Secondo la 'scoperta' fatta dal senatore Cinquestelle Andrea Cioffi, i relatori del disegno di legge di Partito democratico e Scelta civica (quindi della maggioranza di governo) avrebbero presentato un emendamento al testo originario che permetterebbe il condono di "unita' immobiliari ad uso abitativo e commerciale realizzate su aree demaniali, da privati in assenza di autorizzazioni, fino al 31 dicembre 2012".

"Ciò vuol dire - sottolinea Cioffi - che le proprietà abusive verranno acquisite dall'agenzia del demanio e rivendute agli occupanti che ne faranno richiesta". Per il senatore 'grillino' tutto ciò "è assurdo" perchè, in questo modo. "si fanno nuovi condoni su aree demaniali per fare cassa. Si fa cassa con l'illegalità".

Il gruppo parlamentare M5S ha comunque già presentanto un contro-emendamento "per sopprimere questo ennesimo condono". Mentre la Lega offre un assist per cancellare la norma: "Il Movimento 5 stelle  - ha dichiarato il leghista Paolo Arrigoni, capogruppo della commissione ambiente di Palazzo Madama - voti il nostro sub emendamento che chiede la soppressione del vergognoso condono edilizio proposto dalla maggioranza. Vogliamo bloccare subito questo assurdo blitz che non fa altro che legittimare ancora una volta l'illegalità in campo urbanistico".

Ma il relatore del Pd, Federico Fornaro, cerca di rassicurare il Cinquestelle: "Nessun condono edilizio - la sua risposta - Stiamo ancora discutendo dell'emendamento presentato da noi d'intesa con il Governo e siamo pronti ad accogliere eventuali subemendamenti per evitare proprio che qualcuno possa pensare che si tratti di un condono generalizzato. Il senatore Cioffi del Movimento 5 Stelle non ha scoperto proprio un bel nulla: tutto sta avvenendo nel massimo della trasparenza e del rispetto dei regolamenti".

Anche se il portavoce dei Verdi Angelo Bonelli parla del condono sulle opere abusive nelle aree demaniali come di "un vero e proprio golpe contro i beni della collettività e dell'ambiente".

Nella relazione di accompagnamento all'emendamento si afferma, però, che la modifica riguarda la costruzione di edifici "in assenza di autorizzazione" avvenuta "in genere" prima della legge-ponte del '67. In sostanza, spiegano i relatori, si tratta di circa "500 situazioni" situate soprattutto nei territori di Scalea (Calabria), di Chioggia (Veneto) e, in parte, di Cavallino-Treporti (veneto).

Il prezzo di vendita delle aree su cui sono state realizzate abitazioni "determinato secondo criteri e valori di mercato" sarà stabilito dall'agenzia del demanio e dovrà essere "pari al doppio del valore delle medesime". Sempre secondo la relazione "la norma definirebbe assetti proprietari spesso controversi, in taluni casi oggetto di cause per usucapione" e quindi porterebbe ad una "sensibile riduzione dei contenziosi attualmente pendenti".