Parere del legale degli architetti: per combattere l’evasione sono validi anche bonifici e assegni http://www.edilportale.com/news/2014/05/professione/obbligo-di-pos-dal-30-giugno-continua-la-battaglia-del-cnappc_39658_33.html
23/05/2014 - L’obbligo per i professionisti di dotarsi del Pos, che sta per scattare dal 30 giugno 2014, è “una ingiustificabile vessazione". A tornare sull’argomento è Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC).Il Cnappc ha inviato un parere legale a tutti i consigli provinciali sostenendo che il Pos non è l’unico metodo in grado di combattere l’evasione fiscale, perché basta che nel contratto col cliente siano specificate modalità chiare e tracciabili di pagamento.
Con la lettera inviata, il Cnappc si è anche assunto la responsabilità di affermare che le modalità certe di accettazione dei pagamenti, come bonifico elettronico, addebito diretto, bonifico bancario e assegno raggiungono lo stesso obiettivo di disincentivare l’uso del contante e prevenire l’evasione fiscale.
Come emerge dal parere legale, nonostante l’obbligo di accettare i pagamenti tramite Pos, il professionista può comunque continuare a ricevere bonifici elettronici, addebiti diretti, bonifici bancari e assegni.
A questa considerazione si aggiunge che il divieto di usare denaro contante oltre i mille euro è già contenuto nel D.lgs 231/2007 e che, in base al Codice Civile, nelle prestazioni professionali la volontà delle parti rimane il riferimento principale per individuare le forme di pagamento.
In pratica, si legge nel parere legale, il professionista deve accettare il pagamento con carta solo se il cliente lo richiede, ma spesso gli importi delle attività professionali superano i massimali delle carte.
Per concludere, il Dl 179/2013, che ha introdotto l’obbligo del Pos, non prevede sanzioni a carico del professionista. L’unica conseguenza possibile, sostiene il Cnappc, potrebbe essere quindi una denuncia alla Guardia di Finanza, che si risolverebbe però dimostrando che è stato adottato un altro sistema di pagamento tracciabile.
Secondo il Cnappc, l’obbligo di dotarsi del Pos è un onere eccessivo se si considera che i professionisti appartengono a fasce di reddito basse e che devono fronteggiare anche la situazione di crisi. Dal rapporto Cresme 2013 sulla professione di architetto emerge infatti che il 35% degli iscritti all’ordine ha meno di quarant’anni e che a dieci anni dal conseguimento del titolo di secondo livello, il reddito medio dei professionisti ammonta a 1300 euro mensili.
Il Cnappc ha quindi annunciato che continuerà le azioni legali intraprese con il ricorso al Tar e alla Corte Costituzionale e che si rivolgerà anche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato “contro una norma stupida ed iniqua il cui fine non è la garanzia della tracciabilità dei pagamenti, ed il cui unico risultato sarà un introito per le aziende di produzione e affitto delle apparecchiature Pos, valutabile in almeno mezzo miliardo di euro all’anno”.
Ricordiamo che il ricorso al Tar, presentato dal Cnappc a marzo, si è concluso all’inizio del mese con unabocciatura. Il Tribunale Amministrativo ha infatti respinto la richiesta di sospendere l’obbligo per imprese e professionisti di accettare le carte di debito per pagamenti oltre i 30 euro, confermando che dal 30 giugno i professionisti dovranno dotarsi del Pos.
Anche in quell’occasione, il Cnappc aveva annunciato l’intenzione di proseguire nella sua battaglia, confidando nel fatto che i giudici avrebbero saputo cogliere i profili di illegittimità della norma.
Ricordiamo infine che l’obbligo del Pos è stato previsto dal DL 179/2012, convertito nella Legge 221/2012, ed è stato in seguito disciplinato dal DM 24 gennaio 2014, in base al quale l’obbligo di accettare la moneta elettronica si applica ai pagamenti per l’acquisto di prodotti o la prestazione di servizi di importo superiore a 30 euro, e vale per tutti i professionisti e imprese, a prescindere dal fatturato.
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