Corte Giustizia UE: la normativa interna può fissare vincoli maggiori rispetto alle regole comunitarie edilportale.com/news
18/07/2014 - Non vìola la normativa comunitaria l’Amministrazione che esclude da un appalto un’impresa non in regola col Durc, anche se l’importo dei mancati versamenti non è elevato. Lo ha affermato la Corte di Giustizia europea con la sentenza C-358/12.La Corte di Giustizia europea si è pronunciata sul ricorso presentato da un consorzio che si era aggiudicato la gara per la realizzazione dei lavori, ma che, dopo degli accertamenti, era stato escluso per aver violato l’obbligo di versare i contributi per un importo pari a 278 euro.
L’esclusione, pur basandosi sul Codice Appalti e sul DM 24 ottobre 2007, veniva considerata un provvedimento eccessivo e contrario ai principi di proporzionalità e parità di trattamento dei concorrenti.
Secondo il ricorrente, inoltre, la normativa nazionale prevedeva vincoli aggiuntivi rispetto al Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Nella legislazione interna, infatti, è stabilito che si può partecipare ad una gara se lo scostamento tra i contributi previdenziali pagati e quelli dovuti è inferiore a 100 euro e al 5%.
Di parere contrario la Corte di Giustizia europea, secondo la quale la restrizione è ammessa se adottata per la tutela dell’interesse pubblico, come l’accertamento dell’affidabilità dell’operatore e della sua correttezza nei confronti dei dipendenti.
In altre parole, secondo l’Unione Europea ogni Paese membro può prevedere indici di rigore differenziati a seconda della situazione interna e di valutazioni fatte caso per caso.
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