I Costruttori suggeriscono di superare l’eccessiva stratificazione di competenze e definire le regole per le aree contigue
Promuovere un modello normativo capace di unificare le diverse forme di tutela delle aree protette al fine di difendere il territorio ma nello stesso tempo attrarre investimenti e innescare attività economiche.
Queste alcune considerazioni esposte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) nel corso dell’audizione informale, svolta il 23 gennaio scorso presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del DDL sulle aree protette che modifica la Legge 394/1991.
L’Associazione ha, infatti, rilevato come il Ddl, pur avendo senza dubbio il pregio di prevedere alcune semplificazioni e snellimenti soprattutto per quanto riguarda il sistema della overnante, nel complesso continua ad evidenziare una eccessiva stratificazione di competenze, livelli di tutela, strumenti di pianificazione e gestione talvolta non coordinati tra loro che rischiano di conseguire un effetto negativo e cioè di rallentare il processo di valorizzazione delle aree protette.
A tale proposito, l’auspicio che ANCE formula come rappresentanza dell’industria delle costruzioni, non può che essere quello di un’unificazione o comunque di una razionalizzazione delle competenze nei vari settori, in modo da poter rispondere innanzitutto all’esigenza di certezza di procedure e di tempi che sono alla base di qualsiasi attività e non solo di quella imprenditoriale.
Il disegno di legge estende la disciplina contenuta nel regolamento anche alle aree contigue, la cui individuazione è demandata al Piano, che indica anche le aree esterne al parco “aventi finalità di zone di transizione” senza fornire una chiara definizione di cosa si debba intendere per area contigua od esterna. Di conseguenza l’Ance suggerisce di definire criteri e principi per l’individuazione delle aree contigue in un’ottica di uniformità di disciplina su tutto il territorio, assicurando nel relativo procedimento un maggior coinvolgimento degli enti locali interessati.
Si auspica anche la semplificazione del procedimento per il rilascio del nulla osta in rapporto con l’autorizzazione paesaggistica (attribuendo in questi casi alla Soprintendenza anche la valutazione di conformità dell’intervento al piano e al regolamento del parco) e che il rilascio del nulla osta possa contare su tempi certi.
Infine l’associazione chiede di eliminare la previsione con cui si impongono addizionali ai canoni concessori delle attività economico-produttive esistenti nelle aree protette e per le attività estrattive nelle aree contigue, mettendo ulteriormente in difficoltà il tessuto imprenditoriale già così gravato dalla crisi.
Queste alcune considerazioni esposte dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) nel corso dell’audizione informale, svolta il 23 gennaio scorso presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del DDL sulle aree protette che modifica la Legge 394/1991.
Aree protette: valorizzazione e semplificazione
L’Ance ha evidenziato che dal 1991, anno in cui è stata approvata la precedente legge, ad oggi, è cambiato il concetto di “tutela e protezione” inteso non più solo come mera conservazione del patrimonio naturale ma come “promozione e valorizzazione dello stesso”; di conseguenza le norme dovrebbero essere semplificate in modo tale da attrarre investimenti e innescare attività economiche.L’Associazione ha, infatti, rilevato come il Ddl, pur avendo senza dubbio il pregio di prevedere alcune semplificazioni e snellimenti soprattutto per quanto riguarda il sistema della overnante, nel complesso continua ad evidenziare una eccessiva stratificazione di competenze, livelli di tutela, strumenti di pianificazione e gestione talvolta non coordinati tra loro che rischiano di conseguire un effetto negativo e cioè di rallentare il processo di valorizzazione delle aree protette.
A tale proposito, l’auspicio che ANCE formula come rappresentanza dell’industria delle costruzioni, non può che essere quello di un’unificazione o comunque di una razionalizzazione delle competenze nei vari settori, in modo da poter rispondere innanzitutto all’esigenza di certezza di procedure e di tempi che sono alla base di qualsiasi attività e non solo di quella imprenditoriale.
Valorizzazione aree protette: le proposte Ance
I Costruttori quindi propongono di superare la stratificazione degli strumenti di pianificazione, razionalizzando e unificando gli atti di regolamentazione delle aree protette.Il disegno di legge estende la disciplina contenuta nel regolamento anche alle aree contigue, la cui individuazione è demandata al Piano, che indica anche le aree esterne al parco “aventi finalità di zone di transizione” senza fornire una chiara definizione di cosa si debba intendere per area contigua od esterna. Di conseguenza l’Ance suggerisce di definire criteri e principi per l’individuazione delle aree contigue in un’ottica di uniformità di disciplina su tutto il territorio, assicurando nel relativo procedimento un maggior coinvolgimento degli enti locali interessati.
Si auspica anche la semplificazione del procedimento per il rilascio del nulla osta in rapporto con l’autorizzazione paesaggistica (attribuendo in questi casi alla Soprintendenza anche la valutazione di conformità dell’intervento al piano e al regolamento del parco) e che il rilascio del nulla osta possa contare su tempi certi.
Infine l’associazione chiede di eliminare la previsione con cui si impongono addizionali ai canoni concessori delle attività economico-produttive esistenti nelle aree protette e per le attività estrattive nelle aree contigue, mettendo ulteriormente in difficoltà il tessuto imprenditoriale già così gravato dalla crisi.
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