatti chiedere che l’effettiva natura dei lavori sia fatta risultare da una dichiarazione rilasciata dal Comune o da una perizia redatta da un tecnico.
 
Ricordiamo che, in base alla normativa vigente, il pagamento dell’Iva è obbligatorio per le cessioni effettuate dalle imprese costruttrici o da quelle che hanno effettuato interventi di recupero (restauro, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia ed urbanistica) entro cinque anni dall’ultimazione dei lavori.

L’Iva si può invece versare su opzione (da manifestare direttamente nel rogito) nel caso in cui la cessione avvenga dopo cinque anni. Si tratta dell’operazione di reverse charge, in base alla quale se l’acquirente è un soggetto IVA (esercente attività d’impresa, arte o professione) il cedente fattura all’acquirente il corrispettivo di vendita dell’immobile senza addebito dell’IVA e l’acquirente (che non può essere un privato persona fisica) integra la fattura ricevuta, con l’indicazione dell’aliquota e della relativa imposta dovuta.

lunedì 29 dicembre 2014

Agenda ambientalista: ‘l’eccellenza ambientale’ può salvarci dalla crisi

http://www.edilportale.com/news/2014/12/ambiente/agenda-ambientalista-l-eccellenza-ambientale-pu%C3%B2-salvarci-dalla-crisi_43024_52.html

Tra le proposte delle associazioni al Sottosegretario Delrio: difesa del suolo, mobilità sostenibile, energia, lotta al dissesto idrogeologico

29/12/2014 - Per uscire dalla crisi e creare nuovi posti di lavoro è necessario promuovere l’eccellenza ambientale che ha già creato in Italia 3 milioni di green jobs; “la più grande opera pubblica di cui avrebbe bisogno il Paese è la manutenzione del territorio e la riqualificazione delle aree urbane”.
Questa è stata la tesi portata avanti da 16 associazioni ambientaliste riconosciute che l’11 dicembre scorso hanno presentato al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio,Graziano Delrio, l’Agenda ambientalista per la riconversione ecologica del Paese” affinché la dimensione ecologica sia maggiormente considerata nelle scelte di politica economica.
 
Tra le proposte contenute nell’Agenda Ambientalista:
1) la decarbonizzazione, attraverso una Strategia Energetica Nazionale,  per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo del100% rinnovabili;
2) abbandonare “l’insostenibile Programma sulle infrastrutture strategiche” in favore di Piano nazionale della mobilità che punti sul supermento dello squilibrio gomma/ferro e sull’adeguamento delle infrastrutture esistenti e procedere ad una profonda revisione delle procedure semplificate sulle grandi opere del Codice Appalti a tutela delle legalità e dei diritti dei cittadini;
3) l’approvazione celere di un testo unificato per il contenimento del consumo del suolo;
4) la definizione di una Strategia nazionale per le bonifichedei siti inquinati, dotate di risorse economiche adeguate in accordo con le Regioni;
5) l’introduzione dell’indicatore Bes (benessere ecologico e sociale) accanto al Pil;
6) aumentare il bilancio annuale del Ministero dell’Ambiente ed entrare nel merito dei progetti per la mitigazione delrischio idrogeologico.
 
Come evidenzia il comunicato di Legambiente, le associazioni hanno chiesto al Governo di individuare “azioni innovative per garantire il benessere degli italiani e lo sviluppo del Paese dando valore alla ricchezza del suo capitale naturale (la più ricca biodiversità d’Europa) e superare il deficit ecologico che sta diventando un handicap per il rilancio dell’economia”.
 
Le associazioni hanno ricordato che ci sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia e che già oggi sono 14,6 milioni i posti di lavoro assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici.
 
Nel Rapporto GreenItaly 2014, di Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, si legge che in Italia per la green economy si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale e che i cosiddetti green jobs sono più di 3 milioni.
 
