domenica 11 maggio 2014

VITTIME PONTINE DEL LAVORO Amianto, benefici negati: operai Ondulit vincono in Cassazione

Annullata la sentenza che negava gli indennizzi ai lavoratori di Cisterna. Alti i rischi nello stabilimento dal 1958 al 1985

Hanno lottato duro per anni. Si sono battuti davanti ai giudici, per vedersi riconoscere un minimo di indennizzo dopo essere stati a lungo costretti a lavorare in mezzo all’amianto. Un po’ di sostegno come già avevano avuto altri loro colleghi e che loro si erano visti invece negare prima dall’Inps e poi dalle toghe. Una battaglia estenuante, ma alla fine quattro lavoratori della Ondulit Italiana spa, la storica azienda produttrice di coperture di Cisterna, con lo stabilimento in zona Le Castella, ce l’hanno fatta.
IL DRAMMA. Tantissimi i lavoratori che in Italia sono rimasti vittime dell’amianto. Una sostanza che uccide. Impiegata da tante aziende nelle lavorazioni e nelle coperture. Moltissimi gli operai pontini che hanno vissuto tale dramma. Negli ultimi anni a tali lavoratori sono stati riconosciuti dei benefici di legge. Una forma di sostegno per chi ha messo a rischio la propria vita pur di lavorare. Non sono mancati però i casi in cui l’Inps ha negato tali indennizzi e diversi operai, in larga parte assistiti dall’avvocato Ezio Bonanni, sono dovuti ricorrere al Tribunale per vedersi riconoscere le proprie ragioni.
CASO ONDULIT. La particolarità per quanto riguarda gli operai della Ondulit di Cisterna è stata quella che, mentre ad alcuni i giudici hanno concesso i benefici per l’esposizione ultradecennale all’amianto, ad altri, nonostante svolgessero mansioni analoghe, no. A quattro lavoratori, in particolare, sulla scorta di una consulenza tecnica d’ufficio, prima il Tribunale di Latina e poi la Corte d’Appello di Roma hanno negato il beneficio, ritenendo che non fosse provato il fatto che avevano lavorato per oltre dieci anni in mezzo all’amianto, con percentuali nell’aria del pericoloso materiale fuori dalle norme.
LA SVOLTA. I quattro lavoratori, tramite l’avvocato Ezio Bonanni, hanno fatto ricorso in Cassazione contro l’Inps. Hanno sostenuto che svolgevano attività simili ai colleghi ai quali l’indennizzo era stato dato, che alla Ondulit, tra il 1958 e il 1985, vi erano fibre d’amianto disperse nell’aria, che caricavano e scaricavano sacchi di amianto, trasportandoli a spalla, nel miscelatore, che svuotavano tali sacchi nel macchinario, per poi buttarli a terra, e che dove lavoravano coperture e tamponature erano in amianto. Una serie di elementi che hanno convinto gli ermellini. La sezione lavoro della Suprema Corte, accogliendo il ricorso degli operai, ha così annullato la sentenza impugnata e rinviato il caso alla Corte d’Appello di Roma. http://www.corrieredilatina.it/news/notizie-locali-nord/6201/Amianto--benefici-negati--operai.html

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