Un professionista milanese dimezza le parcelle delle sue prestazioni. E si ritrova nei guai con il Consiglio. Fino alla chiusura "per motivi disciplinari" dello studio. E spunta un audio choc che testimonia le pressioni ricevute
Processi disciplinari, denunce, controdenunce e un audio-choc: un notaio che intercetta l’ispettore del ministero. Registrato di nascosto mentre gli chiede di ignorare le regole della concorrenza e tenere alte le tariffe pagate dai cittadini. Altrimenti verrà radiato.
«Stai messo proprio in bilico. Bisogna trovare una soluzione tecnica che ti metta in condizione di sopravvivere. Perché ti vedo brutto brutto». A parlare è Mario Molinari, "conservatore" dell’Archivio notarile di Milano: il funzionario incaricato dal ministero della Giustizia di controllare che i notai rispettino le leggi. E a stare sull’orlo dell’abisso è il suo interlocutore, Paolo De Martinis, il notaio milanese con il maggior giro d’affari: tremila pratiche, tre milioni di euro all’anno. Fino allo scorso luglio. Da allora, De Martinis non fa più nulla, perché su di lui s’è abbattuta la mannaia disciplinare: due sospensioni di fila, il suo studio resterà chiuso fino a maggio 2017. E forse più a lungo, perché è già scattato un terzo procedimento, che rischia di causare il definitivo stop professionale.
A procedere contro di lui, prima nel 2011, poi nel 2015 e ancora nel 2016, è il Consiglio dei Notai di Milano (Cnm), organo che vigila sul rispetto delle norme di deontologia. La prima accusa a De Martinis è di aver lavorato troppo. Il Cnm ha calcolato, secondo le norme, che ci vogliono due minuti per leggere ogni singolo foglio di un atto notarile, quindi un professionista non può fare più di 15 pratiche al dì. De Martinis ne faceva 20. Da qui le sanzioni, i reclami alla Corte d’Appello, i ricorsi in Cassazione: una battaglia legale ancora in corso.
Ma ora il notaio punito passa al contrattacco. Con un esposto alla Procura e una denuncia all’Antitrust (Agcm). Con la registrazione dell’ispettore allegata . La conversazione avvenuta il 6 ottobre scorso tra De Martinis e Molinari fa pensare che il vero motivo della sospensione sia diverso. Riferendosi al Consiglio notarile di Milano, il funzionario ministeriale dice: «Loro ti stanno a da’ una caccia feroce, lo sai? (…) La mia sensazione è che loro siano molto forti, convinti di averti in pugno in una maniera seria».
Secondo la denuncia del notaio, i problemi sarebbero cominciati nel 2006, quando è entrato in vigore il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che ha eliminato le tariffe professionali per favorire la libera concorrenza. A quel punto De Martinis dimezza le sue parcelle: se i suoi concorrenti facevano pagare un rogito 1.800 euro, lui ne chiedeva 900. Quindi gli affari volano. Ma lo sconto è poco apprezzato dai colleghi. Di qui, secondo il notaio, i procedimenti disciplinari.
Nella registrazione agli atti, è sempre il Conservatore a indicare una via d’uscita, dicendo che lui stesso andrà dal presidente del Cnm, Arrigo Roveda, per informarlo che De Martinis sarebbe disposto a trattare. Cioè a ridursi gli incassi del 50 per cento. Oppure a fare posto, nel suo studio, a un collega gradito al Consiglio, per dividere così gli introiti. Ma prima, l’ispettore lo avverte, «il Presidente deve da’ un segnale di non averti accerchiato con le macchine da guerra. Se no, non ci viene nessuno qui, perché sa che dopo un quarto d’ora sta spellato a piazzale Loreto».
La registrazione consegnata anche all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), secondo il denunciante, dimostra che la liberalizzazione tra i notai è ancora una chimera. L’ispettore Molinari sembra affermarlo chiaramente: «Se io fossi il presidente ti direi: "Paolo, aumenta la tariffa di 200 euro, così ci fai respirare a tutti". Così si ridistribuirebbe in maniera leggermente più tranquilla un po’ di grana».
Se l’accusa troverà conferma, significa che per i cittadini le parcelle restano stratosferiche e nessun notaio può abbassarle, pena la sospensione. Perché, come spiega lo stesso conservatore, a stare «in bilico» non è solo De Martinis, ma i dieci più grandi professionisti di Milano. C’è ad esempio Luciano Quaggia che s’è ridotto il volume d’affari facendo spazio a un altro notaio, dice sempre l’ispettore, ma «non ha capito che doveva fare 60 e 40. Luciano ha fatto 85 e 15 e non basta».
I portavoce del Cnm definiscono De Martinis, «non credibile», «inaffidabile», «impresentabile», «privo di personalità», mostrano le carte dei procedimenti disciplinari, le sentenze dalla Corte d’Appello e dalla Cassazione. Lui tira dritto. Tra tanti veleni, spunta anche un misterioso questionario. In settembre, per misurare il giro d’affari di ciascuno studio, il Consiglio avrebbe inviato un formulario a tutti i notai, chiedendo quante procedure fanno all’anno e quanto guadagnano. L’ente di Milano ci aveva già provato nel 2012 a fare i conti in tasca ai suoi iscritti, ma allora era intervenuto l’Antitrust, sanzionando il Consiglio con una multa da 99.403 euro perché, in base alla legge, ogni notaio deve essere libero di applicare i ribassi che vuole. Tentativi analoghi sono stati segnalati all’Antitrust da Lucca, dove il consiglio notarile locale s’era visto infliggere una multa di quasi 20 mila euro, e nel distretto di Roma.
Ora il Garante sta nuovamente puntando il faro sul consiglio milanese. Che interpellato da l’Espresso ribatte: «Il Cnm conosce e apprezza i valori della concorrenza, senza venir meno al compito assegnatogli dalla legge: vigilare sulla correttezza dell’operato dei notai. I comportamenti per i quali può essere richiesta una sanzione disciplinare contro un notaio sono quelli che possono danneggiare i cittadini, ad esempio l’esercizio delle funzioni in modo non personale e con delega a terzi. Tutte le nostre iniziative disciplinari sono sempre state confermate dalla Corte d’appello e dalla Cassazione». Dal conservatore-ispettore, invece, nessun commento. http://espresso.repubblica.it/inchieste/2016/12/14/news/il-notaio-abbassa-le-tariffe-i-suoi-colleghi-lo-processano-1.291012?ref=HEF_RULLO
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