lunedì 31 marzo 2014

Variante valico viadotto dell'autostrada, la frana fa muovere anche la stazione della strage dell’Italicus

Si muovono il viadotto dell'autostrada A1 e il paese di Ripoli: a rischio adesso anche i binari di San Benedetto Val di Sambro già tristemente noti per l'attentato del 1974 (12 morti) e la strage di Natale del Rapido 904 nel 1984 (17 morti)

di  | 31 marzo 2014  Se la terra continua a camminare, la secessione del Paese quassù potrebbe farsi realtà. Non quella ideologica di Umberto Bossi, s’intende. Ma quella infrastrutturale: qui l’Italia rischia di dividersi in due. Perché la Variante di valico potrebbe mettere a rischio le altre grandi opere che da decenni attraversano l’Appennino. Risvegliata dai lavori per la nuova galleria Val di Sambro, la frana che dal 2010 sta facendo muovere il paesino di Ripoli è infatti arrivata a pochi metri dallastazione ferroviaria di San Benedetto Val di Sambro. E quelli della Direttissima che passano lassù non sono binari qualunque: sono il teatro di due stragi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica. Quella dell’Italicus nel 1974 (12 morti) e la strage di Natale del Rapido 904 nel 1984 (17 morti). Ciò che rimaneva dei treni arrivò sotto quelle pensiline.
Il pilone, alto 40 metri, dell’Autosole si è spostato di 15 centimetri in due anni
Come rivelato dal Fatto il 23 marzo, il viadotto a monte di Ripoli, dove passa l’attuale Autosole Bologna-Firenze, si è mosso di quasi 15 centimetri in due anni e mezzo. I misuratori però segnalano che anche a valle della frazione di San Benedetto Val di Sambro la terra si muove. Tutto sta scritto nelle carte di Spea, società di ingegneria di proprietà di Autostrade per l’Italia, concessionaria della Variante di valico. Mire topografiche piazzate a maggio 2013 ai bordi del parcheggio dello scalo Fs, a poche decine di metri dai binari, segnalano movimenti di quasi tre centimetri verso valle negli ultimi 10 mesi. Pochi metri più a monte le misurazioni sono iniziate ben prima, fin dal novembre 2011, da quando gli abitanti del paese hanno notato le prime crepe sui muri: la mira O-8, per esempio, si è mossa di 18 centimetri tra novembre 2011 e febbraio 2014. Rfi (Rete ferroviaria italiana), interpellata, prova a minimizzare: “Gli studi in corso a cura dell’Università di Bologna non evidenziano, al momento, movimenti tali da compromettere l’agibilità della linea ferroviaria”.
I tecnici del servizio geologico della Regione Emilia Romagna, che da tre anni aggiornano le mappe di Ripoli, la spiegano così: “La stazione e i binari non sono sul corpo di frana, ma su depositi alluvionali di fondovalle. Il colore differente (nella cartina topografica che pubblichiamo in alto è azzurro, ndr) dipende dalla diversa natura dei terreni”. L’enorme macchia di colore rosso sulla mappa, segno di frana attiva, che ora ricopre Ripoli fin su, fino al viadotto dell’A1, l’hanno disegnata loro. Ed esclude solo binari e stazione. “Sono mai state fatte delle misure lì?”, chiediamo. “No. Non ci risulta che vi siano mai stati problemi di alcun tipo sulle linee stesse. Di conseguenza la zona ferroviaria non fa parte del territorio monitorato specificamente per la Variante di valico”. Prima che gli scavi la risvegliassero, la grande frana si muoveva al massimo di 2,7 millimetri l’anno. A stabilirlo è una consulenza che la procura di Bologna ha fatto eseguire per la sua inchiesta. Lunghe indagini sulla quale per mesi hanno lavorato i carabinieri di Vergato, ma per la quale ora i pm hanno chiesto l’archiviazione. Adesso, invece, a Ripoli tutto cammina più veloce. I muri si spaccano, famiglie intere hanno dovuto abbandonare il borgo dalla sera alla mattina. La chiesetta del Duecento, un gioiellino del Medioevo, è stata dichiarata in stato d’allarme secondo le schede Aedes, quelle che si usano dopo i terremoti. Ha camminato per oltre 15 centimetri dal 2011. Ci sono case quassù che sono scivolate per 25 centimetri. Andando dal centro del paese verso la zona chiamata Scaramuzza, che prima dei lavori si muoveva di nove millimetri l’anno, il misuratore A-2 ha segnato movimenti per oltre 80 centimetri da inizio 2011. E nonostante le rassicurazioni non si è ancora fermato.
Il silenzio delle istituzioni dopo una breve sospensione dei lavori nel 2012
Le istituzioni intanto latitano. Tra il 2011 e il 2012, sotto la pressione di cittadini inferociti e spaventati, Regione e Prefettura imposero ad Autostrade un controllo massiccio affinché a nessuno cadesse in testa il tetto. Ripoli da allora è il paese più monitorato d’Europa. Non c’è casa che non sia controllata al millesimo di millimetro. Ma la frana si muove ancora, anche ora che la galleria della Variante è quasi completa e il danno è fatto. Nel 2012, quando ancora fermare gli scavi poteva significare salvare la situazione, il Consiglio regionale votò unanime lo stop ai lavori proposto dal M5s. La giunta regionale, del Pd, da sempre sponsor politico dell’opera, si presentò da Autostrade con la coda fra le gambe e ottenne giusto una breve interruzione dei lavori. Da allora il silenzio della politica. Rotto periodicamente dalle notizie degli sgomberi. Il 22 marzo il Fatto ha segnalato in un articolo problemi analoghi in un altro tratto della Variante, la galleria Sparvo. La notizia ha spinto i cittadini di Ripoli a far sentire ancora la loro voce: “Le istituzioni dovrebbero prendere atto che le nostre case sono destinate a essere perse. Dovrebbero fare pagare i responsabili per i danni patrimoniali e per quelli alle nostre vite – spiega Dino Ricci, geometra in pensione, ex costruttore di strade, e ora portavocedelcomitatocivico–Unafranadiqueste dimensioni, in Appennino non si ferma più”. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/31/variante-valico-la-frana-fa-muovere-anche-la-stazione-della-strage-dellitalicus/931816/

