Le case ristrutturate attraggono oggi molti turisti e hanno fatto rivivere il paese
Da borgo deserto ad albergo diffuso: la storia di Belmonte Calabro
Belmonte Calabro (in provincia di Cosenza) è una piccola e antica cittadina arroccata su uno sperone roccioso con circa 2500 abitanti che stava andando in rovina a causa dello spopolamento, del calo demografico e del pendolarismo lavorativo. Il centro, particolarmente suggestivo, era in condizione di forte degrado con la presenza di molte case diroccate.Ad intervenire contro il declino del borgo due fratelli, prima da soli e poi con altri amici 'paesani', che decidono di investire le loro disponibilità economiche comprando un paio di case semidiroccate e ristrutturandole, secondo le migliori pratiche di bioedilizia, con l'idea di fittarle a qualche turista.
Il progetto cresce e altri cittadini, proprietari delle case del borgo, lo sostengono mettendo a disposizione le case per gli affitti o cedendole in modo da vederle ristrutturare. Il borgo rinasce; oggi infatti è tutto perfettamente ristrutturato e accessibile tramite un paio di parcheggi alle due estremità, (dentro ci si muove solo a piedi) e di una piazzetta che funge da baricentro dove si trovano un luogo di ritrovo e un bar-trattoria con cucina tradizionale. Ciò ha portato nel borgo e nel paese decine di turisti per ogni stagione dell'anno.
Quest’albergo diffuso oltre alla conservazione del borgo, alla tutela culturale e dell'ambiente, serve anche a mantenere viva una piccola economia locale e alcune professionalità artigianali che altrimenti sarebbero destinate a sparire.
Grazie alla rinascita del borgo è stata anche possibile la sua ricostruzione catastale e l’individuazione degli eredi. Un anziano ha raccontato: "Questo è un paese d'emigrazione, molti di noi sono partiti da giovani e hanno fatto famiglia al Nord quando non all'estero. Capire di chi è oggi una casa, legalmente, non è per niente facile. Noi siamo stati determinanti, e la nostra memoria è servita a instradare le ricerche catastali e anagrafiche, permettendo di acquisire molte delle case che oggi vedete tornate al loro antico splendore".
Albergo diffuso Belmonte Calabro: esempio di ecoturismo
Gli ospiti del borgo sono per lo più stranieri (9 su 10), la metà viene dal Nord Europa, Germania e Olanda, realtà dove l'ecoturismo è ormai un'abitudine consolidata. Il sindaco di Belmonte, Francesco Bruno ha dichiarato: "Come si può ben immaginare l'idea delle ecovacanze, della cementificazione zero, non è esattamente in linea con la vecchia mentalità di queste terre. Ma il futuro è sicuramente in questa direzione, ed è necessario fare sistema con le altre amministrazioni".Il fondatore della 'Impresa sociale A' Praca, Giuseppe Suriano (48 anni) Belmontese 'di ritorno' ha dichiarato: "Questa idea è venuta a me e a mio fratello nel 2006 ed ora è quasi una missione perché il progetto di albergo diffuso 'Ecovacanze belmonte' ha avuto successo, portando nel borgo e nel paese decine di turisti per ogni stagione dell'anno. La collocazione in collina ma sopra il mare rende infatti Belmonte ideale sia nelle mezze stagioni sia in estate”.
Sergio Zanardi, patron di Terrebrutie tour operator racconta: “Chi viene in vacanza in Calabria, un po’ per la scarsa informazione che viene data sui beni del territorio, un po’ perché si è sempre erroneamente creduto che l’unica risorsa turistica di questa regione sia il mare, viene soprattutto per fare vacanze balneari e, quasi mai questo tipo di turista si allontana dalla spiaggia. E la Calabria per decenni si è, per così dire, adattata a questo utente mordi e fuggi, che arriva d’estate si ferma un mese e poi toglie il disturbo senza chiedere niente altro se non quello che trova: prezzi bassi e mare bello. Ora da quattro anni il network Terrebruzie, che propone solo viaggi culturali e di gruppo, è diventato un punto stabile di riferimento per chi, vinti i soliti pregiudizi su questa regione, decide di conoscere questa terra frequentandone con un accompagnatore preparato i luoghi più belli, la natura incontaminata, le persone e i prodotti del territorio, le tradizioni millenarie”.
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