martedì 12 novembre 2013

Dal PdL arriva la proposta di privatizzare le spiagge

L’idea: trasferire dal demanio al patrimonio dello Stato le aree su cui insistono gli stabilimenti balneari. Contrari gli ambientalisti di Rossella Calabrese 12/11/2013 - Trasferire dal demanio al patrimonio dello Stato le aree su cui insistono i manufatti e le proprietà immobiliari degli stabilimenti balneari, con l’obiettivo della privatizzazione con diritto di opzione per i concessionari già esistenti. La restante parte delle concessioni (arenili e ombreggi) rimarrebbero demanio pubblico, soggetto alla concorrenza, sulla base di un piano dei servizi che contempli criteri capaci di garantire l’unicità della gestione. È quanto prevede un emendamento al disegno di legge di Stabilità 2014, presentato dai senatori PdL Antonio D’Alì e Sergio Pizzolante, con l’obiettivo di risolvere l’annosa questione delle concessioni demaniali, “che riguarda 30.000 imprese italiane che hanno fatto investimenti e creato valore sulla base di una Legge dello Stato che fino al 2009 garantiva il rinnovo automatico delle concessioni”. “Il Trattato Europeo e la direttiva Bolkestein - spiega Pizzolante - prevedono il rinnovo delle concessioni secondo criteri di concorrenza. Principio che noi condividiamo, purché si riconoscano alle imprese già esistenti gli investimenti fatti e l’aver creato un’offerta turistica balneare d’eccellenza”. La proposta normativa consentirebbe quindi - secondo Pizzolante - di salvaguardare oltre 30.000 aziende e, nello stesso tempo, costituirebbe un’operazione robusta di dismissione e valorizzazione del patrimonio dello Stato, per 5-10 miliardi. Inoltre, dando stabilità alle gestioni verebbe garantita la ripresa degli investimenti e la crescita del settore. Infine - conclude Pizzolante -, “l’emendamento prevede la possibilità di utilizzare almeno la metà dei 5-10 miliardi di maggiori risorse a disposizione per creare un fondo di garanzia per i mutui destinati agli investimenti nel settore del turismo, vale a dire per le spiagge, la ristorazione, il commercio e per una grande opera di ‘rottamazione’ e riqualificazione del patrimonio alberghiero italiano”. I commenti “La proposta di vendere le nostre spiagge è impresentabile e offende la dignità del Paese. Aspettiamo solo che qualche emulo di Totò proponga di vendere la Fontana di Trevi” ha immediatamente commentato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera. “Non è la prima volta che dalle file del Pdl arriva la proposta di vendere le spiagge. Ci avevano già provato in passato, senza riuscirci. È un’idea sbagliata e inaccettabile che va respinta - ha aggiunto Fabrizio Vigni, presidente degli Ecologisti Democratici - perché significherebbe svendere un bene pubblico importante, con gravi rischi per il nostro patrimonio ambientale”. Anche l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) respinge con forza la proposta di ‘sdemanializzazione’ e vendita delle spiagge, “che altro non è che il tentativo di una gigantesca operazione di privatizzazione del nostro patrimonio naturalistico. Vale il principio che le spiagge sono di tutti, e le imprese lavorano in concessione - ha affermato l'INU. È pericoloso anche solo pensare di poter disporre del territorio e delle ricchezze naturali per fare cassa. Proseguendo su questa strada, si potrebbe arrivare a chiudere le piazze e a vendere i monumenti e le aree protette”. “Il Pdl per far cassa propone di vendere le spiagge ai privati - ha commentato Nichi Vendola, Presidente di Sinistra Ecologia Libertà. Un’idea davvero geniale, dopo decenni di abusivismo, cementificazione e condoni. Non permetteremo in alcun modo un altro colossale scempio delle coste del nostro Paese, un ‘bene comune’ di tutti gli italiani”. Fa i conti Angelo Bonelli, Presidente della Federazione dei Verdi: in Italia sono state date 30.000 concessioni sul demanio marittimo, legate a 15.000 stabilimenti balneari, in 600 Comuni costieri, il tutto senza gara pubblica. Dalle concessioni lo Stato ha incassato 102 milioni di euro nel 2012, nel 2010-2011 circa 90 milioni di euro, negli anni