sabato 31 maggio 2014

Scuole, in arrivo 350 milioni di euro ‘a tasso agevolatissimo’ per l’efficientamento energetico

Nel decreto legge di prossima approvazione c'è anche lo sblocco immediato di risorse per gli interventi urgenti di risanamento idrogeologico

http://www.edilportale.com/news/2014/05/lavori-pubblici/scuole-in-arrivo-350-milioni-di-euro-a-tasso-agevolatissimo-per-l-efficientamento-energetico_39755_11.html 30/05/2014 - Il Governo sta per approvare lo stanziamento di 350 milioni di euro“con un tasso agevolatissimo” e l'istituzione di un Fondo rotativo per interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici, con priorità per le scuole.
 
Lo ha annunciato il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, intervenendo al Forum della Pubblica Amministrazione, mercoledì scorso a Roma.
 
Si tratta del Decreto Legge in materia ambientale (vedi bozza), circolato tre settimane fa, che autorizzerà il Fondo Kyoto a finanziare interventi di efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico, dando priorità alle scuole.

Nel decreto c'è anche lo sblocco immediato di risorse per gli interventi urgenti di risanamento idrogeologico (leggi tutto).
 
Gli altri obiettivi indicati dal Ministro Galletti sono: aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale.
 
“Sono stati messi a disposizione - ha ricordato Galletti - 183 milioni di euro per le Regioni obiettivo Convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) - il piano operativo interregionale finanziato con i fondi europei - e parliamo di interventi soprattutto per le piccole e medie imprese che oggi soffrono di più, ma che rappresentano il principale asset del nostro Paese. Oggi, infatti, mettere in rete sviluppo vuol dire anche creare occupazione”.
 
“Un obbligo però - ha concluso il Ministro - deve essere quello del rispetto dell’impegno di spesa: se critichiamo l’Unione europea e siamo i primi a non riuscire a spendere i soldi che la stessa UE ci consegna, diventiamo deboli. Dobbiamo dare all’UE un segno politico di virtuosità”.
 
È consistente, negli ultimi mesi, l’impegno finanziario del Governo in favore delle scuole. L’ultimo atto, in ordine di tempo, è l’assegnazione, da parte del Ministro dell’Istruzione, di 36 milioni di euro a 27 enti locali per rigenerare strutture obsolete e costruire nuovi edifici. Le risorse, assegnate in cofinanziamento, svilupperanno un importo complessivo pari a circa 186 milioni di euro.

Con il DL del Fare 69/2013 sono stati invece stanziati 150 milioni di euro per realizzare 692 interventi urgenti per la riqualificazione e la messa in sicurezza delle scuole statali. I fondi sono stati assegnati alle Regioni e da queste trasferiti agli enti locali proprietari delle scuole, che stanno predisponendo i bandi pubblici.
 
Sulla questione degli investimenti nella ristrutturazione delle scuole è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, rispondendo mercoledì al question time alla Camera.
 
“Le risorse dei Comuni destinate alla ristrutturazione delle scuole sono escluse dal Patto di stabilità interno” ha detto Lupi. “Il Governo sta lavorando per aumentare le risorse che l’Europa destina ai Paesi per realizzare le reti infrastrutturali strategiche”.
 
Le prime indicazioni - ha detto Lupi - sono arrivate dalla Legge di Stabilità 2014 (Legge 147/2013), in cui si prevede chi i Comuni possano sforare il Patto di stabilità interno di un miliardo di euro per la realizzazione delle opere.
 
