domenica 8 dicembre 2013

Obbligo di Pos negli studi, in arrivo un emendamento per cancellarlo

La Rete delle Professioni Tecniche chiede anche la deducibilità totale delle spese di formazione obbligatoria dei professionisti

06/12/2013 - Eliminare l’obbligo di dotarsi di Pos gli studi professionali e dedurre al 100% i costi per la formazione. Sono le proposte della Rete delle Professioni Tecniche, formalizzate in due emendamenti alla Legge di Stabilità 2014.

Gli emendamenti, stralciati dal ddl approvato con fiducia dal Senato, saranno riproposti alla Camera grazie all’interessamento di alcuni membri del Governo, che li hanno giudicati condivisibili.

Obbligo del Pos
La Rete delle Professioni Tecniche (RPT) propone di modificare l’articolo 15 del DL 179/2012 che, prevedendo per i professionisti l’obbligo di dotarsi di Pos dal 1° gennaio 2014, determina di fatto un aggravio dei costi. I professionisti si troveranno infatti ad affrontare un costo legato all’attivazione del Pos, un canone mensile per la gestione ed una commissione su ogni transazione.

Secondo le stime della RPT, il costo di attivazione, che varia a secondo dell’operatore finanziario scelto, non inciderà particolarmente sui professionisti, mentre il costo di gestione comporterà l’obbligo di sostenere una spesa fissa mensile. Data la possibilità di ricevere pagamenti anche fuori dai locali dove viene esercitata l’attività, i professionisti dovranno acquistare un Pos su rete mobile, con un aggravio del costo di gestione rispetto al servizio su rete fissa. Le commissioni sulla singola transazione potranno avere una incidenza variabile nel caso in cui non siano previsti importi minimi delle transazioni e ci sia invece una quota fissa di commissione per singola operazione.

In base all’elaborazione dei dati della Banca d’Italia effettuata dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, in Italia circolano quasi 40 mila carte di debito, con una spesa media per singola operazione pari a 67,52 euro. A fronte di una diffusione dei Pos in linea con la media europea, meno di un terzo dei consumatori utilizzano questo metodo di pagamento. Il motivo è legato più ad un fattore culturale che ad una mancanza di servizi Pos.

Sulla base dei limiti mensili e dell’importo medio delle singole transazioni (67,52 euro), la RPT che sostiene che l’utilizzo di questo strumento per il pagamento delle prestazioni professionali avrà una portata limitata che non apporterà alcun beneficio ai professionisti. Nel caso di professionisti che operano solo con imprese e Pubbliche amministrazioni, ad esempio, dovrà essere sostenuto un costo per un servizio che non sarà mai utilizzato.

Per questo motivi, la Rete delle Professioni Tecniche sostiene che dovrebbero essere esclusi dall’obbligo di Pos:

- i professionisti che realizzano meno del 50% del proprio fatturato da prestazioni erogate ai consumatori finali;
- i professionisti che accettano il pagamento differito attraverso altri strumenti bancari, ad esempio a seguito di emissione di parcella o avviso di parcella con le coordinate bancarie del professionista;
- i professionisti che recepiscono un numero limitato di pagamenti, ad esempio meno di due al mese.

Ricordiamo che l’obbligo di dotarsi del Pos ha suscitato le proteste di Inarsind, che qualche giorno fa ha suggerito ai propri iscritti di non rispettare la norma dato che non è prevista nessuna sanzione, e diFederarchitetti, che ha minacciato lo sciopero contro il “tributo di un Governo oggi prono alle banche”.

Deducibilità dei costi della formazione
La Rete delle Professioni Tecniche propone, inoltre, di estendere dal 50% al 100% la possibilità di detrarre dal reddito i costi sostenuti per l’aggiornamento professionale, diventato obbligatorio con laRiforma delle professioni.

Il limite del 50% previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi - sostiene la RPT - dovrebbe essere aumentato proprio in virtù dell’obbligatorietà e della scelta limitata per il professionista, che può frequentare solo i corsi organizzati dagli Ordini o accreditati dai consigli nazionali.

Secondo le stime effettuate, l’aumento della deducibilità non comporta alcuna riduzione del gettito erariale, ma potrebbe addirittura aumentarlo. Innalzando la deducibilità, infatti, aumenta laconvenienza a partecipare ai corsi e si amplia la platea dei potenziali partecipanti.

La totale deducibilità delle spese di partecipazione comporterebbe quindi una riduzione del reddito imponibile dei professionisti, con un'incidenza negativa sul gettito fiscale, che però sarà controbilanciata dalla maggiore spesa dei professionisti per corsi di formazione a pagamento e quindi dai maggiori introiti derivanti da un aumento del reddito degli enti e delle società erogatrici della formazione.

In cifre, al minor gettito, pari al 14,13%, corrisponderà un aumento delle tasse pagate dalle società erogatrici di formazione pari al 27,5% per i soggetti IRES, più una aliquota IRAP variabile tra il 2,98% ed il 4,82%.

Nessun commento:

Posta un commento