precedenti la metà, ovvero 3.400 euro a concessione, a fronte di un incasso complessivo di 10 miliardi di euro realizzato dagli stabilimenti balneari ogni anno (anche se i ricavi ufficiali parlano di 2 miliardi di euro). La replica del senatore Sergio Pizzolante “Non si vendono le spiagge, gli arenili con gli ombreggi, che rimangono demanio pubblico. La proposta prevede il passaggio dal demanio al Patrimonio dello stato e poi la vendita con diritto di opzione ai concessionari attuali, delle sole aree dove ci sono gli immobili costruiti dai privati. La spiaggia rimane demanio pubblico con concessione soggetta ad evidenza pubblica con diritto di prelazione per chi ha fatto investimenti e creato impresa sulla base di una legge dello Stato che prevedeva il rinnovo automatico delle concessioni”. Risponde così alle critiche il senatore Pizzolante, aggiungendo che ‘schifoso’ è chi falsifica la realtà, e se si capiscono le reazioni di gente fuori dal mondo come Vendola e Bonelli, davvero non si comprende il PD, visto che la nostra proposta è assolutamente in linea con il progetto che il Sottosegretario del PD Baretta ha presentato, a nome del Governo, ai parlamentari del PD e del PdL ed a tutte le associazioni di categoria ricevendo unanime consenso. Ed esiste anche un documento dei parlamentari del PD coordinati dall’on. Velo che dice le stesse cose con una sola differenza, il passaggio del demanio alle Regioni”. “La nostra proposta - conclude Pizzolante - salva 30mila imprese e produrrà un grande impulso agli investimenti e alla crescita”. “Senza reali dismissioni del patrimonio pubblico non ci sono risorse per la crescita e per la riduzione delle tasse. L’alternativa è: più tasse, meno crescita”. Al posto della Trise arriva il TUC Secondo un altro emendamento del PdL, i proventi della privatizzazione delle spiagge andrebbero a compensare le minori entrate che lo Stato incasserebbe se fosse approvata un’altra proposta del PdL: il Tributo Unico Comunale (TUC), che andrebbe a sostituire la Tassa rifiuti e servizi (Trise) - composta dalla Tassa sui rifiuti (Tari) e dalla Tassa sui servizi indivisibili (Tasi) - che ad oggi è la tassa che dal 2014 dovrebbe subentrare all’Imposta municipale unica (Imu). Il Tuc si applicherebbe, nella misura del 10,6 per mille, agli immobili e ai servizi indivisibili. Sostituirebbe, per la componente immobiliare, l’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e le relative addizionali, e l’imposta comunale sugli immobili; per la parte dei servizi, i costi relativi alla gestione dei servizi indivisibili. Foto tratta da Flickr (riproduzione riservata) http://www.edilportale.com/news/2013/11/ambiente/dal-pdl-arriva-la-proposta-di-privatizzare-le-spiagge_36416_52.html No alla vendita delle spiagge Con la proposta di vendere le spiagge italiane siamo arrivati proprio all'ultima spiaggia. Ma vediamo i numeri di uno scandalo tutto italiano che non ha paragoni in tutto il mondo per quanto riguarda i privilegi e la cementificazione delle delle coste. In Italia lo Stato ha dato nel corso degli anni, prima attraverso le capitanerie di porto e poi con le regioni, 30.000 concessioni sul demanio marittimo legate a 15.000 stabilimenti balneari che insistono su 600 comuni costieri. Il tutto è avvenuto senza alcuna gara di evidenza pubblica. Le concessioni si sono trasferite, nel corso degli anni, di padre in figlio o sono state vendute attraverso la creazione di società di gestione di servizi. Una vera e propria monarchia. Quanto ha incassato lo Stato dalle concessioni sul demanio marittimo? 