Bloccato in extremis il decreto delega che prevede aumenti di tutte le rendite. Le simulazioni rivelano: a Napoli il valore di una casa popolare sale di sei volte, a Roma di quattro
VALENTINA CONTEROMA. Salta la riforma del catasto. Previsto per oggi, il secondo e cruciale decreto attuativo della delega fiscale in tema di immobili non arriverà invece sul tavolo del Consiglio dei ministri. Un testo molto atteso, e in incubazione da gennaio, in grado di svelare l'algoritmo segreto con cui ricalcolare tutti i valori catastali.A bloccarlo, a pochi giorni dalla scadenza della delega (il 27 giugno), è il caos generato dalle simulazioni approntate dall'Agenzia delle entrate. Numeri pazzeschi, con le rendite che lievitano, in alcuni casi esplodono. Mettendo a rischio l'invarianza di gettito, caposaldo della delega stessa. E dunque aprendo un pericoloso varco ad un nuovo salasso fiscale sul mattone. Se le rendite aumentano, le aliquote di Imu e Tasi devono scendere. Questo vuole il principio dell'invarianza. Ma come declinarla? A livello locale o nazionale? E come tradurla in una local tax, la tassa unica che ricomprenda tutti i balzelli locali, annunciata a più riprese dal premier Renzi? Tutti nodi apertissimi. E possibile crocevia di pesanti frizioni tra governo centrale e locale.
Simulazioni
Secondo i primi calcoli - elaborati dalla Uil-Servizio politiche territoriali in base proprio al possibile algoritmo messo a punto dall'Agenzia delle entrate - i valori degli immobili ottenuti applicando la nuova formula decollano ovunque, sia in centro che in periferia, nonostante lo sconto del 30%, inserito nel decreto per attutire i rialzi. A patire sono le abitazioni oggi classificate come economiche e popolari (A3 e A4), soprattutto se ubicate nei centri storici. A Napoli il valore di una casa popolare in centro sale di sei volte. A Roma di quattro. A Venezia di cinque. Una rivalutazione sacrosanta, laddove i vecchi numeri non fotografano più il pre- gio reale della magione, in un catasto vecchio di settant'anni. Ma che farà per forza discutere. Il timore è che il fisco segua l'impennata delle rendite. E che il tetto ora fermo a 24 miliardi annui ( la somma di Imu e Tasi raccolte da prime e seconde case) possa saltare.
Il nodo periferie
A leggere le tabelle (si tratta di valori medi), non sono solo le case in centro a pagare pegno. Anche nelle periferie dei dieci capoluoghi presi in esame, i valori catastali di abitazioni civili, economiche e popolari (A2, A3 e A4) salgono e non di poco. Si va da un minimo di un quarto in più per un A2 di Bari, a un massimo di oltre quattro volte tanto per un A4 a Firenze (da 60 mila a 260 mila euro). A livello nazionale, tutte e tre le categorie toccano il cielo. Dal doppio al 312% in più.
I cardini della riforma
Entro il 2019, tutte le abitazioni degli italiani, circa 35 milioni per 25 milioni di proprietari, saranno riviste ai raggi x del nuovo algoritmo. Per quella data il database del mattone sarà completamente stravolto. Metri quadri al posto dei vani. Non più categorie come A2, A3, A4 ma solo O e S, immobili ordinari e speciali (pubblici e commerciali). La nuova funzione statistica dovrà tenere conto, prevede la delega, di elementi non secondari, come affaccio, ascensore, piano, esposizione, doppi servizi, zona. L'algoritmo si applicherà, sembra ormai certo, ai valori Omi oggi esistenti (quelli dell'Osservatorio immobiliare), tratti dai dati sulle compravendite.
Le critiche
Una scelta criticata, quella dei valori Omi, dal presidente dell'Ordine dei geometri, Maurizio Savoncelli, che li definisce "troppo distanti dalla realtà". Oltre al fatto che includere nel passaggio dai vani ai metri quadri anche gli elementi accessori (come balconi e ripostigli) si tradurrà "in un contenzioso enorme", visto che cinque vani di oggi, con tre reali e il resto accessori, "diventeranno 100 metri quadri, quando in realtà sono meno". Anche il presidente dell'Agefis, Mirco Mion (geometri fiscalisti) avverte del pericolo insito nel declinare l'invarianza di gettito a livello locale, anziché nazionale: "Rischiamo proprietari di serie A e di serie B, a seconda di dove vivono". http://www.repubblica.it/economia/2015/06/23/news/sul_catasto_e_caos_rischio_salasso_fiscale_salta_la_riforma-117479798/?ref=HREC1-3
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