domenica 30 marzo 2014

Lazio, approvate nuove modifiche al Piano Casa

Saranno favoriti l’housing sociale, la rigenerazione urbana e gli interventi in aree agricole http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/lazio-approvate-nuove-modifiche-al-piano-casa_38704_15.html

31/03/2014 - La commissione urbanistica del Consiglio regionale del Lazio ha dato parere favorevole alle modifiche al Piano Casa del Lazio.
 
Si tratta della proposta di legge numero 75, che contiene le modifiche volute dalla Giunta regionale, la seconda dopo la numero 76, già approvata a gennaio scorso
In particolare - spiega la Regione -, vengono cambiate le norme del vecchio Piano Casa che andavano a incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe - in particolare i cambi di destinazione d’uso - con relativo premio di cubatura, restituendo centralità ai Comuni.

In secondo luogo vengono cambiate le norme sull’housing sociale, anche rispondendo alle sollecitazioni arrivate dagli operatori nelle audizioni. Si favoriscono, poi, tutti gli interventi sulla ‘città costruita’ - demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d’uso - la cosiddetta rigenerazione urbana, anche attraverso la semplificazione delle norme, in maniera da ridurre il consumo di suolo.

Infine vengono modificate anche le norme che riguardano leimprese agricole che avranno la possibilità di fare interventi all’interno dei piani aziendali, dando la possibilità di demolizioni e ricostruzioni, senza modificare la destinazione agricola delle aree in questione.

Il presidente della Commissione, Enrico Panunzi (Pd), ha espresso “viva soddisfazione per un impegno che aveva preso la Giunta e che la commissione ha portato a compimento, in tempi rapidi e in un positivo clima di collaborazione. Ora dobbiamo arrivare velocemente al voto del Consiglio regionale”.

Adesso, infatti, la legge dovrà arrivare in Aula per avere l’approvazione definitiva. Sarà discussa - ha spiegato ancora il presidente Panunzi - insieme alla proposta numero 76, quella che contiene le norme concordate fra la Giunta e il Ministero dei Beni culturali, in maniera da evitare il contenzioso avviato dal Ministero stesso di fronte alla Corte costituzionale.
 

