Chiesto di mantenere la soglia a 1000 mg/kg come in Europa, rispetto ai 100 mg/kg proposti, per evitare l’aumento dei costi delle opere
06/04/2016 – Mantenere la concentrazione massima di amianto che permette il riutilizzo delle terre e rocce da scavo a 1000 mg/kg rispetto ai 100 mg/kg previsti dalla bozza di decreto che deve riscrivere e armonizzare la normativa sull’argomento. Lo hanno chiesto le Commissioni Lavori Pubblici del Senato e Ambiente della Camera.
La richiesta è stata motivata col divieto di gold plating, che dovrebbe impedire l’introduzione, nella normativa nazionale, di livelli di regolazione superiori a quanto previsto dall’ordinamento europeo .
Anche nell’Unione Europea le varie disposizioni vigenti indicano una concentrazione limite dello 0,1%, equivalente quindi a quella di 1000 mg/kg.
Le Commissioni lamentano anche che nel provvedimento non si fa una adeguata distinzione tra i materiali contenenti amianto di origine antropica, come il cemento amianto, e quelli con amianto di origine naturale, ad esempio le rocce amiantifere. Situazioni che comportano condizioni operative, livelli di rischio e misure cautelative molto diversi tra loro.
Nella relazione illustrativa che accompagna lo schema di decreto si legge che l’abbassamento dei limiti è stato inserito dal Ministero dell’ambiente su indicazione dell’Istituto superiore di sanità. Ma, sostengono le Commissioni, le motivazioni non sembrano esaustive.
A detta delle Commissioni l’idoneità dei siti di deposito intermedio dovrebbe emergere dalla caratterizzazione ambientale, indipendentemente dal fatto che i siti abbiano la stessa destinazione urbanistica di quelli di produzione.
Le Commissioni hanno poi proposto di includere tra le pratiche industriali che consentono il riutilizzo anche il trattamento a calce per la stabilizzazione dei materiali da scavo.
La richiesta è stata motivata col divieto di gold plating, che dovrebbe impedire l’introduzione, nella normativa nazionale, di livelli di regolazione superiori a quanto previsto dall’ordinamento europeo .
Terre da scavo e amianto oggi
Al momento la Tabella 1 dell’Allegato 5 alla parte IV del Titolo V del Codice dell’Ambiente (D.lgs. 152/2006) ammette una concentrazione di amianto di 1000 mg/kg. Oltre questo livello, precisano le Commissioni, scatta il divieto di riutilizzo dei materiali estratti durante gli scavi.Anche nell’Unione Europea le varie disposizioni vigenti indicano una concentrazione limite dello 0,1%, equivalente quindi a quella di 1000 mg/kg.
Terre da scavo e amianto, cosa potrebbe succedere
Secondo le Commissioni, portando il livello limite a 100 mg/kg si introdurrebbero aggravi di natura operativa e procedurale e ci si porrebbe in contrasto con lo spirito di semplificazione della norma che deve essere approvata. Molti materiali da scavo dovrebbero infatti essere smaltiti come rifiuti anziché essere riutilizzati come sottoprodotti, producendo un aggravio di costi per la realizzazione di numerose opere pubbliche.Le Commissioni lamentano anche che nel provvedimento non si fa una adeguata distinzione tra i materiali contenenti amianto di origine antropica, come il cemento amianto, e quelli con amianto di origine naturale, ad esempio le rocce amiantifere. Situazioni che comportano condizioni operative, livelli di rischio e misure cautelative molto diversi tra loro.
Nella relazione illustrativa che accompagna lo schema di decreto si legge che l’abbassamento dei limiti è stato inserito dal Ministero dell’ambiente su indicazione dell’Istituto superiore di sanità. Ma, sostengono le Commissioni, le motivazioni non sembrano esaustive.
Terre da scavo, le richieste delle Commissioni
Oltre a chiedere il mantenimento dei limiti di concentrazione di amianto oggi consentiti, le Commissioni hanno proposto di rafforzare l’obbligo di analisi e prospezioni geognostiche sui siti di intervento.A detta delle Commissioni l’idoneità dei siti di deposito intermedio dovrebbe emergere dalla caratterizzazione ambientale, indipendentemente dal fatto che i siti abbiano la stessa destinazione urbanistica di quelli di produzione.
Le Commissioni hanno poi proposto di includere tra le pratiche industriali che consentono il riutilizzo anche il trattamento a calce per la stabilizzazione dei materiali da scavo.
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