Il Codice degli Appalti lo renderà indispensabile per le opere pubbliche dopo un periodo sperimentale di un anno
22/02/2016 – Dopo un periodo sperimentale di 12/14 mesi il Building Information Modeling (BIM) diventerà obbligatorio per le opere pubbliche.
A tornare sulle prescrizioni del Nuovo Codice Appalti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio che è intervenuto il 18 febbraio 2016 al convegno “La transizione digitale in Europa per il settore delle costruzioni - Gli effetti delle strategie e dei mandati governativi sul settore delle costruzioni", presso Montecitorio, organizzato da Luigi Dellai, deputato della Commissione Cultura, Angelo Ciribini (Università di Brescia) e Giuseppe Martino Di Giuda (Politecnico di Milano).
Secondo Delrio occorre "essere coraggiosi", introducendo nuove tecnologie e strumenti digitali come il BIM nel Codice degli Appalti. Ha infatti dichiarato che dopo un periodo sperimentale di 12/14 mesi, il Codice prevedrà che il BIM sia obbligatorio per i lavori della Pubblica Amministrazione.
Le parole di Delrio lasciano intendere quindi tempi “più lunghi” rispetto a quanto previsto dall’ultima bozza in circolazione del Codice che prevedeva l’obbligatorietà del BIM sei mesi dopo la sua entrata in vigore del Codice negli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria (5.225.000 euro per i lavori, 135.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle amministrazioni governative, 209.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle altre amministrazioni).
Il testo quindi potrebbe subire ulteriori modifiche fino alla sua approvazione definitiva, anche se l’intervento di Delrio al convegno sembra confermare il ruolo centrale che avrà il BIM.
Anche Raffaella Mariani, deputato della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, ha ribadito l'occasione di “dare una scossa” con il nuovo Codice degli Appalti per una maggiore attenzione alla realizzazione e al controllo delle opere che il BIMpotrà qualificare, a patto che le imprese collaborino alla richiesta di modernizzazione del sistema delle costruzioni.
L’Europa infatti punta a far diventare il BIM un processo standard per tutti gli edifici e per i contratti pubblici di tutta l’Europa, come dimostra la Direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici che esprime in modo chiaro l’indicazione di introdurre il Building Information Modeling all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri. L’adozione della direttiva prevede che i 28 stati membri incoraggino l’utilizzo del BIM nei rispettivi paesi per i progetti finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016.
Il Regno Unito ad esempio già nel 2011 ha annunciato lo sviluppo della National BIM Library per l’industria delle costruzioni del Regno Unito, una libreria digitale di oggetti gratuita e facilmente accessibile online da tutti i professionisti del settore delle costruzioni.
Anche nel Nord Europa la tecnologia BIM è attiva dal 2000: la Finlandia già dal 2007 ha imposto l’uso di modelli BIM; in Norvegia l’utilizzo del BIM è obbligatorio per tutti i progetti(costruzione e riqualificazione) promossi dall’ente che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato e inoltre il governo norvegese promuove costantemente iniziative volte alla creazione e diffusione di formati IFC; in Svezia non è obbligatorio l’uso del BIM per i progetti pubblici, ma molte aziende lo utilizzano da tempo e hanno già investito nella nuova tecnologia, rispondendo ai clienti che hanno richiesto di utilizzarlo per i loro progetti.
Francia e Germania hanno intrapreso azioni per promuovere l’adozione del BIM attraverso gruppi di lavoro governativi ad hoc. La Francia ad esempio ha lanciato la missione “Mission Numérique Bâtiment” per stimolare l’evoluzione digitale nel settore edile.
A differenza della progettazione CAD che permette l’elaborazione di un progetto attraverso disegni in 2D o 3D la progettazione BIM non si limita ad informazioni visive o rendering ma specifica le funzionalità e le prestazioni di ogni oggetto BIM presente nel progetto o dell’interno edificio elaborato.
Il BIM, nato dalla volontà di andare verso la collaborazione tra i progettisti e verso l’integrazione tra i processi, è un metodo di progettazione collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Per questo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dai montatori, dai collaudatori ecc.
Il modello tridimensionale quindi racchiude informazioni riguardanti volume e dimensioni, materiale, aspetto, caratteristiche tecniche che non vengono perse nella comunicazione ad altri studi ed altre piattaforme informatiche.
La tecnologia BIM offre molteplici vantaggi come: maggiore efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore interoperabilità, massima condivisione delle informazioni, un controllo più puntuale e coerente del progetto.
E’ particolarmente indicato per la progettazione di opere pubbliche proprio perché dà la possibilità alla committenza di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio, anche dopo la fase di progettazione; in questo modo è più semplice monitorare la vetustà dei materiali e programmare meglio la manutenzione.
Scarica il Focus di Edilportale dedicato al BIM
A tornare sulle prescrizioni del Nuovo Codice Appalti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio che è intervenuto il 18 febbraio 2016 al convegno “La transizione digitale in Europa per il settore delle costruzioni - Gli effetti delle strategie e dei mandati governativi sul settore delle costruzioni", presso Montecitorio, organizzato da Luigi Dellai, deputato della Commissione Cultura, Angelo Ciribini (Università di Brescia) e Giuseppe Martino Di Giuda (Politecnico di Milano).