Collegato Ambiente: incentivi agli appalti verdi e riciclo materiali

PER IL 2014 STANZIATI 10 MILIONI DI EURO PER LA DEMOLIZIONE DEGLI IMMOBILI ABUSIVI, UNIFICATE LE COMMISSIONI PER LA VIA E L’AIA HTTP://WWW.EDILPORTALE.COM/NEWS/2014/03/NORMATIVA/COLLEGATO-AMBIENTE-INCENTIVI-AGLI-APPALTI-VERDI-E-RICICLO-MATERIALI_38711_15.HTML

31/03/2014 - È iniziata in questi giorni in Commissione Ambiente alla Camera l’esame del Collegato Ambiente alla Legge di Stabilità 2014. Il testo, che dopo essere stato licenziato dal Consiglio dei Ministri lo scorso novembre è rimasto fermo per quasi quattro mesi, prevede il finanziamento della demolizione degli immobili abusivi, incentivi per gli appalti verdi e la semplificazione dei procedimenti di Via, Vas e Aia.
Ecco, nel dettaglio, le misure del disegno di legge.
 
Appalti verdi
Gli operatori economici dotati di registrazione EMAS o di marchio Ecolabel, che partecipano ad una gara d’appalto, avranno un incentivo pari alla riduzione del 20% della cauzione a corredo dell'offerta e della garanzia di esecuzione prestata dall'aggiudicatario.
 
Recupero materiali
Il ddl propone una serie di incentivi a chi acquista prodotti realizzati grazie al recupero e al riciclo di rifiuti urbani, carta, plastica, oggettistica per la casa, pannelli fonoassorbenti, arredamenti per esterni, profilati per prefabbricati, vetro e compost.

Demolizione degli immobili abusivi
Il Collegato Ambiente stanzia 10 milioni di euro nel 2014 con i quali i Comuni potranno procedere all’abbattimento degli immobili abusivi. La priorità negli abbattimenti sarà data ai manufatti situati in aree a rischio idrogeologico elevato o molto elevato.
 
Ricordiamo che la demolizione degli edifici abusivi si è scontrata più volte con proposte di legge tese a sottolineare la “valenza sociale” degli abusi edilizi, commessi spesso per rispondere ad esigenze abitative e risolvere il problema della carenza di alloggi. Da ultimo, il ddl Falanga prevede che gli abbattimenti seguano una lista di priorità, prediligendo gli immobili pericolanti o usati dalla criminalità organizzata e facendo passare in secondo piano i piccoli abusi, commessi per rendere più vivibili gli edifici.

Via, Vas e Aia
Inizialmente la VIA costituiva un presupposto di legittimità per la favorevole conclusione del procedimento di AIA nei casi nei quali la legge richiedeva l’attivazione di ambedue i procedimenti.
Dato che, successivamente, il DL 128/2010 ha introdotto un procedimento unitario sia per la localizzazione dell’impianto che per la valutazione del suo impatto sull’ambiente, il Collegato Ambiente unifica le due commissioni. La specificità delle singole procedure continuerà ad essere tutelata dalla presenza di quattro sottocommissioni per la Via, la Via speciale, la Vas e l’Aia.

venerdì 28 marzo 2014

Approvazione o revisione tabelle millesimali: non serve l'unanimità

25/03/2014 - Sentenza 26 febbraio 2014 n.4569.
Con la pronuncia del 26 febbraio 2014, n.4569 la Corte di Cassazione ha avuto modo di confermare la decisione delle Sezioni Unite del 2010 n.18477, con la quale era stato dato corso ad un nuovo indirizzo in tema di maggioranze necessarie per l'approvazione o revisione delle tabelle millesimali.
L'atto di approvazione delle tabelle millesimali, al pari di quello di revisione delle stesse, non ha natura negoziale, con la conseguenza che non deve essere approvato con il consenso unanime dei condomini, essendo a tal fine sufficiente la maggioranza qualificata di cui all'articolo 1136 c.c. comma 2.
La deliberazione che approva le tabelle millesimali non si pone come fonte diretta dell'obbligo contributivo del condomino, fonte che è costituita dalla legge stessa, ma solo come parametro di quantificazione dell'obbligo, determinato in base ad una valutazione tecnica, per cui ne discende la conseguenza della sufficienza di una approvazione a maggioranza della stessa. http://www.abitantionline.it/n5266

