lunedì 19 maggio 2014

Tasi, prima rata rinviata a settembre per i comuni in ritardo con le aliquote non deliberate entro il 23 maggio

Lo annuncia una nota ufficiale del Ministero dell'Economia. Il presidente Anci, Fassino: "Il governo ha scelto la soluzione più ragionevole"



Due miliardi dal governo? Viene accolta dunque la soluzione proposta dall'Anci nella discussione con il Tesoro sulla definizione del caos Tasi, tassa che include molti servizi forniti dai Comuni, dall'illuminazione alla manutenzione delle strade. A questo punto, è molto probabile che il governo centrale anticiperà liquidità ai comuni ritardatari per scongiurare ogni pericolo di blocco di stipendi e servizi comunali. La cifra circolata negli ultimi giorni si aggira sui due miliardi di euro.

Fassino: "Soluzione
ragionevole". "Mi sembra che il governo abbia condiviso con noi la proposta più ragionevole", commenta a caldo il sindaco di Torino e presidente dell'Anci, Piero Fassino, raggiunto da Repubblica.it. "La soluzione adottata consente a chi aveva già deliberato le aliquote Imu e Tasi (si tratta di 832 giunte, secondo gli ultimi dati Uil, ndr) di procedere secondo le scadenze previste da legge, contemporaneamente offre un cuscinetto di tempo agli altri Comuni per deliberare entro luglio e quindi riscuotere il tributo a settembre". Uno dei temi sui quali si era espresso con fermezza Fassino nei giorni scorsi riguarda il buco di liquidità che questo incasso differito potrà provocare nei bilanci degli enti che riscuoteranno la Tasi solo a settembre. Su questo punto è però certo del supporto temporaneo del governo centrale: "E' evidente che ci sarà un anticipo di liquidità da parte delle casse Statali per far fronte alle esigenze di quei Comuni che incasseranno la Tasi differita. E' una soluzione che garantisce e ristabilisce la certezza del diritto sia per gli enti che per i contribuenti", chiosa.

Il caso. Il decreto che ha definito la possibilità di alzare dello 0,8 per mille l'imposizione sulla Tasi, per un massimo del 3,3 per mille sulla prima casa, è entrato in vigore lo scorso 5 maggio. In base a questo testo, le giunte locali avrebbero ancora fino al 23 prossimo per deliberare i dettagli della tassa, tra aliquote e detrazioni, anch'esse diverse da centro a centro. Ma era una corsa contro il tempo: oltre 4mila Comuni sono in campagna elettorale e non avrebbero mai approvato in tempo queste modifiche, a meno di improbabili assemblee straordinarie. Sino a oggi, solo 832 Comuni - su un totale di 8092, circa il 10 per cento quindi - hanno deliberato le nuove aliquote, nei quali i proprietari di prime e seconde case dovrebbero pagare le due rate della Tasi rispettivamente entro il 16 giugno e il 16 dicembre, come previsto dal decreto inizialmente per tutti.

Dove la Tasi costerà più dell'Imu. Secondo i calcoli della Uil, comunque, nel 26 per cento dei casi il conto della nuova Tasi per i cittadini sarà più caro dell'Imu, la precedente imposta sulla casa, già pagata nel 2012. Su 32 città capoluogo che hanno già deliberato la Tasi, ad esempio, in 12 di queste si pagherà più dell'Imu: si tratta di Bergamo, Ferrara, Genova, La Spezia, Macerata, Mantova, Milano, Palermo, Pistoia, Sassari, Savona, Siracusa.

LE TABELLE: TASI E IMU A CONFRONTO

I problemi di oltre 4mila comuni. Per i comuni in ritardo con la definizione della tassa, il decreto originale avrebbe voluto che i proprietari di prima casa pagassero il 16 dicembre in soluzione unica sulla base delle future aliquote e quelli di seconda casa entro il 16 giugno il 50 per cento dell'aliquota base all'1 per mille e la seconda rata (con eventuale conguaglio) entro il 16 dicembre. Oggi, poi, la decisione del Tesoro di concedere più tempo ai comuni inadempienti. http://www.repubblica.it/economia/2014/05/19/news/rinvio_tasi_prima_rata_settembre-86610953/?ref=HRER1-1
(19 maggio 2014)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nessun commento:

Posta un commento