Successivamente, la Spending Review (DL 66/2014)  ha previsto che le risorse da investire nella ristrutturazione degli edifici scolastici vengano escluse dal Patto di stabilità. Parliamo di una somma pari a122 milioni di euro annui per il 2014 e il 2015, ai quali si potrebbero aggiungere altri 300 milioni di euro provenienti dalla eventuale riprogrammazione, da parte del Cipe, del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020.

venerdì 30 maggio 2014

Equitalia, rush finale per la sanatoria: 135mila adesioni, verso 600 milioni di raccolta

Il 3 giugno scadono i termini per la "rottamazione" delle cartelle: multe e tributi i cui avvisi di accertamento sono stati affidati all'agenzia di riscossione entro il 31 ottobre 2013. Alla fine del prossimo ottobre gli enti riceveranno gli elenchi di chi si è rimesso in regola



L'operazione ha subito numerosi rinvii, inizialmente alla fine di marzo e poi ancora alla scadenza attuale. I primi dati di raccolta, cioè relativi alla finestra chiusa a febbraio, parlavano di 75mila adesioni per un incasso di 300 milioni. Le proroghe avrebbero dunque consentito di doppiare la prima asticella, con un accelerata finale visto che il primo rinvio aveva portato solamente una quarantina di milioni
in più. Visto l'ultimo spostamento, entro il 31 ottobre 2014, e non più il 30 giugno, Equitalia trasmetterà a ciascun ente interessato l'elenco dei debitori che hanno pagato tempestivamente e, tramite posta ordinaria, informare dell'avvenuta estinzione del debito coloro che hanno effettuato il versamento. Con la proroga, la sospensione della riscossione dei debiti interessati dalla definizione agevolata slitta dal 15 aprile al 15 giugno 2014.

L'operazione è consistita, in sostanza, di una sanatoria per le cartelle riguardante non solo i tributi erariali ma anche tributi come il bollo dell'auto e le multe per la violazione del codice della strada. Sono rimasti esclusi, invece, i debiti Inps e Inail. Ai contribuenti è stata data la possibilità di pagare in un'unica soluzione, senza interessi di mora e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, le cartelle e gli avvisi di accertamento esecutivi affidati entro il 31 ottobre 2013 a Equitalia per la riscossione.

Ecco riassunte le caratteristiche utili per i contribuenti:

I tributi interessati. La definizione agevolata riguarda le cartelle e avvisi di accertamento esecutivi emessi per tributi di competenza delle Agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate, del Demanio, del Territorio, delle Dogane e dei Monopoli), Uffici statali (per esempio Ministeri e Prefetture) ed Enti locali (Regioni, Province e Comuni), affidati a Equitalia entro il 31 ottobre 2013.

Verifica delle cartelle. Per capire se i tributi inseriti nelle cartelle/avvisi rientrano nella definizione agevolata i contribuenti devono prendere visione della propria situazione debitoria, verificare la data in cui le somme dovute sono state affidate all'agente della riscossione e il tipo di atto ricevuto. Queste informazioni sono tutte contenute nell'estratto di ruolo che si può chiedere agli sportelli di Equitalia.

Cosa non si paga. Per tutte le cartelle/avvisi che rientrano nell'agevolazione il contribuente non dovrà pagare gli interessi di mora che maturano dalla data di notifica della cartella in caso di mancato pagamento delle somme entro i 60 giorni previsti. Inoltre, per le cartelle/avvisi emessi per conto dell'Agenzia delle Entrate, e quindi riferite a entrate erariali, non si paga anche il tributo relativo agli interessi per ritardata iscrizione a ruolo, indicati nella cartella di pagamento e nell'estratto di ruolo.

Cosa si paga. Chi sceglie di aderire dovrà pagare il residuo del debito (al netto degli interessi non dovuti), l'aggio, le spese di notifica e quelle per eventuali procedure attivate. Equitalia invierà entro il 31 ottobre mediante posta ordinaria una comunicazione di avvenuta estinzione del debito ai contribuenti che avranno pagato nei termini previsti.