Latina rifiuti Bollette, campagna del Pd per chiedere il rimborso dell'Iva

Latina Ambiente negli anni che vanno dal 2006 al 2009 ha fatto pagare indebitamente l’Iva sulla TIA. Alessandro Cozzolino, Giocchino Quattrola del Pd e l’avvocato Massimiliano Bruno presentano l’azione intrapresa dal partito a tutela del cittadino

Quattro anni di Iva percepita sulla Tia indebitamente dalle tasche dei cittadini e ora in primo grado la giustizia che dà ragione ai cittadini che ne hanno chiesto la restituzione. E' da questa importante novità che parte la campagna di sensibilizzazione del partito democratico che si avvarrà di un avvocato, il legale Massimiliano Bruno, e sosterrà gratuitamente tutti i cittadini che vorranno chiedere il rimborso contro la Latina Ambiente. 

MAGGIORANZA LATITANTE. “Con questa iniziativa parte un nuovo modo di operare per il Partito Democratico di Latina – afferma il capogruppo del Pd Alessandro Cozzolino - la maggioranza, nonostante una sentenza in primo grado del Giudice di Pace, non si è schierata con il cittadino ma con la Latina Ambiente. Noi, invece, abbiamo deciso di stare accanto alla cittadinanza cercando di facilitarne il rimborso. Per fare ciò abbiamo messo a disposizione un avvocato, saremo nei principali centri di aggregazione per informare tramite il volantinaggio (sabato 29 marzo al mercato de Lestrella e martedì 1 aprile al mercato settimanale), ed abbiamo creato una pagina dedicata su Facebook (“rimborso IVA TIA”) ed una discussione su Twitter (#rimborsoivatia). Con questo puntiamo a due cose: stare ancor di più in mezzo ai cittadini e risolvere, in maniera concreta, le ingiustizie causate dalla Latina Ambiente. In tutto questo non ci dobbiamo dimenticare che la commissione Ambiente, unico luogo deputato alla discussione per la materia ambientale, è bloccata per l’assenza di un presidente e di un vice presidente. Ciò denota, ancora una volta, che la maggioranza è più impegnata a risanare le proprie spaccature interne che a risolvere i problemi della città”.

IN OTTOBRE IL GIUDIZIO DI SECONDO GRADO. "L’amministrazione sta con la Latina Ambiente o con i propri cittadini? - si chiede Gioacchino Quattrola - a quanto pare, visto il silenzio che regna attorno alla vicenda (nonostante la sentenza), ha deciso di stare con la società che gestisce i rifiuti. Noi del PD, invece, abbiamo deciso di dare una mano ai nostri cittadini”."Abbiamo presentato un ricorso al Giudice di Pace che lo ha accettato - spiega l'avvocato Bruno - nei tempi previsti dalla legge la Latina ambiente ha presentato un’opposizione. opposizione inutile, perché, il Giudice di Pace ha dato ragione, in primo grado, al cittadino autorizzandolo a chiedere il rimborso per l’IVA pagata dal 2006 al 2009. Ora il secondo grado è previsto per ottobre prossimo ma il percorso pare abbastanza obbligato. Con il Pd, quindi, a titolo gratuito, abbiamo deciso di accogliere le richieste di tutti i cittadini che vogliono richiedere un risarcimento dovuto per un esborso richiesto indebitamente dalla Latina Ambiente”. http://www.corrieredilatina.it/news/home/4776/Bollette--campagna-del-Pd-per.html

giovedì 27 marzo 2014

Bonus recupero Irpef per miglioramento energetico 65%, se i lavori di ristrutturazione continuano notifica entro il 31 marzo

Per gli interventi già iniziati, che proseguono nel 2014, necessario inviare online il modello Ire http://www.edilportale.com/news/2014/03/risparmio-energetico/bonus-65-se-i-lavori-continuano-notifica-entro-il-31-marzo_38636_27.html

28/03/2014 - Chi l’anno scorso ha avviato interventi di riqualificazione energetica degli edifici usufruendo dell’Ecobonus del 65%, che proseguono anche quest’anno, entro il 31 marzo deve trasmettere il modello Ire, disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, indicando le spese sostenute nel 2013.
Il modello Ire deve essere compilato online, utilizzando ilsoftware messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, solo se i lavori di riqualificazione energetica, iniziati nel 2013, proseguono anche nel 2014.
 
