Titoli abilitativi, distanze e rispetto dell’aspetto e del decoro architettonico. Gli elementi da valutare prima dei lavori
01/09/2016 – È sempre possibile realizzare una tettoia sul proprio terrazzo in condominio? Cosa c’è da sapere prima di iniziare i lavori? Se la normativa spesso appare confusa, le pronunce della giurisprudenza hanno fatto un po’ di luce su titoli abilitativi, rispetto delle distanze, aspetto e decoro architettonico del palazzo.
Va quindi richiesto il permesso di costruire se la tettoia è ancorata in modo stabile ai muri perimetrali dell’edificio ed è destinata a soddisfare un bisogno non momentaneo ma duraturo. In questi casi, infatti, la tettoia incide sull’assetto edilizio dell’edificio. Se dotata di chiusure laterali, la tettoria può infine comportare un ampliamento volumetrico dell’immobile. Su segnalazione dei vicini o dell’amministratore di condominio, il Comune può quindi chiedere la sua rimozione.
Discorso diverso per le tettoie amovibili, senza fondazioni e non ancorate al muro e al suolo in modo stabile. In questi casi il permesso di costruire può essere superfluo.
In base all’articolo 873 del Codice Civile, la distanza tra due costruzioni non può essere inferiore a tre metri. I regolamenti edilizi locali possono però prevedere distanze maggiori, quindi è necessario consultare la normativa del comune in cui si vuole intervenire.
I giudici hanno spiegato che l’aspetto architettonico coinvolge una serie di valutazioni connesse alla compatibilità con lo stile architettonico e per decoro architettonico si intende l’armonia estetica, l’omogeneità delle linee e delle strutture architettoniche.
Se l’intervento realizzato contrasta con questi elementi, il condominio può quindi chiedere la demolizione della tettoia.
Tettoie, munirsi del permesso di costruire
Prima di iniziare i lavori, bisogna valutare che tipo di tettoia si vuole realizzare ed eventualmente ottenere l’autorizzazione del Comune.Va quindi richiesto il permesso di costruire se la tettoia è ancorata in modo stabile ai muri perimetrali dell’edificio ed è destinata a soddisfare un bisogno non momentaneo ma duraturo. In questi casi, infatti, la tettoia incide sull’assetto edilizio dell’edificio. Se dotata di chiusure laterali, la tettoria può infine comportare un ampliamento volumetrico dell’immobile. Su segnalazione dei vicini o dell’amministratore di condominio, il Comune può quindi chiedere la sua rimozione.
Discorso diverso per le tettoie amovibili, senza fondazioni e non ancorate al muro e al suolo in modo stabile. In questi casi il permesso di costruire può essere superfluo.
Tettoie e distanze minime dagli edifici
La tettoia deve rispettare le distanze minime dagli edifici vicini. Questo perché, anche se si realizza un manufatto su un terrazzo o un balcone di proprietà, non si possono privare i vicini dell’aria e delle vedute.In base all’articolo 873 del Codice Civile, la distanza tra due costruzioni non può essere inferiore a tre metri. I regolamenti edilizi locali possono però prevedere distanze maggiori, quindi è necessario consultare la normativa del comune in cui si vuole intervenire.
Tettoie e aspetto architettonico del palazzo
Nei giorni scorsi la Cassazione ha spiegato che le tettoie non possono alterare l’aspetto architettonico del palazzo e ledere il decoro architettonico della facciata.I giudici hanno spiegato che l’aspetto architettonico coinvolge una serie di valutazioni connesse alla compatibilità con lo stile architettonico e per decoro architettonico si intende l’armonia estetica, l’omogeneità delle linee e delle strutture architettoniche.
Se l’intervento realizzato contrasta con questi elementi, il condominio può quindi chiedere la demolizione della tettoia.
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