Cassazione: se l’immobile non è stato ultimato l’abuso edilizio è considerato ancora in corso
12/12/2014 - Per capire se un edificio è abusivo bisogna fare delle valutazioni sull’ultimazione dei lavori per la sua realizzazione. Lo ha spiegato di recente la Corte di Cassazione con la sentenza 48002/2014.Secondo la Cassazione, un immobile può essere considerato ultimato solo se funzionale e dotato di tutti i requisiti di abitabilità e agibilità. In sostanza, a detta dei giudici l’ultimazione coincide con la fine dei lavori, che devono comprendere la rifinitura degli interni e degli esterni. Devono quindi essere presenti gli infissi e gli impianti e gli interni devono essere stati imbiancati.
Anche nel caso in cui l’immobile venga utilizzato e siano state attivate le utenze, in mancanza di questi requisiti l’immobile non si considera ultimato.
La differenza è importante per capire in quale momento è stato realizzato un abuso edilizio.
Nel caso esaminato, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico era stata rilevata la presenza di un immobile realizzato senza permesso di costruire e senza il nulla osta delle autorità preposte alla tutela del vincolo. Secondo il proprietario, il manufatto era stato realizzato prima che fosse istituito l’ente parco e posto il vincolo nella zona. A suo avviso, quindi, era stato commesso solo un abuso edilizio, ma non un illecito ambientale.
La Cassazione ha invece precisato che anche se la realizzazione dell’immobile era stata avviata prima dell’istituzione dell’ente parco, i lavori non erano stati conclusi. L’abuso, sia edilizio che ambientale, è stato quindi considerato ancora in corso e non prescritto.
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