Al contrario, la comunicazione non deve essere inviataper i lavori iniziati e conclusi nel medesimo periodo d’imposta e per il periodo o per i periodi d’imposta in cui non sono sostenute spese.
 
Per gli interventi i cui lavori proseguono in più periodi d’imposta, deve essere presentato un modello per ciascun periodo d’imposta.
 
Nella comunicazione bisogna indicare l’anno in cui sono state sostenute le spese per le quali si intende fruire della detrazione e i dati del dichiarante. È necessario quindi riportare il codice fiscale e i dati anagrafici o la denominazione o ragione sociale del soggetto “possessore”, cioè proprietario o titolare di altro diritto reale, o “detentore” dell’immobile, vale a dire locatario o comodatario.
 
Per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali devono essere indicati il codice fiscale e i dati anagrafici della persona fisica che trasmette la comunicazione, barrando la casella “amministratore” del condominio o “condomino”.
 
Nella compilazione del modello Ire è inoltre necessario fornire i dati catastali dell’immobile su cui sono eseguiti i lavori, rilevabili dal certificato catastale o dall’atto di compravendita. In mancanza dei dati catastali, vanno indicati gli estremi della domanda di accatastamento.
 
Il modello deve essere sottoscritto, a pena di nullità, dal contribuente o da chi ne ha la rappresentanza legale o negoziale.
 
Se la trasmissione telematica è effettuata da un intermediario, questi deve compilare l’impegno alla presentazione telematica indicando il proprio codice fiscale o, se si tratta di un Caf, il proprio numero di iscrizione all’albo.
 
La tardiva od omessa presentazione non comporta la decadenza dall’agevolazione fiscale, ma prevede una sanzione da 258 a 2.065 euro.
 
Ricordiamo che le spese sostenuta dal 6 giugno 2013, data di entrata in vigore del Decreto del Fare 69/2013, fino al 31 dicembre 2014, sono incentivate con una detrazione fiscale del 65%.
 
Il bonus passerà al 50% per le spese effettuate nel 2015.
 
Gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali usufruiscono invece di una detrazione del 65%, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 e il 30 giugno 2015, e del 50% se le spese sono effettuate dal primo luglio 2015 al 30 giugno 2016.
 
Ricordiamo inoltre che dal 2016 l’Ecobonus tornerà ad essere incorporato nelle detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie e beneficerà del bonus al 36%.

mercoledì 26 marzo 2014

Bonus 65% detrazione Irpef e riqualificazione energetica anche per demolizioni e ricostruzioni con sagoma diversa

Enea: l’importante è non superare la volumetria preesistente. Esclusi tutti gli immobili vincolati e i centri storici a discrezione dei Comuni http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/bonus-65-anche-per-demolizioni-e-ricostruzioni-con-sagoma-diversa_38618_15.html

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26/03/2014 - Il bonus del 65% per la riqualificazione energetica degli immobili spetta anche in caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio con sagoma diversa. L’importante è che non venga superata la volumetria preesistente. Lo ha ribadito l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, con la nuova faq 68-bis.
Ricordiamo che il Decreto del Fare 69/2013 ha rivisto il concetto di ristrutturazione edilizia contenuto nel Dpr 380/2001 facendo venire meno il vincolo della sagoma.
 
In altre parole, dal 21 agosto 2013, cioè dalla data di entrata in vigore della Legge 98/2013, che ha convertito il Decreto del Fare, rientrano nelle ristrutturazioni edilizie anche gli interventi di demolizione e ricostruzione di un edificio con la stessa volumetria, ma con sagoma diversa. Ciò significa che i lavori non necessitano del permesso di costruire perché è sufficiente la Scia, Segnalazione certificata di inizio attività, che rende possibile l’avvio del cantiere nello stesso giorno in cui si presenta l’istanza al Comune.
 