Graziano Delrio ha ascoltato le proposte, rispetto alle quali seguiranno incontri con i ministricompetenti come il Ministro dell’Ambiente, e ha evidenziato come nell’Accordo di partenariato sui fondi strutturali europei siano presenti obiettivi legati ai temi ecologici e ambientali.
 
Il Sottosegretario ha considerato “utile l’azione di stimolo delle associazioni” e “di interesse del governoproseguire il confronto in maniera operativa”.

domenica 28 dicembre 2014

decreto Milleproroghe, l’ultimo tentativo di salvare il potere dei “salotti buoni”

In preparazione la proroga per dare più tempo agli azionisti delle società quotate di raddoppiare il peso dei propri voti in assemblea. La norma del governo Renzi serve solo a famiglie e fondazioni che vogliono continuare a comandare con i soldi altrui. E gli investimenti stranieri si allontanano Nel giugno scorso, il decreto Crescita ha consentito alle società quotate di attribuire voto doppio a chi avrà detenuto le azioni per almeno due anni. Si presentava come una norma discutibile, ma sostanzialmente innocua, almeno nelle realtà più importanti del listino: infatti, per la necessaria modifica dello statuto sarebbero stati necessari i due terzi dei voti e gli investitori istituzionali, notoriamente contrari a questo strumento, avrebbero avuto buon gioco a bloccare eventuali tentativi.
Invece, con un blitz notturno in sede di conversione del decreto, il Senato ha inserito un comma (l’1-bis dell’art. 20) che consente fino al 31 gennaio 2015 di introdurre il voto doppio a maggioranza semplice. Non c’era alcuna logica in quest’agevolazione, se non di dare un aiutino a coloro che controllano società quotate con meno della maggioranza delle azioni: basti pensare alle grandi banche, di cui le fondazioni bancarie tuttora scelgono gli amministratori, o a varie società già appartenenti al cosiddetto ex salotto buono (per fare solo qualche nome: Pirelli, RCS, Generali, Mediolanum eItalmobiliare). Ancora meno chiaro è perché l’agevolazione sia solo transitoria, cioè applicabile per pochi mesi. Forse “pareva brutto”, come si dice a Roma, far venir meno definitivamente, sia pure per una singola categoria di modifica statutaria, una tutela fondamentale per gli azionisti di minoranza, come la maggioranza dei due terzi per le assemblee straordinarie, che, introdotta dalla legge Draghi nel 1998, aveva allineato la legge italiana a quelle vigenti nei principali mercati azionari.
Due società hanno annunciato di volersi giovare di questa norma speciale, Astaldi, una società quotata nel settore delleinfrastrutture, e Campari. Entrambe le società hanno una famiglia che le controlla con la maggioranza del capitale: a gennaio potranno dunque unilateralmente concedersi il raddoppio dei voti dal 2017 in avanti. In questo modo, assumendo che, com’è probabile, gli altri soci restino con un solo voto, le famiglie controllanti otterranno i due terzi dei voti e potranno prendere da sole ogni decisione anche nelle assemblee straordinarie.
