I produttori di serramenti propongono un’Iva agevolata progressivamente sostitutiva dei bonus
24/10/2014 - La proposta di ridurre dal 10 al 4% l’Iva sui lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica agevolati con le detrazioni fiscali è stata definitivamente bocciata dalla Camera.Era contenuta in un emendamento al ddl di conversione del DL Sblocca Italia approvato dalla Commissione Ambiente e prevedeva di compensare la riduzione con l’aumento dal 4 al 10% dell’Iva per le nuove costruzioni vendute dalle imprese
Non ha passato l’esame della Ragioneria dello Stato perché avrebbe causato “il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per la violazione delle direttive in materia fiscale” e perché non aveva adeguate coperture finanziarie.
La proposta ha fatto infuriare le imprese edili, prime vittime dell’aumento dell’Iva sulle nuove costruzioni. Il presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha definito la proposta “una stortura finanziariamente insostenibile non solo per le casse dello Stato ma anche per i cittadini che si troverebbero a pagare molto di più l’acquisto della casa e per le imprese edili, già stritolate dalla crisi e dalle tasse”.
La norma è stata cancellata con il voto di fiducia sul decreto Sblocca Italia ma l’idea è piaciuta a UNICMI, l’Unione delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti, secondo la quale l’Iva al 4% avrebbe avuto “un impatto diretto sui consumi dei privati che oggi spendono circa 1,3 miliardi di euro nella sostituzione di serramenti sostenuta dagli incentivi fiscali”.
L’Ufficio Studi Economici di UNICMI ha stimato che la spesa dei consumatori per la sostituzione dei serramenti potrebbe crescere nel 2015 di una percentuale compresa tra il 15 % e il 18%, generando una crescita del fatturato del comparto dei serramenti tra i 200 e i 240 milioni di euro.
Secondo UNICMI “queste misure di stimolo ai consumi dei privati hanno effetti immediati sulla domanda e lo sviluppo economico, come è stato ampiamente dimostrato dagli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica che, dalla loro introduzione del 2007, hanno generato un fatturato aggregato di circa 19 miliardi di euro, di cui circa 9,3 miliardi per il settore dei serramenti”.
Le due spiegazioni della bocciatura del provvedimento (probabile deferimento alla Corte di Giustizia Ue per la violazione delle direttive in materia fiscale e mancanza di copertura finanziaria) non hanno convinto UNICMI, che ha chiesto al Viceministro all’Economia e Finanze Luigi Casero un autorevole parere sulla fattibilità politica, legislativa e comunitaria di una ripresentazione della misura, oppure di un’Iva agevolata per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, magari anche progressivamente sostitutiva dei bonus attualmente previsti fino al 31 dicembre 2015.
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