L’Enea ha spiegato che con la Legge del Fare sono stati inseriti negli interventi di ristrutturazione anche quelli per il ripristino degli edifici, o di parte di essi, crollati o demoliti, purchè sia possibile accertarne la preesistente consistenza.
 
Sono invece esclusi dalle semplificazioni gli immobili vincolati ai sensi del D.lgs 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio.
 
Nei centri storici bisogna inoltre accertare che il Comune non abbia escluso alcune aree o singoli edifici dalla possibilità di demolizione e ricostruzione senza vincolo di sagoma. La Legge del Fare ha infatti concesso agli enti locali di valutare caso per caso la presenza di condizioni specifiche da sottoporre a tutela.
 
Sulla base di queste considerazioni, si può concludere che gli interventi di demolizione e ricostruzione con sagoma diversa ma stessa volumetria, che possono già beneficiare delle detrazioni del 50% sulle ristrutturazioni, usufruiscono anche dell’Ecobonus del 65%.
 
Se, infine, l’intervento prevede anche un ampliamento, la detrazione può essere concessa unicamente per le spese riferibili alla parte esistente, in quanto l’ampliamento viene considerato “nuova costruzione”.

martedì 25 marzo 2014

Al via oggi a Ferrara la fiera ‘Restauro’

Restauro in ambito internazionale e ricostruzione post sisma tra i temi protagonisti fino a sabato 29 marzo http://www.edilportale.com/news/2014/03/restauro/al-via-oggi-a-ferrara-la-fiera-restauro_38613_21.html

26/03/2014 - Inizia oggi al Salone dell’arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali di Ferrara la ventunesima edizione della fiera “Restauro”.
La manifestazione ha raggiunto una nuova impostazione grazie alla collaborazione con il TekneHub/DIAPReM, l’Università di Ferrara, la Piattaforma Costruzioni e la Rete Alta Tecnologia Emilia-Romagna, che hanno reso possibile anche la partecipazione di professionalità finora meno coinvolte, come architetti, ingegneri, tecnici e relativi ordini professionali nonché il sistema delle imprese ad essi collegate.
 
Sulla scia dell’edizione del 2013, quest’anno la fiera Restauro approfondisce il percorso della ricostruzione post-sisma e dà maggiore risalto alla tematica del restauro in ambito internazionale. L’Università di Ferrara, infatti, oltre a presentare le opportunità del mercato del restauro in Brasile, presenterà  le opere bisognose di restauro dell’architetto Oscar Niemeyer.
 
Molti progetti di restauro internazionale verranno presentati al pubblico specializzato e non dall’Associazione ASSORESTAURO, l’Associazione Italiana per il Restauro Architettonico, Artistico e Urbano.
 
Grazie alla presenza del Mibac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Salone di Ferrara intende dimostrare di essere un esempio virtuoso di collaborazione pubblico privato in grado di favorire coprogettazioni culturali e irrobustire la filiera di produzione tecnico scientifica e imprenditoriale legata al restauro.

La fiera terminerà sabato 29 marzo.
  (riproduzione riservata)

Offerte di lavoro Latina e provincia


  • giovani laureati in ingegneria informatica o informatica;
  • 2 assistenti alla poltrona per studio odontoiatrico;
  • Cameriera per bar/pasticceria
  • Informatore promoter vendita prodotti per l’infanzia;
  • Segretaria amministrativa;
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  • Operaio generico
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  • Lavori domestici leggeri
  • Project manager con laurea ingegneria gestionale
  • Architetto disegnatore Cad
  • Operai in camera sterile
  • Operatori macchina a controllo numerico
  • Docente materie giuridiche laurea giurisprudenza

lunedì 24 marzo 2014

Cassazione: per i bungalow è necessario il permesso di costruire, possibile lottizzazione abusiva

La sentenza: c’è lottizzazione abusiva se le strutture trasformano il territorio in modo definitivo  http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/cassazione-per-i-bungalow-%C3%A8-necessario-il-permesso-di-costruire_38590_15.html

25/03/2014 - È necessario il permesso di costruire per la realizzazione di case mobili e bungalow destinati alla funzione di abitazione per un periodo durevole. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con lasentenza 9268/2014.
A fondamento della sua pronuncia, la Cassazione ha richiamato il Dpr 380/2001, Testo unico dell’edilizia, in base al quale possono essere classificate come nuova costruzione le strutture abitative mobili se idonee a trasformare in modo durevole il territorio.
 
