venerdì 8 agosto 2014

regione Lazio le modifiche in corso al piano casa per costruire nelle aree protette, anche sulla spiaggia,

Come da sinistra
ti peggioro il Piano casa
LO SQUALETTO
Un emendamento
di Sbardella jr.
permette di edificare
anche in aree protette
In più, un premio a chi
ha costruito in spiaggia

Cemento perfino nelle
aree naturali protette e
nei parchi, ampliamenti di
case e villette a gogo, supermercati
e uffici che diventano
appartamenti, porti turistici
e piste da sci per tutti i gusti:
da Silvio Berlusconi a Renata
Polverini a Nicola Zingaretti,
il piano casa del Lazio continua
a fare danni. Il centrosinistra
che da un anno e
mezzo governa la Regione ha
preparato per la verità un
piano casa nuovo che sarà discusso
a settembre. Ma è un
testo che non promette niente
di buono, anzi. Il primo
assaggio di ciò che bolle in
pentola è stato servito tra il 18
luglio e la sera del 6 agosto.
Dopo ben otto sedute è uscito
dall’aula un preparato indigesto:
una legge (la numero
76) che evita il ricorso alla
Corte Costituzionale invocato
da due ministri dei Beni
culturali, Giancarlo Galan e
Lorenzo Ornaghi, non proprio
due campioni di progressismo,
assai preoccupati,
però, per la piega che il piano
aveva preso nel Lazio. Ma
non cancella del tutto le aberrazioni
più vistose del piano
voluto dalla Polverini nel
2009 con la complicità del vicepresidente
e assessore
all’urbanistica Luciano Ciocchetti.
Come, per esempio, la
facoltà di poter arrivare con il
cemento perfino nelle aree
naturali protette.
TUTTI INSIEME, maggioran -
za e opposizione, centrosinistra
e centrodestra, hanno votato
più o meno spensieratamente
un emendamento
dell’allievo più promettente
di Ciocchetti, Pietro Sbardella,
lo Squaletto, il figlio di Vittorio,
lo Squalo per antonomasia
della Prima Repubblica.
La norma approvata non
sottrae tutte le aree protette
dall’incursione cementizia,
com’era ovvio che fosse, ma
solo una parte, lasciando in
balìa della speculazione molte
altre zone, in particolare dentro
le città o in prossimità di
esse. Le aree più ambite. L’in -
traprendente Squaletto, che è
un esponente romano di Forza
Italia, è riuscito a farsi approvare
anche un altro bel
provvedimento: un premio di
cubatura a coloro che abbatteranno
case, villette e palazzi
in riva al mare e li ricostruiranno
in zone un po’ più decenti
all’interno. Il regalo, che
piace soprattutto ai gestori di
stabilimenti balneari, non è
più del 100 per cento, come
previsto dal testo Polverini-
Ciocchetti, ma addirittura
del 150 per cento.
Con queste premesse, c’è da
tremare in attesa del piatto
forte, il nuovo piano casa della
giunta Zingaretti condensato
nella legge numero 75.
Un testo che, del resto, somiglia
come una goccia d’ac -
qua a quello del centrodestra.
Anna Maria Bianchi, portavoce
di Carteinregola, organizzazione
che raggruppa circa
130 comitati, dopo aver
confrontato con scrupolo i
due testi spiega: “Sembrano
uno la copia dell’altro, le differenze
non sono determinanti.
A Zingaretti e all’asses -
sore all’urbanistica Michele
Civita abbiamo chiesto perché
non hanno adottato una
legge più restrittiva, come
quella Toscana, per esempio.
Ci hanno risposto che il piano
Polverini era legge e non si
poteva tornare indietro”. In
campagna elettorale il centrosinistra
fece davvero fuoco
e fiamme contro il piano casa
della governatrice. Sostenendo
che esso snaturava quello
precedente del Pd Piero Marrazzo
e riusciva a stupire perfino
Berlusconi che aveva
messo in moto tutta l’opera -
zione con l’accattivante slogan
padroni in casa propria”.
IL PIANO del centrodestra laziale
era una specie di grimaldello
capace di sventrare
qualsiasi programmazione
urbanistica e di sovvertire le
linee di qualsiasi piano regolatore.
Un lasciapassare al cemento
libero. Con puntiglio
gli esponenti di centrosinistra
spiegarono che quelle norme
c’entravano assai poco con le
esigenze abitative di tante famiglie,
ma erano piuttosto il
cavallo di Troia per operazioni
dettate da appetiti cementizi
assai robusti. Con il piano
casa si consentiva ai costruttori,
per esempio, di poter
ignorare in futuro a proprio
piacimento i vincoli di destinazione
d’uso programmati
trasformando in appartamenti
le aree commerciali e le
zone destinate a uffici.
Vinte le elezioni, Pd e centrosinistra
evidentemente
hanno cambiato idea. Nonostante
il piano Polverini-
Ciocchetti stia offrendo
pessime prove. Come quella
della Città del gusto nell’ex
Consorzio agrario in zona
Marconi a Roma, in faccia al
Tevere. Un’area e uno stabile
pregiati dove finora c’erano la
redazione del Gambero rosso,
un ristorante, il bar e le aule
per i corsi di gastronomia. E
poi la sede della Asl, un cinema,
un supermercato, un
parcheggio a più piani. Tutte
strutture per il quartiere e i
romani che saranno cancellate
per far posto a due palazzi
di otto piani con decine di appartamenti.
D. M.

il fatto quotidiano 8 agosto 2014 

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