Il Sole 24 Ore del 18 dicembre, senza mai citare il famigerato comma, ha riferito dell’interesse delle grandi banche per il voto maggiorato, cantandone le lodi come strumento di tutela del “sistema”: esso consentirebbe di preservare gli equilibri esistenti, che in Unicredit, Banca Intesa e MPS poggiano tuttora sullefondazioni bancarie, contro il rischio di peraltro improbabili scalate ostili.
Ma senza un socio di controllo con un’ampia maggioranza in assemblea, come faranno le banche a ottenere l’approvazione della modifica statutaria? Non dovrebbero affrettarsi a convocare l’assemblea prima della fine di gennaio per evitare il veto degli investitori istituzionali internazionali? Questa calma è sospetta.
Ma il 24 dicembre il Governo ha approvato l’annuale – e mai rottamato – decreto milleproproghe. Secondo voci accreditate, è questo il veicolo che consentirebbe (già nel testo del Governo, ancora ignoto, ovvero con un altro blitz parlamentare in sede di conversione) di introdurre il voto maggiorato in occasione delle assemblee annuali di primavera. Nella migliore tradizione, basterà un ben nascosto e incomprensibile comma (“Il termine di cui all’art. 20, comma 1-bis, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, come convertito con legge 11 agosto 2014, n. 116, è prorogato fino al 30 giugno 2015”) e il gioco è fatto.
Un’operazione tanto sottotraccia quanto indolore? Mica tanto. Il voto maggiorato nelle società quotate esistenti, come insegna l’esperienza francese, premia nei fatti i soli soci “strategici”: famiglie controllanti, fondazioni bancarie, azionisti di sistema o di ex salotto buono. Chi investe i risparmi altrui del voto multiplo non sa che farsene, anche perché tendenzialmente rifugge all’idea di contare più di quanto pesa. Dunque, il meccanismo è solo formalmente egualitario: premia invece i vecchi equilibri e la tradizione del capitalismo italiano di comandare senza metterci i soldi. Una tradizione che gli stessi investitori istituzionali detestano e che, ove perpetuata ulteriormente con il voto maggiorato, rischierà di ridurre la propensione all’investimento di capitali esteri in società italiane.
Ma, soprattutto, la proroga del famigerato comma introdotto dal Senato sarebbe un ulteriore sfregio alla certezza del dirittocome hanno notato anche Luigi Zingales sul Sole 24 Ore e perfino il Presidente di Generali Galateri di Genola sul CorrierEconomia: intervenire d’imperio sui contratti esistenti, per di più per fare un favore ai soliti noti, è il modo migliore per allontanare gli investitori.
In conclusione, il quorum agevolato per l’introduzione del voto maggiorato ha rappresentato uno dei momenti più bassi della legislazione italiana dei mercati finanziari. Prorogarlo sarebbe perseverare nell’errore. Si può solo auspicare che nel Governo prevalga chi è in grado di capire che cedere alle pressioni per una proroga comprometterebbe i tentativi fatti fino a oggi da Renzi e Padoan per attirare investimenti esteri in Italia.
L’autore è un ex commissario Consob, attualmente professore di Corporate Law al Jesus College di OxfordDa Il Fatto Quotidiano del 24 dicembre 2014, aggiornato dall’autore il 26 dicembre 2014 http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/26/milleproroghe-lultimo-tentativo-per-salvare-i-salotti-buoni/1296573/