Partendo da questo presupposto, la Cassazione ha convalidato il sequestro di un terreno sul quale erano stati realizzati, in assenza di titolo edilizio, case in legno composte da più vani e servizi, che se da una parte erano poggiate su mattoni, cavalletti e ruote, dall’altro risultavano collegate alle reti di distribuzione idrica, gas e fognaria.
 
Nell’area erano state inoltre realizzate delle opere di urbanizzazione. Elementi in base ai quali la Corte ha concluso per la presenza di una lottizzazione abusiva.
 
Secondo la Cassazione, il caso preso in esame non poteva rientrate nelle previsioni della Legge del Fare 98/2013, che esclude dalla nozione di interventi di nuova costruzione i manufatti leggeri, anche prefabbricati, destinati a soddisfare esigenze temporanee, anche se installati al suolo con un ancoraggio temporaneo.

Latina passi carrabili altra grana applicati i pagamenti sulle fasce di competenza del consorzio di bonifica

la Dogre calcola le ampiezze a partire dai canali lungo le strade il caso in commissione consiliare

domenica 23 marzo 2014

L’edificabilità di un suolo si basa sul Prg e non sui grafici allegati

CdS: le norme attuative del Piano regolatore prevalgono sulle tavole che hanno solo una funzione esplicativa http://www.edilportale.com/news/2014/03/normativa/l-edificabilit%C3%A0-di-un-suolo-si-basa-sul-prg-e-non-sui-grafici-allegati_38566_15.html

24/03/2014 - In caso di contrasto tra norme attuative del Prg, Piano regolatore generale, e tavole grafiche allegate, è il primo a prevalere. Lo ha affermato il Consiglio di Stato, che con la sentenza 673/2014 ha chiarito cosa fare in caso di contenziosi sull’edificabilità dei suoli.
Il CdS ha spiegato che i grafici e le tavole allegate al Prg servono esclusivamente come completamento e strumento di chiarimento, ma non possono porsi in contrapposizione rispetto alla norma.
 
Nel caso preso in esame dal Consiglio di Stato, i proprietari di un suolo, precedentemente incluso in un piano di lottizzazione, avevano presentato ricorso contro il Prg, che in un secondo momento aveva escluso le aree.
 
Il suolo, infatti, all’inizio ricadeva in zona C3/1 nel comparto PL15 (edificazione subordinata alla predisposizione di un piano di lottizzazione). Il nuovo piano regolatore aveva cambiato la destinazione dell’area in B3 e B4 (parchi e giardini di interesse ambientale con vincolo di inedificabilità).
 
Il primo ricorso al Tar Puglia era stato considerato irricevibile per la scadenza dei termini. Il Consiglio di Stato ha dovuto quindi compiere una serie di accertamenti sulle delibere per l’adozione del Prg e del piano di lottizzazione, ma anche sulle tavole grafiche allegate.
 
Al termine dell’esame è stato affermato che la riperimetrazione con il cambio di destinazione è avvenuta con il Prg. Dal momento che era stata riscontrata una discrepanza tra i contenuti del Prg e le tavole grafiche, dovute ad una svista dei tecnici del comune, il CdS ha specificato che per fugare ogni dubbio bisogna sempre far riferimento alla norma perché le tavole possono avere solo una funzione esplicativa.
  (riproduzione riservata)

Il ministero boccia i finti autovelox ma i sindaci si ribellano: un antidoto alla velocità

