Ddl Concorrenza: proposto calcolo dell’onorario in base al valore di stima dell’immobile e liquidazione entro un anno dalla perizia
19/01/2016 – Potrebbero migliorare le condizioni per il calcolo dei compensi dei consulenti tecnici d’ufficio (CTU) chiamati dai giudici a stimare il valore degli immobili. Un emendamento al disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza, oggi all’esame della Commissione Industria del Senato, tenta di rispondere alle richieste e alle critiche avanzate dai professionisti.
Al centro della contesa ci sono le modalità con cui calcolare il compenso dei CTU, sulla base del prezzo di vendita o del valore di stima dell’immobile, ma anche i tempi di pagamento, che secondo le attuali norme potrebbero dilatarsi troppo.
In tutti gli altri casi, il compenso sarebbe invece liquidato in riferimento al valore di stima dell’immobile.
Prima della vendita potrebbero inoltre essere erogati acconti fino al 50% del compenso calcolato sulla base del valore di stima, fatti salvi i rimborsi delle spese per prestazioni tecniche accessorie svolte ai fini dell’espletamento dell’incarico.
Anche il compenso del tecnico è determinato dal giudice o dall’ufficiale giudiziario, ed è calcolato sulla base del prezzo ricavato dalla vendita dell’immobile.
Questo significa, hanno lamentato i professionisti, che dal momento della stima possono passare anche molti anni prima che il bene sia effettivamente venduto. Ma non solo, perché gli immobili spesso vengono venduti a cifre più basse rispetto a quelle stimate e i periti potrebbero essere costretti a restituire una parte del compenso ricevuto a titolo di acconto.
Se l’emendamento dovesse essere approvato, i professionisti potrebbero tirare un respiro di sollievo perché a distanza di un anno dalla perizia verrebbe loro garantito un compenso, anche se più basso rispetto alle aspettative iniziali.
Al centro della contesa ci sono le modalità con cui calcolare il compenso dei CTU, sulla base del prezzo di vendita o del valore di stima dell’immobile, ma anche i tempi di pagamento, che secondo le attuali norme potrebbero dilatarsi troppo.
Compensi dei CTU, come potrebbero cambiare
In base all’emendamento presentato (47.0.11), il compenso dei CTU verrebbe calcolato sul prezzo di vendita dell’immobile solo a condizione che questo non si discosti di oltre il 35% rispetto al valore di stima e che la vendita avvenga entro dodici mesi dal deposito della perizia.In tutti gli altri casi, il compenso sarebbe invece liquidato in riferimento al valore di stima dell’immobile.
Prima della vendita potrebbero inoltre essere erogati acconti fino al 50% del compenso calcolato sulla base del valore di stima, fatti salvi i rimborsi delle spese per prestazioni tecniche accessorie svolte ai fini dell’espletamento dell’incarico.
CTU, come funziona la determinazione dei compensi
La Legge 132/2015 prevede che al momento dell’esproprio, il giudice determini ilvalore dell’immobile in base al valore di mercato e agli elementi forniti dal tecnico nominato. Il tecnico calcola la superficie, il valore per metro quadro in base alle diverse destinazioni, eventuali riduzioni del valore per la presenza di difetti o di oneri e vincoli gravanti sull’immobile.Anche il compenso del tecnico è determinato dal giudice o dall’ufficiale giudiziario, ed è calcolato sulla base del prezzo ricavato dalla vendita dell’immobile.
Questo significa, hanno lamentato i professionisti, che dal momento della stima possono passare anche molti anni prima che il bene sia effettivamente venduto. Ma non solo, perché gli immobili spesso vengono venduti a cifre più basse rispetto a quelle stimate e i periti potrebbero essere costretti a restituire una parte del compenso ricevuto a titolo di acconto.
Se l’emendamento dovesse essere approvato, i professionisti potrebbero tirare un respiro di sollievo perché a distanza di un anno dalla perizia verrebbe loro garantito un compenso, anche se più basso rispetto alle aspettative iniziali.
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