In Sardegna le imprese aderenti alla ‘Filiera RI-inerte’ usano aggregati riciclati certificati per la realizzazione di opere pubbliche e private
09/08/2016 – Eco-compatibilità, eco-sostenibilità, bioarchitettura, uso sostenibile delle risorse naturali e recupero sono gli argomenti su cui puntare per dare nuovi impulsi e stimolare la ripresa del settore edile, concentrando l’attenzione sull’economia circolare.
In quest'ottica un esempio di buone pratiche è la Sardegna che si è dotata di un piano per gli acquisti pubblici ecologici attraverso l’iniziativa “Filiera RI-inerte” che prevede l’utilizzo di aggregati riciclati nella realizzazione di lavori.
La Filiera “RI-inerte Sardegna”, rete produttiva e di servizi eco-sostenibile, e` il progetto, avviato dall’Associazione “Studi Ambientali” in collaborazione con RECinert, per introdurre l’uso di aggregati riciclati certificati, rivenienti dal recupero di rifiuti inerti da costruzione e demolizione, per la realizzazione di opere pubbliche e private.
Le imprese aderenti all’iniziativa si sono impegnate a realizzare un impianto per il conferimento di rifiuti inerti e macerie edilizie da destinare alla produzione di aggregati riciclati certificati a marchio “RI- inerte” utilizzando il know-how già definito per la realizzazione di tutte le fasi di certificazione.
Il caso della Sardegna è un esempio di economia circolare che promuove un cambiamento drastico nel modo di produrre, usare e smaltire i prodotti, cercando ditrasformare lo scarto e l’inutilizzato come vantaggio economico, sociale e ambientale.
D’altra parte anche il D.lgs. 152/2006 impone a carico della P.A. l'obbligo di promuovere iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti mediante la realizzazione di centri di raccolta per il riutilizzo degli stessi.
Ad esempio, attribuisce ai Comuni il compito di predisporre ed adottare le misure necessarie per conseguire entro il 2020, l'obiettivo di riutilizzo di almeno il 70% dei quantitativi di rifiuti inerti da costruzioni e demolizioni e prevedere l’utilizzo diretto per almeno il 30% del fabbisogno di materiali certificati ed iscritti al Repertorio del Riciclaggio, rinvenienti dalle operazioni di recupero dei rifiuti, oltre a predisporre progetti che prevedono l’utilizzo di prodotti in possesso dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).
Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi, le imprese aderenti alla Filiera “RI-inerte” si sono impegnate a realizzare un Centro di Raccolta e Recupero di rifiuti inerti e hanno avviato attività per la formazione di tecnici in tutta la regione.
In quest'ottica un esempio di buone pratiche è la Sardegna che si è dotata di un piano per gli acquisti pubblici ecologici attraverso l’iniziativa “Filiera RI-inerte” che prevede l’utilizzo di aggregati riciclati nella realizzazione di lavori.
La Filiera “RI-inerte Sardegna”, rete produttiva e di servizi eco-sostenibile, e` il progetto, avviato dall’Associazione “Studi Ambientali” in collaborazione con RECinert, per introdurre l’uso di aggregati riciclati certificati, rivenienti dal recupero di rifiuti inerti da costruzione e demolizione, per la realizzazione di opere pubbliche e private.
Le imprese aderenti all’iniziativa si sono impegnate a realizzare un impianto per il conferimento di rifiuti inerti e macerie edilizie da destinare alla produzione di aggregati riciclati certificati a marchio “RI- inerte” utilizzando il know-how già definito per la realizzazione di tutte le fasi di certificazione.
Il caso della Sardegna è un esempio di economia circolare che promuove un cambiamento drastico nel modo di produrre, usare e smaltire i prodotti, cercando ditrasformare lo scarto e l’inutilizzato come vantaggio economico, sociale e ambientale.
D’altra parte anche il D.lgs. 152/2006 impone a carico della P.A. l'obbligo di promuovere iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti e la preparazione per il riutilizzo dei rifiuti mediante la realizzazione di centri di raccolta per il riutilizzo degli stessi.
Ad esempio, attribuisce ai Comuni il compito di predisporre ed adottare le misure necessarie per conseguire entro il 2020, l'obiettivo di riutilizzo di almeno il 70% dei quantitativi di rifiuti inerti da costruzioni e demolizioni e prevedere l’utilizzo diretto per almeno il 30% del fabbisogno di materiali certificati ed iscritti al Repertorio del Riciclaggio, rinvenienti dalle operazioni di recupero dei rifiuti, oltre a predisporre progetti che prevedono l’utilizzo di prodotti in possesso dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).
Per facilitare il raggiungimento di questi obiettivi, le imprese aderenti alla Filiera “RI-inerte” si sono impegnate a realizzare un Centro di Raccolta e Recupero di rifiuti inerti e hanno avviato attività per la formazione di tecnici in tutta la regione.
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