Nuovo scontro tra il dicastero dei Trasporti e i Comuni dopo quello sulle multe per la sosta non pagata per intero

 la velocità. Invece no: al suo interno deve essere piazzato l'autovelox che va presidiato dalla polizia locale per poter contestare l'infrazione e multare l'automobilista dall'acceleratore facile. Ma in pochi lo sanno e per non sbagliare di fronte alle scatole arancioni o gialle rallentano http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/03/22/news/il_ministero_boccia_i_finti_autovelox_ma_i_sindaci_si_ribellano_un_antidoto_alla_velocit-81613732/?ref=HREC1-7

LATINA, STRISCE BLU E POLEMICHE Multe illegittime oltre orario ticket, Codacons: il Comune sapeva

Il presidente dei consumatori: "Chiedemmo che fosse previsto il pagamento di una integrazione e non la multa con le soste fuori orario ma dall'amministrazione non arrivò nessuna risposta".

Ha suscitato clamore la notizia che non si possono più multare gli automobilisti in caso di sforamento dell'orario indicato sul biglietto del parcheggio. Il Codacons di Latina offre la propria consulenza agli automobilisti multati negli ultimi sessanta giorni perché la loro sosta sforava l'orario indicato nel ticket, e li invita a rivolgersi presso la loro sede in via Bixio 31. Questo perché le multe con questa modalità vanno annullate d’ufficio dai comuni che le hanno emesse, eventualmente inoltrando la richiesta alle prefetture competenti per territorio.  La nota del Ministero dei trasporti firmata dal direttore generale della sicurezza stradale del dicastero, Sergio Dondolini, stabilisce, come è noto, che "Se viene acquistato il ticket ma la sosta si prolunga oltre l' orario di competenza, non si applicano sanzioni, ma si dà corso al recupero delle ulteriori somme dovute, maggiorate delle eventuali penali stabilite da apposito regolamento comunale".  Insomma ora sono gli enti a doversi adeguare e dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) esercitare il potere di autotutela di revocare d’ufficio le multe comminate.
UN PROBLEMA SOLLEVATO GIA' CON URBANIA. "La nota del Ministero finalmente sancisce un principio che altri Comuni applicano normalmente - dice Massimo Cusumano, presidente del Codacons di Latina - quando fu stilato il piano sosta con la gara vinta da Urbania chiedemmo come associazione di consumatori che il principio fosse stabilito nel bando ma non fummo ascoltati ed il problema è stato sollevato anche un anno fa durante la consulta dei consumatori. Chiedemmo che fosse previsto il pagamento di una integrazione e non la multa con le soste  fuori orario ma dal Comune non arrivò nessuna risposta". Già, come nessuna risposta ha fornito l'ente anche su un altro punto delicato, quello della richiesta di rispettare il paragrafo 461 della Finanziaria del 2008 laddove prevede espressamente che i Comuni si avvalgano della consulenza della associazioni di consumatori nel caso dell'affidamento di un servizio pubblico a soggetti privati. 
L'OMESSO CONTROLLO SUI SERVIZI AFFIDATI AI PRIVATI. "Una norma a tutela degli utenti che non viene rispettata e che non è stata osservata neanche con il nuovo piano sosta. Evidentemente che le associazioni a tutela dei consumatori mettano il naso negli affari dei Comuni non va giù a nessuno ma dovranno adeguarsi come prevede un preciso obbligo degli enti pubblici ovvero quello di consultare obbligatoriamente le associazioni di consumatori e di istituire un monitoraggio permanente oltre ad una sessione annuale di verifica sul rispetto dei parametri dei servizi affidati a privati". Sia nel caso del primo bando del piano sosta che di quello redatto recentemente in attesa di essere applicato dal nuovo gestore, nulla di tutto questo è stato fatto e il Codacons lamenta di non essere stato coinvolto con le altre associazioni di consumatori nel controllo e nella verifica del servizio. 
IL RISCHIO DEI RICORSI. "Abbiamo scritto a tutti i Comuni della Provincia e al segretario generale del Comune ma non ci è arrivata nessuna risposta. In questo modo gli enti non fanno che esporsi al pericolo di ricorsi al Tar. E se pensiamo a come è andata con Urbania il rischio di incappare in un'altra gestione penalizzante per le tasche del Comune e dei cittadini è più che concreto". http://www.corrieredilatina.it/news/societa/4536/Multe-illegittime--Codacons--il.html