102 milioni di euro nel 2012. Nel periodo 2010-2011 la cifra scende a circa 90 milioni di euro mentre, per gli anni precedenti, si arriva alla metà. In media lo stato incassa 3.400 euro per ogni concessione concessione, mentre gli incassi che gli stabilimenti balneari realizzano ogni anno in Italia si aggirano intorno ai 10 miliardi di euro, anche se i ricavi «ufficiali» parlano di solo 2 miliardi di euro. I canoni di concessione sono molto bassi se non ridicoli. In base alla legge 27 dicembre 2006 n. 296 comma 251 per le aree scoperte dovrebbero pagare 1,27 euro centesimo metro/q all'anno e per le aree dove insistono attività 2,12 euro metro/q anno. Un regalo! Ma nonostante ciò le tariffe continuano ad essere bloccate da una proroga dello Stato che non applica questi adeguamenti. Ma non finisce qui. Nonostante una legge dello Stato italiano lo prevedesse in relazione anche ad una disposizione europea del 1993, il governo negli ultimi 10 anni non ha provveduto a inserire nel rendiconto generale dello Stato (ossia nel bilancio) le entrate derivanti dalle concessioni del demanio marittimo. Quindi, negli ultimi 10 anni, è «sparita» una entrata, seppur inadeguata e sottodimensionata, come abbiamo spiegato. Com'è potuto accadere tutto questo? Perché c'è un ritardo nell'accatastamento delle spiagge italiane, ma se quelle cifre fossero state inserite nel rendiconto generale dello Stato e quindi messe a bilancio, avremmo evitato agli italiani qualche taglio, ad esempio nella sanità o nel trasporto pubblico. L'idea di «far cassa» con la svendita delle nostre spiagge è una follia. Lo è ancor di più se si considera un tema sottovalutato e che, invece rischia di distruggere le nostre coste: «il consumo delle spiagge italiane». Degli 8.000 km circa di coste italiane , 4.000 km sono occupati dalle concessioni sul demanio marittimo che di fatto hanno espulso i cittadini o dal vedere il mare con una trasformazione dei lungomari in lungomuri o dal potere accedere alla spiaggia. Un processo di privatizzazione, nonostante la legge garantisca il libero accesso al mare norma voluta da noi Verdi e che gli organi proposti al controllo non fanno rispettare. Ma a quanto corrisponde il consumo di spiagge italiane in favore di questo processo di privatizzazione/cementificazione? Prendendo come esempio tipo una concessione da 2.000 metri quadri (le concessioni vanno da un minimo di 300 mq siano ad un max 40-50 mq) la superficie occupata/cementificazione è di 60 milioni di mq pari a 6.000 ettari. Una cifra che non è paragonabile a nessun paese d'Europa. In Francia esiste una fondazione pubblica che si chiama «Conservatoire du litoral» che acquisisce coste e spiagge al bene comune, per non parlare dell'Inghilterra ma anche degli stessi Stati Uniti d'America culla del liberismo economico. La vendita delle spiagge chiamata sdemanializzazione è una cosa semplicemente vergognosa che va fermata perché sancirebbe la completa privatizzazione/cementificazione delle nostre coste, gli italiani e le future generazioni verrebbero espropriate di un bene che appartiene a loro ovvero alla collettività. L'Italia e' proprio all'ultima spiaggia! Angelo BONELLI Presidente dei Verdi Di seguito il testo completo dell'emendamento presentato dai senatori Pdl Art 3 bis - Ridefinizione delle aree del demanio marittimo a scopo turistico ricreativo e misure per favorire la stabilità delle imprese balneari, gli investimenti, la valorizzazione delle coste. 1. Le aree ricomprese nell’ambito del demanio marittimo oggetto di concessione per l’esercizio di attività con finalità turistiche ricreative di cui all’art. 01 Legge 4.12.1993 n. 494 ed occupate da manufatti di qualsiasi genere connessi al suolo, ivi comprese le aree occupate da strutture e attrezzature alle medesime attività asservite, sono individuate con atto ricognitivo dirigenziale dall’Agenzia del Demanio ed escluse dal demanio marittimo, in quanto non più utilizzate per i pubblici usi del mare, con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con quello dell’economia e finanze. L’inclusione nel decreto produce il passaggio dei beni al patrimonio disponibile. 2. L’occupazione e l’uso delle aree e dei manufatti erariali, a seguito dell’emanazione del decreto di cui al precedente comma, prosegue, nella fase transitoria, in favore del titolare della concessione demaniale attuale, sino alla piena nuova attribuzione delle aree delle concessioni in oggetto. 