lunedì 25 luglio 2016

Ieri fabbriche, oggi musei: quando la produzione industriale diventa arte

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2016/07/ambiente/ieri-fabbriche-oggi-musei-quando-la-produzione-industriale-diventa-arte_53198_52.html

Esempi di archeologia industriale per la riscoperta di poli produttivi e imprenditoriali fiorenti, ma poi dimenticati

25/07/2016 – Erano fabbriche e luoghi di lavoro, anche duro. Oggi sono musei dove è possibile ammirare i processi produttivi basati su tecniche antiche. Esempi di archeologia industriale in cui il recupero degli stabilimenti ha coinciso con l’esigenza di non dimenticare realtà produttive fiorenti.

Ecco alcuni esempi sparsi in tutta Italia.

Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, Napoli

Era un’officina nata nell’800 su ordine di Ferdinando II di Borbone. Qui sono stati progettati e realizzati i convogli a vapore che hanno viaggiato sul primo tratto ferroviario italiano: la Napoli – Portici, lungo poco più di 7 chilometri. Nel secondo dopoguerra ha cessato la sua attività e dal 1989 è un museo.


Museo delle Reali Ferriere Borboniche - Fabbrica d'armi di Mongiana (Vibo Valentia)

Il MuFAR si trova a Mongiana, comune calabrese in provincia di Vibo Valentia. La fabbrica, fondata nel 1852, produceva armi per l'esercito. Dal 1861, anno dell'unità d'Italia, è stata ignorata fino ad essere declassata come officina trasformazioni. Ha continuato la sua attività per un altro secolo per essere poi chiusa negli anni '60 del Novecento.
La fabbrica si inserisce nel più ampio polo siderurgico realizzato tra il 1770 e il 1771 con una produzione sia militare sia ad usi civili.


Fonderia Ferdinandea, Stilo (Reggio Calabria)

Altro esempio di archeologia industriale, appartenuto al polo siderurgico calabrese in epoca borbonica, è questa fonderia di 15mila metri quadri composta da quattro fabbricati e un altoforno. Completano il complesso la sede amministrativa, le carceri, l’alloggio per i soldati e una chiesa. Dall'altoforno venivano prodotti 6.860 quintali di ghisa all'anno. Attualmente appartiene all’Ecoparco delle ferriere e fonderie di Calabria e il suo recupero deve essere completato.


Valle dei Mulini di Gragnano (Napoli)

I mulini si trovano nella valle dei Monti Lattari. Costruiti alla fine del 1200, hanno operato per seicento anni contribuendo ad aumentare la produzione di farina e pasta. L’avvento della nuova industria della pasta, che utilizzava grano duro, e le imposte decise dopo l’Unità d’Italia misero in crisi i mulini. La loro attività è cessata negli anni ’40 del Novecento. Gli edifici sono stati abbandonati per anni, ma ora sono meta di percorsi turistici.


Stabilimento Florio delle tonnare, Isola di Favignana (Trapani)

A metà ‘800 era il più importante e moderno stabilimento del Mediterraneo per la lavorazione del tonno. Oggi è possibile visitare i magazzini di confezionamento, la stiva, lo spogliatoio delle operaie, i magazzini del carbone e quelli del sale. Video installazioni spiegano come avveniva la pesca e documentano i cicli produttivi.


Miniera Floristella e Palazzo Pennisi, Valguarnera (Enna)

Gli stabilimenti, operativi dagli inizi dell’800 e chiusi definitivamente nel 1986, fanno ora parte dell’Ente Parco minerario Floristella Grottacalda. Comprende tre pozzi e  binari per il transito di carrelli. È possibile visitare i primi passaggi per la discesa dei minatori, i sistemi per la fusione dello zolfo, le sale riunioni degli operai. Anche l'attiguo Palazzo Pennisi, appartenuto al fondatore della miniera, è diventato una importante attrazione turistica.


Cartiere Miliani, Fabriano (Ancona)

La città marchigiana è famosa per la produzione di carta, iniziata nel 1200, in cui sono state apportate modifiche alle tradizionali tecniche di produzione arabe e cinesi. Tra i numerosi stabilimenti, le Cartiere Miliani, nate nel ‘700 e con la tradizionale pianta a “C”, tipica dell’industria cartaria dell’epoca, sono state recuperate e oggi ospitano laFondazione Istocarta, che promuove gli studi di storia della carta e la divulgazione delle scienze cartarie.


Centrali idroelettriche dell’Ecomuseo Adda (Monza e Brianza)

Il museo comprende tre centrali idroelettriche risalenti alla fine dell’800, situate sulla riva destra del fiume Adda.
La Centrale Bertini è una delle più antiche d’Europa ancora parzialmente funzionante. Una parte dell’edificio è stata trasformata in un museo con documenti, progetti e storia della Edison.


Oltre al panorama esterno si possono visitare i macchinari interni.


La Centrale Esterle è caratterizzata da una architettura molto curata perché doveva essere rappresentativa per l’azienda Edison.


La Centrale Semenza nel 1920 era la più potente d’Europa. Anche questo edificio è diventato un museo.


Birrificio Menabrea, Biella
Chiudiamo la rassegna con uno stabilimento per la produzione della birra che è diventato un’attrazione turistica nonostante sia ancora pienamente funzionante. La fabbrica è stata fondata nel 1846. Oggi accanto allo stabilimento c’è il museo della Birra Menabrea, la Biblioteca della birra, con volumi risalenti al ‘500 e un ristorante.



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