MILANO - Il cantiere Imu è ancora aperto, soprattutto per cercare di trovare i fondi per cancellare a tutti la seconda rata. Domani mattina dovrebbe iniziare l'esame, in Commissione Finanze del Senato, del decreto legge del Governo sul tema e che tratta anche della rivalutazione delle quote di Bankitalia. Mentre per quanto riguarda la prima rata, sono scattate le clausole di salvaguardia sulla copertura che hanno portato nuovi aumenti di acconti e accise. Per fare un po' di chiarezza, anche in attesa del passaggio della Legge di Stabilità alla Camera - altro luogo che potrebbe dare novità in materia - conviene partire dalla fine.
La seconda rata. L'abolizione della seconda rata dell'Imu per le abitazioni principali (ad esclusione dunque di quelle afferenti alla categoria del "lusso", le catastali A1, A8 e A9, oltre che delle seconde) è l'ultimo pasticcio al quale il Governo sta cercando di porre rimedio. Come noto, ai cittadini è attualmente lasciato l'onere di una "mini-Imu" per quei residenti in Comuni che hanno innalzato le aliquote nel 2012 (e hanno confermato quest'anno l'aumento precedente) o nel 2013. Questo extragettito previsto dai sindaci risulta coperto al 60% dallo Stato.
Come fare per calcolare questa quota, che secondo le intenzioni dell'esecutivo alla fine dovrebbe essere comunque recuperata? La base imponibile è la rendita catastale (il valore nell'atto di compravendita), che deve essere rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente delle
abitazioni di 160. In questo modo si ha il valore catastale; l'Imu "standard" è calcolata sulla base dell'aliquota al 4 per mille del valore catastale, meno i 200 euro di detrazioni fisse e gli eventuali 50 euro per ogni figlio under-26. Quest'anno, però, in molti Comuni sono aumentate le aliquote oltre la base del 4 per mille. A Milano, per esempio, si è arrivati al 6 per mille.La seconda rata. L'abolizione della seconda rata dell'Imu per le abitazioni principali (ad esclusione dunque di quelle afferenti alla categoria del "lusso", le catastali A1, A8 e A9, oltre che delle seconde) è l'ultimo pasticcio al quale il Governo sta cercando di porre rimedio. Come noto, ai cittadini è attualmente lasciato l'onere di una "mini-Imu" per quei residenti in Comuni che hanno innalzato le aliquote nel 2012 (e hanno confermato quest'anno l'aumento precedente) o nel 2013. Questo extragettito previsto dai sindaci risulta coperto al 60% dallo Stato.
Come fare per calcolare questa quota, che secondo le intenzioni dell'esecutivo alla fine dovrebbe essere comunque recuperata? La base imponibile è la rendita catastale (il valore nell'atto di compravendita), che deve essere rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente delle
L'Imu teoricamente dovuta nel 2013 è data appunto dall'applicazione al valore catastale della nuova aliquota maggiorata. Ora, bisogna fare la differenza tra l'Imu maggiorata del 2013 e quella "standard"; il 40% di quell'importo, allo stato attuale, spetta ai cittadini che lo dovrebbero versare il 16 gennaio. Ad esempio, se una casa ha rendita catastale di 700 euro (rivalutata del 5% e moltiplicata per il coefficiente dà un valore di 117.600 euro) e il Comune ha posto l'aliquota 2013 allo 0,6%, al cittadino spetterà il pagamento di 94,08 euro. E' questo il 40% della differenza (235,2 euro) tra i 505,6 euro con aliquota allo 0,6% e i 270,4 con aliquota allo 0,4%, considerando i 200 euro di detrazioni di default e senza includere invece le eventuali detrazioni per i figli a carico.
Terreni agricoli. L'esenzione della seconda rata dell'Imu è stata estesa anche ai terreni agricoli. Ma coloro che possiedono terreni dichiarati agricoli, ma non hanno i requisiti come coltivatori o imprenditori, hanno comunque l'obbligo di pagare la seconda rata entro il 16 dicembre prossimo, sulla base dell'aliquota stabilita dal comune per il 2013. Il decreto non detta altre indicazioni, per cui allo stato attuale è dovuta solo la seconda rata, quindi l'importo calcolato solo su sei mesi di possesso. Lo stesso decreto non esenta dal pagamento, invece, i fabbricati a meno che non siano utilizzati per lo svolgimento dell'attività imprenditoriale dell'agricoltore.
Seconda casa, chi paga. Una delle poche certezze è che il tempo sta per scadere (16 dicembre) per i proprietari di seconde case, ai quali si aggiungono le 73mila case accatastate come A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli), che vengono incluse anche se usate come abitazione principale. Anche qui, però, la situazione è fluida. Innanzitutto bisogna fare attenzione a cosa hanno deciso i Comuni in tema di assimilazione di particolari abitazioni alla prima casa: ciò può essere accaduto per le abitazioni di persone residenti in case di cura o per quelle date in comodato gratuito a parenti, che le utilizzino come prima casa. Una volta sciolto questo dubbio (che, come riporta il Sole24Ore di oggi è complicato dal fatto che queste assimilazioni possano essere state modificate tra 2012 e 2013, generando il rischio che alcuni contribuenti debbano pagare sia il 16 dicembre il conguaglio che il 16 gennaio la "mini-Imu"), bisogna verificare quali sono le aliquote.
I Comuni dovrebbero averle deliberate entro fine novembre, ma per la pubblicazione c'è tempo fino al 9 dicembre. Secondo l'ultimo monitoraggio dei Caf Acli, la rata di dicembre riguarderà 30 milioni di immobili e in molti casi l'aliquota base dello 0,76% è stata ampiamente superata, con un livello medio intorno all'1%. Tra i Comuni che hanno portato l’aliquota al livello massimo dell'1,06% troviamo Roma, Milano, Napoli, Bologna, Genova, Firenze, Catania.
Il dopo-Imu, la Iuc. Il caos imperante sull'Imposta municipale unica è il fuoco d'artificio finale per quanto riguarda le prime case. Con la Legge di Stabilità, infatti, si introdurrà la Iuc, la nuova Imposta unica comunale che accorpa proprio l'Imu e le due componenti su servizi comunali e rifiuti che sarebbero dovute confluire nella Service Tax. Sul fronte patrimoniale, quindi degli immobili, resterà quindi in vigore l'Imposta sulle seconde case e per le abitazioni principali "di lusso" (A1, A8 e A9). Quanto alle altre imposizioni, la Tari (rifiuti) varrà per tutti in base al volume di prodotto. La Tasi (servizi indivisibili), che ha come base imponibile la stessa dell'Imu, potrà avere un'aliquota per il 2014 fino al 2,5 per mille, a partire dall'1 per mille (i Comuni avranno a disposizione 500 milioni di euro in più all'anno per eventuali detrazioni). Il problema è dato dal fatto che la Iuc avrà un tetto massimo d'incidenza al 10,6 per mille. Ma proprio quel livello è stato raggiunto in molti Comuni come prelievo Imu per le seconde case, come accennato sopra. Quindi, in quei Comuni di fatto ci si ritroverebbe a dover inserire i servizi indivisibili (Tasi) in un conteggio che è oggi integralmente occupato dall'Imu. Di fatto si dovrebbe trattare di un gioco che, per gli Enti che sono già arrivati al tetto massimo d'imposizione, faccia somma zero.
(04 dicembre 2013)http://www.repubblica.it/economia/2013/12/04/news/scheda_imu_prima_casa_chi_paga-72652038/?ref=HREC1-11 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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