3. Stante le ragioni di oggettiva trasformazione di queste aree che hanno ormai perso l’originale caratteristica e quelle di pubblico interesse determinate dalla necessità di contribuire efficacemente ad un rapido risanamento dei conti pubblici, le aree individuate ai sensi del comma 1 sono cedute con riconoscimento, a favore del concessionario attuale, del diritto di opzione al loro acquisto, da esercitarsi entro 180 giorni dall’emanazione del decreto interministeriale di cui al successivo comma 4, nonché il diritto di prelazione per il caso di vendita ad un prezzo inferiore a quello di esercizio dell’opzione medesima. In ogni caso e fatto salvo l’obbligo in capo a quest’ultimo di garantire a chiunque l’accesso al mare e di mantenere la destinazione turistico-ricreativa esistente delle predette aree e strutture. E’ posto il divieto assoluto di esercitare il diritto di opzione per le superfici coperte realizzate in assenza dei titoli autorizzatori validi o in presenza di abusi edilizi. 4. La cessione di cui al comma 3 dovrà avvenire al prezzo che verrà stabilito da apposito decreto emanato dal Ministro dell’Economia e delle finanze e dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e le organizzazioni di settore maggiormente rappresentative sul piano nazionale. 5. Le restanti aree facenti parte della medesima concessione di cui al comma 1, allo scadere della proroga di cui al decreto-legge 18 ottobre 2012 n. 179 convertito, con modificazioni , dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, sono oggetto di nuova assegnazione secondo i principi della concorrenza con riconoscimento del diritto di prelazione legale in favore del concessionario optante, sulla base di un piano dei servizi senza contenuto economico, al fine di preservare l’unicità dell’offerta balneare, la tutela ambientale e la specificità territoriale e culturale dei servizi prestati. 6. Al concessionario non optante, allo scadere della proroga legale, è riconosciuto dal concessionario subentrante un indennizzo per gli investimenti e i valori commerciali creati i cui criteri saranno definiti con apposito decreto del Ministro dell’Economia e Finanze. 7. Le risorse derivanti dalla cessione dei diritti di proprietà delle aree ricadenti al comma 1 confluiscono, per un valore pari al 50% del totale, in un apposito fondo che dovrà essere utilizzato a garanzia dei mutui contratti per la realizzazione di investimenti nel settore turistico, con caratteristiche e tipologie individuati con successivo Decreto del Ministro delle Infrastrutture in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze e con il Ministro dei beni culturali e del turismo. L. STABILITA': BONELLI (VERDI), SPIAGGE? ESPOSTO UNIONE EUROPEA CONTRO FURTO ANNUNCIATO EMENDAMENTO D'ALI' VIOLA CODICE DELLA NAVIGAZIONE E PREMIA LA SPECULAZIONE INVECE DI SVENDERE LE SPIAGGE LO STATO SPIEGHI MANCATI INTROITI D CANONI CONCESSIONI "L'emendamento D'Ali' e' in totale contrasto con l’art. 35 del Codice della navigazione e anche con l’art. 829 del Codice civile, perché se fosse approvato le aree del demanio marittimo non sarebbero piu' utilizzabili per usi pubblici del mare: la sdemanializzazione servirebbe solo a far diventare l'uso del mare da pubblico a privato favorendo le lobby e i soliti noti che fino ad oggi hanno realizzato ricchezze pagando concessioni risibili". Lo dichiara il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Domani mattina noi Verdi presenteremo un esposto presso l'Unione europea su quello che riteniamo un furto annunciato fatto nei confronti della collettività italiana". "La vendita delle spiagge viene fatta allo scopo di far mantenere la proprieta' di strutture che sono state realizzate sulle spiagge: questa e' una scelta che io ritengo 'schifosa' perche' il Codice della navigazione prevede che le opere da realizzare sulle spiagge debbano essere 'amovibili' mentre quelle che permangono, perché 'fisse', vengono acquisite dallo Stato senza alcun rimborso - spiega il leader ecologista -. L'articolo 49 del Codice della navigazione (Devoluzione delle opere non amovibili) non lascia dubbi: 'Salvo che sia diversamente stabilito nell'atto di concessione, quando venga a cessare la concessione, le opere non amovibili, costruite sulla zona demaniale, restano acquisite allo Stato, senza alcun compenso o rimborso, salva