venerdì 29 novembre 2013

tagli alle energie naturali e rinnovabili per aiutare quella sporca di centrali a olio e carbone

TAGLI ALLE RINNOVABILI PER AIUTARE L’ENERGIA SPORCA NEL MAXI-EMENDAMENTO ALLA MANOVRA IL GOVERNO INFILA UN COMMA CHE FINANZIA ANCORA UNA VOLTA LE CENTRALI A OLIO E A CARBONE 200-500 MILIONI Il fatto quotidiano 30 novembre 2013 M5S e Fiom contrari al progetto. Favorevole il lobbista delle imprese elettriche, Chicco Testa E c’è il pericolo che il conto arrivi in bolletta di Salvatore Cannavò e Stefano Feltri Nel migliore dei casi ci sarà un taglio degli incentivi alle energie rinnovabili per tenere aperte vecchie centrali a carbone; nel peggiore, un aggravio sulle bollette di una cifra tra 200 e 500 milioni di euro. Colpa del comma 99 del maxi-emendamento governativo, cioè di fatto la versione finale della legge di Stabilità uscita dal Senato. VIENE ESTESO al 2014 un programma di sostegno alle fonti tradizionali lanciato dopo l'ultimo black out, nel 2003. Ma siccome in Italia niente è più duraturo del provvisorio, ecco che il programma prosegue: visto che non ci si può fidare del tutto del gas che arriva da zone rischiose come la Russia e l’Ucraina, meglio tenere aperte le centrali a olio combustibile, non si sa mai cosa può succedere. Un sussidio ai produttori inquinanti, dicono i critici. Una forma di assicurazione per difendere l'interesse nazionale e 10 mila posti di lavoro, rispondono i produttori (secondo il Corriere della Sera i mandanti del comma 99 sono Enel e Sorgenia, quest'ultima in difficoltà e che non disdegna quindi l'aiuto). Si chiama capacity payment e all'Europa non piace, il commissario Günther Oettinger continua a ripetere che i governi dovrebbero prima “ana - lizzare le cause dell'inadeguatezza” e poi, eventualmente, concedere questi sussidi-assicurazioni. E soprattutto non bisogna pensare gli incentivi per sostenere il mercato nazionale ma, se proprio si vogliono creare meccanismi di assicurazione garantendosi approvvigionamenti di riserva, la prospettiva deve essere europea. Altrimenti sembrano un po’ troppo aiuti di Stato. Il comma 99 suona rassicurante: il sostegno alle fonti tradizionali avverrà “senza nuovi o maggiori oneri per prezzi e tariffe dell'energia elettrica, anche disponendo un’adegua - ta partecipazione delle diverse fonti ai costi per il mantenimento del sistema elettrico”. Quindi due opzioni: o il costo, attorno ai 500 milioni, viene caricato sulle “diverse fonti” (solare, eolico, fotovoltaico ecc) oppure finisce in bolletta per qualche canale laterale. Il Movimento Cinque Stelle, con il senatore Gianni Girotto, ha denunciato che con questo meccanismo si vuole “garan - tire i profitti ai grandi gruppi industriali interessati nella produzione di energia scaricando i così sui soliti noti, i consumatori”. ANCHE LA FIOM esprime un “giudizio negativo” per un progetto finalizzato a difendere “gli interessi dei produttori da fonti fossili” e che va a sovvenzionare le stesse centrali ferme. La polemica investe l’intera Cgil che, nell’ambito dell’indagine conoscitiva della Commissione Attività produttive della Camera, presieduta da Guglielmo Epifani, ha inviato una memoria che, secondo la Fiom, è “inadeguata” e sostanzialmente legata alla filiera dell’energia tradizionale. Il dibattito in Commissione, in effetti, è stato finora a senso unico. A spiccare l’au - dizione dell’ex anti-nuclearista Chicco Testa, oggi presidente di Assoelettrici che è intervenuto per dare un messaggio esplicito: basta fondi alle rinnovabili, pensiamo alle centrali a carbone e a olio. Il governo ha prontamente eseguito.

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