La situazione difficile del Comune capoluogo potrebbe rimettere in discussione il dibattito sugli enti in fase di rinnovo: Di Giorgi alle prese con le spaccature e le guerre (anche personali) con i consiglieri dissidenti
Daniele Vicario
14/08/2014 - 19:28
C'entra la politica romana, quella pesante, nei giochi in atto per il rinnovo del Consorzio industriale Roma-Latina. C'entra anche la Provincia di Latina, intesa come ente, alle prese il rinnovo della presidenza e del Consiglio provinciale, il primo dopo la riorganizzazione e il sostanziale declassamento di queste amministrazioni intermedie. Il dibattito politico si intreccia per le strategie che i leader dei singoli partiti devono mettere in campo per tentare, in una situazione di totale incertezza, di salvare il salvabile.
CONSORZIO. L'Asi, come noto, è guidato dal fazzoniano Luigi Torelli alle prese con un tentativo di rinnovo sponsorizzato anche da personaggi di primo piano del mondo della finanza nazionale. I bene informati sostengono che al fianco della candidatura di Torelli - il cui tentativo di riconferma è già andato in fumo qualche giorno fa - sia sceso niente meno che il patron della Bnl Luigi Abete interessato nelle questioni che riguardano Cinecittà e gli investimenti per i nuovi studi di Castel Romano dove sorgerà, a breve, anche un parco divertimenti. Quell'area ricade nelle competenze del Consorzio industriale Roma-Latina e non è un caso che dalla Capitale qualcuno spinga (la Camera di commercio e il Comune di Roma) per mettere mano sulla presidenza dell'ente che, con gli interessi in campo, assume un ruolo di primissimo piano soprattutto in vista di ingenti investimenti a Pomezia, alle porte della Capitale. Abete, però, spinge per la conferma di Torelli con cui ci sarebbe un rapporto stretto, anche grazie alla mediazione di Fazzone anche se a Roma, dal Comune, al momento non ne vogliono sapere. E' pur vero che, conti alla mano, sarebbe sufficiente un accordo tra gli enti che fanno parte dell'assemblea (una ventina in tutto, compreso qualche associazione di categoria - qui lo statuto del Consorzio con tutti i dettagli -) e quindi tra i partiti che li guidano, sarebbe sufficiente per determinare un risultato verso l'una o l'altra direzione. Ecco dunque che il Consorzio industriale potrebbe però assumere un ruolo essenziale nel gioco di "compensazioni" in vista del voto per le elezioni provinciali dove saranno chiamati alle urne, come previsto dall'improbabile riforma, i consiglieri provinciali uscenti (solo per questa volta), i consiglieri comunali e i sindaci che saranno anche candidabili come presidente.
PROVINCIA. E qui entra in ballo il gioco delle parti tra i partiti principali dei due schieramenti - Forza Italia e Partito Democratico - e i potenziali alleati che, al momento, si trovano nel bel mezzo delle trattative e continuano ad avere un dialogo con entrambe gli schieramenti. Primo fra tutti il Nuovo Centrodestra. Il segretario provinciale del partito di Alfano, Enrico Tiero, ha incontrato nei giorni scorsi i vertici pontini di Forza Italia e discusso in più occasioni di un potenziale accordo con i renziani. Tiero, che smentisce ogni interesse per il Comune di Latina ("solo questioni programmatiche", giura) durante gli incontri ha chiesto a gran voce un cambio di rotta dell'amministrazione comunale e, forzando la mano sulle trattative per la Provincia (si rende conto, l'ex assessore, che potrebbe diventare l'ago della bilancia della questione e battere cassa anche sul Consorzio industriale), ha ribadito più volte che l'assessorato all'urbanistica va sostanzialmente diviso perché in mano ad un solo esponente, neanche a dirlo d Forza Italia, che risponde al nome di Giuseppe Di Rubbo. Proprio Forza Italia può decidere, a questo punto, di dialogare col Nuovo Centrodestra o affidarsi ad altre trattative e alla certezza, salvo sorprese, di un accordo ormai già definito con Fratelli d'Italia. Appare scontato, infatti, che il partito del sindaco Di Giorgi - alle prese i malumori interni alla sua maggioranza - al momento non ha alcun interesse a rompere con gli azzurri che sono ancora il partito di maggioranza relativa della coalizione che sostiene l'amministrazione del capoluogo.