Dove e come pagare. È possibile effettuare il versamento in tutti gli sportelli di Equitalia, negli uffici postali tramite bollettino F35, indicando nel campo "Eseguito da", oltre ai dati personali, anche la dicitura "Definizione Ruoli - L. S. 2014". Per la corretta ricezione del pagamento, si consiglia di utilizzare un bollettino F35, completo di codice fiscale, per ognuna delle cartelle/avvisi che si vuole pagare in forma agevolata. http://www.repubblica.it/economia/2014/05/30/news/equitalia_rush_finale_per_la_sanatoria_135mila_adesioni_verso_600_milioni_di_raccolta-87683294/?ref=HREC1-8
(30 maggio 2014)© RIPRODUZIONE RISERVAT 

giovedì 29 maggio 2014

Boom di case all’asta a Latina scendono i prezzi degli immobili

Chi non vorrebbe, visto il momento di crisi economica, comprare casa a un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato? Probabilmente tutti quelli che, nei progetti attuali o futuri, siano intenzionati all’acquisto di un’abitazione. Un’opportunità interessante in questo senso arriva dalle aste giudiziarie, dove è possibile, in media, risparmiare il 30% rispetto al prezzo reale. Nel primo semestre 20123 (ultima rilevazione disponibile), le vendite giudiziarie di beni immobili "emesse", cioè disposte dal giudice, sono state quasi 25mila, mentre nell'intero 2012 ammontavano a 38.814. Se si assume che le pratiche siano avanzate con lo stesso ritmo anche nella seconda parte dello scorso anno, si può ipotizzare un trend di crescita superiore al 25%. «Nel nostro territorio le percentuali sono assolutamente sovrapponibili – sottolinea il presidente Fiaip Latina, Santino Nardi -, sebbene da un lato la crisi delle compravendite (il 2013 è andato meno peggio degli anni precedenti, ma ha fatto comunque segnare -9,2% rispetto all’anno precedente) e un approccio ancora poco elastico di molti clienti a questo tipo di acquisto così diverso dal tradizionale, facciano viaggiare questo segmento a ritmi ancora inferiori rispetto a quelli potenziali». «Senza dubbio – interviene Giovanna Consalvi, agente Fiaip di Aprilia, esperta nel settore – c'è la componente emotiva del compratore, che contrasta con l'approccio razionale dell'acquisto all'asta. Nel quale non c’è trattativa, le modalità di pagamento sono ferree, il mutuo non può superare la soglia dell’80%». Tuttavia l’affare si fiuta e si acciuffa facilmente: il range dei prezzi base delle aste è abbastanza ampio e può andare da prezzi vicini a quelli di mercato a prezzi assolutamente inferiori. Fino a 6/8 anni fa – spiega Consalvi – le aste erano riservate a pochi addetti ai lavori che già per motivi professionali frequentavano giornalmente i tribunali, inoltre era difficile per un profano riuscire a consultare le informazioni necessarie (perizia, avviso e ordinanza) senza considerare che interpretare e capire i termini tecnici delle perizie è comunque difficile senza una guida. «Inoltre i tempi d’esecuzione delle aste (dal pignoramento all’esecuzione fisica della vendita) erano a dir poco biblici, con anni d’attesa, rinvii e lungaggini burocratiche che non hanno aiutato la popolarità di questo meccanismo». Oltre a tanti luoghi comuni che sono nate attorno a questo mondo: “le aste sono frequentate da soggetti poco raccomandabili” o “se prendi un immobile poi passano anni prima che butti fuori gli occupanti” le più frequenti - sorride l’agente -, ma già dal marzo 2006, dopo un periodo di sperimentazione, è entrata in vigore la riforma del processo esecutivo che