BIM: le innovazioni nel Codice Appalti
Il Ministro Delrio è intervenuto precisando l'importanza della centralità del progetto nei lavori pubblici e la necessità di applicare la massima innovazione per garantire una spesa prevedibile e pianificare il processo in maniera adeguata e sostenibile.Secondo Delrio occorre "essere coraggiosi", introducendo nuove tecnologie e strumenti digitali come il BIM nel Codice degli Appalti. Ha infatti dichiarato che dopo un periodo sperimentale di 12/14 mesi, il Codice prevedrà che il BIM sia obbligatorio per i lavori della Pubblica Amministrazione.
Le parole di Delrio lasciano intendere quindi tempi “più lunghi” rispetto a quanto previsto dall’ultima bozza in circolazione del Codice che prevedeva l’obbligatorietà del BIM sei mesi dopo la sua entrata in vigore del Codice negli appalti di importo superiore alla soglia comunitaria (5.225.000 euro per i lavori, 135.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle amministrazioni governative, 209.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle altre amministrazioni).
Il testo quindi potrebbe subire ulteriori modifiche fino alla sua approvazione definitiva, anche se l’intervento di Delrio al convegno sembra confermare il ruolo centrale che avrà il BIM.
Anche Raffaella Mariani, deputato della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, ha ribadito l'occasione di “dare una scossa” con il nuovo Codice degli Appalti per una maggiore attenzione alla realizzazione e al controllo delle opere che il BIMpotrà qualificare, a patto che le imprese collaborino alla richiesta di modernizzazione del sistema delle costruzioni.
BIM: la situazione europea
Durante il convegno sono state illustrate anche le autorevoli esperienze europee (UK, Germania, Francia, Spagna) sul percorso normativo per l'introduzione del BIM in edilizia, che molti settori produttivi considerano come la 4° rivoluzione industriale.L’Europa infatti punta a far diventare il BIM un processo standard per tutti gli edifici e per i contratti pubblici di tutta l’Europa, come dimostra la Direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici che esprime in modo chiaro l’indicazione di introdurre il Building Information Modeling all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri. L’adozione della direttiva prevede che i 28 stati membri incoraggino l’utilizzo del BIM nei rispettivi paesi per i progetti finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016.
Il Regno Unito ad esempio già nel 2011 ha annunciato lo sviluppo della National BIM Library per l’industria delle costruzioni del Regno Unito, una libreria digitale di oggetti gratuita e facilmente accessibile online da tutti i professionisti del settore delle costruzioni.
Anche nel Nord Europa la tecnologia BIM è attiva dal 2000: la Finlandia già dal 2007 ha imposto l’uso di modelli BIM; in Norvegia l’utilizzo del BIM è obbligatorio per tutti i progetti(costruzione e riqualificazione) promossi dall’ente che gestisce il patrimonio immobiliare dello Stato e inoltre il governo norvegese promuove costantemente iniziative volte alla creazione e diffusione di formati IFC; in Svezia non è obbligatorio l’uso del BIM per i progetti pubblici, ma molte aziende lo utilizzano da tempo e hanno già investito nella nuova tecnologia, rispondendo ai clienti che hanno richiesto di utilizzarlo per i loro progetti.
Francia e Germania hanno intrapreso azioni per promuovere l’adozione del BIM attraverso gruppi di lavoro governativi ad hoc. La Francia ad esempio ha lanciato la missione “Mission Numérique Bâtiment” per stimolare l’evoluzione digitale nel settore edile.
BIM: cos’è
Il BIM è “contenitore di informazioni sull’edificio” in cui inserire dati grafici (come i disegni) e degli specifici attributi tecnici (come schede tecniche e caratteristiche) anche relativi al ciclo di vita previsto. Infatti quando si disegnano oggetti come finestre, solai o muri è possibile associare alle informazioni grafiche (spessore del muro, altezza ecc) anche informazioni come la trasmittanza termica, l’isolamento acustico ecc.A differenza della progettazione CAD che permette l’elaborazione di un progetto attraverso disegni in 2D o 3D la progettazione BIM non si limita ad informazioni visive o rendering ma specifica le funzionalità e le prestazioni di ogni oggetto BIM presente nel progetto o dell’interno edificio elaborato.
Il BIM, nato dalla volontà di andare verso la collaborazione tra i progettisti e verso l’integrazione tra i processi, è un metodo di progettazione collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Per questo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dai montatori, dai collaudatori ecc.
Il modello tridimensionale quindi racchiude informazioni riguardanti volume e dimensioni, materiale, aspetto, caratteristiche tecniche che non vengono perse nella comunicazione ad altri studi ed altre piattaforme informatiche.
La tecnologia BIM offre molteplici vantaggi come: maggiore efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore interoperabilità, massima condivisione delle informazioni, un controllo più puntuale e coerente del progetto.
E’ particolarmente indicato per la progettazione di opere pubbliche proprio perché dà la possibilità alla committenza di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio, anche dopo la fase di progettazione; in questo modo è più semplice monitorare la vetustà dei materiali e programmare meglio la manutenzione.
Scarica il Focus di Edilportale dedicato al BIM
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