COMUNE. E proprio il voto sul bilancio e, certamente quello sulla Tasi, potrebbe determinare un nuovo scossone nel palazzo comunale. Un gruppo di consiglieri dissidenti - Marco Fuoco, Gianni Chiarato e Mauro Anzalone (con l'aggiunta, probabilmente, di Ivano Di Matteo dissidente a prescindere) - hanno già giurato che non voteranno il documento contabile della Latina Ambiente su cui è stato chiesto un taglio che, secondo il sindaco e l'assessore all'ambiente, è improponibile perché comprometterebbe la qualità dei servizi offerti dalla società. E' ovvio che si parla dell'aumento di costi che si ripercuotono sulle tasche dei cittadini ma ci sono, in amministrazione, due correnti di pensiero: una che punta al mantenimento dei servizi l'altra, quella dei dissidenti, che ritiene di poter tagliare rinunciando, se necessario, a qualche servizio pur di non aumentare le tasse. Indubbiamente il tema dei rifiuti è delicato e, salvo i costi di gestione della Latina Ambiente su cui tanto si è dibattuto in questi anni, la questione ha ormai varcato l'aspetto amministrativo ed è diventata di natura strettamente politica. Certamente il sindaco è teso e sa bene che, anche dal fronte di Forza Italia qualcuno sta pensando, seriamente, di rimettere in discussione la sua ricandidatura rimandando tutto alle elezioni primarie di coalizione (per parlare di questa ipotesi c'è stata una riunione riservata tra alcuni forzisti della prima ora, anche ex amministratori a giugno che doveva essere replicata la scorsa settimana ma che è stata poi rinviata a settembre). Che Di Giorgi sia teso lo dimostra la presa di posizione più volte ribadita nel corso delle riunioni di maggioranza, secondo la quale "chi non vota il documento contabile è fuori dalla maggioranza". Posizione che Di Giorgi ha ribadito, sembra anche per altre questioni, anche a qualche consigliere in prima persona. Sembra infatti che, tanto per citare un caso, il sindaco sia in rotta con il consigliere forzista Mauro Anzalone che avrebbe contestato duramente le vicende di Latina Ambiente e altre questioni di investimenti mancati nella sua zona di elezione, Latina Scalo. Il sindaco non avrebbe gradito affatto e avrebbe risposto per le rime, e anche pesantemente. C'è poi da dire che molti hanno notato un rallentamento dei rapporti tra Di Giorgi e l'ex assessore ormai deputato Pasquale Maietta e che, per dirla tutta, il sindaco recentemente ha anche dovuto fare i conti con le tensioni all'interno della sua segreteria. Tensioni che hanno portato due fedelissimi come Giacomo Mignano (ormai praticamente fuori dal palazzo comunale) e Giampaolo Maragno (trasferito al settore cultura negli uffici del teatro) ad allontanarsi dalle stanze della segreteria particolare del primo cittadino. Un puzzle che, messo insieme rende bene l'idea della situazione difficile che il centrodestra, un tempo potente attrattore di voti e gestore di amministrazioni, sta vivendo in questo momento.
BERLUSCONI E L'APERTURA AL PD. Inoltre, tanto per non farsi mancare nulla, ci pensa anche Silvio Berlusconi ad aprire un nuovo scenario. Il dialogo con Renzi potrebbe sfociare, spiega un'articolo di Sonia Oranges sull'edizione del Messaggero del 14 agosto, anche in accordi FI-Pd per le elezioni provinciali. Succede per la provincia di Torino, potrebbe ripetersi anche altrove. Questa ipotesi rimetterebbe tutto in discussione e, in provincia di Latina, al momento sembra più fantapolitica che altro. Però è sul tavolo e, in qualche realtà, è in via di definizione e metterebbe all'angolo i partiti che oggi cercano di ricavarsi un ruolo nell'incertezza generalizzata dei due grandi attrattori di consensi. Chissà cosa ne pensa Tiero. http://www.corrieredilatina.it/news/politica/9272/Il-Consorzio-Asi-e-la-Provincia.html
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