Le conclusioni del Ministero dello Sviluppo Economico dopo i primi due incontri con il settore bancario http://www.edilportale.com/news/2014/07/normativa/dotarsi-del-pos-coster%C3%A0-da-25-a-180-euro-all-anno_40904_15.html
30/07/2014 - Un professionista o un’impresa che si dota del POS può spendere da un minimo di 25-60 euro ad un massimo di 120-180 euro annui a seconda delle apparecchiature scelte.È questa la sintesi delle prime due giornate di lavoro del tavolo tecnico avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico dopo il 30 giugno 2014, data di entrata in vigore dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici per gli importi superiori a 30 euro, introdotto dal decreto Sviluppo Bis (DL 179/2012), convertito nella Legge 221/2012, e disciplinato dal DM 24 gennaio 2014.
Durante i due incontri sono intervenuti rappresentanti dell’ABI, dell’AIIP (Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica), del Consorzio Pagobancomat, dei gestori dei circuiti internazionali Visa e Mastercard e di alcuni operatori di mercato attivi nel settore dell’acquiring
Dalle riunioni è emerso che i costi per chi si dota del POS presentano una componente fissa e una variabile.
I costi fissi dipendono dalle diverse funzionalità che il terminale può offrire e dal tipo di tecnologia utilizzata per il collegamento. Ciò vuol dire che i sistemi più innovativi, il cui funzionamento è basato su un collegamento via internet o attraverso una rete mobile sono meno costosi rispetto a quelli tradizionali, collegati alle reti interbancarie dedicate.
Dato che il costo fisso per i terminali più innovativi si aggira tra i 2 e i 5 euro mensili e quello per le apparecchiature più tradizionali oscilla tra i 10 e i 15 euro al mese, il costo fisso da sostenere va dai 25-60 euro ai 120-180 euro all’anno.
I costi variabili sono legati al numero e all’ammontare delle transazioni e dipendono dal tipo di circuito utilizzato.
Spesso le due componenti di costo sono collegate e può succedere che a costi fissi più alti corrispondano costi variabili più bassi. A pesare sui costi sono anche il DM 14 febbraio 2014 (merchant fee), adottato per ridurre le commissioni sulle transazioni e migliorare la trasparenza delle informazioni, le norme attualmente in discussione a Bruxelles e la proposta di Regolamento comunitario sulle interchange fee.
Secondo quanto emerso durante il confronto, esistono sul mercato soluzioni che offrono diverse combinazioni di servizi e condizioni in base alle previsioni di utilizzo e ai collegamenti disponibili. Gli interlocutori si sono inoltre mostrati disponibili a rendere l’offerta il più possibile flessibile e conveniente, in linea con le esigenze delle singole categorie interessate.
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