ha introdotto sostanziali modifiche alle vendite giudiziarie, per renderle più efficienti e soprattutto veloci, con l’obiettivo di incrementare il numero di partecipanti alle gare e ridurre i tempi di un’esecuzione. «L’interesse crescente ha attirato l’attenzione dei media che hanno iniziato a promuovere l’asta come strumento d’acquisto sicuro e alla portata di tutti – spiega Nardi -: notevole merito a questo successo è da imputare a internet che ha reso le cose molto più semplici e veloci». «In molti, così – riprende Consalvi – hanno deciso di contattarci per sfruttare questa opportunità, e diversi sono già anche riusciti a trarne vantaggio». Tuttavia alcune accortezze è bene tenerle sempre presenti. «Se credete che la cosa più ovvia sia quella di puntare sulle aste a prezzi base alla metà del mercato avete fatto i conti senza l'oste – spiega l’agente -: tutti i principianti si buttano su quelle coi prezzi più bassi cercando il grande affare. E le inflazionano. «In altre parole, più un immobile ha un prezzo base basso, più saranno coloro i quali all'asta se lo disputeranno facendo offerte sempre più alte. Ed è così che gli immobili con il prezzo di partenza inferiore vengono paradossalmente spesso venduti a un importo anche pari a quello di mercato, talvolta addirittura di più». Ovviamente in quel caso l’asta va abbandonata. «Infatti generalmente chi sia minimamente esperto preferisce puntare su immobili che hanno un prezzo base inferiore del 25%-30% di quello di mercato. Queste aste infatti non appaiono così interessanti agli occhi dei principianti, ed è per questo che sono meno frequentate». Giovanna Consalvi tratteggia anche la tipologia del cliente pontino che si avvicina a questo tipo di mercato. «In calo gli investitori, cioè chi acquista all’asta per professione, più che raddoppiati i privati, ovvero coloro che si avvicinano all’asta allo scopo di comprar casa per sé». Le aste sono pubblicizzate come del tutto prive di rischio. «Ed è vero per la maggior parte dei casi; tuttavia è decisamente consigliabile affidarsi ad un consulente che abbia familiarità con tutte le fasi della procedura per essere in grado di gestire qualunque imprevisto si possa verificare, sopratutto nelle fasi post -aggiudicazione. «Per privati ci possono ancora essere delle insidie – evidenzia il presidente Nardi –: non sempre infatti le case all’asta sono libere da tutti i vizi e le pendenze, come ad esempio eventuali cause civili ancora in corso oppure sequestri conservativi. Le perizie vanno quindi analizzate con attenzione da persone competenti». La consulenza di professionisti – argomenta Consalvi – diventa fondamentale per ottenere maggiore possibilità di aggiudicazione, riducendo le demoralizzanti partecipazioni a vuoto e aumentare le possibilità del buon esito dell'operazione. Per evitare di scegliere immobili che nascondano problemi che potrebbero svalutarli o ritardare il loro effettivo possesso. «Per queste ragioni seguiamo il cliente step by step in un eventuale acquisto da effettuare in tutta serenità.» Inoltre, è possibile anche risparmiare denaro: avere il supporto di professionisti consente di spendere, in alcuni casi, decine di migliaia di euro in meno. «Affidarsi ad un agente Fiaip anche in questo tipo di trattative – conclude Nardi – è garanzia di trasparenza: spesso sono gli stessi studi legali a chiedere consulenza, magari informale, al professionista certificato». http://www.latinanotizie.it/articolo.php?id=33467

