Commissione Europea: ‘la capacità di generazione da fonti rinnovabili aumenterà di circa 1300 megawatt’
02/05/2016 – Via libera della Commissione Europea alla bozza di decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che incentiva la produzione di energia elettrica da rinnovabili non fotovoltaiche.
Il testo, pronto da settembre 2015, a novembre aveva ricevuto il via libera della Conferenza Unificata, ma si è poi bloccato per la verifica di compatibilità con le norme europee sugli aiuti di Stato.
Venerdì scorso il verdetto positivo con cui Bruxelles ha affermato che il decreto “contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell'Ue senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico. In particolare, il piano sosterrà l'Italia nel conseguire gli obiettivi dell'Ue in materia di energie rinnovabili, contribuendo ad aumentare la capacità di generazione da fonti rinnovabili di circa1300 megawatt”.
Gli incentivi varieranno in base alle dimensioni degli impianti.
L’accesso agli incentivi avverrà direttamente per i piccoli impianti di dimensioni inferiori a 0,5 MW. È previsto il meccanismo dei registri per gli impianti di media entità, con potenza installata tra 0,5 MW e 5 MW. Si useranno le aste per i progetti di potenza maggiore di 5 MW.
Per quanto riguarda le aste, i contingenti di potenza disponibili in base alla tipologia di fonte ammontano a 800 MW per l'eolico onshore, 30 MW per l'eolico offshore, 20 MW per la geotermia, 100 MW per il solare termodinamico, 50 MW per le biomasse.
Nelle procedure per accedere agli incentivi, saranno escluse le offerte di riduzione inferiori al 2% della base d'asta e quelle superiori al 40%.
Nell’ambito dei registri, sono messi a disposizione i seguenti contingenti di potenza: 60 MW per l'eolico a terra, 80 MW per l'idroelettrico, 30 MW per la geotermia, 90 MW per le biomasse, 6 MW per gli impianti a moto ondoso, 20 MW per il solare termodinamico.
Il decreto sostiene inoltre il rinnovo dei generatori esistenti per aumentare la loro efficienza o prolungare la loro durata di vita operativa.
Dopo l’ok della Commissione Europea, il decreto del Mise, che prenderà il posto del DM 6 luglio 2012, potrà quindi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare operativo.
Il testo, pronto da settembre 2015, a novembre aveva ricevuto il via libera della Conferenza Unificata, ma si è poi bloccato per la verifica di compatibilità con le norme europee sugli aiuti di Stato.
Venerdì scorso il verdetto positivo con cui Bruxelles ha affermato che il decreto “contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici ed energetici dell'Ue senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico. In particolare, il piano sosterrà l'Italia nel conseguire gli obiettivi dell'Ue in materia di energie rinnovabili, contribuendo ad aumentare la capacità di generazione da fonti rinnovabili di circa1300 megawatt”.
Incentivi alle rinnovabili non fotovoltaiche
Il decreto cesserà di avere effetti trenta giorni dopo il raggiungimento della soglia di 5,8 miliardi di euro o comunque entro il 31 dicembre 2016. Si tratta della data indicata nella bozza, ma che potrebbe slittare dal momento che siamo ormai a maggio.Gli incentivi varieranno in base alle dimensioni degli impianti.
L’accesso agli incentivi avverrà direttamente per i piccoli impianti di dimensioni inferiori a 0,5 MW. È previsto il meccanismo dei registri per gli impianti di media entità, con potenza installata tra 0,5 MW e 5 MW. Si useranno le aste per i progetti di potenza maggiore di 5 MW.
Per quanto riguarda le aste, i contingenti di potenza disponibili in base alla tipologia di fonte ammontano a 800 MW per l'eolico onshore, 30 MW per l'eolico offshore, 20 MW per la geotermia, 100 MW per il solare termodinamico, 50 MW per le biomasse.
Nelle procedure per accedere agli incentivi, saranno escluse le offerte di riduzione inferiori al 2% della base d'asta e quelle superiori al 40%.
Nell’ambito dei registri, sono messi a disposizione i seguenti contingenti di potenza: 60 MW per l'eolico a terra, 80 MW per l'idroelettrico, 30 MW per la geotermia, 90 MW per le biomasse, 6 MW per gli impianti a moto ondoso, 20 MW per il solare termodinamico.
Il decreto sostiene inoltre il rinnovo dei generatori esistenti per aumentare la loro efficienza o prolungare la loro durata di vita operativa.
Dopo l’ok della Commissione Europea, il decreto del Mise, che prenderà il posto del DM 6 luglio 2012, potrà quindi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare operativo.
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