I Comuni devono pubblicarli entro il 30 giugno 2017. Gli eventuali adattamenti alle norme regionali vanno completati entro il 20 giugno
Stanno per entrare a regime le semplificazioni delle procedure edilizie previste dalle norme sulla Scia. Governo, regioni ed Enti locali, riuniti in Conferenza Unificata, hanno raggiunto l’accordo sull’adozione dei moduli unificati e standardizzati per la presentazione di segnalazioni, comunicazioni e istanze.
Semplificato anche il linguaggio, per favorire una comprensione più chiara ed immediata tra cittadini, professionisti e Amministrazioni. Non potranno più essere richiesti certificati, atti e documenti che la pubblica amministrazione già possiede e neanche dati e adempimenti che derivano da “prassi amministrative”, ma non sono espressamente previsti dalla legge.
La palla passa ora ai Comuni, che sono gli enti cui cittadini e professionisti inviano le istanze. Dovranno pubblicare sui loro siti istituzionali, entro e non oltre il 30 giugno 2017, i moduli unificati e standardizzati.
Nel caso in cui sia necessario adattare i modelli unici a delle specifiche norme regionali, le regioni dovranno provvedere entro il 20 giugno 2017, in modo da dare ai Comuni la possibilità di pubblicare i moduli entro i termini prestabiliti.
Il decreto contiene inoltre una tabella che, in corrispondenza del lavoro da eseguire, riporta la procedura richiesta e il titolo edilizio necessario.
La norma contiene anche un’altra semplificazione, cioè l’adozione di modelli unici che consentano ai professionisti di operare su tutto il territorio italiano con poche variazioni da Comune a Comune. Per tutelare le specificità territoriali, il decreto ha previsto che i modelli standard predisposti dal ministero per la Semplificazione possano essere integrati dagli Enti locali.
Scia, moduli unici e linguaggio semplificato
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha commentato “Sostanzialmente gli enti avranno una sola modulistica valida per l'intero territorio nazionale, sia che si tratti di ristrutturazioni della casa o dell'apertura di attività commerciali. I moduli per i titoli abilitativi edilizi vengono adeguati ai nuovi Decreti Madia e ci sarà un modulo unico per la Scia e moduli più snelli per la Cila e l’agibilità, consentendo, in questo ultimo caso, di eliminare i circa 150mila certificati che ogni anno sono rilasciati in Italia”.Semplificato anche il linguaggio, per favorire una comprensione più chiara ed immediata tra cittadini, professionisti e Amministrazioni. Non potranno più essere richiesti certificati, atti e documenti che la pubblica amministrazione già possiede e neanche dati e adempimenti che derivano da “prassi amministrative”, ma non sono espressamente previsti dalla legge.
La palla passa ora ai Comuni, che sono gli enti cui cittadini e professionisti inviano le istanze. Dovranno pubblicare sui loro siti istituzionali, entro e non oltre il 30 giugno 2017, i moduli unificati e standardizzati.
Nel caso in cui sia necessario adattare i modelli unici a delle specifiche norme regionali, le regioni dovranno provvedere entro il 20 giugno 2017, in modo da dare ai Comuni la possibilità di pubblicare i moduli entro i termini prestabiliti.
Scia e modelli unici per la semplificazione
Ricordiamo che con il D.lgs. 222/2016 le procedure edilizie sono scese da sette a cinque: attività di edilizia libera, Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), permesso di costruire e Scia alternativa al permesso di costruire. Sono quindi scomparse la Dia e la Cil.Il decreto contiene inoltre una tabella che, in corrispondenza del lavoro da eseguire, riporta la procedura richiesta e il titolo edilizio necessario.
La norma contiene anche un’altra semplificazione, cioè l’adozione di modelli unici che consentano ai professionisti di operare su tutto il territorio italiano con poche variazioni da Comune a Comune. Per tutelare le specificità territoriali, il decreto ha previsto che i modelli standard predisposti dal ministero per la Semplificazione possano essere integrati dagli Enti locali.
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