giovedì 17 luglio 2014

Spalma-Incentivi (energie naturali e rinnovabili): ‘si sottovalutano i rischi di contenzioso’

La Commissione Bilancio del Senato dà l’ok al ddl ma mette in guardia dalle azioni che saranno intraprese da chi ha investito in rinnovabili edilportale.com/news

18/07/2014 - La portata finanziaria del Decreto Spalma Incentivi non risulta evidente e viene sottovalutato il rischio di contenzioso derivante dalla rimodulazione dei bonus. È questo, in sintesi, il parere della Commissione Bilancio del Senato, che ha dato il via libera al ddl di conversione del decreto Spalma-Incentivi (DL 91/2014).
La norma, al centro delle polemiche degli addetti ai lavori, che interviene sugli oneri di rete e rimodula gli incentivi finora concessi al fotovoltaico dal Conto Energia, sta infatti affrontando l’iter parlamentare dal momento che deve essere convertita in legge entro il 24 agosto.
 
I contenuti del decreto
Ricordiamo che l’articolo 24 del Decreto Spalma-Incentivi prevede di porre oneri sull’energia consumata, compresa quella autoprodotta. Un’ipotesi che è stata criticata dagli operatori del settore perché si equipara l’energia prodotta, distribuita e prelevata dalla rete pubblica in concessione, all’energia autoprodotta in sito che non passa dalla rete pubblica, ma da un’infrastruttura privata, cioè da una rete che per essere realizzata ha richiesto un investimento a favore della sostenibilità.

L’articolo 26 taglia gli incentivi al fotovoltaico, dando agli investitori che hanno già un impianto funzionante e che stanno percependo gli incentivi ai sensi del Conto Energia,la possibilità di scegliere tra due opzioni: la rimodulazione e l’allungamento da 20 a 24 anni del periodo di erogazione oppure la riduzione dell’8% degli incentivi.
La prima opzione prevede che dal 1° gennaio 2015  la tariffa incentivante per l’energia prodotta dagli impianti oltre i 200 kW sia rimodulata secondo le seguenti percentuali diriduzione:
- 12 anni residui > riduzione incentivo pari al 25%
- 13 anni residui > riduzione incentivo pari al 24%
- 14 anni residui > riduzione incentivo pari al 22%
- 15 anni residui > riduzione incentivo pari al 21%
- 16 anni residui > riduzione incentivo pari al 20%
- 17 anni residui > riduzione incentivo pari al 19%
- 18 anni residui > riduzione incentivo pari al 18%
- oltre 19 anni residui > riduzione incentivo pari al 17%
 Per le tariffe onnicomprensive erogate ai sensi del quinto Conto Energia (DM 5 luglio 2012), le riduzioni si applicano alla sola componente incentivante (calcolata secondo l’art. 5, comma 2, del DM 5 luglio 2012).

Scegliendo la seconda opzione, i titolari degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW potranno optare per una riduzione dell’8% dell’incentivo riconosciuto al 25 giugno 2014 (data di entrata in vigore del DL 91/2014), per la durata residua del periodo di incentivazione. Chi sceglie questa alternativa dovrà comunicarlo al GSE entro il 30 novembre 2014 e la riduzione dell’incentivo decorrerà dal 1° gennaio 2015.
 
Le proposte di modifica
Oltre alle numerose richieste di soppressione degli articoli in questione, gli emendamenti presentati propongono di rivedere gli oneri di rete dal 2016 anziché dal 2015 e di escludere dagli oneri per l’autoconsumo gli impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza inferiore a 200 kW.
 
È stato inoltre chiesto di sostituire la rimodulazione degli incentivi al fotovoltaico con l’emissione di obbligazioni da parte del GSE. Per ridurre l’impatto dei tagli, per il 2014 è stato proposto di erogare gli incentivi con rate mensili costanti pari al 98% della producibilità media annua e di passare a decurtazioni maggiori nel 2015. Un’altra ipotesi di rimodulazione ha infine chiesto di spalmare gli incentivi in ventidue anni anziché in ventiquattro.
 
Il parere della Commissione Bilancio del Senato
Prima del parere, è intervenuto in Commissione il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando. A suo avviso, anche se non può essere esclusa la possibilità che chi ha investito in rinnovabili instauri un contenzioso contro la rimodulazione degli incentivi e l’allungamento dei tempi di erogazione, il Governo ha adottato tutti gli accorgimenti per evitarlo.
 
Le affermazioni del viceministro non hanno però convinto la Commissione, tanto che diversi componenti hanno dato parere negativo al provvedimento.
 
Si attendono ora i prossimi passaggi parlamentari per capire se e come saranno accolte le richieste di modifica del testo.

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