Tar Lazio: le opere più vicine del dovuto vanno demolite anche se rispettano i contenuti dei titoli abilitativi
14/10/2016 – I privati non possono accordarsi per effettuare interventi edilizi che violano le distanze minime tra edifici.
È la conclusione cui è giunto il Tar Lazio che, con la sentenza 9879/2016, ha confermato l’ordine di demolizione di alcune opere considerate abusive.
Nel caso preso in esame, il proprietario di un appartamento aveva effettuato delle opere di ristrutturazione edilizia con Dia, ma uno dei confinanti si era opposto sostenendo che fossero abusive.
Il Comune aveva quindi effettuato i rilievi del caso, accertando che i lavori si erano svolti nel rispetto di quanto dichiarato nella Dia. Erano state però violate le distanze minime e dopo l’intervento i due edifici si trovavano ad una distanza inferiore a quella di 5 metri prescritta dal Piano Regolatore.
Secondo l’Ufficio Tecnico del Comune, contestualmente alla Dia il privato avrebbe dovuto presentare il nulla osta di tutti i confinanti. Cosa che non aveva fatto perché si era accordato solo con alcuni vicini.
I giudici hanno però ricordato che costruire ad una distanza inferiore a quella minima prevista dalle norme in vigore è un’irregolarità che non riguarda solo i rapporti tra privati, ma anche la sfera pubblicistica.
Se è vero che l’Ente locale deve accertarsi del rispetto dei titoli abilitativi, senza entrare nei rapporti tra privati, d’altra parte il Tar ha affermato che la violazione delle distanze rientra tra i rapporti pubblicistici e deve essere subito sanzionata.
Sulla base di questi motivi il Tar ha confermato l’ordine di demolizione delle opere realizzate.
È la conclusione cui è giunto il Tar Lazio che, con la sentenza 9879/2016, ha confermato l’ordine di demolizione di alcune opere considerate abusive.
Nel caso preso in esame, il proprietario di un appartamento aveva effettuato delle opere di ristrutturazione edilizia con Dia, ma uno dei confinanti si era opposto sostenendo che fossero abusive.
Il Comune aveva quindi effettuato i rilievi del caso, accertando che i lavori si erano svolti nel rispetto di quanto dichiarato nella Dia. Erano state però violate le distanze minime e dopo l’intervento i due edifici si trovavano ad una distanza inferiore a quella di 5 metri prescritta dal Piano Regolatore.
Secondo l’Ufficio Tecnico del Comune, contestualmente alla Dia il privato avrebbe dovuto presentare il nulla osta di tutti i confinanti. Cosa che non aveva fatto perché si era accordato solo con alcuni vicini.
I giudici hanno però ricordato che costruire ad una distanza inferiore a quella minima prevista dalle norme in vigore è un’irregolarità che non riguarda solo i rapporti tra privati, ma anche la sfera pubblicistica.
Se è vero che l’Ente locale deve accertarsi del rispetto dei titoli abilitativi, senza entrare nei rapporti tra privati, d’altra parte il Tar ha affermato che la violazione delle distanze rientra tra i rapporti pubblicistici e deve essere subito sanzionata.
Sulla base di questi motivi il Tar ha confermato l’ordine di demolizione delle opere realizzate.
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