Cassazione: ok alla riedificazione con cambio di sagoma solo se si può verificare con certezza la volumetria preesistente
14/07/2015 - Il Decreto del Fare (DL 69/2013) ha reso possibile l’utilizzo della Scia per le ristrutturazioni con cambio di sagoma. Ad ogni modo, ha precisato la Corte di Cassazione con la sentenza 26713/2015, per capire se un intervento è legittimo bisogna poter accertare che non ci sia stato un aumento di volumetria.Secondo i giudici, perché possano essere applicate le liberalizzazioni introdotte dal Decreto del Fare, è necessario che sia accertabile “la preesistente consistenza dell'immobile in base a riscontri documentali, alla verifica dimensionale del sito o ad altri elementi certi e verificabili”.
Solo in questo caso si può utilizzare la Scia per demolire e ricostruire un manufatto, o parte di esso, con cambio di sagoma utilizzando la Scia.
Se, al contrario, gli accertamenti non sono possibili, bisogna richiedere il permesso di costruire per evitare che le opere siano considerate abusive.
Nel caso preso in esame dalla Cassazione, un soggetto aveva demolito due manufatti realizzandone uno nuovo più grande. A suo avviso la cubatura non era aumentata perché erano stati semplicemente accorpati dei volumi precedentemente demoliti.
Dal momento che i giudici non erano stati messi in condizione di verificare la volumetria preesistente e che non potevano quindi escludere con certezza un aumento della cubatura, l’intervento è stato considerato abusivo e l’immobile è stato posto sotto sequestro.
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