Case crollate e costruzioni intatte nelle foto scattate dall’Associazione Ingegneria Sismica Italiana
01/09/2016 - Proseguono i sopralluoghi dei tecnici nei Comuni colpiti dal sisma il 24 agosto. Dopo le prime foto pubblicate dal Consorzio RELUIS, arrivano quelle scattate dall’Associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI).
“Dato l’interesse elevato per il drammatico evento sismico che ha visto l’apparizione su molti mezzi di informazione di fotografie e commenti talvolta di discutibile utilità - spiega l’ISI -, si è inteso mettere a disposizione le immagini raccolte per la comunità degli ingegneri e dei tecnici al fine di poter fare delle proprie considerazioni alla luce dell’osservazione delle stesse”.
A corredo delle foto, ISI fornisce brevi note indicative e preliminari, alle quali seguiranno considerazioni su materiali, tecniche e conoscenze costruttive dell’epoca e normative vigenti all’epoca. Ecco alcune delle foto:
Nei crolli sono riconoscibili elementi in sasso nelle dimensioni minime, privi di porzioni di legante in aderenza, a testimonianza della bassa qualità del legante presente, polverizzato e privo di aderenza al sasso; questi ultimi poi hanno prevalentemente una sagoma tondeggiante, non squadrata, oltre che dimensione molto inferiore allo spessore delle murature che pertanto non prevedono generalmente elementi passanti trasversalmente che possano contenere gli sbandamenti trasversali dei paramenti interno ed esterno.
Gli edifici molto danneggiati spesso permettono di riconoscere paramenti murari molto disomogenei nei componenti e rimaneggiati nella geometria, con verosimile incremento degli indebolimenti locali; spesso sono riconoscibili interventi locali di apparente consolidamento degli impalcati, causanti un appesantimento certo ed un irrigidimento nel piano solo presunto; i maschi murari a sostegno o delimitazione degli impalcati spesso non sono efficacemente connessi agli stessi, favorendo distacchi e ribaltamenti delle murature, con crolli locali, progressivi o completi del fabbricato.
Si notano anche diverse tipologie di muratura su uno stesso edificio, addirittura su uno stesso paramento murario.
Alcuni edifici storici di maggior pregio non hanno subito danni rilevanti, probabilmente per la presenza di murature con elementi lapidei squadrati e minore entità di rimaneggiamenti per il riposizionamento delle aperture.
Sono presenti fabbricati nuovi o efficacemente ristrutturati che non hanno evidenziato danni apparenti. Fabbricati privi di interventi, compresi tra fabbricati ristrutturati, hanno condiviso con questi ultimi azioni di inerzia commisurate alle nuove rigidezze ristrutturate, ma eccessive per le capacità dei fabbricati privi di interventi migliorativi, con conseguente danno esteso.
Nei due casi evidenziati in foto probabilmente è intervenuto anche un meccanismo di primo modo per assenza di ritegno in sommità dei paramenti; sui fabbricati limitrofi ristrutturati è stata sostituita la copertura e sono ben visibili i nuovi travicelli, verosimilmente appoggiati almeno previo consolidamento anche solo di una porzione di muro.
I tiranti metallici posizionati con una certa diffusione, hanno dimostrato efficacia nel contenere i ribaltamenti delle murature dotate di sufficiente omogeneità, ma si sono rivelati ininfluenti per contenere azioni su murature disgregate.
Si evidenziano comunque anche "casi studio" sull'uso dei tiranti, come in questa foto, in cui sono stati inseriti esclusivamente al piano primo e non in copertura.
Sempre riconosciuta pregiudizievole l’assenza di diffuse connessioni tra impalcati e murature d’ambito.
Documento completo ISI
“Dato l’interesse elevato per il drammatico evento sismico che ha visto l’apparizione su molti mezzi di informazione di fotografie e commenti talvolta di discutibile utilità - spiega l’ISI -, si è inteso mettere a disposizione le immagini raccolte per la comunità degli ingegneri e dei tecnici al fine di poter fare delle proprie considerazioni alla luce dell’osservazione delle stesse”.
A corredo delle foto, ISI fornisce brevi note indicative e preliminari, alle quali seguiranno considerazioni su materiali, tecniche e conoscenze costruttive dell’epoca e normative vigenti all’epoca. Ecco alcune delle foto:
Nei crolli sono riconoscibili elementi in sasso nelle dimensioni minime, privi di porzioni di legante in aderenza, a testimonianza della bassa qualità del legante presente, polverizzato e privo di aderenza al sasso; questi ultimi poi hanno prevalentemente una sagoma tondeggiante, non squadrata, oltre che dimensione molto inferiore allo spessore delle murature che pertanto non prevedono generalmente elementi passanti trasversalmente che possano contenere gli sbandamenti trasversali dei paramenti interno ed esterno.
Gli edifici molto danneggiati spesso permettono di riconoscere paramenti murari molto disomogenei nei componenti e rimaneggiati nella geometria, con verosimile incremento degli indebolimenti locali; spesso sono riconoscibili interventi locali di apparente consolidamento degli impalcati, causanti un appesantimento certo ed un irrigidimento nel piano solo presunto; i maschi murari a sostegno o delimitazione degli impalcati spesso non sono efficacemente connessi agli stessi, favorendo distacchi e ribaltamenti delle murature, con crolli locali, progressivi o completi del fabbricato.
Si notano anche diverse tipologie di muratura su uno stesso edificio, addirittura su uno stesso paramento murario.
Alcuni edifici storici di maggior pregio non hanno subito danni rilevanti, probabilmente per la presenza di murature con elementi lapidei squadrati e minore entità di rimaneggiamenti per il riposizionamento delle aperture.
Sono presenti fabbricati nuovi o efficacemente ristrutturati che non hanno evidenziato danni apparenti. Fabbricati privi di interventi, compresi tra fabbricati ristrutturati, hanno condiviso con questi ultimi azioni di inerzia commisurate alle nuove rigidezze ristrutturate, ma eccessive per le capacità dei fabbricati privi di interventi migliorativi, con conseguente danno esteso.
Nei due casi evidenziati in foto probabilmente è intervenuto anche un meccanismo di primo modo per assenza di ritegno in sommità dei paramenti; sui fabbricati limitrofi ristrutturati è stata sostituita la copertura e sono ben visibili i nuovi travicelli, verosimilmente appoggiati almeno previo consolidamento anche solo di una porzione di muro.
I tiranti metallici posizionati con una certa diffusione, hanno dimostrato efficacia nel contenere i ribaltamenti delle murature dotate di sufficiente omogeneità, ma si sono rivelati ininfluenti per contenere azioni su murature disgregate.
Si evidenziano comunque anche "casi studio" sull'uso dei tiranti, come in questa foto, in cui sono stati inseriti esclusivamente al piano primo e non in copertura.
Sempre riconosciuta pregiudizievole l’assenza di diffuse connessioni tra impalcati e murature d’ambito.
Documento completo ISI
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