Unicmi: bene la detrazione Irpef del 65% per l’antisismica, ma sia una reale opportunità

http://www.edilportale.com/news/2014/12/normativa/unicmi-bene-il-65-per-l-antisismica-ma-sia-una-reale-opportunit%C3%A0_43256_15.html

I produttori chiedono un arco di tempo più lungo e maggiori risorse finanziarie

24/12/2014 - “Se la proroga di un anno del bonus 65% per i serramenti e, soprattutto, la sua estensione alle schermature solari, rappresentano un segnale molto positivo per il comparto dell’involucro edilizio, molto lavoro ci sarà da fare, già dalle prime settimane del 2015, riguardo alle detrazioni per la messa in sicurezza sismica degli edifici, per trasformare il provvedimento da ‘bandiera ideologica’ a opportunità reale per i cittadini italiani”.
Così UNICMI, l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei Serramenti, ha accolto l’approvazione definitiva della Legge di Stabilità 2015.
 
La detrazione del 65% per le schermature solari è, secondo UNICMI, un grande riconoscimento al contributo delle schermature alla prestazione energetica dell’edificio. È ora urgente - spiega l’Unione - l’emanazione dei decreti attuativi per la piena operatività dell’ecobonus.
 
Un po’ più complessa è la situazione della detrazione 65% per la messa in sicurezza sismica: come già denunciato giorni fa, è apprezzabile ma rischia di rivelarsi inefficace per tre motivi:
 
- la scadenza al 31 dicembre 2015, un arco temporale troppo breve per un intervento di messa in sicurezza sismica, che prevede un iter complesso, sia in termini di consenso sia da un punto di vista operativo;
 
- la limitazione alle opere che ricadono in aree ad alta pericolosità sismica (zone sismiche 1 e 2);
 
- la copertura finanziaria di 101,7 milioni di euro, irrisoria se confrontata con i 180 miliardi di euro (stima ANCE-Cresme) spesi dallo Stato per riparare i danni dei terremoti verificatisi in Italia dal 1944 al 2012.
 
UNICMI insieme con ISI, Ingegneria Sismica Italiana, continuerà a sensibilizzare le Istituzioni affinché la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare italiano sia davvero incentivata con una legislazione congrua e praticabile.

venerdì 26 dicembre 2014

prorogato 15 gennaio il bando INAIL: 1,3 MILIONI DI EURO PER PROGETTI SETTORE AGRO FORESTALE

06/11/2014 - Oltre 1,3 milioni di euro a disposizione del settore agro forestale operante nella Regione Lazio per la realizzazione di progetti di innovazione tecnologica mirati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

È il nuovo bando INAIL che si rivolge alle imprese, anche individuali, iscritte alle Camere di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura.

Il bando INAIL sarà aperto dal 03 Novembre 2014 e fino alle ore 18.00 del 03 Dicembre 2014.

Il bando INAIL con scadenza 3 dicembre è stato prorogato al 15 gennaio 2015.

Ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito dell’INAIL ai seguenti indirizzi:
Il Corpo Forestale dello Stato, gli Enti e le Organizzazioni interessate sono chiamate a diffondere l’informativa nei relativi uffici provinciali e tra le imprese boschive al fine di informare circa il Bando e di far acquisire all’Area Sistemi Naturali della Regione Lazio le informazioni sulle Imprese boschive.

Il modello del quadro informativo, in allegato, una volta compilato può essere recapitato:
  • per posta a: Regione Lazio, Area Sistemi Naturali, viale del Tintoretto, 432 - 00142 Roma;
  • recapitato a mano presso la sede indicata sopra o presso la sede centrale della Regione Lazio in via Rosa Raimondi Garibaldi, 7 (Via Cristoforo Colombo), 00145 Roma
  • per fax al numero 0651689284;
  • via mail all’indirizzo: pgaglioppa@regione.lazio.it.

Certificazione energetica: oltre 3,5 milioni di case certificate nel 2013

http://www.edilportale.com/news/2014/12/risparmio-energetico/certificazione-energetica-oltre-35-milioni-di-case-certificate-nel-2013_43244_27.html

Comitato Termotecnico Italiano: risultati positivi ma resta qualche dubbio sulla quantità e qualità dei certificati emessi

24/12/2014 - Con oltre 3,5 milioni di abitazioni certificate nel 2013, il 50% in più rispetto al 2012, l’Italia è tra le nazioni più avanzate nel settore della certificazione energetica degli edifici e sono ormai decine di migliaia i certificatori che svolgono, in modo anche esclusivo, questa attività professionale e
È quanto emerge dal “Rapporto 2014 sullo Stato di Attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia” (scarica la Sintesi) redatto dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI) e presentato al Ministero dello Sviluppo economico il 19 dicembre scorso.
 
“Nonostante le criticità, che nessuno deve nascondere perché effettivamente esistono - spiega il CTI - l’attuazione della certificazione deve essere vista in modo positivo perché ha inciso sul mercato delle nuove costruzioni, diventandoelemento di traino verso la qualità energetica, in un periodo non particolarmente favorevole”.
 
Inoltre, secondo il CTI, la certificazione ha diffuso la cultura della qualità energetica tra gli addetti ai lavori ma anche tra i cittadini: “i professionisti che progettano - spiega - si confrontano oggi con aspetti energetici che fino a pochi anni fa non prendevano nemmeno in considerazione; i cittadini, quando acquistano una casa, chiedono il certificato e, se è nuova, pretendono livelli di qualità energetica elevata”.
 
