Anci: le novità del ddl Stabilità 2016 si sovrappongono alle deroghe per gli acquisti sotto i 40 mila euro
30/10/2015 – Scatta dal primo novembre l’obbligo di ricorrere agli appalti centralizzati nei comuni non capoluogo.Lo prevedono le norme sulla Spending Review, più volte prorogate, che hanno modificato il Codice Appalti.
Come segnalato dall’Associazione dei comuni (Anci) durante l’assemblea annuale al Lingotto di Torino, la misura, pensata per ridurre la spesa degli Enti locali, potrebbe creare degli intoppi perché alcune disposizioni si sovrappongono ad alcune novità contenute nel disegno di Legge di Stabilità per il 2016.
Dalla prossima settimana, i comuni non capoluogo di provincia procederanno all'acquisizione di lavori, beni e servizi nell'ambito delle unioni dei comuni o costituendo un apposito accordo consortile e ricorrendo ad un soggetto aggregatore o alle province.
In alternativa, i comuni potranno acquisire beni e servizi attraverso gli strumenti elettronici di acquisto gestiti da Consip Spa o da altro soggetto aggregatore di riferimento. Ai comuni che non rispetteranno le nuove regole l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) non rilascerà il Codice identificativo di gara (Cig).
Le norme prevedono però una deroga. I comuni con più di 10 mila abitanti potranno procedere autonomamente all’acquisto di beni, servizi e lavori di valore inferiore a 40 mila euro.
Per esigenze di semplificazione, il disegno di Legge di Stabilità per il 2016 riconosce la stessa possibilità anche ai comuni più piccoli a partire dal 1° gennaio 2016.
Questo avvio differenziato a distanza di due mesi, lamenta l’Anci, potrebbe provocarel’arresto delle procedure nei piccoli comuni, che per poter usufruire delle regole più snelle sarebbero portati ad aspettare prima di bandire le gare di importo limitato.
L’Associazione dei comuni ha quindi chiesto al Governo di intervenire subito perriallineare le due scadenze. Dando da subito anche ai piccoli comuni la possibilità di procedere con le procedure semplificate agli acquisti sotto i 40 mila euro, le gare continuerebbero ad essere bandite e non ci sarebbero ripercussioni sull’economia.
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