Piano casa, luci e ombre della riforma: dai bonus alla lotta all’abusivismo

Diverse le novità previste per combattere l’emergenza abitativa. Ma non tutte le misure partiranno con effetto immediato: molte attendono i decreti di attuazione come l'affitto con riscatto e il maxi piano di recupero e risanamento dell'edilizia residenziale pubblica

di  | 28 maggio 2014 Il Piano Casa, che porta la firma di Maurizio Lupi e interviene anche sull’Expo (stanziando anche 25 milioni al comune di Milano), è legge entrando ufficialmente in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei suoi 20 articoli. Ma solo alcune delle novità del pacchetto pensato dal governo per combattere l’emergenza abitativa partiranno con effetto immediato. Tra queste compaiono il nuovo bonus mobili, le variazioni alla disciplina della cedolare secca al 10% e la lotta all’abusivismo. Molte misure, invece, attendono i decreti di attuazione: si tratta, ad esempio dell’affitto con riscatto e del maxi piano di recupero e risanamento dell’edilizia residenziale pubblica.
Queste le novità più importanti previste dal Piano che in tutto vale circa un miliardo e 800 milioni di euro con tre obiettivi: il sostegno all’affitto a canone concordato, l’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari e lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale.
Così, diversamente da quanto accaduto in passato quando con il Piano casa del 2009, targatoBerlusconi, si offrì ai cittadini la sola possibilità di “effettuare interventi di ampliamento e/o ricostruzione della propria abitazione e di semplificare le procedure burocratiche inerenti i lavori di edilizia”, ora la politica si è concentrata invece sull’aspetto sociale, dando una risposta a una delle emergenze più forti in Italia: la mancanza di alloggi per inquilini a basso reddito. Sono 700 mila le famiglie aventi diritto che sono in attesa di un alloggio popolare che non esiste.
Ma se questa decisione di aumentare il numero delle case popolari, grazie alla ristrutturazione di quelli fatiscenti e perciò attualmente inutilizzabili (l’operazione dovrebbe riguardare nell’immediato almeno 12.000 alloggi), ha portato apprezzamenti bipartisan, lo stesso Piano mostra anche il pugno duro contro il fenomeno delle occupazione degli alloggi pubblici. Quanti occupano un immobile senza averne titolo non potranno, infatti, richiedere gli allacciamenti per le forniture di luce, acqua, gas e telefono. E sempre a questi “delinquenti”, così come li ha definiti il ministro Lupi, è fatto divieto di richiedere un altro alloggio sociale per almeno cinque anni.
Decisione fortemente contestata dai movimenti per la casa che criticano anche gli stanziamenti del plafond: 100 milioni di euro per incrementare il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e altri 226 milioni da destinare agli inquilini morosi incolpevoli.
“Non sono numeri reali: si ottengono – spiega Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini – sommando gli stanziamenti dal 2014 al 2020. Anno per anno, quindi, sono meno di 40 milioni di euro in media. Peccato che – prosegue De Cesaris – solo quindici anni fa, con la crisi ancora lontana, il solo fondo sociale per gli affitti era di 600 miliardi di lire all’anno, ovvero più di 300 milioni di euro. Così nel 2014, con un numero di sfratti per morosità tre volte superiore a quello di 15 anni fa, ci sono risorse per le famiglie meno abbienti tre volte inferiori”.
Il fondo stanziato potrà anche essere usate dai Comuni per stipulare nuove convenzioni per ulteriorialloggi a canone concordato. “Ma la somma – sottolineano dall’associazione – non riesce a rispondere all’entità della domanda, vale a dire a 650 mila famiglie che attendono nelle graduatorie comunali”.
L’Unione Inquilini contesta anche l’articolo 3 sull’offerta di acquisto degli alloggi ex Iacp (Istituti autonomi case popolari) agli inquilini. “Non si prevede di aumentare le case popolari, ma – dicono – si tratta di una delega al governo per varare un decreto che, anche in deroga alle leggi vigenti di tutela degli assegnatari, acceleri il processo di dismissione del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica”.
A fare il punto sull’articolo 10, che per ridurre il disagio abitativo e aumentare l’offerta di alloggi sociali promuove il processo di integrazione delle aree già urbanizzate, è l’urbanista Paolo Berdini. “In altre parole si permette di assimilare gli alloggi recenti invenduti dai costruttori in alloggi sociali, che vuol dire ottenere tutte le agevolazioni di legge ed economiche per destinarli a famiglie in grado di pagarsi un mutuo immobiliare”.
Altro punto critico è l’impossibilità di utilizzare immeritamente 500 milioni di euro per recuperare le decine di migliaia di immobili di residenza pubblica disponibili, ma non utilizzabili perché bisognosi di interventi di ristrutturazione. Sarà, infatti, compito delle Regioni comunicare l’elenco degli immobili, di proprietà comunale o degli enti, che possono tornare a disposizione con interventi meno impegnativi.
Tra le altre novità previste dal Piano, vanno ricordate l’introduzione della cedolare secca al 10% per i contratti a canone concordato stipulati nei Comuni in emergenza abitativa e in quelli colpiti da eventi calamitosi e la sanatoria fino al 31 dicembre 2015 per gli affittuari che, in base alla legge in vigore dall’aprile 2011, per usufruire del maxi-sconto sul canone annuo che diventava equivalente al triplo della rendita catastale e quindi in molti casi inferiore anche dell’80% al valore di mercato, hanno prima denunciato di pagare l’affitto in nero per usufruire e poi hanno scoperto che questa norma è stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta nel marzo scorso.
Infine, le detrazioni Irpef del 50% per le ristrutturazioni edilizie e l’acquisto di mobili. Il bonus (con un tetto massimo di spesa di 10.000 euro) è stato svincolato dalla ristrutturazione e si potrà portare in detrazione anche quando la spesa per i mobili è superiore a quelle sostenute per i lavori. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/28/piano-casa-luci-e-ombre-dai-nuovi-fondi-alla-lotta-alloccupazione/1004892/