Secondo il Comitato Termotecnico Italiano, è stata la certificazione energetica a stimolare il mercato delletecnologie edilizie e impiantistiche, un mercato molto diverso rispetto a quello degli anni passati, magari non dal punto di vista quantitativo ma certamente dal punto di vista qualitativo.
 
Ma a fronte dei risultati positivi, “da un’analisi qualitativa - affermano gli autori del Rapporto - qualche dubbio rimane sulla quantità e qualità dei certificati emessi”. “Intervenire a livello nazionale o regionale per migliorare l’istituto della certificazione, crediamo che sia un dovere per la classe politica, ma che sia un dovere anche per le associazioni di categoria interessate, da quelle dei professionisti a quelle dei consumatori”.
 
“Riteniamo - concludono gli autori del Rapporto - che i prossimi saranno anni di transizione verso un modo di costruire differente dall’attuale. La direzione sarà, a partire dal 2020, la costruzione di Edifici a Energia Quasi Zero (NZEB): non sarebbe dunque ragionevolmente possibile sostenere questo ulteriore cambiamento del mercato edilizio senza uno strumento in grado di certificare la qualità promessa. Al contrario, questi nuovi stimoli ci dovranno impegnare a rafforzare sempre di più lo strumento della certificazione e farlo diventare la solida garanzia della veridicità delle prestazioni energetiche dichiarate”.

Saras: obiettivo zero infortuni sul lavoro con protocollo prevenzione Adottato programma BBS, si incide su comportamenti. No sanzioni

(di Maria Grazia Marilotti)
CAGLIARI - Un operatore di impianto che non si tiene al corrimano delle scale. Ancora, un bullone lasciato per errore su un ballatoio in quota e che cadendo potrebbe finire in testa a un lavoratore, con possibile gravi conseguenze. Sono solo due esempi delle piccole disattenzioni che possono provocare infortuni sul lavoro. Per ridurli al minimo, la società Sarlux (Gruppo Saras) ha deciso di adottare un protocollo per rafforzare e diffondere la cultura della prevenzione. Si chiama Programma BBS - Behavour Based Safety, ovvero, Sicurezza basata sul comportamento.

"Nato alla fine degli anni '70 e applicato inizialmente in ambito sanitario, il BBS é un metodo capace di assicurare ottimi risultati - spiega Vincenzo Greco, amministratore delegato della Sarlux - perché consente di misurare, in maniera scientifica, le azioni insicure e i loro effetti, per correggerle prima che diventino pericolose". Due le parole chiave: rinforzare e correggere. Il protocollo BBS punta infatti sul rinforzo dei comportamenti sicuri e sulla correzione di quelli errati per eliminare la possibilità che una disattenzione diventi infortunio. Una sorta di processo di "responsabilizzazione dolce", che allo stesso tempo contribuisce a costruire una cultura della sicurezza condivisa in azienda, non più con imposizioni piovute dall'alto, ma attraverso il coinvolgimento attivo e la costruzione di una sorta di coscienza collettiva.

"Intervenire sul comportamento significa bloccare all'origine la possibilità che chi opera agisca in maniera insicura ed evitare che insorga il rischio - argomenta Walter Cocco, responsabile Servizio prevenzione e sicurezza della Sarlux - In molti casi, il sistema sanzionatorio non è sufficiente. E' importante, ma non basta - chiarisce Cocco - per questo abbiamo deciso di aggiungere il sistema di sicurezza comportamentale che si basa sull'osservazione sul campo dei lavoratori da parte degli stessi lavoratori". Con un metodo assolutamente anonimo, ogni fase di lavorazione può diventare un "momento di monitoraggio". Durante il lavoro, ciascun dipendente dovrà osservare i comportamenti di un collega, per evidenziare quali potrebbero essere i comportamenti da evitare. Che, se non corretti, potrebbero portare ad eventi incidentali.

A fine giornata, saranno elaborate delle check list per poter impostare un'azione e intervenire sulla base dei dati osservati.

