Il sindacato: ‘l’unico modo per rendere tracciabili i pagamenti è eliminare il contante’ http://www.edilportale.com/news/2014/07/professione/obbligo-di-pos-inarsind-non-%C3%A8-cos%C3%AC-che-si-combatte-l-evasione_40383_33.html
07/07/2014 - “L’unico modo per rendere tracciabili i pagamenti è eliminare l’uso dei contanti, ma si può fare senza le complicazioni introdotte dall’uso del Pos”. Lo dice InarSind, il sindacato degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti.“È inutile introdurre nuove complicazioni - dichiara Salvo Garofalo, presidente di InarSind. Finché ci sarà la possibilità di scegliere se emettere una fattura o rilasciare una ricevuta a fronte di un pagamento in contanti che, a meno di un versamento su un conto corrente, non può essere riscontrato, l’obbligo di dotarsi di POS o altri sistemi è del tutto ininfluente ai fini della lotta all’evasione fiscale”.
Il POS - sottolinea il Sindacato - altro non è che un servizio al cliente, ma da nessuna parte del cosiddetto “Decreto Crescita 2.0” c’è scritto che il professionista e il cliente sono obbligati a utilizzarlo pur avendolo a disposizione. In questo senso è corretto che non sia perseguibile chi non se ne dota, che infatti non è soggetto ad alcuna sanzione.
Per i professionisti come architetti e ingegneri, oltretutto, il POS è due volte inutile: “Nei nostri studi non si vendono prodotti - dice Garofalo - chi deve pagare la parcella di un professionista lo fa di norma attraverso bonifico bancario, uno strumento molto più adatto e pratico per pagare le nostre prestazioni. Per questo architetti e ingegneri non hanno alcun interesse a installare il POS nei propri studi, considerato che si tratta di un onere in più, e inutile”.
Se poi si intende eliminare il contante per importi superiori ai 30 euro - prosegue la nota di InarSind - c’è da dire che la soglia è troppo bassa e quanto meno andrebbe considerato un periodo di adattamento dei cittadini, pensando in particolar modo alle persone anziane o chi comunque non è abituato al pagamento tipo POS.
Fondamentale - conclude il sindacato - anche un controllo dei costi che gli istituti di credito caricano sulle operazioni; dovrebbero essere azzerati o comunque minimizzati, anche alla luce dell’enorme monte operazioni che ne deriverebbero, pur considerando che probabilmente anche gli esercenti avrebbero un risparmio, visto che non dovrebbero più gestire il denaro contante.
Ricordiamo che l’obbligo per professionisti e imprese di accettare la moneta elettronica per pagamenti superiori a 30 euro è entrato in vigore il 30 giugno scorso, come previsto dal Decreto Sviluppo Bis (DL 179/2012), convertito nella Legge 221/2012, e dal DM 24 gennaio 2014.
Ma chi non si dota di POS non sarà soggetto ad alcuna sanzione perché le norme sul Pos non creano un obbligo giuridico, ma un onere che pesa sul professionista solo se il cliente chiede di pagare il servizio con moneta elettronica.
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