domenica 7 dicembre 2014

Nuove professioni, vecchi stipendi: tutti i numeri della Green Economy

Le professioni verdi registrano 3 milioni di occupati. Nel 2014, oltre il 13% delle assunzioni è arrivato da quest'ambito. Si tratta di profili specializzati che fanno fatica a vedersi riconoscere gratificazione economica. Ma ci sono importanti eccezioni: un Biologo Ambientale guadagna 7mila euro più della media, un Geologo 6mila

Oltre a professioni nuove e ancora in divenire, anche profili tradizionalmente presenti all'interno delle aziende hanno oggi bisogno di aggiornare e integrare le proprie competenze con ciò che richiedono processi produttivi sempre più avanzati e attenti alla sostenibilità ecologica, di pari passo con l'evoluzione in questo senso dell'opinione pubblica e dei comportamenti dei consumatori.

L'Osservatorio di JobPricing ha svolto una indagine sulle professioni del green, tracciando i profili dei professionisti del settore e verificando se un impiego nella green economy paghi di più di altri in termini di retribuzioni.

Sono circa 3 milioni gli occupati nel settore green e nel 2014 il 13,2% delle assunzioni totale è avvenuto in questo ambito, andando a coprire 51.000 posti di lavoro.

Tra i professionisti della green economy si fa distinzione tra le professioni ibride, ossia quelle non sono direttamente finalizzate alla gestione dell'impatto ambientale di un'azienda (o di un prodotto o ancora di un servizio), ma richiedono comunque competenze inerenti, e green jobs veri e propri, intendendo in questo modo le professioni con la diretta e precisa finalità di produrre o vendere prodotti e servizi ecosostenibili oppure di ottimizzare l'impatto ambientale dei processi produttivi delle realtà in cui sono impiegati.

Del primo gruppo fanno parte figure come il Direttore Sicurezza e Ambiente, l'Energy Manager e il Responsabile Sistema di Gestione Sicurezza e Ambiente; sono invece ascrivibili ai green jobs veri e propri professioni come il Biologo Ambientale, il Meteorologo, il Geologo, il Certificatore e il Consulente Energetico, il Progettista Ambientale.

Per accedere a questo tipo di professioni, connotate da competenze altamente specialistiche, è solitamente necessario possedere una laurea; l'80% dei profili analizzati è laureato, il 70% ha proseguito gli studi dopo il percorso triennale e conseguito una laurea magistrale, mentre il 20% detiene una qualifica post-laurea come un master o un dottorato di ricerca.

Il settore green offre buone opportunità di impiego anche ai giovani: due terzi di chi ricopre ruoli specialistici ha meno di 45 anni e un lavoratore su tre ha un'età inferiore ai 35 anni.

Grande rilevanza per queste figure ha anche, oltre al percorso accademico, la formazione continua, fornita da enti specifici esterni alle università e alle scuole di alta formazione: si tratta infatti di corsi di aggiornamento professionale di breve durata finalizzata a rispondere ai bisogni emergenti del mercato del lavoro e a fornire ai professionisti una riqualificazione delle loro competenze così da allinearle ai processi e ai servizi della green economy.

Per capire se operare all'interno della green economy paghi di più rispetto ad altri settori si è per prima cosa presa in considerazione la RAL (Retribuzione Annua Lorda) media delle professioni ibride:

 


JobPricing, il calcolatore: verifica se il tuo stipendio è giusto

La retribuzione varia in funzione del ruolo ricoperto e dell'inquadramento contrattuale con cui si è inseriti in azienda, ma in generale queste figure percepiscono cifre sostanzialmente allineate con il mercato nazionale delle retribuzioni, salvo alcune eccezioni. Per esempio, l'Energy Manager o il Responsabile Sistema di Gestione Sicurezza e Ambiente generalmente sono inseriti in azienda come quadri, ma le loro retribuzioni si collocano al di sotto della media nazionale dei quadri: questa è infatti 53.914 euro, contro i 43.843 euro dell'Energy Manager e i 48.776 euro del Responsabile Sistema di Gestione Sicurezza e Ambiente.

Tale divario è attribuibile al fatto che queste figure, sebbene collocate a livelli alti di inquadramento, non sono comunque equiparabili, in termini di mansioni, responsabilità e riporti, a manager di linea, ma svolgono funzioni di staff all'interno dell'azienda. Il quadro in parte si modifica quando si prendono in considerazione i mestieri propriamente green:



Si tratta per la maggior parte profili di impiegati e si nota come tutte le RAL riportate siano superiori alla media del mercato del lavoro (31.122 euro): per esempio, un Biologo Ambientale guadagna in più mediamente circa 7.000 euro, un Geologo circa 6.000, un Meteorologo circa 5.000.

Questo gap con la RAL media degli impiegati si deve al livello di specializzazione, alla specificità delle competenze che il tipo di professione e il tasso di difficoltà nel reperirle sul mercato.

Per finire, si è voluto fare un confronto tra i green jobs e famiglie professionali non green, ma paragonabili per le competenze e le mansioni che implicano, con lo scopo di verificare dove le competenze green paghino maggiormente. Sono state per esempio messe a confronto le diverse tipologie di progettista ed emerge che quelli impiegati in ambito green guadagnano meno dei progettisti "tradizionali":



Se si considera invece l'area della Qualità si nota un sostanziale allineamento tra retribuzioni green e non green:



La tendenza invece si inverte per le figure operative nell'area della Ricerca e Sviluppo, che risulta essere l'unico settore dove possedere specifiche competenze green viene riconosciuto con uno stipendio più elevato.



Il report completo di approfondimento sulle professioni della green economy è scaricabile gratuitamente all'indirizzo www.jobpricing.it/shop/  http://www.repubblica.it/economia/2014/12/06/news/nuove_professioni_vecchi_stipendi_tutti_i_numeri_della_green_economy-102251815/?ref=HRLV-6

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