martedì 27 maggio 2014

Detrazione 65% anche per gli interventi su immobili strumentali

Entrate: a differenza del bonus ristrutturazioni, l’ecobonus vale anche per gli edifici usati per l’esercizio delle attività professionali e di impresa

http://www.edilportale.com/news/2014/05/normativa/detrazione-65-anche-per-gli-interventi-su-immobili-strumentali_39714_15.html
28/05/2014 - Sono agevolabili gli interventi di riqualificazione energetica sugli immobili strumentali delle imprese. Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la circolare 11/E/2014.
Con la stessa circolare, il Fisco ha anche spiegato che i piccoli condomini devono richiedere il codice fiscale prima di avviare una ristrutturazione.
 
Riqualificazione energetica degli immobili strumentali 
Il Fisco ha ricordato che gli interventi di efficientamento energetico degli immobili godono di una detrazione del 65% fino al 31 dicembre 2014, che scenderà al 50% per tutto il 2015 e poi passerà al 36%.
 
Fin dal momento della sua istituzione con la Finanziaria 2007, il DM 19 febbraio 2007 ha definito le modalità per usufruire del bonus e i soggetti ammessi. Rientrano tra questi le persone fisiche, gli esercenti arti e professioni e i soggetti titolari di redditi di impresa che sostengono le spese per gli interventi di riqualificazione energetica.
 
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, a differenza del Bonus sulle ristrutturazioni, che spetta solo per gli interventi effettuati sugli edifici residenziali, la detrazione fiscale per l’efficientamento energetico interessa gli edifici appartenenti  a tutte le categorie catastali, quindi anche gli immobili strumentali, usati per l’esercizio dell’arte, della professione o dell’impresa.
 
La detrazione, ha concluso il Fisco, compete anche se gli interventi sono realizzati in economia con riferimento ai costi di intervento, ad esempio utilizzando materiali non acquistati, ma prelevati dal magazzino.
 
Ristrutturazioni nei piccoli condomìni
Per realizzare lavori di ristrutturazione nei piccoli condomìni, è necessario che il condominio richieda il codice fiscale anche se non è stato nominato un amministratore.
 
L’Agenzia delle Entrate ha innanzitutto spiegato che, quando più soggetti costruiscono insieme su un suolo comune o quando il proprietario unico vende ad altri soggetti le porzioni dell’edificio,  la nascita del condominio è automatica.
 
Il condominio, ha sottolineato il Fisco, ha la natura di sostituto di imposta. Ciò significa che deve  effettuare la ritenuta d’acconto ogni volta che corrisponde dei compensi. Perché queste operazioni siano possibili, è quindi necessario essere in possesso del codice fiscale, anche quando le dimensioni del condominio non rendono obbligatoria la nomina dell’amministratore.
 
