domenica 30 marzo 2014

Lazio, approvate nuove modifiche al Piano Casa

Saranno favoriti l’housing sociale, la rigenerazione urbana e gli interventi in aree agricole http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/lazio-approvate-nuove-modifiche-al-piano-casa_38704_15.html

31/03/2014 - La commissione urbanistica del Consiglio regionale del Lazio ha dato parere favorevole alle modifiche al Piano Casa del Lazio.
 
Si tratta della proposta di legge numero 75, che contiene le modifiche volute dalla Giunta regionale, la seconda dopo la numero 76, già approvata a gennaio scorso
In particolare - spiega la Regione -, vengono cambiate le norme del vecchio Piano Casa che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe - in particolare i cambi di destinazione d’uso - con relativo premio di cubatura, restituendo centralità ai Comuni.

In secondo luogo vengono cambiate le norme sull’housing sociale, anche rispondendo alle sollecitazioni arrivate dagli operatori nelle audizioni. Si favoriscono, poi, tutti gli interventi sulla ‘città costruita’ - demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d’uso - la cosiddetta rigenerazione urbana, anche attraverso la semplificazione delle norme, in maniera da ridurre il consumo di suolo.

Infine vengono modificate anche le norme che riguardano leimprese agricole che avranno la possibilità di fare interventi all’interno dei piani aziendali, dando la possibilità di demolizioni e ricostruzioni, senza modificare la destinazione agricola delle aree in questione.

Il presidente della Commissione, Enrico Panunzi (Pd), ha espresso “viva soddisfazione per un impegno che aveva preso la Giunta e che la commissione ha portato a compimento, in tempi rapidi e in un positivo clima di collaborazione. Ora dobbiamo arrivare velocemente al voto del Consiglio regionale”.

Adesso, infatti, la legge dovrà arrivare in Aula per avere l’approvazione definitiva. Sarà discussa - ha spiegato ancora il presidente Panunzi - insieme alla proposta numero 76, quella che contiene le norme concordate fra la Giunta e il Ministero dei Beni culturali, in maniera da evitare il contenzioso avviato dal Ministero stesso di fronte alla Corte costituzionale.
 

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