domenica 8 novembre 2015

Terre da scavo, pronto il nuovo decreto per il riutilizzo

http://www.edilportale.com/news/2015/11/normativa/terre-da-scavo-pronto-il-nuovo-decreto-per-il-riutilizzo_48755_15.html

Chiarimenti sui residui delle lavorazioni dei materiali lapidei, non potranno essere riutilizzati i resti derivanti dalla demolizione degli edifici

06/11/2015 – Stanno per cambiare le modalità di riutilizzo delle terre e rocce da scavo.
 
È sul tavolo del Consiglio dei Ministri di oggi la bozza di regolamento che riscriverà la disciplina dei materiali estratti durante le attività di scavo secondo quanto previsto dalDecreto Sblocca Italia (DL 133/2014).
 
Il testo riunirà in un’unica norma la disciplina sulla gestione delle terre e rocce da scavo come sottoprodotti, cioè quelle che dopo essere state estratte possono essere riutilizzate in un altro processo produttivo.
 
Superando alcune carenze segnalate dagli operatori del settore in merito al DM 161/2012, che al momento costituisce il riferimento per il riutilizzo delle terre e rocce da scavo, il regolamento mira a introdurre procedure e riferimenti normativi semplificati. Molto spesso, infatti, le modalità di utilizzo dei materiali estratti ha causato contenziosi e incertezze.
 
In generale il testo introduce procedure più spedite, simili alla segnalazione certificata di inizio attività (Scia), per capire se le terre e rocce da scavo sono sottoprodotti e quindi possono essere riutilizzati. Per la riutilizzazione potrebbe non essere più richiesta l’approvazione del piano di utilizzo.
 
Allo stesso tempo, grazie al ricorso alle autocertificazioni, potrebbe diventare più facile apportare modifiche e prorogare il piano di utilizzo.
 
Il regolamento prevede l’esclusione dalla nozione di terre e rocce da scavo dei residui delle lavorazioni dei materiali lapidei. Questo, si legge nella relazione illustrativa, consentirebbe loro di rientrare nella disciplina generale dei sottoprodotti. Al momento, infatti, per le loro caratteristiche questi prodotti non rientrano appieno in nessuna disciplina e creano difficoltà per la loro gestione e riutilizzo.
 
Il testo spiega che non potranno essere riutilizzati i materiali derivanti dallademolizione di edifici o di altri manufatti costruiti dall’uomo. Il chiarimento  mette nero su bianco quanto affermato al termine di alcuni contenziosi in cui i giudici hanno spiegato che si possono riutilizzare solo i materiali derivanti da un processo produttivo, cioè da un’attività finalizzata alla produzione di un manufatto, non da una che ha come obiettivo la sua distruzione. La disposizione sembra però contrapporsi ai suggerimenti di Legambiente, che punta sul riciclo dei materiali provenienti dal settore delle costruzioni.
 
Il decreto dovrebbe  inoltre eliminare l’obbligo di comunicazione preventiva di ogni trasporto all’Autorità competente. Le comunicazioni potrebbero essere sostituite da un unico documento giornaliero.
 
Dopo l’approvazione, il decreto sarà sottoposto per 30 giorni ad una consultazione pubblica. I contributi degli interessati saranno pubblicati sul sito del Ministero dell’Ambiente.

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