All’esame della Consulta le norme che hanno rimodulato in modo retroattivo i bonus al fotovoltaico
29/06/2015 - Chi ha sostenuto un investimento all’insegna dell’efficienza energetica ha il diritto di mantenere l’incentivo del Conto Energia accordato al momento della realizzazione dell’intervento.È questo il parere del Tar Lazio, che con un'ordinanza ha sollevato la legittimità costituzionale dei decreti attuativi (DM 16 ottobre 2014 e DM 17 ottobre 2014)dello Spalma Incentivi (DL 91/2014) con cui sono stati rimodulati i bonus al fotovoltaico.
Rimodulazione degli incentivi del Conto Energia
Ricordiamo che la rimodulazione degli incentivi del Conto Energia è stata effettuata in modo retroattivo con l’obiettivo di ridurre il peso dei bonus al fotovoltaico sulle bollette elettriche.Lo Spalma Incentivi ha dato agli operatori la possibilità di scegliere fra tre opzioni:
a) erogazione per 24 anni della tariffa, ricalcolata secondopercentuali di riduzione indicate nell’allegato 2 al Decreto Competitività;
b) incentivo erogato in 20 anni e rimodulato secondo le modalità individuate dal DM 17 ottobre 2014;
c) tariffa erogata in 20 anni e ridotta, per il periodo residuo di incentivazione, di una percentuale proporzionale alla potenza dell’impianto.
In assenza di una dichiarazione esplicita è stata applicata la terza opzione, che secondo le rilevazioni del Gse si è rivelata la più diffusa.
Perché lo Spalma Incentivi potrebbe essere illegittimo
Lo Spalma Incentivi non è piaciuto alle aziende green, che hanno presentato ricorso al Tar Lazio contro la norma, considerata illegittima.Dopo sei mesi il Tar ha dato ragione agli operatori del settore, emanando contemporaneamente una sentenza provvisoria e un’ordinanza di remissione degli atti alla Corte Costituzionale, che dovrà ora pronunciarsi sulla legittimità della norma.
Il Tar ha giudicato fondato il ricorso delle associazioni del settore affermano che la legge avrebbe operato una modifica peggiorativa del rapporto contrattuale con effetti retroattivi. In questo modo, si legge nell’ordinanza, avrebbe violato il principio della certezza del diritto e quello del legittimo affidamento, tutelato dagli articoli 3 e 41 della Costituzione.
Allo stesso tempo, lo Spalma Incentivi si porrebbe in contrasto anche con la Convezione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nella cui sfera applicativa , rientrerebbero anche i diritti di credito.
Ma non solo, perché secondo il Tribunale Amministrativo, il sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili risponderebbe agli obblighi derivanti dalle direttive europee 2001/77/CE e 2009/28/CE.
La norma, sostiene il Tar, si porrebbe inoltre in contrasto con il principio di libera circolazione dei capitali, sancito dal TFUE, perchè avrebbe introdotto una restrizione cross-border dissuadendo i potenziali investitori europei.
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