Per poter pagare i lavori di ristrutturazione ed ottenere la detrazione fiscale del 50%, i condomini senza amministratore devono quindi richiedere il codice fiscale, che va indicato nel bonifico al fornitore.
 
Così come avviene per le spese, infine, anche la detrazione fiscale viene ripartita in base alle quote millesimali.

Bonus Mobili abbinato alla riqualificazione energetica degli edifici, ecco quando è possibile

Gli interventi devono essere classificabili come manutenzioni straordinarie su singole unità immobiliari residenziali http://www.edilportale.com/news/2014/05/risparmio-energetico/bonus-mobili-abbinato-alla-riqualificazione-energetica-degli-edifici-ecco-quando-%C3%A8-possibile_39692_27.html

27/05/2014 - Il Bonus Mobili può essere concesso anche in presenza di interventi di efficientamento energetico classificabili come manutenzione straordinaria su singole unità immobiliari residenziali. Con la circolare 11/E/2014, l’Agenzia delle Entrate torna a pronunciarsi in materia di detrazioni fiscali sugli interventi di riqualificazione energeticaristrutturazione e acquisto di mobili ed elettrodomestici efficienti.
Per quanto riguarda il Bonus Mobili, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che normalmente non può beneficiare della detrazione chi effettua la riqualificazione energetica dell’edificio. La situazione cambia però se l’intervento rientra tra i lavori di manutenzione straordinaria.
 
Rientrano in questo ambito i lavori effettuati sugli impianti tecnologici, come la sostituzione di alcune componenti per ottenere un risparmio di energia.
 
In base al Testo unico dell’edilizia, infatti, per interventi di manutenzione straordinaria si intendono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici. In ogni caso è necessario non alterare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non modificare le destinazioni d’uso.
 
In altre parole, ha sintetizzato il Fisco, la manutenzione straordinaria si riferisce ad interventi, anche di carattere innovativo, di natura edilizia ed impiantistica finalizzati a mantenere in efficienza ed adeguare all’uso corrente l’edificio.
 
Le Entrate hanno inoltre sottolineato che gli interventi sugli impianti tecnologici, diretti a sostituirne componenti essenziali con altri che consentono di ottenere risparmi energetici rispetto alla situazione preesistente, rispondono al criterio dell’innovazione e sono tendenzialmente riconducibili alla manutenzione straordinaria.
 
Ricordiamo che si può richiedere la detrazione del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici ad alta efficienza in abbinamento ai seguenti interventi di riqualificazione edilizia:
manutenzione ordinaria, ma solo se effettuata sulle parti comuni di un edificio residenziale (in questo caso viene agevolato unicamente l’acquisto di arredi per le parti comuni, come guardiole, appartamento del portiere, sala adibita a riunioni condominiali, lavatoi),
manutenzione straordinaria sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali,
restauro e di risanamento conservativo sulle parti comuni e sulle singole unità immobiliari,
ristrutturazione edilizia sulle parti comuni e sulle singole unità immobiliari,
interventi per il ripristino dopo eventi calamitosianche se non rientranti nelle categorie
precedenti, ma a patto che sia stato dichiarato lo stato di emergenza,
restauro, risanamento conservativo eristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro sei mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.

Le altre spiegazioni del Fisco
Con la circolare l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che si accede al Bonus Mobili anche se gli acquisti sono stati effettuati all’estero. L’importante è rispettare tutte le regole richieste, cioè effettuare il pagamento con bonifico o carta di credito e conservare tutti i documenti e le fatture.
 
