Presidente Federico Testa: ‘la sfida sta nella deep renovation dei condomini fortemente energivori costruiti tra gli anni ‘50 e ‘70’
08/07/2016 – Un Fondo pubblico per finanziare gli interventi di efficientamento energetico nei condomìni. È l'idea che Enea e Gestore dei servizi energetici (GSE) hanno lanciato al convegno “Le leve per l’efficienza energetica tra finanza pubblica ed investimenti privati”, organizzato a Roma nell’ambito degli Stati Generali dell’Efficienza energetica.
La proposta consentirebbe la riqualificazione profonda dei condomìni superando la barriera dei nuclei familiari che non possiedono le risorse per effettuare gli interventi. Gli amministratori di condominio potrebbero infatti accedere al Fondo per pagare, al posto dei singoli proprietari, la Energy Service Company (ESCo) che realizza i lavori. Al Fondo verrebbe assegnato l’ecobonus del 65% per gli interventi di efficientamento energetico, che si trasformerebbe in un credito di imposta a vantaggio della ESCo. I costi residui dei lavori sarebbero ripagati attraverso risparmi nei consumi energetici: i proprietari continuerebbero a pagare la stessa ‘bolletta’ che pagavano prima dei lavori ma, grazie al risparmio energetico ottenuto con gli interventi, solo una parte andrebbe al fornitore di energia; la parte restante verrebbe "intascata" dalla ESCo, che così si ripagherebbe l'investimento.
“Per coinvolgere i nuclei familiari che non sono in grado di affrontare spese di riqualificazione energetica – ha aggiunto Testa – la nostra proposta consiste nella creazione di un Fondo pubblico al quale possa attingere l’amministratore di un condominio per sostenere le spese al posto dei singoli proprietari. Al fondo andrà il vantaggio fiscale che oggi è riconosciuto a ciascun privato, trasformando la detrazione fiscale in credito d’imposta. Il pagamento dei costi residui degli interventi di riqualificazione avverrebbe attraverso la bolletta energetica dei privati”.
La rigenerazione profonda ha bisogno quindi della mobilitazione dei capitali privati, quindi, ha concluso Testa, “è necessario attivare sinergie tra sistema creditizio, società specializzate nel settore, come le ESCo, e enti terzi, come l’ENEA, che garantiscano la qualità degli interventi da finanziare, in termini di tecnologie e risparmi conseguibili. Oltre a rilanciare settori strategici come l’edilizia, questo circolo virtuoso permetterebbe di rendere efficienti energeticamente anche grandi comparti della pubblica amministrazione, compresi luoghi della cultura e scuole”.
La proposta consentirebbe la riqualificazione profonda dei condomìni superando la barriera dei nuclei familiari che non possiedono le risorse per effettuare gli interventi. Gli amministratori di condominio potrebbero infatti accedere al Fondo per pagare, al posto dei singoli proprietari, la Energy Service Company (ESCo) che realizza i lavori. Al Fondo verrebbe assegnato l’ecobonus del 65% per gli interventi di efficientamento energetico, che si trasformerebbe in un credito di imposta a vantaggio della ESCo. I costi residui dei lavori sarebbero ripagati attraverso risparmi nei consumi energetici: i proprietari continuerebbero a pagare la stessa ‘bolletta’ che pagavano prima dei lavori ma, grazie al risparmio energetico ottenuto con gli interventi, solo una parte andrebbe al fornitore di energia; la parte restante verrebbe "intascata" dalla ESCo, che così si ripagherebbe l'investimento.
Efficienza energetica, un Fondo per i condomìni
Secondo Federico Testa, presidente dell’Enea, “in Italia l’efficienza energetica può diventare una leva importante per la ripresa economica e dell’occupazione, con una filiera nazionale che non ha nulla da invidiare agli altri Paesi”. Perché questo si realizzi, la sfida sta nella “deep renovation” dei condomini fortemente energivori costruiti principalmente tra gli anni ‘50 e ‘70, che rappresentano la maggioranza degli edifici residenziali del nostro Paese. “Se interveniamo con piani di ristrutturazione ‘profonda’ possiamo abbattere i consumi energetici fino al 60% -ha illustrato Testa - con un potenziale enorme sia economico che sociale, visto che comporterebbe la riqualificazione di interi quartieri spesso degradati delle nostre città, dove abitano milioni di famiglie”.“Per coinvolgere i nuclei familiari che non sono in grado di affrontare spese di riqualificazione energetica – ha aggiunto Testa – la nostra proposta consiste nella creazione di un Fondo pubblico al quale possa attingere l’amministratore di un condominio per sostenere le spese al posto dei singoli proprietari. Al fondo andrà il vantaggio fiscale che oggi è riconosciuto a ciascun privato, trasformando la detrazione fiscale in credito d’imposta. Il pagamento dei costi residui degli interventi di riqualificazione avverrebbe attraverso la bolletta energetica dei privati”.
La rigenerazione profonda ha bisogno quindi della mobilitazione dei capitali privati, quindi, ha concluso Testa, “è necessario attivare sinergie tra sistema creditizio, società specializzate nel settore, come le ESCo, e enti terzi, come l’ENEA, che garantiscano la qualità degli interventi da finanziare, in termini di tecnologie e risparmi conseguibili. Oltre a rilanciare settori strategici come l’edilizia, questo circolo virtuoso permetterebbe di rendere efficienti energeticamente anche grandi comparti della pubblica amministrazione, compresi luoghi della cultura e scuole”.
Efficienza energetica, a che punto sono gli incentivi
Durante il convegno è stato presentato il nuovo numero della rivista “Energia, Ambiente e Innovazione”, curata dall’Enea, in cui i ricercatori dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile hanno fatto il punto della situazione sui meccanismi di incentivazione.
Il recepimento della Direttiva sull’Efficienza Energetica (Decreto legislativo n. 102/2014) e il Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica del 2014 hanno fornito, dal punto di vista normativo e strategico, un quadro che mira alla rimozione delle barriere che ritardano la diffusione dell’efficienza energetica a livello nazionale e locale. L’analisi si sofferma sugli strumenti (Certificati Bianchi, Detrazioni fiscali e Conto Termico) che hanno consentito al Paese di essere in linea con l’obiettivo comunitario di riduzione dei consumi di energia primaria di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) al 2020.
Il recepimento della Direttiva sull’Efficienza Energetica (Decreto legislativo n. 102/2014) e il Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica del 2014 hanno fornito, dal punto di vista normativo e strategico, un quadro che mira alla rimozione delle barriere che ritardano la diffusione dell’efficienza energetica a livello nazionale e locale. L’analisi si sofferma sugli strumenti (Certificati Bianchi, Detrazioni fiscali e Conto Termico) che hanno consentito al Paese di essere in linea con l’obiettivo comunitario di riduzione dei consumi di energia primaria di 20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) al 2020.
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