domenica 22 settembre 2013

Piano Casa Lazio, più margine d’azione per i Comuni Oltre agli edifici storici si potranno escludere dagli interventi anche le aree ad alta densità urbanistica

di Paola Mammarella 23/09/2013 - I sindaci laziali avranno più potere nel limitare gli interventi di ampliamento volumetrico e sostituzione edilizia del Piano Casa. Con la delibera 277/2013 (vedere http://www.edilportale.com/normativa/delibera-zione/2013/277/regione-lazio-modifica-deliberazione-giunta-regionale-n.-20-del-26.01.2012-di-approvazione-della-circolare_14818.html) la Giunta ha disposto una modifica alla delibera 20/2012 (vedere http://www.edilportale.com/normativa/delibera-zione/2012/20/regione-lazio-circolare-esplicativa-piano-casa-della-regione-lazio.-primi-indirizzi-e-direttive-per_14162.html), formulata in modo da far credere che i Comuni potessero introdurre limiti all’applicazione del Piano Casa solo in presenza di edifici storici e di valore artistico. Come ricordato nel testo della nuova delibera, il Piano Casa (http://www.edilportale.com/normativa/legge-regionale/2009/21/regione-lazio-misure-straordinarie-per-il-settore-edilizio-e-interventi-per-l-edilizia-residenziale_11135.html) ammette interventi di ampliamento, cambi di destinazione d’uso, sostituzione edilizia e di recupero dei volumi accessori e pertinenziali in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici ed edilizi. I Comuni possono però individuare ambiti del proprio territorio o immobili nei quali, per particolari qualità di carattere storico, artistico, urbanistico ed architettonico, limitare o escludere gli interventi. Dal momento che molti Comuni, avvalendosi di questo strumento, hanno escluso dall’applicazione del Piano Casa interi quartieri o ampie zone comunali, è sorto il dubbio di aver oltrepassato il limite posto dalla legge regionale. La delibera 277/2013 ha però spiegato che non si può limitare l’esercizio della competenza in materia di pianificazione urbanistica ed edilizia dei Comuni. Per questo motivo i Comuni devono individuare gli ambiti urbani nei quali limitare la portata della legge in considerazione del tessuto edilizio, della densità urbanistica, della qualità edilizia e del carattere storico dell’insieme. Le delibere comunali possono quindi escludere dal Piano Casa sia edifici sia aree che risultano rappresentative di un certo periodo storico, di un filone artistico, di una determinata tipologia edilizia discendente da specifiche destinazioni urbanistiche o di un dato stile o carattere architettonico, ma anche caratterizzate da un tessuto urbanistico talmente denso da non consentire l'aggravio di ulteriori quantità edilizie. Le delibere devono inoltre contenere una descrizione puntuale delle caratteristiche degli immobili o delle aree la cui tutela rende necessaria l’esclusione dagli interventi del Piano Casa. (riproduzione riservata)http://www.edilportale.com/news/2013/09/normativa/piano-casa-lazio-pi%C3%B9-margine-d-azione-per-i-comuni_35458_15.html

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