CdS: se si limita a dissociarsi dal comportamento dell’inquilino, ma non si attiva per la demolizione delle opere il Comune può espropriare l’immobile
27/08/2015 - Il proprietario di un immobile che non interviene in modo attivo contro gli abusi edilizi commessi dal locatario ne risponde in prima persona. È questo il concetto ribadito dalConsiglio di Stato con la sentenza 3897/2015.Nel caso preso in esame, un Comune aveva disposto l’acquisizione nel suo patrimonio di un immobile in cui era stato commesso un abuso edilizio.
L’immobile era stato affittato ad una società che non aveva rispettato l’ordinanza di demolizione delle opere abusive.
Il proprietario si era però opposto, sostenendo che non poteva essere punito per un illecito che non aveva commesso.
Dal momento che l’ordine di demolizione era stato comunicato non solo al locatario, ma anche al proprietario, il Tribunale amministrativo prima e il Consiglio di Stato poi hanno respinto il suo ricorso.
Secondo i giudici, quando il proprietario viene a sapere che il suo inquilino ha realizzato delle opere abusive non può limitarsi a un comportamento passivo, come dissociarsi dalla condotta del locatario.
Come già affermato in altre pronunce, il Consiglio di Stato ha ribadito che il proprietario deve provare di aver intrapreso iniziative concrete per la rimozione dell’abuso, ad esempio diffidando l’inquilino o minacciando la risoluzione del contratto per inadempimento.
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