lunedì 1 maggio 2017

I ponti crollano? Ecco perché

di Paola Mammarella http://www.edilportale.com/news/2017/05/progettazione/i-ponti-crollano-ecco-perch%C3%A9_57779_17.html

Errori di progettazione, manutenzione carente, gestione sbagliata. I casi emblematici in Italia e all’estero

Errori di progettazione o carenze nella manutenzione. Modelli di gestione superati, utilizzo improprio o aspetti non presi in considerazione. Sono molteplici le cause che possono portare al crollo di un ponte.
 
Capire cosa ha provocato un crollo consente di non ripetere gli errori commessi, ma soprattutto di prevenire nuovi sbagli che possono causare veri e propri disastri.
 
Dato che non è possibile fornire un elenco esauriente dei crolli, in questa sede offriamo una breve panoramica dei casi più emblematici che si sono verificati nella storia e di quelli che hanno riempito le pagine di attualità.
 

Pont de la Basse-Chaîne, Angers - Francia

L’Angers Bridge era un ponte sospeso, costruito tra il 1836 e il 1839.
 Foto: Wikipedia

Non ha avuto una vita lunga. Il 16 aprile 1850 è crollato mentre un battaglione di soldati francesi lo stava attraversando marciando allo stesso ritmo. Nel crollo morirono circa duecento militari. Il collasso della struttura si pensa sia dovuto a diverse cause: la risonanza, causata dalla marcia dei soldati che avrebbe incrementato le oscillazioni provocate da un temporale, e l’usura degli ancoraggi.
 Foto: Wikipedia
 

Tacoma bridge, Washington - USA

Il ponte, aperto al traffico nel 1940, attraversava il canale Tacoma Narrows, nello Stato di Washington. Con i suoi 1600 metri, era uno dei ponti sospesi più lunghi dell’epoca. Gli automobilisti avevano da subito sperimentato le sue oscillazioni. Ci furono vari tentativi di stabilizzarlo, ma dopo quattro mesi dall’inaugurazione, crollò a causa di un vento che soffiava a 68 km/h. Le cause del crollo furono attribuite alle "vibrazioni autoeccitate" indotte dal distacco periodico di vortici di von Kármán (fenomeno di instabilità aeroelastica detto anche flutter). Condizioni che avevano innescato un fenomeno di risonanza con ampiezze via via crescenti.
 Foto: Wikipedia
 

Millennium bridge, Londra - Regno Unito

È un ponte pedonale che unisce le due rive del Tamigi a Londra. È stato inaugurato nel 2000 e chiuso due giorni dopo per le oscillazioni causate dal transito delle persone. Nonostante il breve tempo di esercizio, si è guadagnato il soprannome di “Wobbly Bridge (ponte instabile). Pur non rivelandosi distruttiva, l'oscillazione spostava il piano del ponte da destra a sinistra per 7 cm. Ecco come appare oggi, dopo la stabilizzazione costata 5 milioni di sterline che ha consentito la riapertura nel 2002.
 Foto: Wikipedia
 
Se questi sono casi emblematici di errori progettuali, l’attualità ne propone altri. Vediamo tre casi italiani balzati sulle prime pagine di tutti i giornali. Crolli dovuti per lo più a carenze nella manutenzione.
 

Cavalcavia di Lecco

Secondo la ricostruzione di Antonio Occhiuzzi, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università Parthenope di Napoli e Direttore dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il crollo è avvenuto per la combinazione di più fattori: strutture ammalorate dall’utilizzo e dalla gestione (l’effetto dei cloruri di sodio presenti in acqua sulle armature del calcestruzzo, quando in inverno si sparge il sale sulle strade) e il passaggio di un tir per trasporto eccezionale senza precauzioni, come la chiusura del traffico sulla strada sottostante.

 

Ponte della tangenziale di Fossano (Cuneo)

Non ha causato vittime, ma ha schiacciato un’auto dei Carabinieri questa strada che, a detta dell’Anas, che ha aperto una commissione di inchiesta, non rientrava nei piani di manutenzione straordinaria in quanto non presentava evidenze di problematiche strutturali anche se era sottoposta regolarmente a ispezione. Nelle ipotesi elaborate a caldo si è parlato di corrosione dei ferri o trefoli di armatura a causa dell’acqua con sale o di errori in fase di costruzione.
 Foto: Targatocn.it
 

Cavalcavia dell’A14, Castelfidardo (Ancona)

Sul cavalcavia erano in corso dei lavori di adeguamento in seguito all’ampliamento a tre corsie dell’autostrada, che prevedevano il sollevamento del ponte. La Procura di Ancona ritiene che siano stati commessi molti errori e ha iscritto nel registro degli indagati un alto numero di persone. I controlli riguarderanno i progetti ingegneristici, le condizioni di sicurezza nel cantiere, la taratura e la manutenzione dei macchinari e i piani esecutivi. Dai risultati si capirà se chi ha sbagliato in fase esecutiva si sia attenuto ad un piano progettato male o se, invece, siano state commesse manovre errate tali da causare lo scivolamento del blocco di calcestruzzo dai martinetti su cui era poggiato.
 Foto: Vigili del Fuoco
 
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