la Facoltà dell'autorita' concedente di ordinarne la demolizione con la restituzione del bene demaniale nel pristino stato'". "L'emendamento D'Ali e' 'contra legem' ed e' quindi contro lo Stato e gli italiani, perche', addirittura, prevede rimborsi per le strutture realizzate sul demanio: un premio alle speculazioni e al cemento che hanno distrutto le spiagge - prosegue -. In Italia nel corso degli anni si e' edificato in modo selvaggio e indiscriminato sulle spiagge il 56% delle nostre coste e' aggredito dal cemento: il record spetta al Lazio e Abruzzo con il 63%, seguono Emilia Romagna, Sicilia, Liguria e le altre regioni - conclude Bonelli -. Le spiagge non possono essere vendute e tantomeno la durata delle concessioni allungate sino a 50/70 anni. Bisogna far semplicemente pagare i canoni cosi' come prevede la legge e lo Stato deve spiegare agli italiani, ai quali negli ultimi anni ha chiesto sacrifici pesantissimi, perche' in questi stessi anni ha rinunciato ad incassare canoni demaniali che avrebbero portato nelle casse pubbliche almeno 500 milioni di euro a fronte dei 102 milioni incassati". Roma, 10 novembre 2013 - See more at: http://www.verdi.it/notizieverdi/item/30766-no-alla-vendita-delle-spiagge.html#sthash.5LJXIulv.dpuf SPIAGGE, SCOPPIA IL CASO PD. SENATORI DEM PER LA VENDITA I VERDI SI MOBILITANO GIOVEDI' PRIMA INIZIATIVA. ORE 15.00 PIAZZA DEL PANTHEON ROMA - See more at: http://www.verdi.it/notizieverdi/item/30767-spiagge-scoppia-il-caso-pd-senatori-dem-per-la-vendita-i-verdi-si-mobilitano-giovedi-prima-iniziativa-ore-1500-piazza-del-pantheon-roma.html#sthash.z2Is4PxM.dpuf Sulla vendita delle spiagge scoppia il Caso PD. Anche alcuni senatori democratici in particolare Granaiola, Fabbri, Marcucci, Vattuone, Favero, Tomaselli, Albano, Caleo, Padua e la senatrice della Lega Bruni hanno presentato emendamenti per la vendita delle spiagge identici a quello della Pdl. Lo ha denunciato questa mattina il Presidente dei Verdi Angelo Bonelli che ha trovato le firme dei senatori in emendamenti molto simili a quelli del Pdl che propongono la vendita delle spiagge. La reazione di Bonelli è durissima: «Si trattano le spiagge degli italiani come un fatto privato e di sostenibilità economica per le imprese che già hanno avuto quelle concessioni demaniali in assenza di qualsiasi gara di evidenza pubblica trasformando le spiagge italiane in una distesa di cemento. Chi ha sottoscritto le concessioni demaniali sapeva perfettamente che la legge e il codice della navigazione prevedeva (e prevede ancora oggi) che tutte le strutture che insistono sul demanio appartengono alla stato». «Quando fu Tremonti a proporre di vendere le spiagge o di allungare la concessione intorno ai 50 anni la sinistra, giustamente, si oppose con forza» - continua il leader ecologista che chiede: «Perché oggi alcuni senatori del Pd presentano emendamenti che ricordano quelli di Tremonti? Invece di fare una seria riforma del demanio marittimo per restituire le spiagge ai cittadini, riequilibrando il rapporto tra spiaggia in concessione e spiaggia libera, si attacca un bene di tutti 'svendendo' le spiagge». Oltre alla svendita dei litorali alla Legge di Stabilità sono stati presentati anche emendamenti che bloccano l'applicazione dell'adeguamento dei canoni che risalgono al 2003 e alla legge finanziaria del 2006. Uno vero e proprio schiaffo ai sacrifici degli italiani visto che lo Stato ha incassato nel 2012 dai canoni di concessione del demanio marittimo 102 milioni di euro e ha rinunciato ad incassare in questi ultimi 10 anni una cifra che si aggira sui 5 miliardi di euro non applicando una sua stessa legge. Intanto i Verdi si mobilitano. E' prevista per giovedì 14 novembre la prima iniziativa a Piazza del Pantheon per dire no alla vendita delle spiagge. Appuntamento alle 15.00 per il #salvaspiagge. - See more at: http://www.verdi.it/notizieverdi/item/30767-spiagge-scoppia-il-caso-pd-senatori-dem-per-la-vendita-i-verdi-si-mobilitano-giovedi-prima-iniziativa-ore-1500-piazza-del-pantheon-roma.html#sthash.z2Is4PxM.dpuf

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