Per quanto riguarda le ristrutturazioni eseguite su immobili di proprietà di due contribuenti, il Fisco ha spiegato che, quando la fattura o il bonifico è intestato ad un solo comproprietario, ma la spesa per la ristrutturazione dell’immobile è stata sostenuta da entrambi, la detrazione fiscale spetta anche a quest’ultimo a patto che sia indicata la percentuale di spesa da lui sostenuta. Lo stesso discorso vale anche per il familiare convivente che ha sostenuto le spese. L’annotazione sulle percentuali di spesa fronteggiate dai diversi proprietari deve essere indicata dal primo anno di fruizione della detrazione e non può essere modificata.
 
Sono detraibili le spese per la ristrutturazione o la riqualificazione energetica sostenute grazie alla concessione di un finanziamento. In questo caso, la società finanziaria che eroga il prestito deve emettere un bonifico a favore del fornitore indicando gli estremi dell’agevolazione, il codice fiscale del soggetto per conto del quale è effettuato il pagamento e la partita Iva del destinatario del bonifico.
 
Quando si effettua un bonifico bancario con causale errata, si può ottenere la detrazione se l’istituto di credito ha comunque operato la ritenuta del 4%. Ricordiamo infatti che dal 6 luglio 2011 le banche e Poste italiane effettuano una trattenuta del 4% sui pagamenti a favore delle imprese che realizzano i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica.

lunedì 26 maggio 2014

Scuole, dal Ministro dell’Istruzione 36 milioni di euro a 27 Enti locali

Risorse per rigenerare strutture obsolete o costruire nuovi edifici secondo i nuovi modelli di spazi di apprendimento http://www.edilportale.com/news/2014/05/lavori-pubblici/scuole-dal-ministro-dell-istruzione-36-milioni-di-euro-a-27-enti-locali_39660_11.html

26/05/2014 - Assegnati oltre 36 milioni di euro all’edilizia scolastica; gli Enti locali beneficiari sono indicati nel decreto appena firmato dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
La graduatoria è stata elaborata sulla base dell’ordine cronologico di presentazione delle domande, previa istruttoria tecnica del Miur. Gli Enti che hanno avuto accesso alle risorse saranno chiamati a firmare apposito protocollo d’intesa vincolandosi formalmente alla realizzazione degli impegni.

L’iniziativa consentirà di assegnare a 27 Enti Localicontributi in cofinanziamento per un totale di 36.788.058 euro di risorse statali che svilupperanno un importo complessivo per gli interventi previsti pari a circa 186 milioni di euro.

Lo stanziamento si inserisce nell’ambito delle attività intraprese dal Miur in materia di edilizia scolastica e si caratterizza per la promozione, a titolo sperimentale, dell’utilizzo da parte degli Enti locali dello strumento delFondo immobiliare che, grazie alla sinergia tra risorse pubbliche e private e alla valorizzazione degli immobili più vecchi, consentirà di rinnovare il patrimonio immobiliare scolastico.

Le risorse consentiranno di rigenerare strutture obsolete o costruire nuovi edifici dotati degli standard di sicurezza più recenti e di nuovi modelli di spazi di apprendimento.

Ricordiamo che, circa un anno fa, l’allora Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha emanato le Linee Guida per le architetture interne delle scuole, cioè i nuovi criteri per la costruzione degli edifici scolastici e per l’organizzazione degli spazi educativi e di apprendimento, in linea con le innovazioni determinate dalle tecnologie digitali e dalle evoluzioni della didattica.

Il documento rinnova i criteri per la progettazione degli spazi e delle dotazioni per la scuola del nuovo millennio, accantonando lo stile prescrittivo delle precedenti, risalenti al 1975. La nuova logica, infatti, è di tipo prestazionale e rende i criteri di progettazione più agevolmente adattabili alle esigenze didattiche e organizzative di una scuola in continuo mutamento.

Vengono dunque riconfigurate la architetture interne, proponendo una concezione dello spazio che non considera più la lezione frontale come modello prevalente dell’organizzazione della didattica. Sono proposti quindi spazi modulari, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi, ambienti plastici e flessibili, funzionali ai sistemi di insegnamento e apprendimento più avanzati (leggi tutto).