"E' un lavoro capillare che coinvolge tutti i reparti e impianti - prosegue il responsabile della sicurezza degli impianti di Sarroch - Si procede per 'gruppi di progetto', ciascun gruppo prende in esame determinati comportamenti sui quali si vuole incidere. Chi è coinvolto si fermerà per 10-15 secondi, quanto basta per esaminare quello che accade attorno a lui. Poi segnerà su un'apposita scheda di controllo quanto è emerso da questa micro analisi. Il BBS non prevede sanzioni, piuttosto indicazioni di azioni da non replicare attraverso rinforzi positivi, anche solo orali. Ad esempio, un complimento o un'incitazione spingono a fare sempre meglio e sono senz'altro più efficaci di un rimprovero".

Il primo progetto pilota é intanto già partito e sta già dando buoni frutti. "Nel definire l'identità della Sarlux, abbiamo capito che la sfida più importante, per noi, è quella della sicurezza, sia delle nostre persone che dell'ambiente - conclude Vincenzo Greco - così abbiamo importato dalla cultura anglosassone un sistema efficiente e che altrove ha già prodotto ottimi risultati. Il nuovo protocollo si aggiunge a tutte la serie di controlli, ispezioni, investimenti in attrezzature e formazione che da tempo il gruppo Saras mette in campo per garantire la sicurezza". http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/speciali/2014/12/09/saras-obiettivo-zero-infortuni-con-protocollo-prevenzione_57371c3e-cd8e-4c33-b791-9004149ac8a9.html

martedì 23 dicembre 2014

Rinnovabili: ecco come rimodulare gli incentivi

http://www.edilportale.com/news/2014/12/risparmio-energetico/rinnovabili-ecco-come-rimodulare-gli-incentivi_43214_27.html

Il GSE pubblica le istruzioni operative per usufruire dell'opzione sulle FER non fotovoltaiche

23/12/2014 - Il GSE (Gestore Servizi Energetici) ha pubblicato sul suo sito le modalità di comunicazione per usufruire della rimodulazione degli incentivi per gli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabili (FER) diversi dal fotovoltaico.
Per richiedere la rimodulazione  è necessario inoltrare la richiesta al GSE tramite l’invio di una email all’indirizzo:spalmaincentiviTO-CV@cc.gse.it, allegando il format di richiesta di rimodulazione.
 
La possibilità di usufruire dell’opzione è rivolta ai produttori di energia elettrica titolari di impianti alimentati da fonti rinnovabili, diversi dai fotovoltaici, che accedono agli incentivi sotto forma di certificati verdi, tariffe omnicomprensive o tariffe premio.
 
Sono esclusi dall’opzione:
1) i possessori d’impianti Fer per i quali il periodo incentivante termini entro il 31 dicembre 2014;
2) i produttori di impianti di produzione di energia elettrica a biomasse o a biogas di potenza non superiore a 1 MWe per i quali il periodo incentivante termini il 31 dicembre 2016;
3) gli impianti  incentivati  ai  sensi  del  provvedimento del Comitato interministeriale dei prezzi n. 6 del 29 aprile 1992;
4) gli impianti incentivati secondo quanto espresso del  Dm del 6 luglio 2012.
 
Le linee guida esplicano le modalità previste dal DM 6 novembre 2014 in attuazione dell'art.1 del DLDestinazione Italia, per la rimodulare volontaria degli incentivi prolungando di sette anni il periodo di incentivazione a fronte di un ribasso.

Partite Iva con redditi bassi, i nuovi minimi funzioneranno così

http://www.edilportale.com/news/2014/12/normativa/partite-iva-con-redditi-bassi-i-nuovi-minimi-funzioneranno-cos%C3%AC_43193_15.html

Tassazione al 15% per redditi fino a 15 mila euro senza limiti di tempo, escluso chi guadagna più di 20 mila euro con un lavoro dipendente

23/12/2014 - Imposta sostitutiva al 15% per redditi fino a 15 mila euro. Sono i nuovi minimi con cui i professionisti che vogliono iscriversi al regime fiscale agevolato dovranno fare i conti a partire dal 1° gennaio 2015.
Un sistema che sta già suscitando preoccupazione tra gli addetti ai lavori, che temono un aumento delle tasse da pagare. Tanto che il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha rassicurato i professionisti che non hanno tratto nessun beneficio dalla Legge di Stabilità.

