Le Amministrazioni entro 30 giorni dovranno concedere o negare la visione di dati e documenti per cui non esiste l’obbligo di pubblicazione
Pubblicate in Gazzetta Ufficiale le linee guida dell’Anac sull’accesso civico generalizzato agli atti pubblici. Si tratta del sistema, ispirato al Freedom of information act (Foia) anglosassone, che permetterà di visionare i documenti della Pubblica Amministrazione per cui non esiste l’obbligo di pubblicazione.
Sono escluse dai nuovi obblighi sulla trasparenza le informazioni coperte dal segreto di Stato. Le Amministrazioni dovranno inoltre valutare volta per volta se la divulgazione riguarda dati personali o sensibili o se può pregiudicare la sicurezza nazionale, le relazioni internazionali, lo svolgimento di attività ispettive, gli interessi economici e commerciali pubblici o privati, la segretezza della corrispondenza.
A prescindere dalla natura delle informazioni richieste, le Amministrazioni devono dare, entro trenta giorni, risposte motivate agli utenti. Le uniche richieste che possono essere respinte sono quelle “irragionevoli”, che implicano un carico di lavoro tale da interferire con il buon funzionamento dell’amministrazione.
Gli enti devono quindi creare un registro degli accessi e organizzare un ufficio per l’esame delle istanze.
Foia, come funziona l’accesso civico
Sono obbligati a rendere pubblici i documenti le Amministrazioni pubbliche, gli enti pubblici, gli ordini professionali, le associazioni o fondazioni con un bilancio superiore a 500mila euro.Sono escluse dai nuovi obblighi sulla trasparenza le informazioni coperte dal segreto di Stato. Le Amministrazioni dovranno inoltre valutare volta per volta se la divulgazione riguarda dati personali o sensibili o se può pregiudicare la sicurezza nazionale, le relazioni internazionali, lo svolgimento di attività ispettive, gli interessi economici e commerciali pubblici o privati, la segretezza della corrispondenza.
A prescindere dalla natura delle informazioni richieste, le Amministrazioni devono dare, entro trenta giorni, risposte motivate agli utenti. Le uniche richieste che possono essere respinte sono quelle “irragionevoli”, che implicano un carico di lavoro tale da interferire con il buon funzionamento dell’amministrazione.
Gli enti devono quindi creare un registro degli accessi e organizzare un ufficio per l’esame delle istanze.
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