"Per le giovani partite Iva - ha dichiarato il premier ai microfoni di Rtl 102.5 - è sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi" .
 
Al nuovo sistema, introdotto con la Legge di Stabilità per il 2015, possono accedere i professionisti con Partita Iva che nell’anno precedente hanno sostenuto spese fino a 5 mila euro lordi per lavoro accessorio e lavoratori assunti anche a progetto e che, al momento della chiusura dell’esercizio finanziario, hanno registrato un costo dei beni strumentali (tra cui non rientrano gli immobili usati per l’esercizio della professione) fino a 20 mila euro.
 
Chi entra nel regime forfetario è escluso dagli studi di settore e può destinare fino al 49% del proprio reddito per eventuali collaboratori.Il nuovo sistema agevolato è invece precluso ai professionisti che durante l'anno, oltre ad esercitare la libera professione, percepiscono anche un reddito da lavoro dipendentesuperiore a 20 mila euro.

Il nuovo regime implica un aumento della tassazionerispetto al vecchio sistema, che fino ad ora ha previsto una tassazione del 5% per i redditi fino a 30 mila euro. In compenso, però, non ci saranno più limiti né di età né temporali. Col sistema che a fine anno sarà accantonato, invece, si poteva usufruire della minore tassazione per cinque anni, o comunque fino al compimento del trentacinquesimo anno di età.
 
I vecchi minimi, cioè quelli con ricavi fino a 30 mila euro, che pagano l'imposta al 5%, non passeranno automaticamente al nuovo sistema, ma resteranno nel vecchio regime fino al compimento del trentacinquesimo anno di età o allo scadere del quinquennio agevolato. Le nuove regole opereranno infatti solo per chi intende usufruire della tassazione agevolata dal primo gennaio 2015.L'aumento della tassazione forfetaria avrà un impatto significativo sui redditi dei professionisti, che tra il 2005 e il 2013 sono diminuiti in media del 39,2%. Un’indagine del Consiglio nazionale degli architetti e del Cresme ha infatti rivelato che nel 2012 gli studi di architettura e ingegneria hanno fatturato in media rispettivamente 38 mila e 55 mila euro.

Un architetto italiano guadagna in media 17 mila euro all’anno, che, al netto di tasse e previdenza, vale la metà. La cifra scende a 11 mila euro al Sud e per i trentenni non raggiunge i 500 euro reali al mese.

Prima dell’approvazione definitiva, i professionisti avevano già espresso preoccupazioni e perplessitàsul nuovo sistema, che a loro avviso potrebbe danneggiarli.
 
Secondo la Rete delle Professioni Tecniche, abbassando la soglia di reddito da 30 mila a 15 mila euro, ai professionisti potrebbe convenire optare per il regime ordinario. Al di sotto dei 30 mila euro, infatti, la non deducibilità delle spese prevista dal regime forfetario, sostituita dall’applicazione di un coefficiente per il calcolo dell’imponibile, può generare un livello di tassazione maggiore rispetto a quello ordinario.
 
Perplessità sull’effettiva portata della misura sono state espresse anche dal Servizio Bilancio del Senato, che non ha trovato riscontri né sul numero di contribuenti potenzialmente interessati, né su quello attuale di soggetti che hanno optato per i vigenti regimi agevolati né sul confronto tra aliquote Irpef pagate dai potenziali beneficiari e effetti dell’imposta sostitutiva al 15%.La Legge di Stabilità 2015 è stata approvata definitivamente dalla Camera e sta per essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale.